Premessa
Frasi di Alexandrina – pietre preziose –
scelte, catalogate ed offerte a qualche studioso appassionato perché ne faccia
un bel mosaico e lo pubblichi come libro.
Trascurando le piccole fugaci gioie che
nascono dalla soddisfazione di desideri di carattere materiale, ci occupiamo
della “gioia spirituale”, che nasce nel profondo da aspirazioni spirituali, e
permane.
Abbiamo suddiviso i vari brani in 5
categorie, ciascuna delle quali esprime una motivazione della gioia, di quella
forma di gioia che le corrisponde:
1 -
gioia nel fare la volontà di Dio
2 -
gioia nelle feste
religiose
3 -
gioia desiderata, che sfugge, invocata
4 -
gioia per
il dolore-amore che unisce a Gesù e salva anime
5 -
gioia nel
contatto con il “ divino”; Eucaristia ed estasi con trasfusioni
L’ordine in cui sono presentate queste
categorie non ha nessuna importanza, né spirtiuale né, tanto meno, cronologica.
Invece, l’ordine dei brani entro ciascuna categoria è cronologico:
indispensabile per uno studio.
Ogni brano è numerato, per comodità di
richiami eventuali e porta la fonte da cui è tratto. Sono tre fonti:
A, per
l’Autobiografia;
L, per le
lettere al p. Mariano Pinho, primo direttore spirituale;
S, per “
Sentimentos da alma”, il suo diario, da non confondersi col Diario Autografo.
Il segno (...) sta al posto di
frasi omesse per brevità; mentre i puntini ... senza parentesi sono nel testo.
In corsivo sono riportate parole portoghesi
la cui traduzione può suscitare qualche perplessità.
Alexandrina dà generalmente del “Voi” a Gesù
e a Maria, salvo quando esplode in slanci d’amore che fanno superare ogni
distanza.
Nella traduzione si è usato il “Tu”, in
conformità all’attuale usanza italiana.
Chiaffredo e Eugenia Signorile
1.
1 - “Vedo la gioia di ciò che è tuo, Gesù,
nelle altre persone, e io non ce l’ho.
Sia
fatta la tua volontà! Sai bene che accetto tutto e che il cuore e l’anima a
tutto sorridono.
La gioia sta in questo: accettare, volere e
amare”. S (04-08-45)
2 - Vedo, sento che qui sulla Terra mai più
potrò avere gioia, di quella gioia che ci viene dalle creature, che il mondo ci
dà.
La mia gioia consiste semplicemente, e questo
mi basta, nell’
accettare e compiere la volontà di Gesù: è
la gioia dell’anima.
Ma accetterò io e compirò con perfezione ciò
che Gesù esige da me?
O mio Dio, in questo stanno i terrori della
mia anima.
Io non voglio le gioie del mondo, né nulla
che gli appartenga.
Ciò che vorrei, è fare in tutto la volontà
del Signore.
Sento che non faccio nulla; sento che non ho
vita per servirlo ed amarlo (...) S (09-10-45)
3 - Tutta la mia vita è nera notte e morte
tremenda.
Tutto è tristezza.
Nulla mi dà gioia, se non la volontà del mio
Gesù, se non la croce composta dai dolori che Egli mi dà, morali e fisici: tutto
io voglio e abbraccio per Lui e per le anime (...) S (24-05-46)
4 - A me la primavera si presenta nera, ogni
volta più nera.
Gli alberi che si coprono di fiori che ci
fanno ammirare il potere di Dio e ci obbligano a prestargli il nostro culto di
lode per tante meraviglie, sono per me acute spine che mi feriscono, sono fiori
appassiti e neri, sono fiori di morte.
Che cosa è che mi rallegra l’anima?
La volontà del Signore: essa sì.
La volontà del mio Dio mi dà gioia, per
quanto più doloroso sia il mio martirio. (...) S (28-02-47)
5 - (...) Sorrido a tutti mentre l’anima
piange; mi pare di ingannare tutti in ogni senso.
Mi mostro felice e contenta, ma la mia
felicità e la mia contentezza stanno solo nella sofferenza e nel compimento
della volontà del Signore. S (29-08-47)
6 - La mia vita, i miei cammini sono aridi,
tristi e spinosi. Nessuno di essi mi dà gioia, eccetto questa, che è tutto: la
volontà del mio Signore. S ( 05-09-47)
7 - E io, in mezzo a tante spine, a tante
sofferenze di tanto pesante croce, sento la gioia dell’anima che sorride a tutto
ciò che viene dalle mani del Signore. Io posso gemere, possono piangere gli
occhi del corpo, ma quelli dell’anima sono gioiosi, disposti a ricevere tutto
il martirio che il Cielo mi invia. L (02-06-48)
8 - Se potessi avere sulla Terra ancora
qualche gioia, cosa impossibile per quanto vedo e sento da tutto l’insieme,
questa mi verrebbe da un ordine di non dettare ora più nulla di ciò che avviene
nella mia anima.
Se questo avvenisse, mi pare che ancora una
volta in questo mondo io saprei ciò che da molto e molto tempo non so: che cosa
è la gioia.
Tuttavia, trovo gioia, o meglio, trova gioia
la mia anima, perché in tutto vuole e accetta la volontà del Signore (...)
Io voglio solo la croce, solo la croce io amo
perché il mio Gesù me l’ha data.
Tutto il resto è morte, morte totale.
Sia in tutto fatta la volontà del Signore. S
(17-12-48 )
9 - Penoso e triste è il mio vivere!
Solo una gioia mi resta: compiere la volontà
del Signore, accettare tutto come regali della Provvidenza, venuti dalle sue
mani divine. S (05-08-49)
10 - Quale orrore, quale tristezza mortale
nel mio cuore!
Soltanto la volontà divina di Gesù mi sorride
nell’anima: unico sorriso, unica consolazione e gioia.
Ah, quale abbandono! Come sono tutta sola!
(siamo già nel 50 e non ha ancora ottenuto il ritorno del suo direttore p.
Pinho, che non tornerà...) . S (06-01-50)
11 - Ho fissato per sempre i miei sguardi in
Gesù, gli ho teso le braccia per ricevere tutto e in ogni istante quanto a Lui
piace inviarmi.
Solo così, volendo ciò che vuole Lui,
accettando ciò che manda Lui, o permette, la vita che sarebbe un inferno è un
paradiso.
Dio lo vuole, Dio lo manda: io accetto.
Il cuore sanguina e prova sgomento; la
volontà sorride e abbraccia tutto quanto viene dal Cielo come dono di Gesù.
Solo così il dolore e lo sgomento per le cose
che sorgono ad ogni
momento hanno fascini, hanno gioie, hanno
dolcezza di miele. S (26-05-50)
12 - Per un piccolo intervallo di tempo (
appena finito di rivivere la Passione, nella seconda forma) rimasi non so dove:
mi parve non fosse né Terra né Cielo.
Mi venne al cuore una nuova vita, con luce.
Gesù mi parlò:
“(...) Tu vivi in croce, tu vivi ferita
affinchè le anime non vivano nel peccato, non siano condannate eternamente.
Figlia mia, figlia mia, gli angeli scendono,
formano trono attorno a te”.
“O Gesù, o Gesù, non mi dànno gioia gli
angeli: mi dà gioia solo la tua divina volontà.
Tu vuoi che io li veda?
E’ questa la mia volontà.(...). S
(30-03-51)
13 - Io non cerco consolazioni né ricchezze,
ma la tua gloria e il compimento perfetto della tua santissima volontà.
Solo con questo provo gioia spirituale:
volere ciò che Dio vuole.
S ( 27-07-51)
14 - Ebbi due cose, motivi di gioia, se Gesù
me la lasciasse sentire.
Piacque al Signore che nulla mi desse gioia.
Solo con gli occhi in Lui trovo gioia nel
compiere la sua divina volontà. S (23-04-54)
15 - Non vi è nulla che mi dia gioia se non
il fissare i miei sguardi in Dio, la mia volontà in Dio.
Guardare a Dio, volere la sua volontà,
quando Egli non esiste!...
O Cielo, o Cielo, abbiate pietà di me! S
(22-04-55)
2.
1 - Nel pregare (sul far della notte) per il
mese di Mammina (è la fine del mese di maggio) e nell’elevare un cantico in suo
onore sentii tanto giubilo nella mia anima!
Non potei trattenermi; dovetti dire piena di
gioia: che grazia (gracinha, vezzeggiativo di graça), la Madre di
Gesù è Madre mia! Non so come non volai a Lei.
Mi distesi, mi addormentai, mi riposai come
già da alcune notti non avevo riposato. L (29-05-41)
2 - Albeggiò il giorno 8 (di dicembre, festa
della natività di Maria). Il mio corpo, disfatto in dolore, non sopportava le
forti e continue agonie dell’anima. (...)
Improvvisamente mi parve che mi avessero
trasportato in una regione che non era questa.
Cominciai a sentire nel cuore e ad udire con
le orecchie suoni di vari stumenti mischiati a cantici melodiosi: era
certamente la festa per la cara Mammina in Cielo.
Se fosse durato più tempo, sarebbe stato
sufficiente per togliermi la vita.
