Gesu Cristo in Alexandrina 2

SOYEZ LES BIENVENUS SUR LE SITE D'ALEXANDRINA

1945

« La tua vita è dolore che dà amore » (Momenti della Passione)

... Gesù, quali sono le carezze [= sofferenze] che riceverò da Te in questo nuovo anno? Sono piena di timore, più ancora, di sgomento. Venga ciò che deve venire. Per quanto potrò essere ferita ed umiliata, con la tua grazia divina, a tutto dirò: - Benvenuto; si faccia la volontà di Gesù! - ... Vorrei nascere ora, ma conoscerti già, per non macchiare per nulla il mio corpo; vorrei che con me rinascesse il mondo intero e che tutto già ti conoscesse, per non lasciarsi macchiare... (diario, 4-1-1945).

... Sento che tante strade sono bagnate con il mio sangue. Vedo tanta rivolta e indignazione... Il mio corpo è una sola piaga. Il sangue del capo, spillato dalle spine, mi bagna tutto il corpo. A braccia aperte mi consegno alla croce: mi lascio crocifiggere.

Un grido continuo: - Padre, Padre mio, anche Tu mi hai abbandonata! Sono la tua vittima; mi do a Te per le anime. - O mio Dio, se io avessi volontà, preferirei l'inferno a questa sofferenza [rivivere la Passione] e ai momenti dei miei colloqui con Te. Sì, perché là, non parlandoti e non ascoltandoti, non temerei di ingannarmi e di ingannare nessuno e non sarei tanto perseguitata dal mondo. Perdonami lo sfogo: sento orrore all'inganno e alla bugia. Sento timore di me stessa e paura dei venerdì: sparissero e sparissi anch'io nel tuo amore infinito! Venga tutta la sofferenza, venga la croce, venga la morte. Abbraccio tutto: sono la tua vittima, Gesù. - Da queste sofferenze passai ad un profluvio di luce, pace e dolcezza... Gesù mi parlò: - ... È stato un anno di amore, un anno colmo di salvezza. Figlia mia, fiore angelico, beniamina della divina Trinità, beniamina di Maria e di tutta la corte celeste, il tuo dolore ha arricchito il cielo ed è scritto in lettere d'oro... Ti attende un anno di amarezze ma anche di gioie: le sperimenterai come sole che appare e rapidamente si nasconde tra le nubi. Ma non temere: questa è la tua vita. È vita che dà vita; è dolore che dà amore... - (diario, 5-1-1945).

La gratitudine di Alexandrina

« ... Ha capito dai miei scritti ciò che Gesù ha chiuso nel mio cuore? Che tormento per me! Non so come custodire e difendere tesoro così prezioso! La mia anima è in continua agonia; la mia vita è sempre piena di timori; il demonio è instancabile nel tormentarmi. Di qui, quanta tortura, amarezza, dolore! Affiora in me ciò che è cattivo: debolezza e miseria. Ciò che è di Gesù non arriva a vivere: appare e fugge tosto verso di Lui. Oh, se mi facessi comprendere, se avessi un po' di luce, se amassi un po' Gesù e le anime! Allora sarei felice; la mia gioia sarebbe piena! Mio buon padre, se mi conoscesse, non avrebbe di me così santa stima. Non arriverà l'ora in cui lei potrà venire qui? Ho tanto bisogno di luce e di guida! Come resisterò a questi furti [dei due direttori spirituali] che mi hanno fatto? Mio Dio, perdono a tutti! Ho ricevuto quanto mi ha mandato i. Molte grazie come prova della mia gratitudine per tanti benefici. Sono certa che Gesù ne è contento: Egli ama la gratitudine per ciò che da Lui riceviamo e le promette perfino nuovi benefici e grazie. Si degni Lui di ripagarle tutto. Per favore, ringrazi i padri e tutti di codesta Casa per le preghiere e gli auguri inviatimi... » (lettera a d. Umberto, 5-1-1945).

« ... Mi spiace di non avere istruzione: in primo luogo, per non sapere parlare a Gesù, amarlo, ringraziarlo, lodarlo come merita; anche se rimanessi in ginocchio tutta l'eternità non gli pagherei mai quanto ho ricevuto da Lui; in secondo luogo, per ringraziare il mio caro medico con quelle parole di lode e di riconoscenza che merita.

Gesù, con la sua bontà infinita, supplisca come soltanto Lui sa e può fare. Da parte mia so dire soltanto « grazie » per quanto fa per questa poveretta che nulla può, nulla sa, nulla vale. Che sarebbe di me se Gesù non l'avesse posto al mio fianco in questi tristi giorni della mia vita, in tutto è rivolta, disprezzo, calunnia e umiliazione? Che mare di dolore! E io tanto sola, senza luce, senza guida nel mio cammino orribile!

Tenteranno di rubarmi anche il mio santo medico, che tante volte mi è stato di appoggio con parole di grande conforto e con sante attenzioni? Avverrà come hanno fatto con coloro che erano luce e sostegno alla mia anima?

Sia lodato Dio in tutti; con tutto sia amato e riparato; di tutto si serva per salvare il mondo intero. Se mi lasceranno sola, rimarrà Gesù con me! Che io muoia di dolore, di abbandono, di disprezzo, purché nel mio cuore rimanga sempre Gesù, che gli uomini non mi possono rubare! Soltanto il peccato, soltanto il demonio lo possono.

Ma costa tanto questa vita amara! Solo con lo sguardo in Gesù crocifisso, solo per suo amore e per le anime la si può sopportare... » (lettera al dott. Azevedo, 8-1-1945).

Insidie violente e persistenti

... Come sono tremende le insidie del demonio! Soffro tanto per questi assalti! Se il mondo sapesse che cosa è l'inferno, cos'è la perversità e la furia del demonio, certamente non peccherebbe tanto! Stanotte venne contro di me con una violenza che pareva voler tutto distruggere. Malizie, parole e lezioni sconce. Il mio corpo pareva già disfatto per tanta stanchezza... - Non voglio peccare, mio Gesù, voglio l'inferno piuttosto che il piacere. Ciò che io voglio, o Gesù, è non perdere un momento di consolazione e di riparazione per Te e di salvezza per le anime... - Bastarono queste parole perché il demonio aumentasse la sua furia... Fuggì soltanto alla voce di Gesù che disse: - Se tu potessi vedere, figlia mia, come sono offeso in quest'ora contro la virtù della purezza, moriresti di orrore e di dolore. Ma la tua riparazione mi fa dimenticare le molte offese. Questa consolazione posso averla soltanto da una vergine di purezza angelica. - ... - Eccomi pronta per tutto, mio Signore!... La purezza è la virtù che maggiormente amo e per cui soffro di più: solo per Tua grazia e misericordia non Ti ho offeso gravemente... - (diario, 8-1-1945). ... [Il demonio mi dice]: - Dónati a me, come ti sei donata a Dio; bacia me con amore come baci il crocifisso. Guarda che io non ti faccio soffrire...; bada che Dio non ha cielo da darti. Godi con me, godi i piaceri del mondo. -

Egli mi impedisce di invocare Gesù. Si colloca fra me e Lui perché non mi oda e danza davanti a me. Mi dà i suoi ordini delittuosi e, siccome non cedo, si arrabbia e sento come se mi torcesse e pestasse tutta. Il mio corpo sembra rimanere infranto da lui. Sono soltanto gli effetti perché non si avvicina fino a toccarmi. Le palpitazioni del cuore si accavallano, fanno un grande rumore. Dopo le lotte, a volte, sento una brezza che mi rialza e mi ricolloca nella mia posizione. Questa notte non fu così. Caduta di fianco ai cuscini, senza potermi sollevare e nemmeno fare un minimo movimento, non resistevo più in quella posizione. Molto triste, ripetevo: - Soccorrimi, soccorrimi, Gesù! - Sentii Gesù al mio fianco: - Figlia mia, amore dell'Amore, il mio divino soffio basta ad elevarti spiritualmente ed anche a rimetterti al tuo posto. - Sentii il soffio di Gesù e, nello stesso istante, mi trovai sui miei cuscini. Gesù continuò: - Dimmi, figlia mia, che vuoi da Me? - Il tuo amore! - - Che vuoi che lo faccia? - La tua divina Volontà. -

Gesù mi strinse dolcemente al suo divin Cuore e aggiunse: - La mia volontà è che tu abbia coraggio nelle sofferenze che ti chiedo e che tu ripari in questa forma. Ripara, ripara, mia vergine pura, vergine pazza di amore per Me. - Poco dopo mi addormentai in un leggero e breve sonno... (diario, 11-1-1945).

«Dolore che salva, amore che tutto vince» (Momenti della Passione)

... Che orrore per le sofferenze e le estasi dei venerdì, che orrore per gli assalti del demonio! Oggi ho avuto dei momenti nei quali mi pareva che avrei quasi detto di no a Gesù per tutto. Mi sentii sola in una prigione con le mani legate, gli occhi chiusi nella tristezza più profonda, le labbra mute che non rispondevano a nulla. Sentivo il mio corpo lacerato da flagelli e preso a calci. In tale stato, mi venne in mente la sofferenza di quando Gesù permetteva la mia crocifissione [fisica]. Sentivo anche il mio sangue scorrere e il cuore come calpestato. Nella mia anima avevo sguardi di tenera compassione per coloro che mi facevano soffrire. Mi terrorizzavano talmente l'inferno e la perdita irreparabile delle anime che amavo quegli orrori invece di aborrirli: li amavo per salvare le anime, convinta che solo il dolore le poteva salvare.

Venne il demonio durante queste terribili sofferenze. Combattei e rimasi in un bagno di sudore. Quando tentava di istruirmi sul peccato, mi chiedeva che gli dessi il mio cuore con amore... Orrore, orrore! Momenti di tanto pericolo. Alzai gli occhi al cielo e chiesi soccorso e la lotta cessò... Rimasi con lo sguardo fisso al cielo dicendo a Gesù che non volevo peccare... - Mio Gesù, sono la tua vittima, ma con questo aumento di dolore, di orrore e di paura, non potrò vincere: non resisto a tanto. Devi soffrire e resistere Tu: lo sai che da me non posso nulla! - Venne Gesù e mi parlò tanto affettuosamente: - Figlia mia, fiore solitario, gioiello dell'umanità, dolore che salva, amore che tutto vince, giardino del paradiso, Io ho seminato in te ed il mondo viene a te per raccogliere fiori di virtù, fiori di amore. Figlia mia, tesoro nascosto, in te si racchiudono ricchezze divine. Tesoro nascosto, perché quasi tutto ciò che Io ho depositato in te resta misconosciuto. Figlia mia, bianca colomba, colomba angelica, la tua vita è un gorgheggio di lode a Gesù, alla Trinità divina e alla mia Madre santissima. Vengo a te, sono in te... Sei porto di asilo, sei porto di salvezza, sei rifugio dei peccatori, salvezza della umanità.

È terrorizzante il combattimento? Non temere... - - O mio Gesù, sono tanto piccolina, come puoi trovarmi? Sono soltanto miseria, come puoi fissare in me i tuoi sguardi divini? Ho vergogna, non posso alzare i miei occhi a guardarti. Abbi compassione! Sono fiore, sono giardino, sono tutto ciò che mi dici perché Tu hai seminato, Tu hai coltivato. Sei Tu il giardiniere, sei Tu il fiore, sei tutto, tutto, mio Gesù! Sei il porto di salvezza perché la salvezza stessa sei Tu. Osserva e vedi il mio dolore, abbi compassione. Voglio amarti e non so come; voglio soffrire per salvare il mondo e non so soffrire. Temo di venire meno, temo di cadere e di non rialzarmi più... - ... Sei la piccola di Gesù, sei la piccola di Maria. Con Lei salverai il mondo che ti fu affidato, che devi salvare. Te l'ho dato; è tuo; non temere; non ti sarà rubato... Ricevi il mio amore: distribuiscilo abbondantemente a tutta l'umanità. Fra poco sarà ovunque conosciuto il tuo dolore, sarà diffuso il tuo amore ineguagliabile. (diario, 12-1-1945).

« È legato con una sola ala »

... Il giorno 13 [gennaio], tra le visite che io più stimo, ci fu quella di colui che già aspettavo e che aveva lasciato un vuoto nella mia anima. L'aspettavo, eppure lo ricevetti freddamente: tutto mi era indifferente. Lo guardavo e talvolta mi pareva di non vederlo, come non fosse realtà. Era un carcerato uscito dalla prigione, venuto a visitare un cadavere che gli apparteneva. O dolore, amarezza, tenebre spaventose! È già tardi per darmi gioia, è già tardi perché la mia anima possa ricevere consolazione! I miei occhi parevano non vedere il secondo padre che mi avevano rubato; cosa avverrà quando mi restituiranno il primo? - Gesù, sono la tua vittima: il tuo amore e la salvezza delle anime ad ogni costo, ad ogni costo! E ora soffro per la mia freddezza, la mia indifferenza verso quella persona cui devo tanto. Mi pare di averlo disgustato e ferito: o Gesù, tutto per tuo amore! - Durante la notte, quasi sempre sveglia e unita a Gesù, in un mare di dolori del corpo e dell'anima, fui assalita crudelmente dal demonio: lottai per quasi due ore...

Udii Gesù dirmi: - Animo, figlia amata!... La tua morte dà vita alle anime. Non ho lasciato provare a te conforto dalla visita del mio d. Umberto né a lui di vederti consolata. Fu a profitto delle anime: fu perché gli uomini vedano ciò che è un'anima abbracciata alla croce e salda nell'amore di Gesù; così non interpreteranno le cose dal lato dell'entusiasmo. Di' al mio d. Umberto il mio ringraziamento per essere venuto a dar vita all'anima della mia sposa, della mia vittima amata... Da' le mie grazie, benedizioni e amore a lui e a tutta la congregazione. Egli è legato per una sola ala: gli è stato impedito solo per metà di volare. Per questo dispenso benedizioni e grazie a tutta la congregazione... Voglio che ti sostenga, dal momento che non lo può fare colui che lo desidera, il tuo p. Pinho, cui hanno impedito ogni volo e, non soddisfatti, lo attaccano da ogni lato. - ... (diario, 16-1-1945).

Cristo crocifisso in trasparenza (Momenti della Passione)

Dove sono incamminata? O Gesù, che sarà di me? Tutto è paura e terrore! Cammino affrettatamente per strade scure e strette. Cado svenuta: mi schiaccia il peso delle umiliazioni. Sono trascinata da ruvide corde. Sento il mio volto per terra, con le guance molto ferite. Il dolore di acute spine mi penetra perfino nel cuore: è dolore che pare darmi la morte. Sento le ginocchia, le spalle e tutto il corpo in dolorose piaghe.

Piena di vergogna per tanta curiosità, nella tristezza più profonda che si possa immaginare, cammino a stento, cadendo varie volte. In questo cammino mi viene incontro la donna [Veronica] che ha compassione del mio dolore: con quale tenerezza e amore pulisce il mio volto coperto di sudore, sangue e polvere! Vincoli della più stretta amicizia legano i nostri cuori. E’ indicibile ciò che vorrei dire di lei, le lodi che vorrei farle; come vorrei che si parlasse di questo suo atto eroico! Giunta in cima alla montagna, che sconforto sento in me! È sconforto di amore. Tutto mi causa orrore: la morte, l'abbandono, o mio Dio! In ginocchio alzo gli occhi all'eterno Padre; Gli do il mio segno di accettazione di tutto. Abbasso gli occhi, mi raccolgo in me e, nell'abbraccio più intimo, stringo l'universo al mio cuore. Mi offro alla morte. I carnefici continuano il loro barbaro compito: quadro terrificante! Che ripugnanza e vergogna di me stessa! Il mio corpo e la mia anima si disfano in lebbra. Attendo la mia ora. Passai dal dolore all'amore, dal Calvario al Tabor. Cominciai a sentire fortemente nel petto l'amore di Gesù e la sua divina Presenza in me. Udii subito la sua Voce dolce e soave: - Era mio desiderio, mia colomba diletta, che il mondo conoscesse in quale modo mi dono alla mia sposa, all'anima vergine, che il mondo conoscesse e comprendesse questo amore: l'amore con cui ti amo, l'amore con cui ami Me, l'amore alle anime, l'amore alla croce. Era mio desiderio, grande desiderio, che il mondo conoscesse la tua vita, vita di amore purissimo, vita di eroismo senza riserve. La tua vita è un quadro ricchissimo ove è riprodotta la vita divina, la vita più completa di Cristo crocifisso. Gli uomini, figlia mia, si oppongono con mezzi poco edificanti a questa vita che lo volevo fosse conosciuta per il bene delle anime. - - O mio Gesù, non avendo volontà mia, voglio ciò che Tu vuoi. Se non fosse così, vorrei vivere nascosta; vivere come se non vivessi; vivere come se non fossi mai esistita, a patto però di amarti e di salvare le anime. Ma se vuoi diversamente, il rimedio è nelle tue mani: fa' che gli uomini agiscano in altro modo. -

- No, no, mia cara, non è così. - - Perdonami allora, o mio Gesù, se Ti ho offeso. - Sta' tranquilla: non mi hai fatto dispiacere. Dove sono le grazie che Io diedi loro? Non se ne servirono, mi disprezzarono in esse, in esse mi calpestarono. Si servirono della propria volontà, del proprio orgoglio, dei propri giudizi e di false luci. Che dolore per il mio divino Cuore! Coraggio, figlioletta, vince la mia divina causa e vincono coloro che per essa combattono. Tu sei vera via, sei strada regale fiancheggiata da ambe le parti dalle meraviglie del Signore. Fortunate le anime, fortunati i peccatori che vi entrano e vanno così al porto di salvezza. Il tuo sguardo, la tua dolcezza, la tua grazia attirano le anime a te e da te vengono a Me... - (diario, 19-1-1945).

