FIGLIA DEL DOLORE MADRE DI AMORE

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"un petalo per ricordo"

Tratteggio di una biografia della serva di Dio Alexandrina Maria da Costa, fatto con brani dei suoi scritti scelti e tradotti dal portoghese dai coniugi Chiaffredo e Eugenia Signorile.

Vogliamo qui ricordare con l'anima piena di commossa riconoscenza i due direttori spirituali di Alexandrina, p. Mariano Pinho (Gesuita) e d. Umberto Pasquale (Salesiano), fonti principali alle quali abbiamo attinto ; in particolare il secondo direttore che, conosciuto personalmente, ci ha fornito preziose notizie non reperibili altrove. La nostra riconoscenza anche a don Massimo Astrua e a Don Alessandro Galli per il loro prezioso, competente ed amorevole aiuto. Un "grazie' anche al prof. Umberto Callegaro per la collaborazione fotografica, e a fra' Damaso cappuccino, per la squisita grafica della copertina. Ringraziamenti poi a p. Vittorio de Bernardi SJ. per la gentile concessione di riportare alcuni stralci di suoi articoli del periodico « Spiritualità ». Non tralasciamo di ricordare e di apprezzare l'opera paziente delle suore, sorridenti, che lavorano silenziose e incessantemente come api.

« Voglio essere figlia del dolore e madre di amore : figlia del dolore, per non cessare di soffrire fino a quando vivrò sulla Terra: madre di amore, per amare e fare amare sulla Terra e in Cielo. O amore, o amore che tutto vince ! »

Anche noi ci sentiamo « figli del dolore » perché tutto quanto vi è in noi di più profondamente bello ed elevato, le vibrazioni più squisite del nostro essere, la sua maturità, sono nate dal dolore. Non dobbiamo dunque voler cessare di soffrire, perché « conviene che non ci manchi la croce, come al nostro Amato, fino alla morte d'amore » E impegnamoci a diventare « madri di amore » ! « Alle volte, in visita a luoghi celebri, porto tra le pagine della agendina il petalo di un fiore; esso secca, perde il profumo e rimane solo a dare valore alla data in cui fu inserito. Andai a Balasar un giorno. Tornai una seconda volta. E anche da là portai, tra le pagine del libro delle Ore della mia povera vita, un petalo per ricordo. Ma esso non è ancora seccato, non ha ancora perduto il profumo : la visione di un'anima angelica, attraverso occhi di purezza, come in questa corrotta terra non se ne trovano. E, del Calvario di Alexandrina da Costa, fu questo il doloroso e immacolato ricordo che mi restò ».

G. S. Gabriel O. S. B. Abade de Singeverga.

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