La mia anima rimase più forte, anche mentre
sentiva che dal più alto venivo a cadere nel più basso. L (12-12-41)
3 - (Deolinda ed altri parenti vanno a Fatima
il 13 maggio 46, e alcune persone amiche le portano in camera una radio perché
possa seguire la cerimonia da Fatima.) Al vedere la radio rimasi folle di gioia:
sembravo una bambina circondata da bei giocattoli.
Trovai tanto strano il vedermi così gioiosa
che arrivai a dire: non so che cosa è questo; trovo strana la mia gioia.
Cosa significherà questo, questa mia
contentezza, per me a cui nulla del mondo dà gioia, per me che sento gioia solo
nel dolore e nel compiere la volontà di Gesù?
Mi risposrero che non c’era da meravigliarsi,
poiché la mia gioia proveniva dal Cielo e non dalla Terra.
Alla sera (del giorno 12), nell’ora in cui si
sarebbe dovuto sentire ciò che avveniva in Fatima, la radio trasmetteva da
qualsiasi nazione tranne che dal Portogallo! Tornarono le sofferenze (...)
La radio cominciò a trasmettere qualche
cosetta da Fatima. Potei pregare a voce alta e così pregarono pure tutti quelli
che mi erano vicini: in unione coi pellegrini abbiamo fatto l’adorazione.
Il giorno 13, di mattina non si riuscì ad
udire nulla tranne, per brevi momenti, le note dell’organo.
Quale desiderio io avevo di udire ciò che
avveniva là! (...)
Mi finsi sempre contenta, senza dare a
conoscere il mio dispiacere.
Con una nuova forza venuta dall’alto, pregai
molto, pregai ad alta voce. Tutti pregarono e cantammo molti inni alla Mammina.
Quando tutti si furono ritirati, mi sentii
schiacciata dal dolore, dalle umiliazioni, dal disprezzo e dallo scoraggiamento:
tutto fu notte, ma ahi, che notte! (...) S (17-05-46)
4 - Gesù dice:
“Figlia mia, Gesù è in Cielo, Gesù è nel tuo
cuore. (...)
Voglio farti diventare forte facendoti
sentire le gioie, il giubilo di questo grande giorno per il Paradiso (15-8,
festa dell’Assunta).
Tutto il Cielo è in festa e in festa è il tuo
cuore: hai in te il Cielo, in te vi è Dio in tutta la sua pienezza”.
“O Gesù, o Gesù, come io sono grande, come è
grande il mio cuore!
E’ vero, Gesù, che io sento di essere in
Cielo, sento persino di avere in me il luminoso azzurro del firmamento.
Vale la pena, Gesù, vale la pena di soffrire
una vita intera per godere questi deliziosi momenti.
Il Cielo, il Cielo, Gesù, come è bello!
Oh, come gli occhi della mia anima vedono
quanto avviene là! La Mammina salì, salì, fu portata dagli angeli e da questi
posta presso il trono della Santisima Trinità. Altri angeli portarono la corona
e la Trinità Divina la coronò.
La mia Regina, la mia Regina, la mia Mammina,
la mia Mammina, la mia diletta Mammina!
Tutto il Cielo è in festa, tutto il Cielo è
amore, tutto il Cielo è un solo inno.
Il Cielo, il Cielo, come è bello, come è
bellissimo!
Come io sto unita a tutto questo!
O Gesù, mi pare di stare presso il trono
della Santissima Trinità e presso quello della diletta Mammina. Sento persino di
essere tra le sue braccia a ricevere le sue carezze.
Il Cielo, il Cielo, felici momenti di Cielo!
(...) S (15-08-52)
5 - Il 25 (marzo), giorno dell’Annunciazione,
dopo di aver ricevuto molte centinaia di persone (scorrevano come un fiume
presso il suo letto) senza sentire la stanchezza, mi misi a pensare come il
Signore ha creato Mammina pura e bella per farne la Madre di Gesù.
La ringraziai di avere accettato perché,
altrimenti, non avremmo Gesù, non avremmo l’Eucaristia.
Uscii fuori da me verso un altro mondo.
Irruppi in cantici fino a notte inoltrata:
cantai in un amore e in una gioia meravigliosi.
L’inutilità mi ha rubato tutto! Che il frutto
sia per le anime e tutto sia per amore a Gesù.
S (27-03-53)
3.
1 - Che consolazione il mio caro Gesù mi
diede! (ricorda una visita di p. Pinho, di otto giorni prima) Ma fu di poca
durata, ma pazienza: le gioie non sono di questo mondo.
Dovrei avere io sulla Terra, io che sono una
miserabile peccatrice, ciò che il mio Gesù non ebbe, ed era innocente e Signore
di tutto?
Lasciamo le consolazioni e le gioie per il
Cielo: abbiamo una eternità intera per godere.
Ciò che importa in questa valle di lacrime è
fare in tutto e per tutto la volontà di Nostro Signore, nevvero? L (25-06-35)
2 - Per me vi è solo dolore.
Invano cercheranno di darmi gioia.
Le gioie di questo mondo sono per me come
rose appassite, ormai fradice, senza che io possa riuscire a vederne i colori;
rose appassite, ma sempre accompagnate da molte e penetranti spine.
Tutto mi ferisce, tutto mi ferisce e mi
lascia sotto il peso delle umiliazioni, bagnata di sangue, tutta sola, tutta
sola, senza nessuno (il 20 febbraio, p. Pinho è partito per il Brasile,
condannato all’esilio!)
Non vi sono per me buoni consigli né amici:
tutto muore subito nei mondi della mia cecità. Ah, mio Dio, come sono sola!
(...)
Ieri, 30 maggio, già quasi verso sera, mi è
giunta una lettera del mio direttore spirituale (p. Pinho), venuta da Bahia (in
Brasile).
Fu come un raggio di sole che illuminò tutta
la camera e andò a penetrare nell’anima. Durò appena il tempo che la lessi.
Da un momento all’altro tutto si spense: di
nuovo rimasi cieca, sempre più cieca; sola, sempre più sola. E le spine mi
ferirono sempre più in profondità.
Ringraziai Gesù e Mammina per il dono che mi
avevano fatto al terminare del suo mese (è il 31 maggio) benedetto. (...)
Lo accompagnarono le spine. Benedetto sia il
Signore! E’ la sua volontà: è anche la mia. S (31-05-46)
3 - “Non ti preavvisai io all’inizio
dell’anno trascorso, dell’insieme di dolore e di gioia, ma che quella gioia non
sarebbe stata per te?
La stessa cosa ti dico oggi (inizio del
nuovo anno): le tue gioie rimangono per il Cielo che ti è prossimo (siamo
all’inizio del 47 e morirà il 13 ottobre del 55!)
Furono e saranno gioie per coloro che
studiano la mia divina Causa e la comprendono, nel venire a conoscere come ti ho
arricchita; furono e saranno gioie per le anime che vennero e per quelle che
verranno al mio divin Cuore, grazie a te.
Coraggio! Gli angeli portano a bracciate i
fiori delle tue virtù formando con essi la più ricca, la più bella corona.
Quanto è bella! E’ adornata da tutti i
peccatori che grazie a te sono salvi.(...)”. S (04-01-47)
4 - Gesù mi ha fatto un regalo che dovrebbe
consolarmi (l’arcivescovo di Braga ha incaricato il suo segretario, p.
Sebastiano Cruz, di studiare il Caso di Balasar. Cruz sarà subito favorevole ad
Alexandrina). Ma, come tutti i doni che ricevo, è morto lasciandomi appena un
po’ di conforto.
Sono rimasta nel solito abbandono senza
essere, grazie a Dio, nell’abbandono (fiquei no mesmo abandono sem estar no
abandono).
Solo il Cielo mi può dare gioia.
Solo l’amore di Gesù e la sua compagnia per
sempre mi può soddisfare.
Spero fiduciosa e abbandonata nelle braccia
della Provvidenza. S (06-04-51)
5 - Ora una nuova sofferenza mi viene a
terrorizzare e a tormentare l’anima. Ho un bisogno infinito, ma proprio infinito
infinito di ricevere consolazioni e gioie.
Ah, mio Dio, non è questo che cerco! Le
voglio solo per Te.
Ma come, Signore, se il bisogno mi pare
proprio mio?
Quali nostalgie infinite di gioie!
Il cuore si stanca, sfinisce per tanto amore,
per tanto soffrire.
Sto sempre in attesa di chi mi possa
consolare ed allietare.
Non arriva quel momento!
Mio Dio, mio Dio, che tormento! Voglio tutto
il mondo, tutto, a darmi consolazione, a darmi gioia! (rivive anche i sentimenti
di Gesù, in quanto anima-vittima)
Avviene il contrario: tutto è dolore, tutto è
rivolta contro di me.
Soffrire, soffrire, soffrire sempre per amore
a Te, o Gesù! S (14-05-54)
6 - (Durante la trasfusione di sangue) “(...)
Siamo noi due a vivere la stessa vita.
La mia carne è la tua carne, il mio sangue è
il tuo sangue; il tuo cuore possiede le mie ricchezze infinite: tutto il mio
amore divino da distribuire alle anime.
Parla loro, parla loro, che il divino Spirito
Santo parla in te.