Sete di salvare il mondo

Non so dire ciò che avviene nella mia anima, ma lo sa Gesù, sa che non mento... Sento di essere un cumulo di peccati, di corruzione; un cumulo di freddezza, di ingratitudine, di dimenticanze nei riguardi di Gesù, mi pare di essere un mare di sangue. Che dolore nel sentire che ho fatto tutto e più nulla posso fare per il mondo! Ma, mio Dio, che cosa ho fatto io se tutto ciò che soffro e faccio non mi appartiene? Il come posso sentire che ho fatto tutto per la salvezza del mondo? Non ho dato per esso la mia vita, ma questa stessa l'ho già offerta a Gesù. Che cosa è questo mare di sangue che io sento di essere? Lo sai Tu, Gesù: è quanto basta. Mi pare che tutta l'umanità vi sia immersa. Oh, se io sapessi ciò che posso fare per salvarla! E i poveri bambini del limbo? Non tralascio la mia offerta, la mia richiesta a Gesù di andare a battezzarli. Se io potessi, e Gesù lo consentisse, vorrei stare in ginocchio fin che dura il mondo, per ottenere da Gesù questa grazia: battezzare le creaturine. Mi pare di morire di compassione per loro.

E le anime che stanno all'inferno!... La mia anima sente un dolore indicibile, non tanto per i tormenti che soffrono là, ma piuttosto perché non potranno mai vedere Dio. Oh, che tenebrosa sofferenza!... Non so cosa mi dico: vorrei soffrire tutto per rimediare a tutti questi mali. - O Gesù, mio amore, Tu vedi, Tu sai la sincerità delle mie parole: non escono soltanto dalle mie labbra, ma dal più intimo del mio cuore, tra il più grande dolore e l'agonia della mia anima. Sì, mio buon Gesù: non è inganno la mia vita, come qualcuno afferma. Per grazia e misericordia tua non ho mai pensato di ingannare. Vi è in me qualcosa di buono e lodevole? Non lo sento, non lo conosco. Ma se vi è, appartiene a Te, non è mio. Quante spine feriscono questo cuore che non esiste se non per soffrire! Dal più intimo dell'anima Ti chiedo perdono per coloro che tanto crudelmente mi fanno soffrire. La mia anima sente che molti di costoro vogliono ora pulirsi servendosi di me, ma non possono: io sono uno straccio immondo; si sporcherebbero di più. -

Oh, quanto sono addolorata! Ma, piuttosto soffrire milioni di volte, innocente, che una sola volta, colpevole. Non voglio perdere la mia unione con Dio un solo momento... Ho passato tutta la notte sveglia. Ho chiesto molte cosea Gesù. Ho ripetuto la mia offerta di vittima. L'ho ringraziata del beneficio di non dormire perché così posso fargli maggior, compagnia, vivere di più la sua vita e confidarmi da sola con Lui... Durante queste confidenze a Gesù, fui assalita dal demonio. Usò astuzia, malizia e parole vergognose che non posso dire... (diario, 22-1-1945).

Il sole e la luce del giorno hanno cessato di esistere nel mondo? Mi pare che la notte più tormentosa ed oscura abbia invaso tutto: non v'è luce, non gioia, non vita. Sono morta e sento che sono morti tutti coloro che mi sono cari. È venuto il medico. Mi pareva di non vederlo: era come un cadavere vicino ad un altro. Come sempre, nella sua bontà e santità cercò di sollevarmi dal mio sfinimento, di infondermi coraggio e fiducia. O mio Dio, che indifferenza! Quanto diceva pareva non riguardarmi. Avevo perfino paura di lui, molta paura. - Gesù, toglimi tutto, dammi il tuo divino Amore in cambio di tutto quello che mi togli. Dammi un'infinità di anime; dammi l'immensità del tuo infinito amore. Voglio amarti con questo amore e amarti per quelle anime che ti chiedo. Ho sete, Gesù, ho sete; sete che mi brucia e mi consuma; sete che qui sulla terra non può mai essere saziata; ho sete di amarti e di vederti amato da quella infinità di anime che ti chiedo; ho sete di soffrire, soffrire sempre più per conquistare c salvare per Te quelle anime. - O mondo, o mondo! Senza volere appartenerti, senza volere amarti, ti amo pazzamente, ti voglio ad ogni costo; non posso lasciarti, mondo caro, senza vederti interamente salvo. Queste ansie, questi desideri non mi appartengono; non nascono da me: io sono morte, soltanto morte. Siano di chi si voglia, appartengano a chi si voglia, sono per Gesù; sono per consolarlo, sono per amarlo. - O mio Gesù, lega il mio cuore al Tuo; che nulla ci possa separare. Lega a Te anche i cuori del mondo intero. Non voglio che vi sia in questa povera umanità altra cosa all'infuori dell'amore: amore puro al tuo Cuore divino. Voglio che questa mia vita sia tutta una vita solo di lode a Te. Che posso desiderare di più? Come soffrire di più? Vorrei strapparmi il cuore e consegnarlo alle fiamme del più ardente amore e poterti dire: « questo è l'amore di tutta l'umanità »... - (diario, 25-1-1945).

« Ti ho resa simile a Me » (Momenti della Passione)

... Che triste giovedì! Quanta falsità mi preparano! È già notte: mi sento in un importante raduno, in un convito di grande intimità [ultima cena]; le conversazioni sono orientate a dar conforto. Nella mia anima si presentano due quadri tanto differenti: un tradimento senza pari e un amore senza pari; un amore, una dolcezza, una tenerezza tali verso quel tradimento che nessun cuore le può comprendere. Quanti richiami pieni di dolcezza verso quel tradimento. Ma il traditore resiste: a nulla si arrende; non si trova bene vicino a quell'Agnello vittima innocente. Non so esprimere la bontà e la delicatezza di Gesù. Vorrei che la mia anima fosse un libro ove tutti potessero apprendere le manifestazioni di bontà, le tenerezze, l'amore di Gesù (diario, 25-1-1945).

Gesù oggi mi chiede due sacrifici: uno dell'anima, l'altro del corpo; dell'anima perché devo dettare tutto ciò che sento e soffro, del corpo perché è tanto grave il mio stato che non posso muovere le labbra per parlare: mi pare che ad ogni parola che pronuncio mi vengano strappati il cuore e le viscere. Confido in Gesù che mi aiuterà a dettare almeno le sue divine parole [dell'estasi] ... Fin dal mattino avevo questa impressione: io correvo verso la morte e la morte verso di me; correvo perché impulsi d'amore mi obbligavano a correre. Soltanto il sangue e la morte avrebbero salvato il mondo e io volevo salvarlo.

Quante volte, nel tragitto, caddi sfinita, sembrandomi di perdere la vita! Perdere la vita per dar vita mi dava forza, e riprendevo a camminare. Sul Calvario, in croce, il mio sangue usciva a fiotti. Calma e serena, con lo spirito tutto in Dio, aspettavo il momento della più grande felicità: il momento della salvezza. Poi venne Gesù, tanto pieno di amore e di tenerezza per me: - Figlia mia, tabernacolo divino ove io abito, prigione di dolcezza e d'amore! Ho legato il mio Cuore al tuo con i vincoli del più santo amore. Mi hanno legato a te i tuoi lacci incantevoli... Nulla ci può separare; non vi è nulla che possa tagliare i vincoli coniugali che ci uniscono. O mia colomba... per il tuo amore serafico il mondo mi amerà... Sei e sarai sempre la calamita dei peccatori. - O sì, Gesù, voglio attirarli a Te, a qualsiasi costo. Ti chiedo la grande grazia di racchiuderli tutti nel tuo divin Cuore. Che nessuno si perda. Non Ti rifiuto sofferenze, ma Tu non negarmi anime. - Figlioletta, eroina del mondo senza pari, così come senza pari sono il tuo dolore ed il tuo amore. Sei ricca e potente. Ho preparato in te un armamento forte, armamento di guerra: non armi né fuoco distruttore, ma armamento delle virtù più eroiche... non solo per combattere per il Portogallo, ma per il mondo intero. Combatterai e vincerai...

Mia sposa amata, nuovo vangelo ove è scritta, in modo indelebile, la vita di Cristo crocifisso: vita di dolore, vita di amore, vita di follie per le anime, vita di carità, vita di scienze e dottrine di Cristo Redentore. Ti ho resa simile a Me, ti ho modellata su di Me, vittima cara, innocente salvatrice, sbocciata in questo fortunato calvario. Salvami le anime, mettile al sicuro sotto il manto che ti è stato dato dalla mia Madre benedetta... -

Gesù mi tenne fra le sue braccia per alcune ore: mi ricordava la madre che non abbandona il suo figlioletto quando è moribondo. Io soffrivo molto, ma ero confortata dalle tenerezze di Gesù. Tanta sua bontà verso di me mi confonde, mi annienta (diario, 26-1-1945).

Rugiada di sangue che irrora l'umanità intera

... Quanto più soffro tanto più desidero soffrire, ma soffro terribilmente. Amo il dolore, lo voglio, e ne ho il più grande terrore. Corro verso le sofferenze in una bramosia pazza di abbracciarle e al tempo stesso mi pare che mi facciano piangere lacrime di sangue e vorrei nascondermi ad esse. O orrore, tremendo orrore! Voglio soffrire e voglio fuggire il dolore. In questi ultimi giorni in cui ho avuto tanto da dare a Gesù, non ho potuto avere un momento di gioia nell'offrirgli le mie sofferenze. Ripetevo spesso: - Tutto per Te, o Gesù, e per le anime! - Ma questo tutto che offrivo a Gesù non era mio, non era nulla. Passai giorni e notti in questo stato: a dare, a offrire, senza aver nulla da dare, nulla da offrire... Dissi a Gesù: - Non soffro? Accetta i desideri che ho di soffrire.

Non amo? Accetta le ansie che ho di amare. Non sono io? Non vivo? Non ho nulla da offrire? Accetta tutto come se io vivessi, se io soffrissi, se tutto mi appartenesse... -

Sento nella mia anima tanti brutti tormenti. Sento anche i rimorsi, o non so che cosa, di varie persone che mi hanno fatto soffrire. Che è questo, mio Gesù? Non bastano le sofferenze che mi hanno causato, devo anche soffrire il tarlo che rode la loro anima? Sono la tua vittima, o Gesù. Peccare non voglio, ma tutto ciò che serve per amarti e darti gloria: voglio tutto, accetto tutto... ... Le spine non cessano di cadere su di me; cadono con tanta forza! Mi feriscono il corpo, mi feriscono l'anima. Sono già due giorni che non mi portano Gesù: dove trovar la forza per sopportarle? Stanno sempre scolpiti davanti a me i quadri tristissimi che Gesù impresse nella mia anima: il mondo, il limbo, l'inferno. Quante volte mi manca il respiro perché non vedo nessun rimedio, non posso far nulla per loro! Da due giorni la mia anima sente una pioggerella minuta, come di nebbia, ma è pioggia di sangue che irrora l'umanità intera. Soffro immensamente per questo: non per il vedere e sentire tale pioggia di sangue in quanto è rugiada d'amore, rugiada che dà tutto, ma perché questo sangue che irrora esce proprio da me, esce dal mio cuore, dalle vene del mio corpo. O che dolore! Il dolore è l'unico mezzo per portare la vita al mondo! O pomeriggio del giovedì che mi porta tutto questo! Che mare di sofferenza!... da ben pochi compresa!... (diario, 1-2-1945).

Gesù si diede a me legandomi sempre più a Lui (Momenti della Passione)

... Giunse il venerdì, triste venerdì! Vidi la mia croce: era ancora presto; la preparavano con premura: era necessaria, qualsiasi sentenza avessi ricevuto. Nella mia anima sentivo la mansuetudine, la bontà senza pari; allo stesso tempo, contro questa mansuetudine e bontà, sentivo l'odio, il rancore, il disprezzo ed una autorità orgogliosa: un orgoglio senza pari. Belve contro l'Agnellino più piccolo ed innocente! Che dolore per Lui, così pieno di bontà! Ancor prima che fosse elaborata la sentenza contro l'Agnello innocente, sentii quell'autorità orgogliosa che con furore diabolico si strappava da cima a fondo le vesti... Salii molto a stento la montagna del Calvario, con l'impressione di spirare. Gridai continuamente: - Padre, Padre mio, anche Tu mi lasci? Anche Tu mi abbandoni? -

Il mio sangue scorreva.

Si nascose il sole con vergogna per tanta malizia. E io, svestita, in grande confusione sulla croce, sotto gli sguardi della canaglia più vile! I miei vestiti furono tagliati e distribuiti... L'anima tremava di dolore e di paura, come il corpo trema per il freddo.

Chiamavo sempre ad alta voce Gesù; Egli venne portando un sole luminoso e ardente. Cessarono il tremito dell'anima, la paura e ogni dolore: avevo solo pace, avevo solo luce e amore. Il cuore cominciò a ricevere una vita che non so spiegare; il petto mi si incendiò in fiamme. Quale soavità potei godere per molto tempo!...

... Udii inni meravigliosi; non comprendevo bene, ma so che erano rivolti a Gesù Sacramentato. Udii le parole « Corpus Domini Jesu Christi » e sentii che Gesù si diede a me legandomi sempre più a Lui. Gli angeli continuavano a cantare: da quel coro di angeli usciva un ricco canale che giungeva a me comunicandomi fiamme di fuoco e molte cose. Gesù mi disse: - Questo canale, figlia mia, esce dal Cuore della tua e mia Madre benedetta. Da esso ricevi in grandissima abbondanza il nostro amore; ricevi le nostre grazie, virtù e doni: ricchezze divine e tutto ciò che è del cielo. Da esso ricevi vita per vivere, vita per dare alle anime. È questa la rugiada, il sangue che sentì cadere sulla umanità: è una fusione delle mie ricchezze, delle mie grazie e del tuo dolore. Sei una nuova corredentrice. Comunico tutto a te attraverso il canale della mia Madre benedetta: sei tu con Lei a salvare il mondo. (diario, 2-2-1945).

Soffrire tutto senza dettare più nulla!

« ... Ho un grande debito! Ho tanto da ringraziarla: preghiere, lettere piene di conforto, tante e tante cose!... Come la ricambierò? Incarico Gesù e Mammina di farlo per me.

I vomiti sono cessati, ma mi sento tanto ammalata: non ho forza, né disposizione per nulla. Mi sarebbe piaciuto farle trovare, al suo ritorno da Lisbona, qualche mia parola, ma non l'ho potuto fare. Grazie delle notizie che mi ha dato di Alexandrina e della persona trovata a Fatima. Il Signore permetta che la Sua causa trionfi, a Suo onore e gloria per il bene delle anime: è ciò che mi interessa; a me non importa l'essere umiliata.

Dio voglia che lei, dopo la predicazione, possa venire qui, come promette nella sua ultima lettera. Ho tanto bisogno di parlarle: mi pare di soffocare. Povera anima mia, come è triste il mio vivere!... Il demonio, mentre avevo la crisi di vomiti, non usò delle sue malizie, ma chiacchierava e mi affliggeva, dicendomi che, dopo un po' di riposo, mi avrebbe trascinata nuovamente alla vita di peccato. Le chiedo il favore di ringraziare d. Previsano per la sua lettera; a lui e a tutti i sacerdoti salesiani i nostri rispettosi saluti e ringraziamenti per le preghiere. Non mi sono dimenticata di unirmi a loro nella festa di D. Bosco... Saluti e santi ricordi a tutti i novizi e ai confratelli. Ella potrebbe ora dispensarmi dal dettare il mio diario spirituale: faccio un sacrificio tanto grande!... Mi lasci soffrire tutto senza dettare più nulla... » (lettera a d. Umberto, 6-2-1945).

Nella sofferenza, grande dolcezza di essere moneta per le anime (Momenti della Passione)

... Sento che non posso resistere a tanto... Non posso restar qui sulla terra di più... Voglio lasciare il mondo e voglio portarlo con me; non lo voglio e lo amo; non gli appartengo ed è mio; aborro tutto ciò che è del mondo e voglio abbracciare il mondo al punto da non lasciarlo più... Voglio entrare nel cielo, ma con tutta l'umanità. Mio Gesù, che devo mai fare?... Non so quali maggiori sofferenze io possa desiderare per il mio corpo...

Continuo a soffrire i rimorsi, quel tarlo che rode le anime di alcune persone... Soffro per la infelicità di qualcuno che mi ha ferito tanto... Sento e vedo i tormenti che mi aspettano. Sento che sono bersagliata: le pietre mi colpiscono il cuore. Sento che mi ritiro da un convivio, che fuggo verso la solitudine per poter piangere in silenzio.

Quante lacrime di sconforto e di vergogna nel vedermi rivestita di tutte le cattiverie e trovarmi in tale stato alla presenza dell'eterno Padre! L'amore mi spinge incontro al dolore. A labbra mute, ad occhi chiusi, mi consegno: vado verso la morte. Una pioggia di spine cade su di me: il mio corpo diventa come lebbroso. Ma io sto a braccia aperte, con un tenero sorriso ed una mansuetudine senza pari: nascondo e dissimulo tutto.