Povero Portogallo, povero Portogallo, se non
trai profitto dalle mie grazie e da quelle di mia Madre benedetta!
Povero mondo, se non ti lasci guidare e
illuminare dal faro che io ho collocato in te!
O mia vittima diletta, tu non avrai più
consolazioni in Terra: ciò che avverrà in te tale da portare gioia, avverrà
perché ne gioiscano gli altri e non tu.
Abbi coraggio! La Madre benedetta verrà
quando tu meno te lo aspetti.
Rimani nella tua croce”. S (14-05-54)
7 - Vissi l’Orto e il Calvario guardando
indietro, senza nessuna vita per Dio.
In una rivolta contro tutto e contro il
Cielo, desideravo solo, ma con ansia, un’ansia infinita, chi mi portasse gioia,
chi mi consolasse. S (21-05-54)
8 - Ho ansie infinite di consolazioni e di
gioie.
Mi pare di mirare e di mirare ancora tutta
l’umanità per vedere da dove esse mi possono venire (Alexandrina rivive i
sentimenti di Gesù). Ma ah, non trovo nulla!
Non ha fine questa ansietà.
Sto sempre a vedere chi arriva presso di me
per darmi consolazione e gioia: non viene nessuno!
Tutto è tristezza, tutto è dolore; tutto è
spine e pugnali che mi lasciano il corpo lacerato.
E’ grande il tormento, infinite sono le
ansie.
Mi pare, sento che soltanto le creature mi
possono dare questa consolazione e gioia, possono saziare queste mie ansie.
Mio Dio, cerco Te o cerco me stessa?
Voglio consolare Te, allietare Te, o voglio
consolazione e gioia per me?
Duro tormento! Pungenti spine! S (28-05-54)
9 - Ahi, ahi, in quale stato si trova il
mondo!...
Pecca quasi tutto con tutta la malvagità e
quasi nessuno ama Gesù con puro e vero amore.
Oh, se ci fosse qualcuno, se da qualche parte
spuntasse chi venisse a consolarmi, o meglio, a consolare questi occhi che hanno
la visione del mondo, questa vita che tutto vede, che tutto sente, senza
appartenermi! (sente in sé i sentimenti di Gesù)
Quale ansietà, ma ansietà infinita!
Come vado folle, folle alla ricerca di queste
consolazioni e gioie che possano soddisfare queste ansie infinite! S (09-07-54)
10 - Gesù mi aveva promesso più luce per il
giorno di Pasqua, e non venne meno (il dott. Azevedo le aveva imposto di
chiedere a Gesù un po’ di sollievo al martirio dei suoi occhi, che si sentivano
feriti dalla luce, per cui doveva vivere nella cameretta oscurata.)
Non provai nessuna gioia nel poter vedere
alla luce del giorno i miei e tutti coloro che si accostarono a me.
Io non vado alla ricerca delle consolazioni e
delle gioie: voglio tutto per il Cielo.
Neppure con questo desiderio ansioso io sento
conforto.
Tutto, tutto quanto avviene in me è come se
non fosse in me. S (15-04-55)
11 - Ho ricevuto notizie del mio Padre; oh, e
da chi io le ho ricevute? Avrebbero dovuto essere motivo di grande gioia.
Ma, Gesù, questa sia tutta tutta per Te.
S (19-08-55)
4
1 - In mezzo ai miei grandi dolori e alle
tribolazioni, la preghiera che più mi sorride è il “ Magnificat”. L (16-03-36)
2 - “Mi conforti (Gesù), per lasciarmi poi
quasi agonizzare per il dolore!
Grazie, mio Gesù, sii Tu benedetto.
Io mi sento felice solo inchiodata sulla
croce: io mi sento felice solo crocifissa per Te.
Venga il dolore a distruggermi tutto il
corpo, venga con esso tutta l’abbondanza del tuo divino amore.
Voglio che il mio sangue continui ad essere
la moneta che compra le anime, se così Tu vuoi.
Regni la tua croce con il tuo amore, si
salvino le anime con il mio dolore.”
L (1-06-40)
3 -
“Dimentica, Gesù, la tua giustizia; ricordati solo del tuo amore e della tua
misericordia e che hai una figliolina che di buona volontà si lascia immolare e
crocifiggere solo perché Tu le dia grazia e amore e perché il mondo sia salvo”.
Il dolore purifica.
Il dolore eleva l’anima a Gesù.
Benedetto il dolore che dà amore! L (03-01-40)
4 - Io voglio gridare ben forte al mondo: è
con tutta la gioia che io abbraccio questo martirio di dolore, perché sento che
non vi è nulla di meglio del dolore per unirci a Gesù.
Sento che il dolore ha lacci, ha forti catene
d’oro che mi legano al Cuore divino del mio Sposo, del mio Gesù. L (10-04-40)
5 - Era in mezzo alle più spaventose tenebre
che io vivevo come se fossi morta, ma sentendo sempre le spine e i pugnali a
ferirmi nel mio cuore.
Poco importa: solo soffrendo sto bene, solo
nel dolore sento gioia. Gioisco nel consolare e riparare Gesù e salvargli le
anime.
Ma tante volte sono sfinita!... Sono tanto
debole!..L (12-11-40)
6 - Nostro Signore non lasciò passare il
pomeriggio del giorno 6 (l’Epifania) senza darmi un pochino di luce e di gioia
nella mia anima. Dopo di avermi invitata ad entrare nel suo divin Cuore, mi
disse:
“(...) Amami e io ti amo. Per la seconda
volta ti faccio distributrice del mio amore (...)”. L (10-01-41)
7 - Ieri ricevetti la lettera del mio P. (
p. Pinho), per la quale ringrazio molto. Nonostante che fossi molto malata,
sentii un grande sollievo nella mia anima.
Sperimetai la consolazione di Gesù e la festa
che ci fu in Cielo quando arrivò a Gesù quella pecorella perduta.
Gli angeli intonavano inni e i cherubini
suonavano strumenti molto fini.
Le mie orecchie non udirono, ma la mia anima
sentì tutto bene al vivo. L
(28-03 41)
8 - “Chiedi, chiedi, Gesù, tutto ciò che
vuoi. La mia maggior gioia è quella di avere di che offrirti.
Accetta il dolore che sento, accetta la
nostalgia che ho della mia crocifissione (nella prima forma).
Oggi sono due anni che me l’hai tolta, mio
Gesù.
Fu nel venerdì dei Dolori.
Che tormento, per me!”
“Sono anni liturgici, mio angelo, ma non ti
ho tolta la crocifissione; non vedi che continua?
Hai cessato di avere la Passione; ti ho
tolto l’alimentazione.
Non è per te un grande tormento?
Non ho cessato di crocifiggerti. Ho acceso un
nuovo faro. (...)” S (31-03-44)
9 - “Chiedi, chiedi, mio Gesù. Io gioisco
quando ho qualcosa da darti.
Non sei esigente, non lo sei, mio Gesù.
Sei degno di tutto l’amore, sei degno di
tutto il martirio che si possa immaginare.
Voglio soffrire tutto tutto, mio Gesù. Con la
tua grazia, soffro contenta. Con la tua forza, con il tuo divino amore, tutto
vinco, nulla temo”. S (07-04-44)
10 - “Sono la tua vittima.
Qui mi hai prigioniera in questa camera per
amore a Te e per le anime.
Non ho goduto mai il mondo e le sue false
gioie.
Il mio godimento, la mia gioia è il tuo amore
con la salvezza delle anime”. S
(22-01-45)
11 - Ieri, dopo tre ore o più trascorse a
parlare delle cose di Gesù con un’anima lontana da Lui da molti anni – non lo
riconobbi mai tra i frequentatori della chiesa - rimasi bagnata di sudore e
stanca tanto da non poter muovere le labbra per pronunciare parola.
Ma questo mio sforzo non rimase senza
ricompensa.
Gesù permise che io sentissi per un po’ di
tempo gioia nel mio cuore.
Quell’anima mi ha dato segni di pentimento e
mi ha promesso che si sarebbe sforzata di mutar vita in breve tempo.
Mi pare che tra pochi giorni sarà strappata
via dagli artigli di Satana.
Ah, se io vedessi così in queste
disposizioni tutte quelle (anime) che si trovano lontane da Gesù!
Voglio soffrire, voglio soffrire, voglio
salvarle.
Le amo: sono di Gesù. S (13-02-45)
12 - Passai male la notte.
Quanto peggio, tanto meglio.
La sofferenza consumava il mio corpo, ma per
me fu motivo di gioia: quanto più dolore, tanta più unione con Gesù.
S (02-06-45)
13 - “Dammi tutto con santa gioia - le dice
Gesù-, la gioia dell’anima: ciò mi basta.
Non pensare, figlia mia, di rattristarmi col
far conoscere il tuo dolore. Non dissi io “ La mia anima è triste fino a
morirne!”?
La tua tristezza mostra il tuo dolore, la tua
amarezza e la sensibilità del tuo cuore; ma non vuol dire che tu cessi di vivere
con gioia il tuo martirio.
Tu mi dài il più grande amore, la più grande
riparazione, la più grande gioia.
Confida in me: le tue tenebre dànno luce al
mondo”. S (16-09-45)
14 - Questo nuovo esame mi ha lasciata in una
grande sofferenza, in un grande abbattimento, ma non uguale a quello che avevo
sentito negli altri esami.
Questo esame mi fece vedere lontano, ma molto
lontano un nuovo cammino con un orizzonte lieto e luminoso: ha raggi brillanti,
ha raggi dorati di sole
.
Non so come arrivare a quel cammino, a
quell’orizzonte lieto.
Ho paura, molta paura per arrivare là: mi
vengono incontro, sbucando da una parte e dall’altra, tante tante belve!
Quel cammino, quel sole, quell’orizzonte
lieto non sono per me, ma io devo arrivare là.
Per me vi è tristezza e dolore; in me sento
la morte e un grande sepolcro. Ed è con questa morte e in questo sepolcro che io
devo arrivare (là) e terminare questo nuovo cammino.
“Gesù, sii Tu la luce della mia vita e dà
luce a chi non l’ha. Sii la mia forza. Povera me, senza di Te! Quale tristezza
esser tutta sola, non avere chi mi sostenga! Guarda, guarda, o Gesù, il mio
abbandono!” S ( 08-11-46)
N.B. Questo brano sta meglio associato a
quelli del cap. 3.
15 - Tutto è notte, nera notte; e tormenti
indicibili attorno a questo spirito!
Solo il dolore, il grande dolore è causa
della mia gioia, gioia intima.
Soffrire per amore a Gesù, per amore alle
anime, sì. Quante volte dico a Gesù: se non è per soffrire, se non è per
consolarti e salvarti le anime, portami con Te!
Non ho nulla da fare qui.
Tutto è morte, tutto è tristezza, eccettuata
la gioia dell’anima.
Tutto il mio sorriso è ingannatore: è un
mezzo per coprire il mio penoso martirio.
Le gioie del mondo, la convivenza con coloro
che mi sono cari, non è per me una gioia veramente sentita.
Li amo molto, dopo Gesù e Mammina, ma senza
consolazione e senza luce per nulla.
O mio Dio che notte mi ha pervasa! S (15-11-46)
16 - O mia croce, mia amata croce, quanto io
ti voglio!
Cosa vedo mai io nella mia croce?
Vedo amore, ma un amore senza limiti, un
amore senza l’uguale; e vedo dolore, ma un dolore che racchiude tutti i dolori:
è un insieme di dolori.
Io ho abbracciata la mia amata croce, e
questo è un abbraccio eterno. S
(15-08-47)
17 - Che tenebre di morte! Ma se sapesse (si
rivolge a p. Pinho) i desideri che ho di amare queste tenebre!...
Le ho abbracciate con la croce, le ha
abbracciate con Gesù; ho dato questo abbraccio per sempre, per sempre.
Vedo nella croce amore e dolore, amore e
dolore senza fine.
E’ questo amore, è questo dolore che io
voglio. è questa la croce che ho abbracciato per Gesù e per le anime. L (28-08-47)
18 - Per quanto doloroso sia il mio soffrire,
non posso cessare di ringraziare il Signore, grazie a Lui, e di ricevere (ogni
cosa) con tutta la gioia e con tutto l’amore: gioia, senza sentire godimento;
amore, senza sentire che amo.
Ma sono tali l’ansia e la sete che ho di
sofferena, che sento come se l’anima stesse abbracciata alla croce notte e
giorno senza staccarsene mai: è in essa, è in questa croce benedetta che l’anima
gode e si soddisfa.
Soffrire per Gesù, soffrire per le anime è la
mia unica gioia: è tutta la dolcezza che posso assaporare sulla Terra. S (21-11-47)
19 - “Ciò che io voglio è la tua gioia, Gesù,
la tua consolazione.
Il dolore costa e costa molto, ma è solo nel
soffrire per tuo amore
che io sento dolcezza e che la mia anima
trova gioia.” S (19-03-48)
20 - Udii Gesù dirmi:
“Figlia mia, figlia mia, l’anima amante,
l’anima sposa di Gesù, l’anima vittima trova gioia solo nella croce, solo nella
croce si delizia.
Tu mi ami, sei la mia sposa più cara, la mia
più grande vittima. Offrimi dolore, offrimi la tua croce; deliziati in essa;
dammela con tutto il suo valore: voglio offrirla all’Eterno Padre. (...)” S (04-09-48)
21 - “Riempiti, figlia mia (durante la
trasfusione), prendi conforto per il tuo calvario.
Sorridi nella croce, dammi la tua gioia, la
gioia della tua sofferenza: in essa trovo gioia, in essa mi consolo.”
“Mio Gesù, ho pianto: non Ti ho dato gioia!
Ho fatto piangere anche Te?”
“No, figlia mia. La gioia non sta negli
occhi, sta nell’anima, sta nel cuore: è lì che io la trovo e con essa mi
delizio.
Va’ alla croce, porta con te questo amore,
dàllo a chi vorrai, dàllo a tutte le anime.” S (01-10-48)
22 - Non dico e non voglio neppure pensare
che non voglio più sof-
frire: solo nel dolore mi sento bene, solo in
esso la mia anima sente gioia.
Costa tanto soffrire!
Mi sento di non poterne più; ma questo
sentire di non potere è pace, è dolcezza, è desiderio ansioso di immergermi
sempre più nel dolore.
Il dolore, il mio amato dolore!
Posso dire con sicurissima verità che fu esso
ad unirmi di più a Gesù.
Furono le lezioni della sofferenza (as
ideias do sofrimento) che mi legarono di più a Lui.
Anche adesso, in mezzo ai dolori più
struggenti dell’anima e del corpo, è il dolore stesso che mi obbliga ad amarlo e
ad amare follemente il mio Gesù.
Il dolore accende nel cuore e nell’anima il
fuoco più bruciante che produce una sete tanto struggente che solo in Gesù può
essere saziata. S (07.01.49)
23 - Le mie consolazioni, le mie gioie stanno
solo in questo: amare Gesù, soffrire per Gesù.
E sono tante le spine ingrate e crudeli che
mi feriscono! S (17-06-49 )
24 - E’ il primo sabato di luglio, le appare
anche la Madonna che le dice, tra l’altro:
“Allevia i nostri dolori!
Io voglio che tu viva unita a me nel medesimo
dolore, nel medesimo amore, come io col mio Gesù.
Soffriamo tanto!
Soffri con noi.
E’ grave l’ora dell’umanità, è tremenda la
giustizia divina che sta per cadere su di essa.”
Al terminare di queste parole, già tutte le
spine cingevano il mio cuore; il pugnale che rimase nel centro feriva ancora di
più.
“O Mammina, o Mammina, tutta la mia gioia sta
nel soffrire per Gesù e per Te.
Accetto tutto; dammi forza!
Non dimenticarti di presentarti con tutto il
tuo potere insieme a Gesù all’Eterno Padre implorando per il mondo misericordia
e compassione.” S (01-07-50)
25 - “( ..) Abbi la certezza, Gesù, che nulla
ti posso negare.
Stendo la mie braccia in segno di
accettazione; abbraccio di nuovo tutto quanto mi dài; raccolgo tutto per
chiudere tutto nello stesso Cuore.
Gesù, non ritiratelo più.
E’ tanto dolce soffrire per Te!
E’ la mia unica gioia sulla Terra.
Sono pronta a vivere in croce, con tutte le
sofferenze di questa Quaresima” (è venerdì santo).
“Figlia mia, mia incantevole figlia, è eroica
la tua generosità, è senza l’uguale il tuo amore a Gesù e alle anime. (...)”
S (23-03-51)
26 - Quanto sente la mia anima è un orrore.
Non so come io non sia caduta nella
disperazione; ma lo so: il Signore dà il martirio, mi immola come gli piace ma
contemporaneamente viene a sostenermi, a vincere in me, e a fare talvolta sì
che tutto il mio soffrire sia godimento (gozo).
E’ un godere senza consolazione, ma è
godimento, perché non so né posso vivere fuori dalla sofferenza.
Il cuore e l’anima sanguinano e nello stesso
tempo tutta la mia felicità sta nell’amarezza, sta nel calvario.
Mi sforzo di nascondere con il sorriso quanto
soffro; ma questo sorriso, questa gioia non viene in me dal di fuori, bensì va
da me verso gli altri.
L’amore, la gioia per la sofferenza sono
legati alle molte sofferenze, al doloroso martirio che si svolge in me.
Ma tutto questo soffrire è inferiore alla
follia d’amore che ho per il dolore (...) S (16-05-52)
27 - “(...) Voglio il dolore sino alla fine
del mondo, se a Te così piacerà.
Amo le anime perché amo Te; voglio il dolore
perché voglio salvarle.”
“Non accetto, figliolina, non accetto il tuo
sacrificio: il tuo Cielo si avvicina.
Ma io ti prometto, e non vengo meno: come
ricompensa della tua generosità, dal Cielo salverai tante anime, come se tu
soffrissi sino alla fine del mondo.”
“Grazie, Gesù, il mio eterno grazie!
Non so in questo momento che cosa sia il
dolore: quale gioia nella mia anima!” S (01-05-53)
5.
1 - Prima visita di Gesù alla mia anima.