O mio Gesù, io vorrei, solo per la tua gloria, saper dire ciò che avviene in me, ciò che Tu soffristi per noi! Oh, quale tenerezza, quale bontà, o innocente, innocente Gesù! (diario, 8-2-1945).

Se ogni giorno, dopo i miei leggeri sonni, mi sveglio immersa in grande dolore e tristezza, tale sofferenza raddoppia al venerdì. Non ho parole né capacità per esprimerla. Oggi mi sono svegliata stanchissima. Mi pareva che i miei capelli fossero inzuppati di sangue, e così pure i vestiti incollati al corpo. Mi trovavo sola in una oscura prigione. Sentivo il dolore dell'abbandono in cui mi avevano lasciato coloro che mi erano più cari: dove erano le loro proteste di non abbandonarmi? Tutto questo è come un libro a caratteri ben chiari, stampato nella mia anima; non sono immaginazioni. Tante volte mi sforzo di distrarmi per vedere se scompare questa sofferenza. Mi inganno: è ferita profonda, è dolore vivissimo che solo Gesù e Mammina possono addolcire.

Venne poi il demonio sotto forma di lupo e di leone, facendo davanti a me scene orribili... Io vorrei che le anime conoscessero le sue astuzie diaboliche perché non si lasciassero ingannare! Con la venuta di Gesù Sacramentato, con il calore del suo divino Amore che Egli mi ha fatto sentire intensamente, ho ripreso un po' di vita.

Il suo conforto mi incoraggiò a percorrere il cammino del Calvario. Fui tanto maltrattata! Caddi tante volte sotto il peso della croce e con delle corde fui trascinata indietro per lunghi tratti. Cadevo con il volto a terra e brani delle mie carni lacerate rimanevano tra le pietre. Tutte le sofferenze che mi attendevano annientavano il mio cuore: era una oppressione che lo soffocava e gli toglieva la vita. Sulla croce, abbandonata da tutti, nell'udire le ingiurie più infamanti, sentivo scorrere sul mio corpo i rigagnoli del sudore della morte; vi si univano le gocce di sangue che cadevano in abbondanza dal mio capo e dalle mie piaghe. Nella sofferenza sentivo grande dolcezza di essere moneta per le anime; ma non potevo avere neppure un sorriso.

In questo abisso di dolore venne Gesù: - ... Figlia mia, sei un mare immenso di ricchezza, sei porto di salvezza. Quando sarai in cielo presso il trono divino e là giungeranno suppliche in tuo nome a favore dei peccatori in pericolo, quando tu dirai « Padre mio, desidero che quel peccatore si salvi », nello stesso momento egli sentirà il tocco della grazia: tutti, per te, saranno salvi. Tu sarai un filo d'oro finissimo che li legherà a Me per sempre. - - O mio Gesù, giacché, per tua bontà e potere infinito, mi farai così potente nel cielo, fa' che già fin d'ora in terra tutti i peccatori che io Ti nominerò si convertano e siano salvi. - - Chiedi, chiedi, figliolina, sei potente. Affida al mio Cuore quanti vorrai. La tua vita sulla terra è fare il bene alla terra stessa, è diffondervi il bene... Ascolta, figlia mia amata, i tali (e mi fece i nomi) sono in pericolo di perdersi: sono tanto accecati dalle passioni! Mi offendono tanto gravemente, tanto scandalosamente!... - - O Gesù, voglio offrirmi a Te per consolarti e per salvarli. Scegli la riparazione che vuoi; dammi la tua grazia, la tua forza divina: con esse sono pronta per qualsiasi sacrificio. (diario, 9-2-1945).

...Ieri passai più di tre ore a parlare di Gesù con una persona lontana da Lui da molti anni. Non ricordo che abbia frequentato mai la chiesa. Ne rimasi bagnata di sudore e stanca tanto da non poter più muovere le labbra per pronunciare parola. Ma questo mio sforzo non fu senza ricompensa: Gesù permise che per qualche tempo ne provassi gioia. Quella persona mi diede segni di pentimento e mi promise di cambiare vita. Mi pare proprio che, fra pochi giorni, sarà strappata al potere di satana. Ah, se io vedessi in tale disposizione tutti coloro che sono lontani da Gesù! Voglio soffrire, voglio soffrire, voglio salvarli: li amo, sono di Gesù (diario, 13-2-1945).

Devo trasformare un mondo di roccia (Momenti della Passione)

... È certo che Gesù soffre in me, tuttavia il dolore mi domina e sono sfinita. Sento che la morte sta camminando verso di me: la morte che io sospiro tanto, che io voglio-chiamare vita, che mi introduce nel gaudio celeste. Non faccio caso allora delle mie tristezze, delle sofferenze ed amarezze e mi metto a pregare per tutti coloro che amo e per il mondo intero. Non dimentico coloro che sono causa di tante mie sofferenze: prego per loro; voglio che Gesù dia loro amore, voglio che dia loro il cielo. Sento di essere il mondo: un mondo di roccia durissima, un mondo chiuso e sento che sto dentro di esso. Devo trasformare questa roccia da duro sasso in pietre preziose, in oro fino. Quale sforzo, dentro questa roccia senza potermi muovere! Devo smuoverla, disfarla. Devo farne un mondo bello, gradito a Gesù. - O Gesù, guarda il martirio che mi consuma. Che devo fare per il mondo? Come trasformarlo? Come consolerò e rallegrerò il tuo divin Cuore? -

Mi è venuta meno l'azione dello Spirito Santo: mi pare di non avere le sue grazie, le sue luci. Sono una povera che non ha e non potrà avere nulla.

- Che sarà di me, Gesù? Non posso vivere senza di Te; senza di Te nulla posso soffrire... - ... Mi fa male il ricordarmi che oggi è giovedì: che sofferenze mi portano questi giorni! [giovedì e venerdì]. Sull'imbrunire avevo l'impressione di percorrere delle strade: seguivo il mio cammino ed ero schernita e additata come rea di ogni colpa da quanti mi vedevano. A notte iniziata mi trovai in un banchetto di amici ed in mezzo a quella amicizia sentivo un traditore che, poco dopo, avrebbe dovuto baciarmi e provai il dolore che quel bacio mi avrebbe causato. Sentivo di essere Gesù. Sul mio petto si reclinò un volto che amavo tanto. Il mio cuore si intenerì di amore per lui. Che conversazioni su tanti misteri, di tanta grandezza! In questo banchetto lavai i piedi a coloro che mi attorniavano. Vi era in me acqua, asciugamano e bacile. Uno di essi era confuso per il fatto che io gli lavassi i piedi; bastarono uno sguardo e poche parole perché egli si disponesse subito a spogliarsi e, se fosse necessario, che io lo lavassi completamente. Potessi esprimere qui tutto l'amore, la bontà e la tenerezza di Gesù, quanto bene farebbe alle anime! Ma non so dire di meglio. - Supplisci Tu, o Gesù, alla mia incapacità. - (diario, 15-2-1945).

... Fin da stamattina sentii il mio cuore molto maltrattato. Le umiliazioni lo spremevano: non aveva più sangue da dare al corpo. Andai al mio calvario. Mi venne incontro Mammina: ci fu uno scambio di sguardi profondi; i nostri cuori si unirono in uno stesso dolore. Lo scambio dei nostri sguardi fu breve: dovetti avanzare maltrattata, spinta, trascinata. Ma non si divise il dolore dei nostri cuori, collegati come da due fili elettrici.

Ben presto giunsi alla sommità del calvario, ove fui inchiodata sulla croce. Che lunga agonia! Il sangue scorreva; le piaghe si laceravano sempre più. Le lacrime di Mammina scorrevano nel mio cuore. Ella era un faro per me ed io per Lei: un faro che dava luce per mettere in evidenza le nostre sofferenze. Ancor prima di spirare, sentii che mi squarciavano il cuore: questo dolore mi fu anticipato, perché dopo morte non lo avrei potuto sentire. Quando sentii il mio cuore squarciato, lanciai il mio sguardo sul mondo e gli dissi: - E’ per te che sono così! - Venne allora il mio Gesù: - ... Figlia mia, sei pazza per le anime come lo sono Io. Ho fatto il tuo calvario simile al mio. La tua vita è vita di Cristo: vive Cristo adombrato in te... Figlia mia, sei fonte di salvezza per tutta l'umanità; sei fonte che non si esaurisce; sei acqua che sazia tutto il mondo; tutti, in questa acqua, possono purificarsi... - (diario, 16-2-1945).

Mio Dio, come sono varie le sofferenze che mi mandi!

All'alba cominciai a soffrire per il viaggio di Deolinda. Partiva con persone che io stimo, per visitare persone che io amo tanto. Ero contenta, ma avrei voluto andarvi anch'io. Offersi al Signore il sacrificio di non manifestare i miei sentimenti. Ma alla fine non seppi vincere e mostrai la mia penosa nostalgia. Rimasi sulla mia croce fatta più dolorosa dalla preoccupazione per quanto avrebbe potuto avvenire durante il viaggio, per la debolezza fisica di mia sorella, per il pericolo di tutti, per il timore che non potessero passare a visitare il mio p. Pinho, visita che gli avrebbe procurato un grande piacere. Mi sentii anche più piccola nel vedere che persone riguardevoli si scomodavano per noi: tale pensiero mi perseguita in questi giorni ogni volta che ricevo la visita di qualcuno. Durante la notte ho sofferto la conseguenza di quella giornata. Senza volerlo, ricordavo quanto era avvenuto. Gesù non mi ha neppure dato il conforto della confessione; e non è stato la prima volta... Bramo continuamente la visita del confessore per purificare sempre più la mia anima. Ma, dopo essermi confessata, che amarezza! Tuttavia sono in pace: la mia anima è tranquilla perché sono sempre sincera e non penso ad ingannare.

- Accetta, Gesù, la mia amarezza. La voglio e la amo perché Ti amo e amo le anime. -

Vi erano due notti accostate: la notte là fuori e la notte dentro di me. Il demonio, durante il giorno, mi aveva affermato che nel viaggio era avvenuto un disastroso incidente alle persone a me tanto care. È padre della menzogna. Infatti poco dopo erano arrivate, ma non ne avevo provato gioia: Gesù non me la concesse. Sono stata alquanto tempo con d. Umberto, venuto a darmi luce e a togliermi i miei dubbi. Non mi pareva vero che fosse vicino a me: lo sentivo tanto lontano da non avere nulla per poterlo raggiungere; il suo volto mi pareva soltanto un guscio d'uovo. Mio Dio, come sono varie le sofferenze che mi mandi! ... Durante la notte venne il demonio e chiamò i suoi colleghi: erano molti. Grandemente afflitta, temevo di far sentire i miei gemiti. Il maledetto mi diceva: - Zitta! Che non venga qui quel... (diceva brutti nomi al sacerdote). Quando avrò fatto di te quello che voglio, andrò ad ucciderlo. Morirà sotto i miei piedi. -

Io stavo sopra abissi spaventosi: mio Gesù, che oscurità! Solo di tanto in tanto cadevano su di essi delle foglie bianche che mettevano maggiormente in risalto il cupo delle tenebre... I demoni mi lasciarono... Triste, molto triste, invocai Gesù.

- Va' avanti, figlia, a compiere la tua missione... Hai visto i petali bianchi che cadevano su quegli abissi? Sono petali della tua riparazione: con il loro candore illuminano le anime che stanno in quelle tenebre... - Non ebbi paura che il demonio realizzasse davvero la sua minaccia; ma al mattino, sentendo molto silenzio nella camera vicina, mi venne il timore che il sacerdote fosse morto davvero. Il Signore però non l'aveva permesso. Quando d. Umberto venne da me per continuare a parlare delle cose dell'anima mia, io continuai a sentirmi lontana, molto lontana, immersa in un mare di dolori nell'anima e nel corpo. Dentro di me sentivo, ogni tanto, scosse terribili; una grande ripugnanza nel dover dire ciò che avveniva in me. Mi sentivo piccola e miserabile... (diario, 22-2-1945).

Il mondo viene ad alimentarsi al mio dolore (Momenti della Passione)

Non ho vita, non ho sangue: ho dato tutto, ho perduto tutto. Ho dato tutto e mi pare che fu inutile. Sento una sconfitta tanto grande. Mio Dio, mi pare di non esistere. Esiste la sofferenza ed è mia. Esiste il mondo e ne ha bisogno. La mia anima sente una fame molto grande; ma questa fame è del mondo, è il mondo che viene ad alimentarsi al mio dolore: è un mondo di belve che approfitta quanto più può della mia sofferenza. Non è niente, non soffro niente in paragone di quanto ha bisogno la povera umanità.

Gesù, che sofferenza è questa! Mi pare che sto sradicandomi il cuore dal petto, riducendolo in briciole per darlo al mondo, alle anime. Vorrei passar la vita a mendicare cuori che siano alimento, salvezza dei peccatori. Vorrei gridare molto forte, vorrei che la mia voce echeggiasse in tutta l'umanità: - O mondo, mondo ingrato, sono tua! Mi do a te per Gesù e per la cara Mammina. È attraverso di Loro che passo a te il mio sangue, la mia vita; è per mezzo di Loro che ti amo, che sono tua; ti amo per salvarti, per consegnati a Gesù e a Mammina! - Povera me, non ho nulla da dare; non so più cosa fare. Quali cose terribili avvengono in me, causate dalle ansie insopportabili di amare Gesù e salvare l'umanità!... (diario, 22-2-1945).

... Nella notte del 27 [febbraio] ebbi una visione di spine che mi causò enorme sofferenza. Era un bosco fittissimo di spine, tutto spine: salivano a tanta altezza intrecciandosi le une con le altre che non ne vedevo la fine; tutte, molto grosse e lunghe, stavano per cadere su di me... E sopra le spine cadeva continuamente la stessa pioggia rugiadosa di sangue. La mia anima sente che dalle spine sta per sbocciare una nuova fioritura di boccioli bianchi... Oggi, di mattina presto, ho sentito nella mia anima, ho udito con i miei orecchi, forti rumori, grandi colpi con cui aprivano la mia sepoltura. Era tanto profonda! È giovedi. Corre verso di me la morte. La sepoltura è pronta. Viene su di me il peso di tutte le umiliazioni. Non vi è nessun male che non dicano contro di me. La mia anima vede tutto ciò che toglierà la vita al corpo. La mia sepoltura è un pozzo, un abisso. Nulla è in me che dia gioia: tutto quanto vi è di bello e potente è per me dolore.

Dal mio letto posso ammirare la grandezza del Creatore vedendo, oltre la finestra, gli alberi coperti di fiori. Che prodigio! Il candore dei fiori si trasforma in notte per la mia anima: tutti i loro petali divengono frecce che penetrano nel mio cuore. Che fare, mio Dio? Accettare tutto ciò che viene da Te. Vado alla morte con gli occhi fissi nella Tua croce (diario, 1-3-1945).

Non vi pensavo e la mia anima mi ricordò in che giorno ero [venerdì].

Mi sentivo nella prigione, molto triste e sola. Soffrivo per avere gli occhi bendati; soffrivo per tanta ingratitudine... Alla prima luce vennero a prendermi. Il mio volto sentiva i grossi sputi. Fuori mi attendeva una moltitudine di gente: quante sghignazzate udivo! Di strada in strada, di casa in casa, in mezzo ad un gran chiasso, oggetto di maltrattamenti, fui interrogata da signori assolutisti, pieni di superbia, convinti di poter far tutto... Di fronte a tanta grandezza, quanto ero piccola! Fui condannata. Presi la croce. Curva sotto il suo peso mi muovevo quasi bocconi. Quante volte fui trascinata! Quante lacrime sentii nel cuore! Trattata tanto crudelmente, ripetevo sovente dentro di me: - Ti amo! Soffro per tuo amore! - Portavo la croce e vedevo sul calvario quella di Gesù: era un faro che mi penetrava e mi illuminava tutta. Mi sentivo attratta da essa e camminavo per abbracciarla e possederla. Giunta colà, mi distesero sulla croce; mentre mi stiravano le braccia e le gambe per inchiodarle e sentivo che dalle piaghe uscivano fiotti di sangue, venne verso di me il demonio a raddoppiare la mia sofferenza... Io, inchiodata sulla croce mani e piedi, non potevo lottare. Quanto soffrivo! Fissavo il mio Gesù crocifisso... Il demonio finalmente se ne andò, ma la tristezza amara, l'abbandono, le lacrime non cessarono. Ma neppure mi abbandonarono le lacrime e l'agonia di Mammina, né i suoi sguardi addolorati, pieni di compassione per me. Afflitta e in agonia, gridai al cielo fino all'ultimo respiro: - Padre, Padre mio, perché mi hai abbandonato? - Non ero io che gridavo, era il mio cuore; non ero io a voler gridare: mi obbligava a questo la violenta sofferenza dell'agonia. In quel momento venne Gesù: - Figlia mia, sole della terra, fuoco dei cuori, gioia del cielo! Sole che, con i suoi raggi luminosi, illumina l'umanità; fuoco che brucia e purifica i cuori; gioia del cielo perché viene benedetto il mio Nome santo per la vittima immolata, per la vita che dà vite... Vengo da te per confidarti i miei dolori. Dimmi, vuoi consolarmi?...

- Gesù, cosa mi potrai chiedere che io non ti dia?... - ... Siccome con tanta buona volontà e gioia mi dai tutto, ti privo della mia gioia, della mia consolazione, come già ti ho privata della consolazione e della gioia di coloro che ti sono cari. Riceverai da Me soltanto quel conforto necessario per poter soffrire e vincere. Riceverai solo spine [dal mondo], spine da tutte le parti ecco il senso della visione che ti mostrai; vivrai in mezzo alle spine e in mezzo ad esse spirerai. La tua anima pura ne uscirà per volare al cielo ad ardere d'amore... Le tue spine non sono spine destinate a seccare; il tuo dolore coltiva il terreno di quel bosco che ti mostrai; il tuo sangue lo irriga. Sono spine che sbocciano, che danno rose... Tu partirai per il cielo, ma la tua grazia, le tue virtù resteranno sulla terra... Voglio che la tua vita sia presto, molto presto conosciuta: il mondo ne ha bisogno... - Gesù, voglio soffrire solo io, solo io voglio piangere: lasciami nella amarezza, nella tristezza infinita e resta Tu nella gioia e nella consolazione completa. - (diario, 2-3-1945).

Sono madre che piange lacrime di sangue

Da domenica mi sento madre della umanità, madre tenera. Verso questo amore viene contemporaneamente il dolore: dolore causato dai disordini di questi fratelli che sento essere figli miei. Vorrei presentarmi ai governanti di tutte le nazioni per chiedere che si riconcilino gli uni con gli altri; ma vorrei una riconciliazione fatta di perdono durevole perché non avvengano più gli stessi disordini. La brama di fare questo è talvolta così grande che mi pare di volare presso di loro. Per ottenere questa pace, sottoporrei il mio corpo ai più grandi supplizi e sacrifici, anche se dovessi essere trascinata di nazione in nazione e fare ciò che vi è di più costoso. Vorrei prendere nelle mie mani il Cuore di Gesù e dire loro: - Guardate quanto è ferito! Sono i nostri peccati che lo feriscono così. - ... Da sabato ho una grande paura di Gesù. Da domenica si è aggiunta la paura di Mammina, con la quale non oso più confidarmi; e così pure aumenta la paura per le persone care. Desidero che il dott. Azevedo e d. Umberto vengano qui, ma allo stesso tempo mi tormenta il timore della loro presenza; timore che scompare per dar luogo ad una indifferenza, fino a pensare che non parlo con loro e fino a domandarmi se esistono o no... (diario, 6-3-1945).

Sento in me un fuoco ardente; mi brucia in tutti i sensi: tutto il mio corpo è una fornace. Ho sete di Gesù, ho fame, molta fame di anime. Vorrei inghiottire il mondo. Mi sento sempre più madre sua. Che pazzia la mia, per il mondo che è inganno, fango e immondezza! Sono madre, ma oh! che madre pazza! Sono madre che piange la perdita dei suoi figli; sono madre che non può vederli in tanto disordine, in tante miserie e atrocità. Sono madre che piange lacrime di sangue che bagnano tutta l'umanità. Non posso resistere a tanto dolore, non posso concedermi tregua: voglio salvare il mondo, voglio soffrire tutto, voglio dare per lui la vita. In un momento in cui le ansie erano insopportabili alzai a stento lo sguardo a Gesù e Gli dissi: - Gesù! Povero mondo! Voglio salvarlo. Lasciami entrare nel tuo divino Cuore con quelli che mi sono cari; lasciami entrare con quelli che mi appartengono e si raccomandano alle mie preghiere; lasciami entrare con tutti i sacerdoti e i peccatori induriti; lasciami entrare con chi mi ha offesa, lasciami entrare con l'umanità intera. Nessuno rimanga fuori dal tuo Cuore, e così passi alla nostra Patria, al Cielo che Tu hai creato per tutti. Voglio amarti e lodarti con tutti, eternamente... - (diario, 8-3-1945).

La notte del più grande miracolo (Momenti della Passione)

... Fin dal mattino incominciai a sentire che Gesù piangeva dentro di me. Io ero la città di Gerusalemme ed ero Gesù. Io ero l'amore e l'ingratitudine. Dal mio cuore uscivano verso la città i più dolci e teneri sguardi. Erano sguardi di richiamo, sguardi di compassione. Ma dalla città cosa usciva mai! La rivolta contro di me. Nel tardo pomeriggio mi sentivo riunita agli amici. O mio Dio, cosa avvenne! Scene tanto differentti! Io ero Gesù e, sul mio cuore, sentivo reclinarsi qualcuno, ed io ero quel qualcuno. Io ero la tavola, ero il pane ed il vino; io ero il calice che conteneva il vino; io ero le tazze ove venivano servite le vivande. Io ero Giuda; ero tutto. Io ero la dolcezza e la mansuetudine di Gesù; io ero la disperazione ed il tradimento di Giuda. Che notte! Che santa notte! La più grande di tutte le notti. La notte del più grande miracolo, del massimo amore di Gesù!

Il suo divin Cuore era legato a coloro che gli erano tanto cari: per poter partire, doveva rimanere tra loro; per salire al cielo, doveva rimanere sulla terra; Lo obbligava a questo il suo divino Amore. Vorrei chiarire queste cose, ma non posso, non sono capace. Lo sguardo allucinato del cattivo discepolo rimase impresso nel mio cuore, come anche quel silenzio profondo di nostalgico congedo. L'amarezza della mia anima non poteva essere maggiore... (diario, 8-3-1945).

Ogni momento che passa è una eternità; mi pare di essere sempre nello stesso luogo; il cielo non arriva. Solo i venerdì passano e ritornano subito: posso quasi dire che sono sempre presenti. La notte l'ho trascorsa nell'agonia dell'Orto. Che triste solitudine! Il cielo pareva rivoltarsi contro la terra ingrata. Io udivo il rumore della gente, il tintinnio delle armi. Dentro di me sentii dire ad uno che mi si era avvicinato: - Amico, per che cosa sei venuto? - O dolce parola! O dolcezza, tenerezza, amore di Gesù!

Sono passate alcune ore e tutto è ancora impresso in me. Il mio corpo è stanchissimo: per l'agonia nell'Orto e nella prigione, per i flagelli e le spine, per i maltrattamenti e il viaggio sul Calvario... Arrivata là mi trasformai nella montagna, nella croce, in Gesù. E in me vi era Mammina: i due cuori uniti, il mio ed il suo. Quanti sentimenti, quanto dolore, quanto amore! Amore che si estendeva su tutta l'umanità; amore che costringeva a tanto dolore, allo spargimento di tutto il sangue. Ah, se potessi mostrare chiaramente come chiaramente rivissi ciò che hanno sofferto Gesù e Mammina!

... Gesù mi disse: - Sei colma di grazia, figlia mia, perché Gesù è con te. Sei colma di luce, purezza e amore, perché su te è disceso ora dal cielo lo Spirito Santo; abitava già in te, ma ora più che mai si infuse in te; in te come già negli apostoli. D'ora innanzi avrai luce per comprendere pienamente la grandezza del mio amore, del mio potere, della mia misericordia e della gravità della colpa contro il mio divin Cuore... Desidero vivamente che la tua vita sia conosciuta; ma non può esserlo senza grande dolore, immolazione e sacrificio. ... È giunta l'ora: vi sia luce, si faccia luce! Il mondo ha bisogno, il mondo ha fame della mia vita nascosta in te. Chiedi preghiera, riparazione, cambiamento di vita. Chiedilo! Non sarà fatto se non chiesto; non può essere chiesto se non sono conosciuti i miei desideri. In fretta, in fretta! Penitenza! Riparazione per il peccato della carne. L'impurità è la finestra aperta per tutti i peccati gravi. Il mondo si converta! Povero mondo se non si converte presto... Riceverai da Me tutto per dare tutto alle anime. Sei di Gesù, vivi di Gesù! Da' alle anime ciò che è di Gesù. (diario, 9-3-1945).

Questa luce non lascia nulla di occulto

Da venerdì [9-3] sento nel mio capo una luce forte che si riflette nel cuore con la stessa intensità. Sento contemporaneamente di essere una torre di altezza senza pari da cui quella luce illumina il mondo intero. Tale luce nuota in un mare di dolore, in un mare di notte; il mare sono io, il dolore è mio, ed anche la notte è mia. La luce non mi appartiene: appartiene al mondo, è soltanto per il mondo. Talvolta mi stanco, resto sfinita per le molte cose che questa luce mi fa vedere. Mio Dio, cosa avviene mai nel mondo! Come corre pazzo verso la perdizione! Ma egli è mio, mi sento tanto madre sua! Non posso sopportare che si perda per il suo disordine. La mia anima lo vede in tutte le strade di perdizione. Ah, mio Dio, che devo fare? Ho già dato tutto, e mi pare di avere fatto tutto per salvarlo. Ho dato e fatto tutto senza sentirmi madre ed ora [che mi sento tanto madre] è grande il mio dolore per non avere più nulla da dare a Gesù per il mondo.

Vi sarà qualcuno che comprenda questo dolore? Come lo soffro io, soltanto Gesù lo sa. O cuori, o cuori di tutto il mondo, se comprendeste quanto vi ama Gesù!... (diario, 13-3-1945).

... Sento che la torre innalzata in me è sempre più alta. L'artista incaricato dell'opera non cessa di lavorare. A quale altezza sono salita, poiché sto salendo in questa torre, o meglio, sono la torre stessa! La luce sale con me. La fatica per il tanto vedere mi estenua. La luce è del mondo, non è mia; è per illuminarlo e allo stesso tempo perché io lo veda: rimane qui tanto in basso! Valuto la distanza dal cielo alla terra. Ahi, come io vedo il mondo! Questa luce non lascia nulla di occulto; penetra nel più intimo e fa sì che io pure vi penetri. Quale miseria nelle anime, che fango copre i corpi stendendosi su tutta l'umanità! Che orrore! O mondo, come ti vedo mai! Quanto più sale la torre più la luce illumina; più il mondo è fango e più il mio cuore soffre... (diario, 15-3-1945).

Una visita di riconciliazione

... Lunedì, ancor prima che io ricevessi il mio Gesù, Deolinda mi disse che desiderava venire a visitarmi la ragazza che era vissuta con noi. Io desideravo con ansia questa riconciliazione, non perché mi sentissi colpevole, ma perché ero del parere che fra persone pie non devono sussistere dissapori, motivo di cattivo esempio e di dispiacere a Gesù. Fino ad ora, al pensiero di un incontro con chi mi aveva fatto tanto soffrire, sebbene senza riflettere ed involontariamente, avevo l'impressione che ne avrei ricevuto un colpo al cuore. Desideravo tale incontro ma temevo di non resistere. Quando mia sorella me ne parlò, Gesù trasformò la mia anima: non ebbi più quell'impressione nei riguardi di quella persona; rimasi indifferente come davanti a una cosa che non mi interessa. Nella Comunione affidai la questione a Gesù, chiedendogli di risolverla secondo la sua divina Volontà. Passai la giornata in ansia, timorosa di non fare la volontà del Signore e con un aumento di sofferenze. Oggi mi è stato riferito che forse in mattinata, dopo la Comunione, avrei avuto quella visita. Mi sono rivolta allora al Cuore di Gesù: - Fa' che la riceva con la bontà e l'amore del tuo divin Cuore. Dammi la tua umiltà. Fa' che dimentichi il dolore causatomi, come desidero che Tu dimentichi la mia ingratitudine verso di Te. - Mammina, per la tua agonia presso la croce, per i tuoi dolori, fa' che mi comporti in modo da dare a Gesù tutta la consolazione e sia grande il vantaggio per le anime. - Ho ricevuta la ragazza con il sorriso e con la maggiore mansuetudine possibile, facendo molta violenza su me stessa. Il cuore ne era soffocato e talvolta stentavo a parlare e a respirare. Le ho fatto comprendere il suo cattivo comportamento e, quando mi ha chiesto perdono, le ho detto: - Io non chiedo al Signore che ti castighi, anzi chiedo che non ti castighi. Voglio dimenticare tutto, come desidero che Egli dimentichi le mie ingratitudini e quelle del mondo intero. -

Il mio cuore è stato inondato di compassione per lei e l'ho perdonata con tutta l'anima. Ho visto in lei il Signore. Non ho avuto un momento di gioia, perché mi è parso che la cosa non mi riguardasse... (diario, 13-3-1945).

II dolore della Madre (Momenti della Passione)

... Sentii che Qualcuno con amore pazzo, con amore di Madre, andava di strada in strada, cieca di dolore, per vedere dove poteva incontrarmi. Il frastuono era spaventoso.

Rivestita con una veste da re, ma per scherno, mi posero in mano una canna. Quale barbarie contro di me! Erano moltissimi coloro che gareggiavano a inventare tormenti per maltrattarmi con maggior crudeltà. Lungo il cammino del Calvario era tutto un urlare ed uno schiamazzare dietro a me: non erano grida di dolore ma di odio e di ingiuria. Ma vi era Chi piangeva e si affliggeva per me, Chi voleva consolarmi, darmi sollievo e curarmi le piaghe. Questo Qualcuno mi causava ancor più dolore: era un dolore unito al mio dolore, era un dolore che non poteva addolcire il mio. La Mammina... quanto ha sofferto con Gesù! Sul Calvario e sulla croce era Lui con Lei un solo Cuore, un'anima sola, un solo dolore, un solo amore. Gesù abbandonato, Mammina abbandonata nel vedere suo Figlio in tale stato. Se il mondo conoscesse e comprendesse questo, non peccherebbe. Gesù era in croce, ma era dentro al mio cuore.

Al grido « Padre mio, perché mi hai abbandonato? » diceva nel suo Cuore: - Guarda, o mondo, in che stato mi hai ridotto con le tue cattiverie. - Lo sentii affidare la sua Anima all'eterno Padre. Con quale gioia lasciò il suo santissimo Corpo e fu ricevuta in cielo! Già in unione con il mio Gesù, Lo vidi in croce, ma dentro di me, a spargere il resto del preziosissimo Sangue del suo divin Cuore già aperto e, infine, gocce d'acqua. Mi disse: - Il peccatore indurito ed impazzito per le passioni è lontano da Me, molto lontano... Vieni, figlia mia, dal tuo Gesù a ricevere la medicina, la vita e la luce per condurlo a Me... - O Gesù, solo con la luce del tuo divino Amore io posso dargli luce. Ho sete, tanta sete di darti anime, tutte le anime. - La tua sete è la mia: saziamela... - ... (diario, 16-3-1945). « Comprendano la mia vita divina nelle anime ». ... Venne Gesù a dirmi: - Gli uomini sono lontani, molto lontani dal comprendere la mia vita divina nelle anime, e questo è causa di grande dolore al mio Cuore divino. Ecco perché è tanto piccolo il numero delle anime riparatrici, di coloro che giungono alla santità nella sua perfezione.

È grande il numero delle anime chiamate, ma tanto esiguo quello delle anime perseveranti e fedeli all'invito divino. Sai perché? Perché sono pochi i miei discepoli i quali comprendono questa vita divina; sono pochi che le sanno guidare e sostenere fino a che arrivino a Me. Ad alcune tagliano le radici; le buttano a terra e sovente hanno gravi cadute... Altre dalla loro malizia sono portate per vie sbagliate. Altre le condannano, dicendo che è falso ciò che è reale, o che è umano ciò che è divino.

... Come potranno essere salvati i peccatori? Come potrà salvarsi l'umanità? -

- Mio Gesù, solo Tu lo sai: pensaci Tu ed abbi compassione degli uni e degli altri. -

O vittima delle anime, il grande rimedio, il miglior rimedio sta nelle tue mani e non nelle mie: accetti le sofferenze che sto per chiederti?... - Accetto tutto, ma desidero udire da Te la promessa che non mi abbandonerai un solo momento e che non permetterai che io Ti offenda o per sfinitezza o per scoraggiamento... - ... Non verrò a parlarti al venerdì e nei primi sabati. Non terminerà la tua passione; anzi sarà più dolorosa; sarà davvero più completa. Resterai peggio dei ciechi che non conobbero la luce: essi non la videro mai, ma credono che esiste; tu resterai come se non credessi in nulla. Avrai bisogno di assistenza e di chi ti affermi sempre che la luce esiste, che i tuoi cammini sono i miei... Io, anche se nascosto, insieme alla mia Madre benedetta, non ti abbandono mai...

È la tua ultima fase, e la più dolorosa. Oh, che agonia sarà la tua...

Dopo di questo, immediatamente, giungerai al cielo. Quanto sarà meravigliosa la tua morte! Avverrà nella più grande agonia, ma anche colma del più grande amore... Per chi mi offri le ultime sofferenze? - Per tutto quanto è Volontà divina: voglio soltanto questo. - Mia amata, voglio che tu mi offra una parte di esse per i sacerdoti, affinché abbiano luce divina e comprendano la mia Vita nelle anime, la posseggano sempre più per comprenderla sempre meglio; non abbiano altra vita se non la Mia. Per coloro che non la comprendono, affinché la studino, perché, non avendola studiata né compresa, non tentino spegnere la luce ed estinguere quella stessa Vita. Quindi per quelli che mi offendono gravemente. L'altra parte delle tue sofferenze offrila per il mondo intero, perché ti appartiene: te l'ho affidato... - (diario, 23-3-1945).