A Povoa
de Varzim, sui 7 anni di età, feci la mia prima Comunione. (...)
Durante la Comunione sono stata in ginocchio,
sebbene fossi piccolina.
Fissai l’Ostia che avrei ricevuto in tal modo
che mi rimase molto impressa nell’anima: mi parve di unirmi a Gesù per non
separarmi mai più da Lui. Mi pare che mi abbia legato il cuore.
La gioia che sentivo era tale da non potersi
descrivere. Davo a tutti la buona notizia.
La responsabile della mia educazione (presso
la quale Alexandrina abitava) mi conduceva ogni giorno a ricevere la Comunione.
A (p. 4).
2 - Ma in mezzo a tutte le mie sofferenze, io
sento grande consolazione spirituale perché vedo che in tutte le richieste che
faccio a Nostro Signore sono bene accontentata. L (07-04-34)
3 - Nel 1935 Nostro Signore mi preavvisò che
sarei morta prima della festa della Santissima Trinità del 1936.
Siccome non conoscevo altra morte, pensavo
che volesse dire lasciare questo mondo e partire per l’eternità.
In quel tempo, tutto era tenerezze,
consolazioni e gioie spirituali.
A misura che si avvicinava il giorno della
Santissima Trinità, cresceva la mia gioia, la contentezza.
Sarei andata a passare in Cielo la festa dei
miei tanto cari Amori, come chiamavo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
I mali del corpo aumentavano. Tutto dava
segno della mia dipartita.
Due giorni prima, Nostro Signore mi disse
che sarei morta tra le 3 e le 3.50 del mattino e che mandassi a chiamare il
mio padre spirtiuale. Così feci. Giunse verso sera e passò la notte presso di
me.
Mi preparai per morire.
Sua Rev. fece con me un atto di totale
rassegnazione e conformità alla volontà di Dio.
Chiesi perdono alla mia famiglia e cantai di
gioia (molto debolmente, a voce bassissima):
Felice, oh, felice
se giungerò a tanto
di morire cantando
il nome di Maria!
Felice chi mille volte
nella lunga agonia
con amore ripete
il nome di Maria!
A (p. 36)
Era una “morte apparente” che la farà
soffrire molto spiritualmente, temendo che i fenomeni della sua vita siano un
suo inganno!
4 - Solo domenica scorsa, dopo aver ricevuto
Nostro Signore (nella Comunione), sentii in me un grande giubilo!
Volevo fare tanta festa a Nostro Signore, ma
mi pareva di non dirgli nulla, né di saper dirgli qualcosa. L (26-09-36)
5 - Gesù le dice:
“Vieni a riposare tra le mie braccia per
prendere forza, per poter portare la tua croce, la tua dolorosissima
sofferenza”.
Durante questo tempo il Signore per due volte
mi abbracciò e mi accarezzò tanto che mi pareva di morire di gaudio. Non stavo
in me. Posso dire che sono mesi, se non anni, che non sentii tale consolazione.
L (19-06-39)
6 - “Ah, Padre (Pinho) mio, che momenti tanto
felici e senza dubbi! Ero accarezzata dal mio Gesù e sentivo che eravano noi tre
in uno solo. Io non so, ma Deolinda dice che io sorridevo.
Appena potei, la prima cosa che feci fu di
pregare il “Magnificat”. E già lo ripetei varie volte.
Abbiamo da ringraziare tanto Nostro
Signore!” L (17-09-39)
7- Padre mio (Pinho), quando Nostro Signore
mi diceva che ci stringeva ai loro divini Cuori (di Gesù e di Maria) io sentivo
che Egli lo faceva a lei, Padre, e anche a me.
Quali momenti tanto felici per la mia anima,
che molto necessita ogni tanto di conforto!
Povera me; se no, sfinisco. L (07-10-39)
8 - “Nostro Signore compì proprio alla
lettera ciò che aveva promesso: fu un giorno di festa (non si sa il motivo;
anche in “Cristo Gesù in Alexandrina” non se ne parla). Alle ore 11 io ancora
cantavo, cantai per molto tempo in ginocchio; sentivo forze per tutto. Pregai in
coro e non mi costò affatto, cosa che oggi solo col pensiero posso fare. Io non
so che cosa sentivo: mi sembravo un’ubriaca, ma non era di vino, ma certamente
di amore a Nostro Signore. Io non temevo nulla: mi sentivo gioiosa e felice.
Mi addormentai quasi a mezzanotte.” L
(14-11-39)
9 - “Oggi, nonostante che siano venute qui
alcune piccole ombre di tristezza, sento coraggio: sento che passerò il resto
della giornata più confortata e allegra. Ho voglia di cantare. Appena finita
questa lettera, canterò.
Sia benedetto Nostro Signore che venne in mio
aiuto in momenti tanto opportuni. In cambio io voglio dargli solo amore. E’
grazie a Lui che oggi ho fiducia, che Lo amo, che sono una folle d’amore.
Viva Gesù, viva Maria! Sono l’Alexandrina dei
loro Cuori divini”. L (06-12-39)
10 - “Padre mio, le carezze di Gesù e di
Mammina furono molto forti; quasi stavo per dire Loro che non ne potevo più. Con
quale tenerezza e amore mi stringevano ai loro Cuori divini! La mia anima
rimase inondata, aveva luce, aveva pace. Non c’erano dubbi.
Ma ora già li ho(...)” L (04-05-40)
11 - “Il giorno di domenica fu triste e
sovraccarico di peso e amarezze per il mio cuore e la mia anima.
Gesù non lasciò che terminasse senza darmi
alcuni buoni momentini di gioia, pace, luce.
L’arrivo del mio Padre (Pinho) trasformò il
mio vivere. Ebbi aneliti, molti aneliti di Cielo; mi pareva di essere
trasportata là.
Cantai a Gesù e a Mammina. I miei desideri
erano: vederLi, amarLi, possederLi.
Come mi sentivo felice con le cose del
Cielo!...
Come avevo desideri che tutti sperimentassero
le consolazioni di Gesù!
Che pazzo è il mondo, che non Lo ama, e che
tristezza per quelli che non Lo conoscono!
Questi momenti passati più in Cielo che in
Terra mi preparavano per nuove ore di sofferenze che mi aspettavano. L
(10-10-40).
12 - Cadde sopra di me una pioggia di fuoco,
ma fuoco ardente che mi dava vita e forza al cuore.
Sentii che Gesù e Mammina mi abbracciavano e
mi baciavano. Oh, come sono dolci e tenere le loro carezze!
Il corpo, poveretto, era come uno straccio
vecchio e disfatto.
L’anima rimase per lo spazio di alcune ore
gioiosa e con desideri ansiosi di lodare e amare per sempre Gesù. L (07-12-40)
13 - Il mio cuore e la mia anima ebbero oggi
un pochino di festa.
La venuta di Gesù in me (Eucaristico) dissipò
subito le tenebre. Appena Lo ricevetti, mi parve che si andasse preparando in me
un banchetto con grande gioia. Egli mi parlò così:
“Figlia mia, figlia mia, pupilla dei miei
occhi, gioia brillante e bella, candido iris (açucena), giglio (lírio)
profumato che con il tuo aroma fai esalare il profume nelle mie prigioni
d’amore! (i tabernacoli) L (04-01-41)
14 - Nostro Signore non lasciò passare il
pomeriggio del giorno 6 (Epifania ) senza darmi un po’ di luce e di gioia
nell’anima.
Dopo avermi invitato ad entrare nel suo divin
Cuore, mi disse:
“Ti ho tolto tutto perché tu possedessi solo
tutto Me.
Tu mi ami e io ti amo.
Per la seconda volta ti faccio distributrice
del mio amore. (...)” L (10-01-41)
15 - Il giorno di ieri albeggiò sorridente e
gioioso; non so cosa era stato dell’enorme peso che mi sovraccaricava.
Gesù venne nella mia anima (Eucaristico) e
lasciò il cuore in festa e ardente. Mi pareva che ci fosse un allegro banchetto
in me.
Cantai a Gesù e a Mammina per tutta la
mattinata.
Da mezzogiorno alle 3 si oscurò il sole (è
venerdì); rimasi in una tristezza mortale.
Ma di nuovo tornai alla gioia e alla pace di
Gesù.
Ebbi desideri ansiosi di amarlo, di vivere
unita solo a Lui nella divina Eucaristia.
Non temevo la crocifissione né alcuna delle
mie sofferenze. Sentii anche molto dolcemente l’incontro delle nostre anime. L
(17-01-41)
16 - Ieri, giorno 13, venne Gesù con il mio
P. (Pinho) a soavizzare di più, molto di più la croce del giorno.
All’inizio della S. Messa già la mia anima
era gioiosa e il mio corpo libero da ogni peso schiacciante.
Di nuovo mi senti forzata ad alzarmi,
passando in una regione che non era questa.
Avevo il mio Gesù, avevo la mia cara Mammina:
potei cantare a Loro, amarLi, adorarLi. Io ero di Loro e Loro erano miei.
Alla sacra Comunione, Gesù mi strappò a Sé
ancora di più: eravamo uno solo nell’amore. (...) L (14-02-41)
17 - Il giorno di ieri fu soave; alcuni raggi
di sole brillarono nella mia anima.