« Ti lodo per la tua fedeltà » (Momenti della Passione)

... Sento la perdita di Gesù e di tutte le creature. Sono sola, senza nessuno, nessuno per me... Non posso pensare che Gesù tralascerà di parlarmi: non posso resistere. Mi è di tormento il dover scrivere quanto avviene nella mia anima, mi sono di tormento i colloqui con Gesù, per il timore di me stessa, di introdurvi qualcosa di mio; ma che sarà di me quando Gesù si nasconderà per davvero? Se avessi volontà per scegliere, preferirei i colloqui e il dover scrivere tutto, anche giorno e notte senza pausa, se fosse possibile. Soffro perché Gesù viene a parlarmi e soffro orribilmente perché tralascerà di farlo. Quando? Non lo so: ecco la schiava del Signore! Mio Dio, quando e come vorrai! Sii con me! ... Oggi fu un giorno di grandi ricordi, di tristi anniversari: tre anni di digiuno e senza la mia amata crocifissione [fisica] ! Piansi di nostalgia per le due cose. Ma la mia anima era in pace, contenta delle disposizioni ed attenzioni tenere di Gesù... Mi colarono lacrime lungo le guance, che aumentarono la mia pena temendo con esse di averlo rattristato. - Mio Dio, le lacrime non sono di disperazione; sono lacrime di amore e di rassegnazione. Mi conformo con la Tua volontà. Con questo dolore e queste nostalgie posso pensare e sentire più al vivo ciò che sono le tue ansie, la tua fame delle anime e il dispiacere che Ti causa la loro perdita... - ... (diario, 27-3-1945).

Il mondo fugge da me; non so come riuscire ad attrarlo. Muoio di fame e di sete per lui... Vorrei dire e mostrare l'amore di Gesù per i suoi figli; non lo so mostrare, non lo so dire, ma so sentirlo e comprenderlo... Il mondo fugge da me, il mondo si perde e non lo posso impedire: nel vederlo correre verso l'abisso, verso la perdizione, cado a braccia aperte, cado sfinita. Ho dato tutto e non ho evitato la sua perdita. Mi sento in lotta con la morte; l'ora non è ancora giunta; le sofferenze avrebbero già dovuto farmi morire.

È notte e l'anima sente come non mai che è notte di amore: la notte santa. Gesù sta per partire e vuole rimanere fra noi. Che vincoli di amore partono dal suo Cuore verso i cuori di coloro che Gli sono cari! Che ansie di andare e di rimanere! Il mio cuore sperimenta tutto questo: io sono pane, sono vino, sono ostia, sono tabernacolo. Che notte feconda, che notte bella! Scesero gli angeli ad adorare questo grande mistero... (diario, 29-3-1945).

... La mia anima ed il mio corpo hanno avvertito che mi conducevano legata e che alcuni, spinti dalla manifestazione di una moltitudine formata dalla feccia più vile, si prendevano beffe di me e mi condannavano a morte.

I miei orecchi udivano le parole « muoia, sia condannato! » scandite all'unisono. Che urla! Presi la croce, caddi parecchie volte; ad ogni passo stavo per spirare. Cadevo e su di me rimaneva la croce. Non per compassione, ma per timore volevano qualcuno che la portasse. Vi fu chi la prese, non per amore, ma per ordine avuto. Ciononostante, sentii che il mio cuore gli dispensò tanto amore. Che grande ricompensa!

Il mio corpo veniva consegnato ai malfattori, il mio spirito era tutto concentrato in Dio.

Sul Calvario il sangue scorreva da tutte le ferite del mio corpo. Che ore di tanta agonia! Sentivo nella mia anima tutti i sospiri di Gesù; tutti gli sguardi che Egli levava al cielo furono impressi nella mia anima. Poco prima di spirare, solo di tanto in tanto dava un sospiro; e nell'intervallo, tra un sospiro e l'altro, stava come se non avesse vita. E la mia anima sentiva tutto questo. Come era bello! Che lezioni mirabili ci dà Gesù: tanto maltrattato e tanto pieno di tenerezza e di amore! ... Venne Gesù: mi fece dimenticare, per poco tempo, il dolore. Il mio cuore si dilatò e si incendiò. - Vengo, figlia mia, a felicitarmi con te per il tuo compleanno, per la tua vita piena di meraviglie, così ricca di virtù e di amore. - - Sono per Te, o Gesù, le felicitazioni e le lodi. Che faccio io senza il mio Gesù? Cosa sono senza di Te? La grandezza è Tua, la miseria è mia. -

- Ti lodo per la tua fedeltà e corrispondenza alle mie grazie divine; ti lodo per la tua riparazione. Quante vittime ho scelto e si rifiutarono! Quante ne chiamai e non mi ascoltarono! Quante ne invitai a grande elevazione verso di Me e nulla ottenni. In te mi consolai, da te tutto ricevetti... La tua vita è di meraviglie: se vedessi le anime che per te si salvarono, e specialmente in questi tre anni del tuo digiuno! Che grande mezzo per soccorrere i peccatori! Manifesto in te il mio potere, le mie ansie e il mio amore per loro... Il tuo martirio giungerà al massimo e il tuo amore alla massima altezza, per una riparazione senza pari. Ricevi ora, figlia mia, il sangue del mio divin Cuore: è la vita di cui necessiti, è la vita che dai alle anime. - Vidi il Cuore di Gesù ardere in fiamme e traboccare d'amore... (diario, 30-3-1945, venerdì santo).

Che sarà mai perdere Gesù eternamente?

« È con molto sacrificio, perché priva di forze, che le scriva per ringraziarla della lettera inviatami con tanta carità. Il Signore la ricompensi. Per me, non è consolazione ricevere lettere o notizie riguardanti persone che tanto stimo e che fanno da sostegno e guida alla mia anima; è appena un sollievo che fa rivivere la mia vita più che morta.

Siccome voglio soltanto ciò che Gesù vuole, la mia volontà sta solamente nella Sua. Lo benedico e lodo per tutto, abbandonata alla sua divina Provvidenza e ricevo tutte le spine come carezze deliziose del cielo. Le manda Gesù. Per suo amore e per le anime sorrido a tutto. Continuano le paure per gli assalti del demonio, anche se in questo mese ne sono stata più risparmiata. Ma quando viene... oh quanta malizia!

Che io lo desideri o no, a volte devo comparire alla presenza di Gesù; altre volte non Lo sento, sperimento la Sua perdita. Se sapesse, padre, l'orrore che tutto questo mi causa! Cosa sarà mai perdere Gesù eternamente? Provo il dolore Suo per la perdita delle anime; provo i sentimenti e l'amore che ha per loro: non vi sono parole ed intelligenze umane capaci di spiegare. L'immaginetta allegata con la frase che parla di spine è per lei; sull'altra [immaginetta], dal momento che non posso mandarne una per ciascun novizio e confratello di codesta santa Casa, ho scritto un pensiero che interessa tutti: è mio desiderio che tutti lo pratichino. Deolinda e tutta la famiglia ringraziano per i saluti e li ricambiano con gli auguri di una santa Pasqua. Da parte mia, auguro a lei e alla comunità le tenerezze, le benedizioni e l'amore di Gesù resuscitato. E lei quando verrà? Le ho preparato un grande calvario, nevvero? Mi perdoni e, per carità, non mi dimentichi nella preghiera. lo ricordo molto tutti a Gesù e a Mammina... » (lettera a d. Umberto, 31-3-1945).

La mia morte sia vita per il mondo

Non vissi, non risuscitai con Gesù. I miei occhi non videro; i miei orecchi non udirono; il mio cuore non amò, il mio corpo non sentì se non dolore. Lo sguardo dei miei occhi non era mio, né l'ascolto dei miei orecchi, né il sentire del mio corpo, né l'amore del mio cuore, né il sorriso che copriva tutto questo, neppure il sorriso era mio. A chi apparteneva? Gesù lo sa, io non so dire nulla. Le gioie sono per chi Gesù vuole, eccetto che per me. Ma sono contenta: io non vivo, viva Lui con la sua vita divina nelle anime; non risuscitai, risuscitino loro per Gesù. Non ho amore, non ho nulla da offrire al mio Signore; Gli giungano graditi l'amore di tutti i cuori e l'offerta totale di tutte le sue creature. Non ho lingua per lodarlo; Gli giunga gradita la lode della terra e del cielo. Tutta la terra e il cielo Lo lodano; soltanto io, poveretta, sono stata esclusa; resto da parte. Non posso unirmi ai beati del cielo, ai giusti della terra. Tutta la cattiveria e la miseria del mondo sono mie: che vergogna! Che orrore!

Ho perduto Gesù! Che perdita eterna! Mai più Lo posso vedere. Non v'è rimedio per tale perdita. Non posso pensarvi. La mia anima non resiste a questo dolore: perdere Gesù, per,derlo per sempre! ... Venne Gesù: - Figlia mia,... ti accompagno nel dolore, nell'amore, nelle lotte contro il demonio. Sono con te in questo mare immenso di martirio nel quale sei immersa. Sorridi con le tue labbra, nascondendo il dolore e l'amarezza nei quali stai sepolta... - O mio Gesù, confido che mi accompagni, che tutto vinci in me; ma perché, nel medesimo tempo, sento tanto dolore a parlare con Te? - Perché sia completa la mia consolazione, siano completi il tuo martirio e la tua riparazione... - Se è così, consólati, o Gesù, gioisci nel mio dolore! Non voglio la mia, ma la Tua gioia; non voglio il mio trionfo, ma quello delle anime. Accetta il mio martirio e fa' che la mia morte sia vita per il mondo e la mia cecità luce per i cuori. Voglio che il povero mondo viva solo per Te, veda, ami e benedica solo Te... - (diario, 3-4-1945).

Un edificio mondiale in costruzione di amore e di purezza (Momenti della Passione)

Continuo a sentire due cose contemporaneamente: la perdita di Gesù e quella delle anime. La prima mi causa tale orrore e rivolta da non potersi dire: volontà di maledire questa perdita e di maledire la terra. Mi pare che mi tormentino tutti gli orrori dell'inferno. Sento che era meglio soffrire tutto, perdere tutto, piuttosto che perdere Gesù. Mi basta questo per massimo martirio del corpo e dell'anima. Mio Gesù, perderti!

E su questo grande dolore cade il peso della giustizia divina. Tormento e dolore senza pari. E la perdita delle anime, ahi, quanto costa! Il mio cuore le rincorre, dispensa loro tenerezza e amore. La mia anima ne vede la fuga e agonizza. Non vi è amore che le fermi, non vi sono parole che le commuovano: corrono, corrono verso la perdizione. Quale dolore per Gesù e per me che sento questo! Non posso rassegnarmi che le anime si perdano. Stamane, con la venuta di Gesù sacramentato, sono spuntate in me nuove ansie che hanno dato inizio ad un nuovo mondo nel mio cuore. E’ un edificio mondiale in costruzione. Le ansie sono di purezza e di amore: l'edificio deve essere costruito con questo. Che fiamme ardenti, che fuoco bruciante! Questa purezza e questo amore non sono miei: sono per l'edificio, per il mondo. Mio Dio, ansie che consumano! Vorrei parlare al mondo intero, vorrei parlare solo in amore e purezza; vorrei che vivesse soltanto di queste ricchezze... (diario, 5-4-1945).

Continua in me l'edificio mondiale, insieme ai desideri e alle ansie di amore e purezza. Voglio il mondo in fuoco d'amore, in purezza di corpo, anima e cuore.

Sollevo gli occhi al cielo e grido sovente: - Che posso fare perché il mondo si purifichi, si incendii e viva soltanto del Tuo divino amore? - Con queste ansie uscii dalla prigione; percorsi molte strade abbracciando fortemente la mia croce; amavo con tutto l'amore le spine che circondavano il mio capo. Dall'elmo di spine sgorgavano fiotti di sangue che scorreva lungo il mio corpo ed irrigava la terra. Sentivo che Mammina veniva, pazza, alla mia ricerca, o meglio, alla ricerca del suo Gesù; si apriva il varco fra la moltitudine per vedere dove poteva incontrarlo. Il suo Cuore santissimo scoppiava, si dissolveva in dolore e faceva scoppiare e dissolvere quello di Gesù. Nei momenti di queste sofferenze, venne il demonio ad aumentarle di più; mi tormentò al massimo...

Mi pareva perder la vita; venne Gesù a ridarmela. - Coraggio, figlia mia, non hai peccato... Unisci il tuo dolore al mio e a quello della mia Madre benedetta... -

Sul Calvario sentivo la vita del buon ladrone spirare nel mio cuore: con quale pace egli dava la sua anima a Gesù! Si fece buio sul Calvario, tutta la terra tremò e fece tremare la croce. Gesù consegnava il suo Spirito all'eterno Padre, mentre un gran numero di curiosi atterriti scendevano come formiche dall'alto della montagna. È venuto Gesù ad addolcire il mio grande dolore e a togliermi il terrore che tutto questo mi causava: - Coraggio, figlia mia, universo di dolore, di purezza e di amore! Ciò che opero in te l'ho destinato alle anime! La tua vita osservata, letta e divulgata, sarà una manna celeste, feconda di una immensità di amore, di vita e di salvezza. È questo l'edificio che ho innalzato in te...

È a tua imitazione che in futuro il mondo mi amerà; ècon la tua purezza che si purificherà. Gli uomini impediscono che sia dispensata alle anime la medicina che ho loro destinata; ciò che non proibiscono, perché non possono, è che lo continui le mie meraviglie in te... Io sono l'artista divino: lavoro in te ed opero i più grandi prodigi. Chi ti ammira, ammira Gesù; chi ti ama, ama Gesù; chi ti imita, imita Gesù.

Ho ritratto Me in te: sei la copia più fedele di Cristo crocifisso. Il mondo esulterà di gioia quando conoscerà ciò, che fu la tua vita sulla terra. - O Gesù, se parlassero così coloro che non mi conoscono e non sanno quanto Ti ho offeso,... ma parli Tu che tutto conosci e cui nulla della mia vita è occulto... che vergogna e confusione io sento! Rimedia Tu a tutto il male, purificami, colmami di amore, coprimi della tua Grazia, affinché possa essere per le anime la medicina che vuoi Tu ... - ... (diario, 6-4-1945).

« È vicina l'ora della pace »

... Ho tanta nostalgia del Cielo! Faccio un grande sacrificio a non chiedere a Gesù di portarmi presto lassù. Quante volte, tra l'altro, sto per dirgli: - Dopo questo, vieni a prendermi per il cielo - ma, ricordando la mia promessa di non chiederglielo, mi faccio violenza e dico: - Compi in me i Tuoi disegni divini. - Mi pare che sarebbe un sollievo per me se potessi chiedere a Gesù di accelerare la partenza per la mia Patria. Comunque sia, non chiedo, non voglio mancare alla promessa... Dopo la Comunione, si è fatta udire la voce di Gesù, più soave della musica degli angeli: - ... Sono balsamo salutare, sono medicina della tua anima tanto sacrificata per Me e per le anime. -

Mentre Egli parlava, il mio cuore si dilatava, pareva uscirmi dal petto ed elevarsi molto in alto: come era grande! - Che cosa è questo, mio Gesù? Che grandezza è mai quella che sento in me? - Mia figlia amata, è l'edificio dell'amore; è la grandezza del tuo amore per il mio Cuore divino e per le anime. È con questo amore che lo voglio essere amato; è con questo amore che il mondo sarà salvo. È prossima l'ora della pace. Se il mondo, ripeto, e ancora più il Portogallo, saprà ringraziare per la grazia che gli è stata concessa, la pace sarà duratura... Se [gli uomini] non mi ringrazieranno, se non faranno orazione e penitenza, se non si rialzeranno dai loro grandi crimini, molto presto cadrà sul mondo non fuoco di armi, ma fuoco della giustizia divina... - O Gesù, rimasi tanto triste quando ti chiesi di lasciarmi in vita sino alla fine della guerra, ma Tu lo sai che voglio soltanto la tua divina Volontà. - Sono stato Io, figlia mia, ad ispirarti di chiedermi di prolungare la tua esistenza terrena per dare una prova più chiara a coloro che si sono opposti alla mia divina Volontà... - ... (diario, 7-4-1945).

Pensare solo a Lui, parlare solo di Lui, soffrire tutto per Lui

« Vorrei dirle tante cose e non posso. Gesù e Mammina le dicano per me. Le facciano comprendere quanto soffre la mia anima, affinché lei abbia compassione di me, implori e faccia implorare che dal cielo mi venga tutta la grazia e la forza di cui ho bisogno.

Quante ansie, tristezze, amarezze, quanto sfinimento nella mia povera anima! Tutto ciò che faccio che possa disgustare Gesù è involontario. Vorrei soffrire tutto con la maggior perfezione e con il più grande amore; non vorrei ferire Gesù.. Piuttosto l'inferno, migliaia di volte. Ma, padre mio, le dico con la massima franchezza e verità: voglio e non posso; non trovo in me nulla di bene, di virtuoso, nessun amore per Gesù; sono miseria, soltanto miseria. Come sarei contenta se amassi il mio Gesù e potessi dargli soltanto amore! In tutta questa mia miseria che sento rimangono unicamente le ansie e una volontà fortissima di non voler vivere se non per Gesù, parlare solo di Lui, pensare solo a Lui, soffrire tutto per Lui. Creda, padre, questa è la realtà; non faccia come me cui pare di non credere a ciò che dico. Il demonio ne combina di quelle!... Mi fa soffrire tanto! Quanto è cattivo! Non so nulla di lei, ma sento che soffre, e non solamente per la proibizione di confessarmi. Questa sofferenza e tutte le altre di cui io sono causa, sebbene involontariamente, costituiscono il calvario cui feci riferimento... A tutta la comunità il mio ringraziamento e i saluti. Grazie della lettera scritta con tanta bontà e piena di parole confortanti e stimolanti. Quando potrà venire a Balasar? Ho alcune lettere cui rispondere, ma non lo faccio senza un suo consiglio... (lettera a d. Umberto, 9-4-1945).

L'amore oltrepassa tutti i dolori (Momenti della Passione)

Che fuoco nel mio cuore! Mi brucia tanto che pare lo distrugga. Quanto darei, quanto vorrei soffrire per ottenere che questo fuoco fosse mio e fosse fuoco di amore per Gesù. Voglia amore: voglio amore da dare al mondo perché ami soltanto Gesù. Povera come sono, non ho nulla da dargli; non so come acquistarlo; non so come consegnarlo a Gesù. Lo vedo fuggire: fugge verso un altro mondo di perdizione. Rimango con le braccia aperte e lo sguardo al Cielo. Come rimediare a questo male? - O Gesù, veglia sul mondo che mi hai dato ed affidato: custodiscilo, è tuo, soltanto tuo. Dammi il tuo amore: solo così lo potrò conquistare. Ansie grandi grandi dalla terra giungono al cielo.

Mio Dio, vedo le anime piene di lordura e i corpi distrutti dalla lebbra: conseguenze del peccato. Che luce, questa, che mi obbliga a vedere tutto! Come è ridotto il mondo! Dolce Gesù, il tuo divin Cuore non ne può più. Io mi sento tra il mondo e Gesù per evitare che la malvagità degli uomini ferisca il suo Cuore tanto amante. Flagelli, spine, maltrattamenti colpiscono me. Non vedo Gesù ma Lo sento come oppresso, pieno di spavento che attende i colpi di questo torrente di malvagità. ... Senza pensare alla Cena di Gesù con i suoi discepoli, mi sono sentita a mensa. Il mio cuore era il calice, era il vino, era il pane. Tutti venivano a mangiare e a bere a questo calice. Da allora in poi quella Cena si sarebbe ripetuta. Ma oh, che orrore ciò che ho veduto! Tanti Giuda a mangiare e a bere indegnamente. Che lingue sudice! Peggio ancora: mani tanto indegne a distribuire questo pane e questo vino; mani indegne, cuori demoniaci. Che orrore di morte! Ne provai tanto dolore e orrore da sembrarmi che l'anima si lacerasse e il cuore si spezzasse. Non so esprimere meglio quanto ho visto, sofferto. E su tutto questo, l'amore di Gesù, un amore indicibile: amore - che si può apprezzare soltanto se sentito... (diario, 12-4-1945).

... Mi svegliai da un leggero sonno e mi sentii subito legata ai fianchi, trascinata per i capelli, flagellata, coronata di acute spine le quali mi causavano tali dolori da sembrare che il mio capo bruciasse nel fuoco... Un amore irresistibile, uscito dal cuore, mi legava sempre più alla croce. L'amore oltrepassava tutti i dolori. Sulla croce provai sofferenze atroci nel dover stare con il capo unito al legno: le spine mi penetravano sempre più profondamente; il dolore raggiungeva il suo massimo. Dopo lunga agonia e orribile abbandono, sentii che la terra si scuoteva e si apriva e le rocce si spezzavano: tutto tremò. Rimasi come se l'anima mi abbandonasse e io non avessi vita, Il cuore fu aperto e diede le ultime gocce di sangue e di acqua e rimasi così senza la vita della terra e senza la vita del cielo... (diario, 13-4-1945).

L'amore trasforma, il fuoco purifica »

Il mio petto arde, mi brucia il cuore: che fuoco ardente! L'edificio è sempre dentro di me: è in fiamme, e brucia violentemente. Sento di nuovo che su questo edificio ss è stata posta una roccia mondiale. Io la batto, vi giro attorno, devo scuoterla. Le fiamme dell'edificio ardono sotto e attorno. II fuoco non si spegne; la roccia tutt'attorno, qua e là, si sfascia a pezzi, come legna. Sento scivolare le schegge della roccia. Ma, mio Dio, con quanta fatica! C'è tanto da fare! Questo fuoco non può cessare: la roccia deve essere tutta trasformata, fusa nel fuoco divino. Vorrei vedere solo fuoco: fuoco nei corpi, nei cuori, nelle anime. Il mio povero cuore è stanco di ardere, stanco di ansie. Ma Gesù deve essere amato; Gesù non deve essere offeso... Cammino più frettolosa verso tenebre spaventose. La mia anima si sgomenta: devo immergermi in un abisso della massima oscurità. La mia anima lo sente; già lo scorge venire verso di me, mentre io cammino verso di lui. O mio Dio, che sarà di me? Sono tenebre mai viste, attraverso le quali non sono mai passata... (diario, 17-4-1945).

Sento molte scosse; la mia anima è in continui soprassalti; non so cosa presagisce. Nuove « carezze » di Gesù? Mi curvo alla maestà divina: è il mio segno di accettazione. Abbraccio la mia croce, per quanto penosa sia. Arde l'edificio: le fiamme raggiungono la sommità della roccia, che si sgretola a poco a poco. Come trapassarla tutta? È impossibile trasformarla tutta in fiamme: alcuni pezzi restano senza che il fuoco li consumi. Sopra la roccia sto io, ma non sono io. La roccia è tutta bagnata da lacrime che cadono dai miei occhi: sono lacrime di dolore, di amarezza; sono lacrime di compassione. E non sono mie queste lacrime: escono da me, ma vengono dall'alto; scorrono sulle mie guance, ma sgorgano dagli occhi di Gesù. Oh, che pena! Tanta sofferenza e tanto amore perduti!... Venne il demonio rabbioso a tormentarmi il corpo e l'anima... Mi pareva che sigillasse le mie labbra per impedirmi di invocare i nomi di Gesù e di Mammina... Mio Dio, dopo tutto questo, come può darsi che io non abbia peccato? In questo affanno, venne il mio Gesù: - Figlia mia, offrimi i tuoi dubbi ed i tuoi timori... Voglio i tuoi dubbi per quelle anime che non hanno scrupoli nell'offendermi gravemente; voglio i tuoi timori per quelle che battono sempre i cammini dell'impurità, senza timori di offendermi e di perdersi... Confida, che non mi offendi. - Mio Gesù, credo nella tua divina Parola, e confido in Te; temo solo la mia fragilità. - Resta in pace: sono raggiri del demonio; è la riparazione che esigo da te. Sei mia, soltanto mia. - Poco dopo questo colloquio, sentii Gesù nella mia anima e Lo vidi con uno sguardo tristissimo spargere lacrime sulla città di Gerusalemme, che era anche dentro di me. Versò lacrime per molto tempo: aveva sguardi tristi, accompagnati da parole di invito e di minaccia. Già durante la notte sentivo la mia veste incollata al corpo e bagnata di sangue, sentivo il rompersi delle vene e un'angoscia di morte. Vedevo gli ulivi dell'Orto, la luna impallidita ed il triste brillio delle stelle come triste era il Cuore divino di Gesù; tutto appariva triste tra le fronde degli ulivi e tale tristezza invitava al silenzio ed al raccoglimento. Come già altre volte, ma molto più al vivo, sentii il bacio di Giuda, lo stramazzar a terra dei soldati, lo sfoderare della spada. Se io potessi mostrare la tenerezza, la mitezza, l'amore di Gesù verso tutti coloro che lo offendevano! Non vi è nulla sulla terra che si possa paragonare a Lui. Egli rimediò al male fatto da Pietro con tanta dolcezza"; con altrettanta si lasciò legare, consegnandosi ai malfattori... (diario, 19-4-1945).

... Già salendo al Calvario non potevo aprire gli occhi per il sangue che mi colava dal capo. Camminavo con il massimo sforzo; sentivo che non erano forze umane che portavano la croce, perché le sofferenze subite quante volte mi avrebbero già causato la morte!... Inchiodata sulla croce, sentivo che molti di coloro che mi circondavano, mi sputavano perfino sul viso: sugli sputi cadevano le lacrime di Gesù, si univano a quelle di Mammina ed Egli, pieno di amore, chiedeva perdono per tutti all'eterno Padre... Terminò l'agonia con la consegna dell'anima... Rimasi così per un po' di tempo, stupita del ritardo di Gesù: Egli non veniva, anzi tardava. Quando venne, mi parlò così: - Ho ritardato, figlia mia, perché sto preparandoti alla mia assenza, o meglio, alla mia presenza in te, ma nascosto. Il terreno è pronto; preparati per un nuovo martirio, martirio senza pari. Il terreno preparato è saldo; ho piena fiducia in te. Con tale martirio mostrerai alle anime l'intensità del tuo amore, la massima intensità di amore per Me... Ho portato lontano le catene del tuo amore... Quante scosse ho provocato con esse al presidente dell'America. Quante volte l'ho richiamato! È stato salvo per te. Quale responsabilità la sua! E quante anime si sono salvate nello stesso tempo! Ho usato l'offerta dei tuoi occhi e per la salvezza dei governanti: uno è salvo e ti prometto di salvarne altri. Non ti ho tolto la luce degli occhi, ma la luce dell'anima: ecco perché sei nelle tenebre più spaventose. Accetto quanto mi dai: sei generosa nel dare e Io nell'accettare... È al calore di questo amore che il mondo si riscalderà; è con le fiamme di questo edificio sorto in te che la roccia si trasformerà: la roccia è il mondo ed è sull'edificio dell'amore. L'amore trasforma, il fuoco purifica. Se vi sarà amore, se vi sarà purezza, il mondo sarà salvo...

Le schegge che senti non trasformate, sono le anime che non si lasciano compenetrare dal fuoco del mio amore divino, che non si purificano... Le anime che attraverso i tempi non si incendieranno e non si purificheranno in questo edificio di purezza e di amore, dovranno incendiarsi nel fuoco della giustizia divina, saranno dannate eternamente... (diario, 20-4-1945).

Il mio cuore è tutto fuoco (Momenti della Passione)

Esiste nel mondo la gioia? In qualche giorno della mia vita l'ho, per caso, conosciuta? Se talvolta l'ho sperimentata, ora è per me morta in modo tale come se mai l'avessi conosciuta. Mi dà un po' di coraggio il pensiero di accettare e di compiere con il cuore e con l'anima la volontà di Gesù. Ma subito mi tormenta questo altro pensiero: sto facendo davvero la volontà del Signore? Di qui, grandi agonie e tristezze per l'anima mia.

Sono schiacciata tra il cielo e la terra, tutta trasformata ed immersa in tenebre. Tremendo orrore, mio Gesù! Ho paura di me stessa. Chi senza Gesù potrebbe sopportare tanta afflizione? Chi potrebbe vivere e camminare attraverso una oscurità così nera senza guardare con gli sguardi di Gesù? Muoio, mio Dio, muoio spezzata, maciullata nella tremenda notte. Il mio cuore, così oppresso dal dolore, lancia sprazzi di luce che sento e vedo diffondersi per il mondo: è tutto fuoco. Vorrei che questi raggi andassero a ferire tutti i cuori ed il fuoco che esce dal mio incendiasse tutti affinché, nel mondo, vi fosse soltanto il fuoco dell'amore di Gesù... ... Triste notte del giovedì! Oh, come Gesù mi associa ai suoi dolori e alla sua Passione divina! Sento le ansie di passare sopra a tutte le spine e di andare incontro alla croce, abbracciarla, e con essa proseguire fino alla morte.

.. Sento in me il braciere e coloro che vi si riscaldano attorno; sento uno, alquanto scostato, che atterrito e timido si avvicina e rinnega Gesù; sento le sue lacrime di pentimento; sento nel mio cuore il gallo che apre il becco per cantare; ma soprattutto sento la sofferenza infinita di Gesù, il suo amore e la mansuetudine verso tutti... (diario, 26-4-1945).

Stamattina, quando mi svegliai da un sonno leggero e breve, le tenebre della mia anima erano tali che mi pareva di vedere davanti a me una muraglia alta e nera: mi spaventai e il mio corpo tremò. Non erano gli occhi del corpo che vedevano, ma quelli dell'anima; mi sentivo atterrita. A poco a poco mi avvolsi sempre più in quelle tenebre spaventose.

Mi preparai a ricevere Gesù [Eucaristico]: Egli entrò nella mia oscurità e nella oscurità rimase. Povero Gesù, dove scese mai! Senza luce, ma sempre unita a Lui, percorsi il cammino del mio calvario. Cadevo e sopra di me cadeva la croce; ero trascinata e trascinata con me era pure la croce. Sentivo una sete bruciante ed il più grande abbandono. Udii uscire dal mio cuore questo grido: - Ho sete, ho sete! - Compresi che era Gesù e mi ricordai che ha sete di anime. Nello stesso istante sentii passare sulle mia labbra, più di una volta, una spugna. La sete delle mie labbra non fu estinta e quella del cuore aumentò. Il grido continuava: non è la sete delle labbra che vuole essere saziata; è la sete del cuore, sete di anime. Rimasi con questa sete ed in questo abbandono per molto tempo, con lo sguardo al cielo e il corpo schiacciato dal peso di tutta l'umanità. E Gesù non veniva; tardò tanto a venire; io aspettavo, aspettavo! Venne finalmente e mi disse: - Il Re abita nel suo palazzo con tutta la sua grandezza, potenza e amore, anche se la regina non lo vede e non lo sente. Costa molto allo sposo separarsi dalla sua sposa; ma la separazione non è reale: rimango nascosto in te; rimango a governare la tua anima attraverso la parola di chi ho scelto per sostenerti e dirigerti; li ho condotti lo al tuo fianco. Coraggio, figlioletta, vieni al mio Cuore a ricevere vita...; vieni a ricevere il mio Sangue: hai bisogno di vita divina perché, momento per momento, perdi la vita umana. Vivi miracolosamente, vivi del mio Sangue divino: è il tuo alimento. - Gesù unì il suo Cuore al mio...; fece scendere il Sangue divino dal suo Cuore nel mio, che, tanto piccolo, cominciò a dilatarsi: mi pareva che il petto non potesse più contenerlo... - Scorre nelle tue vene, figlia mia, il Sangue di Cristo! Come non sarai corredentrice? Scorre nelle tue vene il Sangue verginale di Cristo: come non sarai vergine pura, angelica e vittima senza pari? Scorre nelle tue vene il Sangue dell'Onnipotente: come non sarai potente? Sei potente per tutto. Dai il tuo sangue per mio amore ed lo per amore tuo travaso in te il Mio. Dai il tuo sangue per dare vita [alle anime] ed lo ti do il Mio per darti vita. Chiedi ciò che vuoi. Ad ogni preghiera che eleverai in favore di un peccatore, subito sarà scritto nel libro della scienza divina il nome del salvato. Quando sarai in cielo e il tuo nome sarà invocato in favore di peccatori, appena mi chiederai perdono per loro, tutti gli eletti si uniranno alla tua preghiera e sarai ascoltata... (diario, 27-4-1945).

Vittima per la pace - Invito alla preghiera e alla penitenza (Momenti della Passione)

Il primo maggio chiesi a Mammina di ottenermi tante cose. Mi consacrai a Lei affinché mi consacrasse a Gesù. Tra l'altro chiesi forza per saper soffrire: quanto necessito dell'ausilio del Cielo, della forza della cara Mammina, per sopportare il peso di così grande croce! Subito il secondo giorno ricevetti una « carezza » del cielo, una spina che mi ferì e lacerò il cuore. Ne ringraziai Mammina: l'accettai e l'offersi come prova del mio amore a Lei perché l'offrisse a Gesù. In me tutto è dolore. Che orrore! Il mio cuore e l'anima mia sono in lutto pesante: non so perché. Sento in me strappi violenti come se mi togliessero dalla bocca quanto contiene il mio corpo. Quanto bramo, con ansie quasi disperate, di sentir dire che la guerra è terminata! Soltanto Gesù sa quanto soffro. A Lui rinnovo l'offerta di vittima perché venga la pace. Sento una grande compassione per quei governanti che si dice siano morti. Prego per loro e mi pare che a loro sia stato legato il mio cuore. Il mio corpo è sempre in fiamme e sento come se la mia cameretta bruciasse insieme a me. Voglio soccorrere il mondo, prenderlo, imprigionarlo, collocarlo tutto in queste fiamme: in questo fuoco che non mi dà luce. Che sgomento, vivere in tali tenebre! La mia camera è come un carcere ove non entrano mai il sole né la luce del giorno: tenebre nell'anima, nel corpo; tenebre in cielo e in terra. Mi pare che mai più potrò vedere Gesù; sento che non è mio, che l'ho perduto per sempre. Anche così voglio amarlo. Sento ansie folli di amarlo e, siccome non mi sembrano mie e non mi sembra mio l'amore, Gli dico: - Gesù, questa brama non è mia, è tua; e tuo è l'amore. Sei Tu che ami con ciò che è tuo, e sei Tu che soffri e porti la mia croce. Guarda questa poverella che nulla fa e non ha nulla: è solo notte, solo miseria. Sono la tua schiava, sono tua e di Mammina... (diario, 3-5-1945).