La venuta dal mio Padre qui fece sì che Gesù
soavizzasse il mio dolore. Credevo in tutto e tutto mi pareva la vita del
Cielo.
Durante la S. Messa, nel ricevere il mio Gesù
stetti in grande pace e unione con Lui.
Mi affermò che mi amava, che io ero il vaso
più fine che racchiudeva tutta la purezza.
Sperimentai un poco le delizie del Cielo.
Gesù mi disse che era una piccola boccata
delle delizie divine, che era una piccola boccata di ciò che godevano l’anima e
il corpo in Paradiso. L (14-03-41)
18 - Sabato, 29, mi pareva di non avere luce
(...) Tardi, molto tardi mi addormentai. Quando mi svegliai (è il giorno 30
marzo, suo compleanno) trovai subito strano lo stato in cui ero: mi mancava il
peso schiacciante. E, nonostante che non fosse ancora sorto il giorno, la mia
anima era nella luce: era festa per me.
Cominciai poco dopo la mie preghiere.
Quando già la luce era penetrata in tutta la
camera, lessi la cartolina e le paroline che il mio P. aveva scritto sulla bella
immaginetta, chiedendo a Gesù e alla Mammina che fossero Loro a farmi gli
auguri.
Sentii degli impulsi ai quali non potei
resistere: dovetti alzarmi . Sentii una gioia celeste.
Non aspettai che i miei venissero ad
abbracciarmi: andai io ad abbracciare loro.
Tornai di nuovo nella mia camera dove mi
inginocchiai e mi preparai per ricevere il mio Gesù; o piuttosto, per riceverlo
meglio, perché Egli trovasse in me tutto l’amore, tutta la purezza. Chiesi alla
cara Mammina che mi preparasse Lei alla visita di Gesù.
E, dopo averlo ricevuto, mi sentii in unione
col mio Padre, molto unita al suo santissimo Cuore; venne poi la cara Mammina a
stringere questo piccolo gruppetto (pequenino molhinho) tra le sue
santissime braccia, coprendoci col suo manto.
Questo giorno del mio compleanno fu più del
Cielo che della Terra. Intonai inni a Gesù e a Maria per alcune ore.
Di mano in mano che andava approssimandosi la
notte, la mia anima andava perdendo la luce. Tuttavia si conservò fino a
mezzanotte.
Non avevo dubbi, non avevo timori e regnava
la pace. L (01-04-41)
19 - Rimasi in un’agonia continua fino alla
domenica di Pasqua. Dopo, con la risurrezione di Gesù e l’ordine del mio Padre,
anche la mia anima risuscitò alla luce, alla gioia e all’amore.
Il mio cuore era nei più grandi desideri
ansiosi di passare in Cielo la Pasqua con Gesù.
Egli non permise che fossi in Cielo, ma che
in Terra io passassi quel giorno come se fosse del Cielo.
Stetti molto tempo in piedi, cantai e mi
pareva di essere “borraccia” (borracha) con l’amore di Gesù.
In questi giorni mi pare di non essere in me,
ma in Lui.
Lunedì e martedì tornai alla mia vita
dolorosa e triste. L (17-04-41)
20 - Avevo necessità grandissima di conforto
senza la quale non potevo camminare né vincere tanti dubbi.
Gesù non viene meno a chi in Lui confida.
Mi mandò il mio Padre.
Mutò la scena, apparve il sole, mi diede
gioia.
Poi venne anche Gesù (Eucaristico) per
confermare il nuovo stato della mia anima e dare gioia. Mi disse:
“Invito gli angeli, figlia mia, e il mio
Mariano (Pinho) a venire ad assistere a questo banchetto di purezza e di amore”.
Sentii Gesù inondarmi l’anima con la sua
presenza reale (real).
E sempre nei più forti aneliti di darmi a
Gesù e a Mammina amandoli ogni volta di più.
Era già notte; di tanto in tanto i dubbi
venivano a bussare alla porta del mio cuore. Gesù non permise che avessero
entrata.
Stavo in ginocchio a pregare la litania,
folle d’amore per la Mammina,
parendomi di volare a Lei.
Nel tempo in cui pregavo, mi passava nella
immaginazione questa idea:
“Mammina, mi ami?”
Non pensavo di ottenere risposta. Era la
follia d’amore che avevo per Lei che mi obbligava a pensare così.
Ma una volta mi sussurrò con la maggior
dolcezza e tenerezza:
“Come non ho da amare te, che dài sollievo a
mio Figlio?”
Rimasi perfino addormentata nella dolce pace
e unione del mio Gesù.
L (02-05-41)
21 - Come sono belli e vari i cammini di
Gesù!
Benedetto sia Lui e il suo amore per questa
poveretta.
Cosa sarebbe stato il giorno di ieri, se non
avessi avuto il mio Padre presso di me! Soffrivo tanto!(...)
Dopo che il mio Padre fu entrato nella mia
camera mi sentii più sollevata e forte. Dimenticai i dolori del corpo e
dell’anima. Durante il santo sacrificio della Messa tornai alla stessa scena
dolorosa e triste.
Nel momento della santa Comunione, nel
fissare nelle mani del mio Padre la sacra Ostia che sarebbe scesa al mio cuore,
spinta da una forza invisibile, dovetti inginocchiarmi.
Passai alcuni momenti felici imbevuta
nell’amore di Gesù. Egli mi parlò così:
“Figlia mia, bevi in questo mare immenso,
bevi, mia amata, in questo oceano infinito l’amore del mio divin Cuore.
Bevi, mia innamorata folle, mia gioia, per
resistere al dolore; per darmi sollievo; bevi, mio incanto, per farmi amato da
tutti”.
Più tardi tornò Gesù a dirmi:
“Amami con l’amore più puro, per darmi
sollievo dall’amore più impuro e nauseante”. L (16-05-41)
22 - “(...) Coraggio, figlia mia! Ti aspetta
tra poco una grande gloria in Cielo”.
Gesù fece la mia gioia più completa. Rimasi
forte, non pensai più alle amarezze di anni fa. Cantai e passeggiai per la
casa.
Tutti questi sollievi mi servirono di
sofferenze per i giorni seguenti. (Me serviram de sofrimentos para os dias
seguintes). L (13-06-41)
23 - Arrivò il mio Padre. Alcuni momenti
dopo, già dei piccoli raggi di sole brillavano nella mia anima riscaldandola
nell’amore di Gesù, facendola rivivere.
Cominciò il santo Sacrificio della Messa, e
la mia anima (restò) con molta serenità e pace.
Al “credo” ebbi impulsi di alzarmi; con
sforzo mi trattenni.
Nel momento in cui Gesù stava per entrare nel
mio cuore, fu in ginocchio, in un impeto d’amore che Lo ricevetti.
Non resistetti alla forza che mi obbligò ad
alzarmi (dal letto). Passarono alcuni momenti; e io in grande unione con Lui.
Se il mondo conoscesse le tenerezze di Gesù,
cercherebbe solo il suo amore e vivrebbe solo per Lui. L (20-06-41)
24 – (Appena terminato di rivivere la
Passione) Cercò il mio Padre di soavizzare il mio dolore parlandomi dell’amore
di Gesù, parlandomi del Cielo.
Il cuore non voleva starmi nel petto.
Fu la parola “amore”, i desideri ansiosi del
Paradiso che mi fecero per alcuni momenti godere la dolcezza e il gaudio del
Cielo.
Che momenti tanto felici! L (09-08-41)
25 - (...) triste era il mio penare.
Gesù, che non vien meno ed è la forza dei
deboli, ma che solo in Lui confidano, mi fece passare, quasi posso dire, da
questa vita ad un’altra. Andai a godere delle carezze Sue e di Mammina; andai a
godere solo di amore. Egli nello stesso tempo mi parlò:
“Il mio amore inebria le anime, riempie i cuori, prepara in esse un trono di
delizie per me. Ricevi le carezze di Gesù e di Mammina.
Preparati, figlia mia, per il dolore, per il
martirio più doloroso nello scorrere delle ore e dei giorni”. L (21-08-41)
26 - In tutto il tempo della S. Messa, nei
momenti della santa Comunione mi sentivo trasformata in Gesù. Godevo una grande
pace e dolcezza; non vivevo la vita sulla Terra. L (03-10-41
27 - Apparve l’aurora; il sole veniva
splendente.
E io nel dolore e nelle tenebre mi preparai
il meglio che mi fu possibile, per la venuta di Gesù nel mio cuore
(Eucaristico).
Egli scese a me, mi trasformò tutta in un
Paradiso di pace e di gaudio; tutto era luce. Egli mi parlò:
“Figlia mia, mia gioia, mio incanto, mia follia d’amore, mio amore. Io regno e
trionfo nel tuo cuore e, grazie a te, regno e trionfo in molti cuori.
(...)” L (05-11-41)
28 - Cominciò la S. Messa. Non sentivo in me
nessuna consolazione, ma soavità e pace. Al momento della santa Comunione, senza
fare da parte mia il più piccolo sforzo, mi inginocchiai per ricevere Gesù.
Rimasi quasi come a dormire in Lui: era un
sonno di unione e amore.
Venne poi Lui a dirmi:
“Vengo raggiante, vengo ad irradiarvi.
Voi tutti in me e io tutto in voi. Unione
divina; trasformatevi in me, ricevete l’abbraccio di Gesù.
Sentii che l’amore di Gesù ci irradiava e si
stendeva su di noi. Era ben dolce Lui, nello stringerci al suo divino Cuore! L
(19-12-41)
29 - Ancor prima che apparisse il giorno, Tu
sei entrato nella mia camera, ti sei curvato sul mio cuore.
Io trascorsi alcuni momenti ancora nello
stesso dolore. Poi nella mia anima irraggiò il tuo sole divino, ebbi il gaudio
della tua dolce pace e udii la Tua divina voce:
“Mia amata, o mia amata, il mio amore ti
consuma.
In te vi è solo oro finissimo; il mio fuoco
divino tutto purifica in te.
Quale ricchezza nel tuo cuore! Trovo in esso
tutta la consolazione e le delizie.(...)” S (07-03-42)
30 - (Ha una visione della Madonna col Cuore
immacolato, che la accarezza.) La sua presenza mi consolò profondamente e questa
consolazione celeste perdurò nella mia anima che per alcuni giorni godette di
quel conforto meraviglioso. Questo conforto era come una calamita che mi elevava
verso Gesù. In tael stato mi sentivo immersa nella beatitudine. S (09-06-42)
31- (Durante un combattimento col demonio ha
paura che le venga tolta l’umanità che Gesù le ha consegnato da custodire.) Se
Gesù non mi soccorre, chi potrà aiutarmi? O mio Dio, per tuo amore, per le
anime! (...)
“Fatti animo: io sono con te!” (...)
La mia anima sentì tanta gioia nel vedere che
possedeva quella ricchezza (l’umanità da custodire).
E io volevo abbracciare il ricco tesoro,
volevo baciarlo.
Sentii la gioia di una madre che, avendo
smarrito il suo figlio, lo ha ritrovato. Non so dire la gioia della mia anima.
Non so dire le preoccupazioni che questo mi
dà: ho sempre timore che qualcuno possa rubarmelo.
Voglio fare di tutto, tutto voglio soffrire
affinchè non corra pericolo. S (18-12-44)
32 - Poi (appena finito di rivivere la
Passione) Gesù mi parlò:
“Figlia mia, (...) ti ho creata per il dolore
perché tu riparassi; ti ho creata e ho fatto di te uno strumento di salvezza
per le anime. (...)
Riànimati: il tuo Cielo, la tua patria si
approssima, si scorge chiaramente.
Guarda che cos’è il Paradiso, il godimento
eterno: l’anima in possesso del suo Dio, imbevuta nell’amore divino!
Quale gioia, la tua, nel vedere la grande
moltitudine, i milioni e milioni di peccatori che hai salvato e che con le tue
sofferenze hai portato al gaudio eterno, al gaudio infinito!”
La mia anima godette per un poco la vita del
Cielo: il gaudio dell’anima in possesso del suo Dio; ed ebbe la visione di una
massa di anime che godeva della stessa vita divina, tutte imbevute nell’amore di
Gesù.
“Mio Gesù, che cosa è il mio soffrire per
tanto godere?
Abbi compassione di me; dammi forze per non
peccare e per soffrire con perfezione. Voglio consolarti e salvarti le anime”.
S (27-09-46)
33 - Tornai di nuovo a ricevere Gesù
(Eucaristico) quotidianamente.
Non so descrivere ciò che avvenne nella mia
anima quando seppi che il signor parroco non sarebbe ritornato al mare.
Trovai insolita la mia contentezza: avevo
l’anima in festa; festa nel dolore, festa nelle tenebre, festa che non era per
me, ma era festa di gioia del Cielo: così sentivo.
Vennero presto le spine. (...) S (4-10-46)
34 - “Quando spirai (le dice Gesù), grandi
legioni di angeli accompagna-
rono la mia anima, cantando i loro inni
celesti, i loro inni armoniosi.
Tu sei la nuova corredentrice (redentora):
come avvenne per me, quando spirerai, legioni e legioni di angeli assisteranno
al tuo transito ed entreranno in Cielo con la tua anima cantando i loro inni.
(...)
Ascolta anche ora (gli angeli), per conforto
e vita della tua anima.
Mentre li ascolti, ti do la goccia del mio
divino sangue con l’effusione del mio amore. (...)
Se non fosse così, oramai neppure una goccia
del tuo sangue scorrerebbe nelle tue vene. (Si tenga presente che già alla fine
del 45 il dott. Azevedo ha annotato sul diario che l’ammalata perde sangue
quotidianamente da tre mesi! Senza mangiare né bere, come sostituisce
umanamente queste perdite?)
E’ sangue perché tu viva, è amore perché tu
lo dia alle anime”.
Il canto degli angeli era estasiante.
“Gesù, mi meraviglio di questo: quale
consolazione sente la mia anima in Te! Tutto è amore.
E’ già da molto tempo che nei colloqui con Te
io sento solo dolore”.
“Figlia mia, è il medico divino che si cura
della tua anima con tanta sollecitudine, come il medico della Terra si cura del
tuo corpo.
Era urgente questo rimedio: senza questo
conforto, senza questa vita, non potrei chiederti altra sofferenza, non potrei
continuare a crocifiggerti(...)” S (11-10-46)
35 - Oggi ricevetti il mio Gesù (Eucaristico)
con il cuore ferito dalla lancia, oppresso dal dolore e con l’anima che versava
copiose lacrime.
Lo aspettavo con ansietà perché solo Lui è la
mia forza.
Scese al mio povero cuore: rimasi unita a Lui
a godere di Lui, ma senza udirlo parlare: non ebbe fretta di farsi udire.
Dopo alcuni momenti dalla sua entrata in me,
mi parlò:
“Figlia mia, (...) sono qui per confortarti
nel tuo dolore e per chiedertene altro, ancora altro (...)” S (05-07-47)
36 - “Riposa in me, figlia mia! Ricevi da me
tutto l’amore, tutta la luce, tutto il conforto.
Essendo oggi l’anniversario del giorno in cui
ti sei lasciata crocifiggere da me la prima volta (03-10-38), ti faccio godere
del mio amore e faccio che tu veda con tutta la luce divina per comprendere bene
e per convincerti che non ti inganni, che sei nella verità, che sono stato io e
solo io a crocifigggerti.
Godi oggi di tutto questo, perché gli altri
colloqui saranno dolorosi: tornerai nelle tenebre”.
Sentii come se cadessi nel grembo di Gesù e
in esso mi addormentassi col mio volto reclinato sul suo divino Volto.
Trascorsero alcuni momenti e io mi svegliai
mentre ero alitata (bafejada) da Gesù e nuotavo in un mare di amore,
tutta imbevuta di luce.
Tutta la tenebra, tutta la sofferenza
dell’anima e del corpo erano scomparse.
Non avevo dubbi: era veramente Gesù l’autore
di tutta la mia vita. Che gaudio, che felicità! S ( 03-10-47)
37 – A Gesù che le dice:
“Voglio anime: parla al mondo, digli che io
lo amo, che io lo voglio; chiedigli che si converta”, risponde umilmente:
“O mio Gesù, io non so parlare, non so dire
nulla; parla Tu per me (...) Io sono la tua vittima: immolami, immolami, Gesù!”
“Come è bella la supplica degli umili! Come
attira a sé le grazie e la follia d’amore di Gesù! Come è consolante per me la
supplica di quella che, essendo grande con la mia grandezza, si umilia e si fa
piccolina!
Quali grazie, quali grazie attiri sul mondo,
o figlia mia, o bella con le bellezze divine!”
Rimasi a godere di Gesù con il mio cuore che
ardeva. Lo godevo nel silenzio: non parlavamo né io né Lui. S (17-10-47)
38 - “Prendi conforto; riempiti di me in
questo silenzio. E’ l’amore che parlerà: il mio a te e il tuo a me”.
In questo momento, reclinata su Gesù, sentivo
la grandezza del suo divino amore.
Che amore puro, che amore folle, che amore
senza l’uguale! Oh, come io mi sentivo amata da Gesù! E come sentivo che io Lo
amavo!
Non si poteva paragonare il mio amore con
quello di Gesù: il mio era molto più piccolo e meschino.
Volevo amarlo di più, molto di più, ma vedevo
che non era posibile per una creatura umana.
Momenti felici, che molto presto fuggono e
molto presto si spengono in me! Ma mi lasciano, almeno per un po’ di tempo,
l’anima più forte. S (27-02-48)
39 - Quando vidi il Cuore di Gesù senza
nessun pugnale (per la riparazione della sua opera di vittima), rimasi piena di
gioia.
Gesù aveva il suo petto aperto.
Mi autorizzò a collocargli, con le mie
indegne mani, il Cuore nel petto.
Mentre glielo collocavo, le lingue di fuoco
battevano più fortemente contro il mio petto.
Caddi in ginocchio e dissi:
“Gesù, Ti voglio adorare, amare e glorificare
come nel tabernacolo (...)” S (28-05-48)
40 - Gesù questa volta (finita la Passione)
non tardò a risuscitarsi. Venne ben presto e mi disse:
“Figlia mia, figlia mia, il Re sta nel
palazzo seduto sul suo trono.