Come dettare le cose orribili che avvengono nella mia anima, se non ho forze per questo? O Gesù, questa forza l'aspetto dal Cielo, dal momento che questo è il tuo volere [che io detti]. Stamane uscii dalla prigione e, per ore, percorsi molte strade, sfinita, cadendo qua e là: rimanevo col volto a terra e la terra premeva le mie labbra soffocando i gemiti del mio dolore. Sentivo giungermi da lontano le sghignazzate di scherno e di soddisfazione. Con quanta fatica salii il calvario! Lassù mi tolsero le corde che avevo al collo e alla cintola. Quali dolori! Erano infossate nella carne, imbevute di sangue; nello strapparle mi lasciarono nel corpo, al quale erano incollate, il segno di grandi ferite. Mi costò assai l'essere svestita in pubblico: con i vestiti mi asportarono lembi di carne.

Non gli occhi del corpo ma quelli dell'anima vedevano che con la spada tagliavano i vestiti per distribuirli. L'anima sentiva tutto. Con gli occhi al cielo, sgomenta per le tenebre e l'abbandono, udii uscire molte volte dal cuore questo grido: - Padre, Padre, non distogliere da me il tuo Volto; non allontanare da me il tuo sguardo! -

I miei occhi, immersi nelle tenebre, non potevano vedere nulla; vi erano in essi altri occhi che vedevano tutto; vedevano, attraverso i tempi, la sofferenza che sino alla fine del mondo doveva ferire un Cuore che era vicino al mio. Quel Cuore sentiva tutta l'ingratitudine del mondo. Le orecchie avevano altro udito per udire gli insulti, le cattiverie, i delitti di tutti i tempi. Onde continue si alzavano nel mare immenso di sofferenza. Nel mio corpo sentivo Gesù: era Lui il crocifisso, era Lui che dall'alto della croce contemplava Mammina in una agonia di dolore e mormorava: - Mamma, Mamma mia, perfino Tu mi servi di martirio: il tuo dolore aumenta il mio; neppure Tu puoi darmi sollievo. - Mi pareva che il cuore e l'anima fossero tagliuzzati da pugnalate. Posso dire che da sola non avrei resistito a tanta sofferenza: forze umane non l'avrebbero potuto.

Venne Gesù: - ... Guarda, figlia mia, come sono coronato da tante e acute spine: sono i sacerdoti che mi feriscono così; mi offendono tanto. Questa piaga che vedi aperta mi è stata fatta dall'ambizione delle nazioni e resa più profonda da tutte le malizie e vizi. L'impurità! L'impurità! Padri che non rispettano le figlie; figli che non rispettano le madri; i mariti non sono fedeli alle mogli e le mogli ai mariti; mi offendono gravemente fratelli con sorelle. Non vi è modestia nelle famiglie; è scomparso dai focolari il timore di Dio. Che dolore, il mio! Ripara, ripara! Io voglio, mia figlia amata, che la voce del Santo Padre echeggi nel mondo intero molto sovente e lo inviti alla preghiera, alla penitenza e all'amore. La preghiera è l'arma più forte; la penitenza è il mezzo potente per attirare le benedizioni, le grazie e le misericordie del Signore. L'amore purifica il mondo. Voglio essere amato e voglio vedere amata la Madre mia benedetta; voglio che tutta l'umanità veda e ascolti nel Santo Padre la voce stessa di Gesù: è lui che invita il mondo ad entrare nel mio Cuore; sono Io che attraverso le sue parole chiamo il mondo a Me. Figlia mia, come per le tue labbra è stata chiesta la consacrazione [del mondo] alla mia Madre benedetta, chiedo ora, prima della tua partenza per il cielo, che il Papa, con la sua dolce voce di padre, inviti insistentemente la povera umanità a riconciliarsi con Me, ad uscire dalla sua cecità, a vivere di purezza, di preghiera e di amore... ... Scrivi tutto: non avere dubbi: lo Spirito Santo è con te. Mai permisi né mai permetterò che tu ti inganni... (diario, 4-5-1945).

I dubbi sono un vero martirio

... O mio Dio, che sarà di me! Che tremenda confusione! Ho perduto tutto il conforto del cielo e della terra. Il demonio danzava per la contentezza: pareva che tenesse nelle sue mani il mio cuore... Muoio di dolore, schiacciata fra tenebre: tenebre del cielo, tenebre della terra... Giunse Gesù nella mia agonia: Confida che non ti inganni, né sarai ingannata da satana: Io veglio su di te... Coraggio, perché tanto sconforto? Non ami la tua croce? Non sai che lo sono con te?... - Perdona, Gesù, il mio sconforto! Perdona tanti dubbi! Sai bene che dubito solo di me: la mia miseria è senza pari... - ... Per un po' di tempo rimasi confortata; poi mi immersi nuovamente nelle tenebre per potere in esse nascondermi a tutti e per sempre... (diario, 5-5-1945).

« ... Sabato [5 maggio], al grande dolore e alla tristezza si aggiunse il dispiacere di aver fatto soffrire lei per non avere dato mie notizie. Neppure ieri ho dettato qualche parola perché alla domenica qui in paese non si può spedire. Non fu per dimenticanza, né per mancanza di volontà, ma di forze. Soffro e prego sempre per lei. Se anche sapessi oggi che lei è contro di me, di opinione contraria in tutto, creda che mai tralascerei di pregare ugualmente come prova della mia gratitudine per il molto che ha fatto per me. Soffrire tutto, sì; ma essere ingrata, giammai! Sono stata molto malata, senza poter parlare neppure sottovoce. Ma ora, dopo aver preso qualche "cotoletta ed alcune uova", posso già dettare qualcosa. E la mia anima, padre mio? Il mio soffrire è indicibile. Non so perché, perfino in questo mi pare di mentire, di esagerare. Soffro e non conosco la sofferenza. Soffro e non sono io che soffro. Che mondo, che corpo e che vita di tenebre! Non ho più nulla: solo tenebre e miseria. Il mese di Mammina, che amo tanto, mi passa come indifferente; trascorre nelle tenebre, nella freddezza. Il poco che prego, non sono io a pregare; così il poco che amo si nasconde, scompare nelle tenebre. I dubbi sono un vero martirio. Che grande confusione! Sentire che inganno e che mi inganno!

Dio mio, perdere tutto e tutti, ma non ingannare coloro che mi sono tanto cari e si sacrificano tanto per me. Non voglio essere per loro motivo di umiliazione. II demonio continua la sua parte infernale: in tutto e con tutto trova modo di tormentarmi. Quanto temo di offendere Gesù!... » (lettera a d. Umberto, 7-5-1945).

Sigillo divino: la configurazione con Cristo

In nessun anno mi sono sentita presente a Fatima nel giorno 13 maggio come quest'anno. Non so il perché: il mio cuore si scioglieva e si scioglie ancora in ringraziamenti a Mammina. Passo colà molto tempo. Voglio amarla, lodarla e ringraziarla sempre per la pace tanto desiderata. È forse per questo che Gesù mi ha tanto unita alle manifestazioni della Conca di Iria e mi ha fatto sentire l'entusiasmo e le preghiere fervorose di tanti cuori riconoscenti. Sia benedetto Dio! Ed Egli continui a dare alla terra la sua pace divina e non tardi a darla alle nazioni che ancora non l'hanno, perché il suo regno si estenda su tutta l'umanità: regni soltanto Lui... Ringrazio senza un barlume di luce, ringrazio schiacciata sotto un cielo dì tenebre. Il cielo sta per riversarsi sulla terra e io sto attraversando mondi e mondi di quelle tenebre spaventose. Il peso del cielo di tenebre mi obbliga a penetrare in questi mondi: ne ho tanti da attraversare! Sono mondi sotto mondi, tutto è per me. Vado come chi va verso il martirio; cammino come chi cammina verso la morte. Il mio martirio, la mia morte, sono queste tenebre che mi tolgono la vita per non ridarmela più. Di momento in momento mi sento sempre più atterrita e stanca per tanta oscurità. Vado come chi scende in un pozzo senza fondo, pozzo che porta all'incontro con la morte. Sento che morirò sola e senza luce, il cuore teme e sanguina di dolore, ma non cessa di benedire il Signore. Solo la povera natura è spaventata; la volontà è salda: è come abbracciata a Gesù e alla croce per non lasciarla più. Non vedo, ma confido; non sento, ma credo: Gesù e Mammina non mi abbandonano e mi verranno incontro all'ultimo momento... ... Da alcuni giorni sento nei miei occhi uno sguardo che non mi appartiene. Non è uno sguardo malizioso, non uno sguardo del demonio, come alcune volte ho sentito nelle lotte con lui. La differenza è più di quella che vi è tra il cielo e la terra. Questo sguardo è tenero, ha dolcezze e fascini, ha amore. Questo sguardo attira e penetra dappertutto, dà luce: è come uno specchio nel quale tutto si riflette, al quale nulla si può nascondere. Questo sguardo è come un proiettile che raggiunge tutti. Vede dentro e fuori, vede tanto con gli occhi aperti come chiusi, vede tutto e non so cosa abbia in sé che attira. Sento che questa attrazione investe il mio cuore che io apro con tutta dolcezza perché accolga tutto ciò che vuole entrarvi! Questo sguardo ha pure chiavi che chiudono; sono chiavi che servono solo nel cuore; che chiudono al sicuro solo ciò che questo sguardo attrae a sé. Mio Dio, non so esprimere meglio i miei sentimenti, non so chiarire di più ciò che avviene in me. Mi disfo in amore, bontà, tenerezza.

Che ricchezza sento in me! E nulla di ciò mi appartiene. Mio è il dolore generato da questi sentimenti. Temo e tremo. Mio Gesù, non permettere che tutto questo nasca da me, ma da Te solo... (diario, 15-5-1945).

Talvolta il fuoco che sento nel mio cuore pare non si spenga più. Che voglio e che debbo fare? Neppure io lo so. Voglio salvare il mondo; voglio che questo fuoco si estenda sulla terra e raggiunga tutti i cuori. Mi pare di andare pazza a battere alla porta di tutti, per invitarli ad abbandonare il peccato, ad amare solo Gesù. Devo vedere, devo far nascere un mondo nuovo, un mondo puro, un mondo di cielo. Devo soffrire e agonizzare per lui; devo morire nelle tenebre per dare luce. E cammino in fretta verso di esse: mi spinge l'amore, soltanto l'amore. Vi sono sempre in me gli sguardi che non mi appartengono: oltre che attrarre, legano fortemente a sé. Che confusione per me! Anche il sorriso delle mie labbra non è mio. Mi pare un sorriso che ha braccia per abbracciare eternamente e balsamo per guarire ogni piaga. Non so cosa avvenga in tutto il mio corpo. Ciò che vi è in esso non mi appartiene. Questi legami, tenerezze, dolcezze e amore non riguardano me, non vi è nulla che si possa attribuire a me. Questo corpo non è mio, questa vita neppure. Tutto si svolge nelle mie tenebre. Se io sapessi esprimermi! Se io sapessi mostrare tutto quanto provo per il bene delle anime e per la gloria del mio Gesù, cesserei di essere vittima... Vedo tutto quanto mi aspetta. Vado come pecora muta che non sa dire. Vedo l'ingratitudine, il sangue che devo spargere, il calvario e la morte. Sento le anime che devono essere bagnate nel sangue. Fisso i miei occhi al cielo: venga qualunque cosa, devo dare il Cielo al mondo; devo comprarlo con la moneta della mia sofferenza. Stamattina nella Comunione, sentendomi più unita a Gesù, ho osato chiedergli: - Se non ti reco dispiacere, dimmi cosa significano le scosse e i soprassalti che mi hai fatto sentire. - No, figlia mia, non mi fai dispiacere; domandami tutto ciò che desideri. Le scosse sono quelle delle nazioni che stanno ponendo termine alla guerra di ambizione, mentre agonizzano nel loro cattivo comportamento. Sei e sarai la loro vittima. Per mezzo tuo e della Madre mia benedetta hanno avuto la pace. Quante scosse hanno sentito i loro governanti! Hanno preferito la morte alla umiliazione. I soprassalti riguardano la mia divina causa. Ti faccio sentire ciò che sentono i suoi nemici e i suoi amici. I nemici provano in sé rivolta e rimorsi; non vogliono cedere, non sanno che fare. Gli amici soffrono nel vederti soffrire senza poterti aiutare. Ma beati coloro che ho associato alla tua sofferenza, al tuo martirio, perché li amo... (diario, 17-5-1945).

Non vi è sulla terra gioia più grande che il soffrire per Lui Benedirò il Signore In questo mese benedetto consacrato a Mammina ho ricevuto un'altra prova: altre spine che si sono conficcate nella piaga del cuore, sempre sanguinante, impedendole così di cicatrizzarsi. Di tanto in tanto viene esacerbata violentemente. Benedirò sempre Gesù e Mammina, ma confesso che, senza le forze del cielo, mi sarei disperata e sarei morta...

Con loro ho vinto e vincerò sempre... Sono come una colomba, a becco aperto, che batte le ali, sul punto di perdersi senza aver dove posarsi. Ho sete di luce, ho sete di conforto. Poiché sulla terra mi sbarrano ogni via, o Gesù, o Mammina, lasciatemi entrare nei vostri Cuori amantissimi. Anche se non sento nulla, lasciatemi almeno la certezza che vivo in Loro: li, nei vostri Cuori, sarò libera da odii e persecuzioni; sarò certa che Vi amo e non Vi offendo. Oh, se il mio corpo potesse avvolgersi nelle tenebre per non essere più visto né ricordato, come nelle tenebre fu avvolta la mia anima! Così morirei, così non si parlerebbe più di me, come desidera il mio arcivescovo. È con tutto l'amore che io accetto i suoi ordini ed obbedisco `. In me non è sorta la più piccola ombra di odio contro di lui né contro i suoi collaboratori. Al contrario, ho sempre detto così: - Mio Gesù, abbi compassione di loro, non comprendono e non conoscono le sofferenze di un'anima. - Potessi, o Gesù, prostrarmi davanti a Te, a mani alzate; sapessi ringraziarti per queste prove! - Col cuore sanguinante di dolore, non potei con le labbra recitare il « Magnificat », ma lo feci mentalmente. - Dammi forza, o Gesù, per soffrire. Non condannarmi Tu: la sentenza degli uomini a null'altro serva se non a darmi maggior martirio. Gli uomini mi hanno preparato la sofferenza di oggi per rendermi più simile a Te e perché Ti fossi più unita sul cammino del calvario... I miei sguardi continuano a non essere miei. Fissano con tenerezza questo o quell'altro cuore che maggiormente si lascia compenetrare da loro tanto pieni di dolcezza e di amore. Ma non si rivolgono verso tutti alla stessa maniera: è la rispondenza dei cuori che fa meritare quanto questi sguardi racchiudono. Ho tanto da dire in proposito! Sono molti coloro che vorrei attrarre ed abbracciare a me! Che è questo, mia Gesù? È sempre la mia croce... - Ti amo tanto, figlia mia! Ho reso te simile a Me e il tuo calvario al mio. Abbi coraggio!... Sei ricca di Me: è per questo che i tuoi sguardi attirano, hanno tenerezze, dolcezze, attrattive, amore. E’ per questo che il tuo sorriso ha mitezza, ha tutto ciò che è del cielo. Non vivi tu, vivo Io. Sono mezzi di salvezza e di richiamo per le anime. Non è vero, figlia mia, che durante la mia vita, nel mio Calvario, avevo due vite, l'umana e la divina? Anche in questo sei simile a Me: nel tuo calvario hai anche la vita divina: è Cristo che vive in te. Non temere... Le mie meraviglie in te non rimarranno occulte, devono brillare: sono gloria mia, sono salvezza per le anime. Tutto sarà scritto, mia maestra in scienze divine, tutto sarà conosciuto nel libro della tua vita. Sei l'eroina dell'amore, l'eroina del dolore... - Tornai alle tenebre ed al mio dolore, ma ardendo sempre nella sete di consolare il mio Gesù e salvare il mondo. Non vi è sulla terra gioia più grande che il soffrire per Lui (diario, 18-5-1945).

Vengano le umiliazioni ed i disprezzi... muoio per le anime ...

Il cielo era coperto di nuvole nere e pioveva a dirotto, ma nella mia anima erano più nere le nubi e la pioggia di dolore più forte ancora. Attraverso la finestra i miei occhi vedevano le foglie verdeggianti delle viti avide della pioggia fresca che il cielo mandava loro. Che bella lezione per me! Mi venne in mente e mi domandai: che faranno gli uccelletti per riparare dalla pioggia i loro figliolini? Stendono sopra di essi le ali. Il Signore si cura di loro, dissi, non li abbandona; come potranno Gesù e Mammina cessare di curarsi di me, che ho un'anima? Oh, come devo gioire con tutto ciò che il cielo mi dà... Vengano le umiliazioni ed i disprezzi: io voglio salvare le anime... (diario, 19-5-1945).