Sai che cosa è questo palazzo, questo trono?
E chi è questo Re?
Il palazzo è il tuo cuore, il trono è
l’insieme dei tuoi dolori, del tuo amore, delle tue virtù; il Re sono io, il tuo
Gesù. (...)
Dopo di averti dato il conforto di cui la tua
anima ha bisogno per resistere al dolore, ti chiedo altro dolore.
E’ la ragione per cui vengo a questo palazzo
a prendere con me il trono su cui sono seduto.
Sai a chi vado a portarlo? Al mio Eterno
Padre, è a Lui che, presentandoglielo, dirò:
“Accettalo, Padre mio, e perdona al mondo
perché ancora ho sulla Terra chi ancora soffre per me e mi dà tutta questa
riparazione; io ho ancora sulla Terra chi mi ama con tutta la follia d’amore e
si lascia immolare per salvare i peccatori. Perdona, perdona, Padre mio!”
Dopo questo, ci furono alcuni momenti di
silenzio. Io stavo nuotando in un mare di gaudio che dava conforto alla mia
anima; non avevo né grandi tenebre né grande luce. Avevo desideri ansiosi di
possedere di più Gesù, molto di più.
“Figlia mia, le tue ansie dolorose purificano
di più la tua anima, ti elevano di più a me. (...)
Ricevi il mio conforto, ricevi il mio amore!
L’anima che ama irradia e lascia trasparire
attorno a sé la forza dell’amore con cui ama.
Il fuoco, quando attacca, lascia sempre segni
di aver bruciato.
Amami, lasciati bruciare, porta alle anime il
mio fuoco, il mio divino amore. (...)” S (09-07-48)
41 - “Dopo questo sfogo dello Sposo con la
sposa e della sposa con il suo Sposo restiamo alcuni momenti in questa unione in
silenzio. In questi riceverai il conforto di cui il tuo cuore ha bisogno.
Ma prima fissami nuovamentee vedi che sono
stato guarito da te”.
In questo momento, Gesù con la sua luce, con
la sua bellezza mi illuminò, mi abbellì l’anima.
Mi sentii come a nuotare nel mare infinito
del suo divino amore.
Io ero piena di gioia nel vedere Gesù
guarito, pieno di bellezza, e Gesù era pieno di gioia nel vedermi con più luce e
con più conforto.
In questo insieme di gaudii passarono alcuni
momenti di silenzio. S (27-08-48)
42 - “Abbi coraggio! I tuoi anniversari
tristi (si riferisce al compleanno, 30 marzo passato due giorni prima) sono per
me anniversari di gloria.
La tua vita è piena di lezioni per il mondo.
Fatti animo: guarda la gloria che ti aspetta!”
Passai ad avere la visione del Cielo: mi
sentii quasi morire di gaudio.
Il Cielo era illuminato da una luce più
splendente del sole; gli angeli formavano degli archi tutt’intorno al di sopra
delle anime.
In mezzo ad esse splendeva il volto
incantevole di Mammina.
Da più in alto, dal trono della Santissima
Trinità, dallo Spirito Santo venivano raggi dorati molto splendenti che, come
frecce, mi ferivano il cuore.
Il mio Gesù mi fece comprendere quale era il
mio posto in Cielo e che quegli stessi raggi lo avrebbero invaso.
Ah, il Cielo! Ah, il Cielo! Non so dire i
gaudii, gli incanti del Cielo. S (01-04-49)
43 - “Questo giorno consacrato al mio divin
Cuore è più per confortarti, darti tutta l’abbondanza di amore, farti
depositaria dei tesori che racchiudo in me, che per chiederti sofferenze: so già
che me le dài.
Ricevi, ricevi amore da questo Cuore folle di
amore per te”.
Dalla piaga del Cuore del mio Gesù uscivano
raggi dorati come frecce fulminanti che penetravano nel mio cuore; dal centro di
quello di Gesù salivano in alto fiamme vive che si spandevano e cadevano su di
me come pioggia di fuoco: nuotavo in esse come in un mare di fuoco, mi sentivo
ardere.
Talvolta sentivo in me una pressione tanto
grande, uno stringimento tale che mi strappava dal mondo: era Gesù che mi
stringeva al suo petto.
“O mio Gesù, la mia anima gode nel tuo amore:
mi sento felice nel nuotare in queste fiamme; ma, non so perché, il mio cuore
sente dolore, non alla superficie, ma là molto nell’intimo.
Benedetto sii Tu, che così vuoi!”
“Figlia mia, mia cara figlia, l’amore che
godi è il mio amore divino; alla superficie del tuo cuore vivi tu, nell’intimo
vivo io: il mio Cuore è fuso col tuo.
Io vivo la vita divina, la vita dell’amore;
ma la ferita, il dolore causatomi dai peccatori sta là nell’intimo a farsi
sentire in mezzo all’amore.
E’ la ragione per cui tu senti la grandezza
del mio amore divino e la gravità delle offese, le ansie e le tenerezze del mio
amore infinito, la nausea per tante miserie, mentre ti senti al medesimo tempo
la miseria tu stessa, il veleno di tutto.
Sei vittima: possiedi il mio divin Cuore,
senti ciò che Esso sente, senti la tua miseria, senti la miseria degli uomini.
Perché tu sentissi tutto questo, tu sentissi
un tale martirio, ho fuso il mio Cuore col tuo.
Non trovare strano di non saper vivere: non è
tua questa vita. Te l’ho scelta così non per diletto ma per necessità urgente
dell’umanità.” S (24-06-49)
44 - Gesù non si affrettò a venire a darmi
vita (finita la Passione). Quando venne mi tese le sue santissime braccia, mi
prese sul suo grembo e, facendomi reclinare sul suo divin Cuore, mi disse:
“Figlia mia, mia cara figlia, ascolta
l’invito di un Cuore che ti ama follemente e vuole che tu riposi in lui.
E’ il Cuore del tuo Sposo Gesù.
Reclinati su di Esso, ascolta i suoi palpiti
d’amore e, a somiglianza del mio discepolo Giovanni, riposa, addormentati qui.
Ricevi conforto e coraggio per la tua croce.
Confida: è di Gesù questo invito; palpita folle d’amore per te, questo Cuore.
Sperimenta le mie tenerezze e dolcezze
ineffabili”.
In verità mi sentii addormentare in un mare
di dolcezza e di pace.
Oh, come ero felice! Non so quanto tempo
indugiai lì.
Mi risvegliai alla voce divina del mio
Signore che mi toccava una spalla come per destarmi.
“Svegliati, figlia mia, ascolta di nuovo il
tuo Gesù.
Io ho trovato in questo Calvario un’anima
folle d’amore per me e per le anime; ho trovato in questo Calvario un’anima
molto folle d’amore al dolore, solo con lo scopo di darmi anime.
Calvario meraviglioso, Calvario di prodigi!
E’ Calvario di dolore infinito: poiché soffri
il mio dolore, sei rivestita di infinito.(...) S (01-07-49)
45 - “Parla alle anime, e tra poco, tra molto
poco, figlia mia, la tua missione continuerà in Paradiso, ma là libera dal
dolore, da tutto il martirio: qui sulla Terra dolore e amore; in Paradiso, sì,
in Paradiso, gaudio e amore infinito, gaudio e letizia infinita.”
Alexandrina canta:
“Io Ti amo, io Ti amo nella croce, nella
croce.
Gesù è mio, io sono di Gesù.
Ho gioia solo, ho gioia solo
fissando il Cielo, fissando il Cielo, fissando il Cielo,
fissando la croce, fissando la croce.
Io Ti amo, Gesù, io Ti amo, Gesù (...)
Ti amo nel tabernacolo,
io Ti amo, Ti amo nella croce,
nella croce, nella croce, mio Gesù!”
S (06-11-53)
46 - “Abbi coraggio e fiducia! Ripeti il tuo
<credo>. Il tuo Cielo è prossimo.
Tu vivi la vita pubblica di Gesù: parla alle
anime, parla alle anime!”
Rimasi tutta sola, senza un raggio di luce,
ma con forza e fiducia per ripetere il mio <credo> e dire, anche senza vederLo:
“Come tutto questo è bello!
Come i raggi di sole della tue piaghe sono
stati balsamo per le mie!
Credo, Gesù, credo!”
Che bello, che bello fu questo!
Gesù riapparve. Delle tenebre fece nuova luce
e, infondendo il suo Cuore nel mio, mi disse:
“Ricevi la goccia del mio divin sangue: Gesù ripara sempre tutto ciò che il
dolore consuma. E’ la vita di cui tu vivi.
Parla alle anime: sei luce e faro per loro.
Il tuo dolore le risuscita e, come è avvenuto
nella mia risurrezione, esse vivono per me.
Il divino Spirito Santo è sceso su di te,
come sopra gli apostoli e mia Madre santissima.
Si guardi la tua vita allo specchio divino,
si guardi la tua vita in tutto somigliante alla mia!
Grida al mondo, invita il mondo alla
preghiera, alla penitenza, al massimo incendio d’amore per me. (...)” S
(01-10-54)
FINE
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