« Mio buon padre, non cessiamo di lodare Gesù e Mammina per tante "carezze". Non so se devo dettare per lei queste parole. Ma se le cose sono arrivate a tal punto che lei non possa più scrivere a me né io a lei, chiedo il favore di bruciare la lettera senza leggerla. Non voglio disgustare Gesù né concorrere a che altri lo disgustino. Se io non riceverò più notizie sue, stia tranquillo. So già: è perché non può... Spero dal cielo la forza di vincere tutto. È proprio vero, padre mio, che se Gesù non mi avesse sostenuta con i suoi divini aiuti, sarei già morta di dolore. Prendiamo le cose come venute dalle Sue mani: Egli sa che è per Lui e per le anime. Vorrei proprio, se fosse possibile, che il mio nome morisse e non si parlasse più di me. Non mi meraviglio che vi sia anche chi lo voglia, ma per altro fine. Quante lotte nella mia anima! Preghi per me, mio buon padre; anch'io non la dimentico. E se non consentiranno più che ci vediamo ancora in questo mondo, ci vedremo in cielo. Colà, liberi da qualsiasi proibizione, non cesseremo di amare Gesù e Mammina, nella stessa unione, nello stesso amore. Non potendo fare altro, mi aiuti con la preghiera, affinché non soccomba sotto questa croce tanto pesante...

Povera me, disprezzata e senza luce!... » (lettera a d. Umberto, 21-5-1945).

... Sto perduta in un mare tempestoso, in una notte quanto mai nera e spaventosa... Odo il sibilare dei venti: le onde si alzano a grande altezza, poi si abbassano di nuovo calme. Ed io così sola, senza nessuno! Al sentir la tempesta tanto disastrosa, la fisso, la ascolto, ma con serenità: se devo morire in essa, muoio per Gesù, per le anime. Confido, spero: il mio corpo può soffrire tutto, può scomparire distrutto dal furore della tempesta, ma l'anima ha la sua meta: deve andare incontro a Gesù. Egli la deve ricevere, sostenere e portare fino a Sé. O mondo, quanto sei stato ingrato verso di me! E io ti amo; ti amo non per le tue false attrattive, ma perché sei di Gesù... (diario, 22-5-1945).

Che valore può aver la vita, se non soffro, se non amo? (Momenti della Passione)

In questi due giorni ho avuto tanto da offrire a Gesù e a Mammina: ho sofferto molto nel corpo e nell'anima. O dolore, o benedetto dolore! Solo tu sei la mia gioia sulla terra: solo da te ricevo qualcosa da dare a Gesù e alle anime...

Mari e mondi di tenebre mi hanno separata per sempre dal mio Gesù. Sono come cieca nel corpo e nell'anima: sono immersa in mari di oscurità senza sapere nuotare. Alzo le braccia per trovare sicurezza in Qualcuno e questo Qualcuno è la cara Mammina. Voglio avanzare tanto in queste tenebre, voglio sprofondarmi tanto quanto Gesù vuole. Ma voglio convincermi che vado aggrappata ad una Madre tanto tenera, e che sono avvolta nel Suo manto per non temere, non vacillare, non disperare. Da sola morirei di sgomento e offenderei il mio Gesù. Sento sulle mie spalle una enorme croce; il suo peso mi obbliga a morire tra i più terribili orrori. Questa croce abbraccia il mondo, pesa una umanità. Gesù non attese che spuntasse la mattina del venerdì per farmela sentire; con la differenza però che oggi non sono inchiodata su di essa. La mia anima piange in silenzio, nasconde i suoi gemiti, vede le nere tenebre della morte, vede come tutti già si preparano per catturarmi e togliermi la vita ad ogni costo. Orto, Calvario, morte, orrore e sgomento. Che roccia mondiale mi nasconde il cielo! Quanto soffrono il corpo e l'anima mia! Quanto ha sofferto Gesù! Ingratitudine del mondo... (diario, 24-5-1945).

... Gesù è venuto con tutta la forza del suo divino amore. Il mio cuore palpitava fortemente: era piccolo per contenere un Cuore che possiede la grandezza e l'amore senza pari. Gesù si è soffermato a parlarmi, ma mi bastava il Suo amore: - Ardi, figlia mia, nel mio divino amore. Purifica il mondo, vergine fedele! Voglio amore, grazia e purezza. Per mezzo tuo, messaggera di Gesù, le anime riceveranno ricchezze e tesori divini. - Gesù, ho il cuore stanco. - Stanco di amore, figlioletta. - Stanco nel possedere il tuo amore, la tua grandezza, ma non di amarti, perché non Ti amo affatto. Ben lo sai che di mio ho soltanto miseria: è questa che io vedo in me. - No, tu ami il mio divin Cuore fino a non poterne più. Sei stanca di amore: anche l'amore consuma. E deve essere così per l'alta missione che ti ho affidato... - Grazie, mio Gesù. Da' a tutti i cuori, da' a tutte le anime questo tuo amore. - Dallo tutto tu, figliolina, ti autorizzo: sei signora del mio Cuore divino, sei signora del mio amore. Distribuiscilo come vuoi: i tuoi desideri sono i miei. - ... (diario, 25-5-1945).

Termina il mese di Mammina. Mi spiace che finisca. Sarà davvero il mio ultimo maggio sulla terra? Sento pena di non aver amato molto Mammina e Gesù. Tutto passa, tutto si nasconde; appare soltanto la mia miseria e più chiaramente nei mondi delle mie tenebre. Tendo le braccia al cielo per abbracciare il mio martirio e con esso Gesù e Mammina.

Ho una sete che qui non può essere saziata. Ho fame e non vi è nulla che la soddisfi; neppure la sofferenza. La temo, ma la voglio per dar vita alle anime, per consolare il mio Gesù. O soffrire, o morire! Che valore può avere la vita se non soffro, se non amo? Non sopporto più di vedere il mondo nella sua corsa pazza e cieca verso la perdizione. Lo vedo in un incendio di passioni: voglio spegnerlo con il fuoco d'amore che ho nel cuore e con le tenerezze che racchiude, ma vedo che sono preferiti il fuoco delle passioni e le attrattive del male. Il fuoco e la tenerezza non sono miei: è tenerezza che salva, è fuoco che purifica... Possiedo in me ciò che non è mio: sento e riconosco che è del cielo. Sono stanca; voglio unire il mondo a questo fuoco, a questa vita del cielo, e non posso. Mentre sento le catene di amore di Gesù con cui vuole legarlo, sento quelle del demonio che vuole trascinarlo alla perdizione. Il mondo non ascolta la voce di Gesù, non bada ai suoi sguardi, non accetta le sue affettuose sollecitudini, non si lascia attrarre da Lui... (diario, 31-5-1945).

Inabissata nelle tenebre... non cedo: devo dare la vita (Momenti della Passione)

Le mie ansie hanno slanci che mi fanno volare verso la morte. Bramo di dare la vita. Le strade restano segnate con il mio sangue; cammino nel più profondo silenzio. Ho sete di dare la vita per possedere vite. Vedo il sepolcro che avrà il mio corpo: è sepolcro che toglie dal sepolcro le anime, molte anime corrotte, già quasi morte. Salgo la grande montagna del Calvario. Cado molte volte ed ogni volta rimango come se il mio corpo fosse già un cadavere: un cadavere irriconoscibile per il sangue che cola lungo il volto; è un corpo in condizioni peggiori di quello di un lebbroso in disfacimento. Il cuore è bramoso di andare avanti: deve vincere per le anime, deve morire per loro!

Mentre ero inchiodata alla croce, il suolo sussultava tanto che faceva tremare la mia croce e quelle che erano ai miei fianchi`. Le tenerezze del cuore si diffondevano verso coloro che vi erano crocifissi: alla destra erano accettate, alla sinistra rifiutate; sentivo la rivolta di colui che le rifiutava e l'amore di chi le riceveva. Con l'anima sentivo e vedevo Mammina che, ai piedi della croce, tentava aprire le braccia per accogliere Gesù che stava crocifisso in me: voleva fare a Gesù, ancor vivo, ciò che Gli avrebbe fatto appena morto: abbracciarlo, bagnarlo con le sue lacrime. È inspiegabile ciò che soffrivano i Cuori di Gesù e di Mammina! Quanto dolore anche nel mio cuore!... Venne Gesù: - Figlia mia, stella sfolgorante, il tuo splendore illumina le anime; sei luce che le guida al mio Cuore divino... - Dal suo divin Cuore ricevevo sangue; il mio cuore si dilatava... - Ricevi, figlia mia, il sangue che genera le vergini, dà purezza, grazia e amore. È la vita divina che do alle mie spose più amate... Dónati alle anime: per salvarle ti ho affidato il mondo; ed egli non corrisponde... Son tanto poche le anime che mi amano; sono tanto poche quelle che praticano la pietà come dovrebbero; sono tanto poche quelle che sanno soffrire bene, che conoscono il valore della loro croce e la amano; è grande invece il numero di quelle che mi offendono; vi è tanta malizia; sta scomparendo dal mondo la castità. Ripara, figlia mia...; soffri contenta, soffri con Me. - Soffrire, sì, mio Gesù; ma non con Te. Voglio soffrire io, ma che non soffra Tu... - ... Di' a tutto il mondo che ascolti la voce del suo pastore [il Papa], che è la voce di Gesù: chiedo amore, purezza, cambiamento di vita. La voce del Santo Padre sia per il mondo un forte richiamo come quello di Noè... Che egli parli alle nazioni, a tutti i governanti, affinché si adoprino per porre termine a tanta immoralità... (diario, 1-6-1945)

È il mondo ed è Gesù

... Soffrire per amore è dolce, ma costa molto! Volere Gesù, amarlo sempre, vivere solo per Lui mentre sento che nulla amo, nulla faccio per consolarlo! Passano i giorni e con essi le ore e con esse passo io pure, senza progredire nel cammino della virtù. Passa tutto e tutto pare restare sempre nello stesso luogo. Passano i giorni, i giorni che sono sempre notti; ed io sempre nelle tenebre, sempre inabissata in esse!... È un quadro di tenebre sempre davanti agli occhi; un quadro che mi mostra il presente ed il futuro: mi aspettano solo gli orrori delle tenebre... Mi pare di non avere compassione alcuna per il mio Gesù; nel vederlo crocifisso sento che tutta la compassione è svanita, che non ho pietà delle sue sofferenze; il mio cuore è tanto impietrito che non si commuove nel vedere il sangue che per me fu sparso; non ho pena del suo martirio: non ne ho e ne ho al tempo stesso: una forza irresistibile, più forte di me, che non vuol soffrire, non vuole amare, non vuole lasciarmi neppure guardare né ascoltare Gesù... Tremendo orrore! E la tenerezza dei miei sguardi fissa tutto questo, accompagna tutti i passi errati... In tutta questa lotta benedico Gesù e Mammina, benedico la croce che voglio baciare ed abbracciare sempre... Improvvisamente Gesù si fece sentire nel mio cuore: - Ho freddo, ho sete, ho fame. Mia Alexandrina, dammi ricovero, sazia la mia sete, la mia fame. -

- Come, mio Gesù? Come posso ospitarti in mezzo alla mia miseria?... -

Gesù sorrise dicendomi: - Dammi asilo nel tuo cuore, sazia la sete che ho di amare per quelli che non mi amano, estingui la mia fame di anime... - ... (diario, 5-6-1945).

Dove potrò trovare balsamo ai miei dolori? Sulla terra mi pare proprio di no: tutto per me è causa di maggior sofferenza. Soltanto unita a Gesù potrò da Lui ricevere qualche sollievo; e questo sfuma in fretta: è come brezza che passa facendo sentire solo per un istante il suo benefico refrigerio. Nella mia Comunione di ieri e di oggi mi sono sentita più unita al mio Gesù. Egli faceva passare dal suo Cuore al mio catene pure, fini catene d'amore. Da allora ho nel mio cuore un nuovo cuore e in esso vi è Qualcuno che lancia queste catene alle anime; mi richiama alla mente il pescatore nella sua barca mentre lancia le reti per la pesca. Sento dentro di me il pescatore delle anime fare la stessa cosa con ardore. Sento un amore immenso sul mio cuore: è l'amore del Cuore di Gesù... Che tenerezze, dolcezze e amore! Un altro cuore di lacrime si è collocato nel mio. Queste lacrime sono versate sulla umanità intera: la coprono. Sono lacrime di dolore perché è disprezzato l'Amore. Sono lacrime di agonia perché è disprezzato questo Cuore colmo di ricchezze. Questo Cuore ha una piaga aperta e profonda per accogliere tutti: pare l'uccello con le ali aperte per difendere i suoi figlioletti... Mi sento sovraccarica per il peso della umanità. Debbo versare su di essa tante lacrime. Questo peso mi strappa dal corpo le vesti, mi dà la croce, il calvario, la morte. A nulla cedo, venga ciò che vuole; devo dare la vita... (diario, 7-6-1945).

«Vengano i saggi al libro delle meraviglie divine» (Momenti della Passione)

Pensavo oggi di amare tanto il mio Gesù: Gli ho chiesto nella festa del suo divin Cuore tutto l'amore fino a perdermi in esso. Non sono stata capace di amarlo e non ho saputo dirgli nulla. Speravo perfino di udire da Lui qualche parolina, ma non l'ho udita.

Ho fatto la preparazione alla Comunione freddamente; L'ho ricevuto come un estraneo; non so parlargli... Soffro nel dettare i miei sentimenti e soffro per non saperli dettare. Benedetta sia la mia croce! Oggi soffro come non mai. Appena dopo la Comunione si è elevata in me una enorme massa di tante cattiverie, di tanti crimini. Pareva che mi aprissero il petto e salissero fino al cielo a ferire il Cuore di Gesù. Queste cattiverie, giunte alla massima altezza, ricadono da tutte le parti, coprono il mondo e gli tolgono la vita. Ho passato così le ore con il petto aperto, il cuore ferito, senza poter fare nulla. Gesù non ne può più. Sento la potenza della sua misericordia, sento la forza del suo divino Amore che vuole diffondersi e penetrare in tutto questo. Tutto è respinto, nulla è accettato... Come ho sofferto! Mi pareva che tutte quelle cattiverie fossero mie, che io fossi la causa delle sofferenze di Gesù, che io fossi ingannatrice... Gesù venne e mi fortificò dicendomi: - Non inganni, figlia mia, sei vittima... Vengano i saggi e coloro che si dicono saggi al libro delle meraviglie e della scienza divina. Vengano: gli uni a provare e gli altri ad imparare che cosa è un'anima vittima: i prodigi della Grazia e l'azione di Gesù in tale anima. Ciò che senti in te sono mezzi di salvezza. Ciò che oggi senti in te, anch'Io lo sentii nel mio Calvario... Di' tutto, scrivi tutto; lo Spirito Santo abita sempre nel cenacolo del tuo corpo... (diario, 8-6-1945).

La montagna mondiale di miserie è sempre nel mio cuore piagato, aperto con una grande ferita. La sofferenza del cuore non può affrontare tanta malizia; gli occhi dell'anima non sopportano tanti crimini... Che grande dolore! Sento Gesù come agnello innocente; sento il mondo come belva feroce che gli si avventa per ferirlo senza pietà: triste scena il vedere Gesù così buono davanti a tanta malizia e crudeltà!...

Intanto vado ricordando, senza volerlo, la mia permanenza alla « Foce »; soffro ancora in tutti i suoi particolari quell'esilio. Che Gesù accetti questo martirio affinché si salvino le anime... (diario, 14-6-1945). Se in questi giorni non ho potuto parlare senza enorme sacrificio, oggi ancora di più. Mi aiutino Gesù e Mammina. Debbo riassumere. Se non fosse per obbedienza, non direi nulla. Stamane mi sentivo in ginocchio, legata alla colonna: una scarica di flagelli cadeva sul mio corpo e una pioggia di brandelli della mia carne e di gocce di sangue cadevano attorno a me, macchiando il suolo e coloro che mi circondavano. Coronata di spine, andai poi verso il calvario. Caddi varie volte sfinita, volto e labbra incollati alla terra al punto di sentirmi soffocare. Andavo cieca verso il dolore; soffrivo tutto come se nulla vedessi; ma vedevo chiaramente l'amore che mi obbligava a camminare e a vincere. Inchiodata sulla croce, sentivo sempre in me il cumulo delle grandi cattiverie ed il cuore aperto, sempre sanguinante... Gesù non si affrettò, ma venne; non mancò. Mi unì a Sé fortemente. Venne come chi è affaticato da una lunga giornata; si posò nel mio cuore e mi disse: - Figlia mia, sono stanco di tanto soffrire. Lasciami riposare in te, nel palazzo del tuo cuore; voglio deliziarmi all'ombra delle tue virtù. Sono qui assetato, voglio dissetarmi all'acqua cristallina della tua fonte: è acqua di riparazione, di purezza e di amore... - Momento di grande conforto: con Gesù che riposa in me! Quale unione la nostra! - Gesù mio, che delizie puoi trovare in questo povero cuore? Che conforto Ti può venire da tanta miseria? Che sete puoi saziare in tanta aridità e freddezza? Quale vergogna per me! Cerca, o Gesù, e vedi se trovi; poni Tu in me qualcosa per poter ricevere... Mi sento sovraccarica di miserie! - Gesù sorrise, ma tristemente: - Non sono tue, figlia mia, le cattiverie che mi hanno ferito. Sei vittima, ma vittima innocente. Perché sei vittima ti faccio soffrire così; ecco la ragione per cui ti lascio in così tremendo abbandono. - Ma, Gesù, non mi sgridi mai per le mie mancanze eppure Ti dispiaccio tante volte! - Nuovo sorriso, ma questa volta più gioioso: - Le tue mancanze sono necessarie per nascondere lo splendore della mia grandezza; sono nuvolette che attenuano i raggi splendenti, perché tu possa essere avvicinata dalle creature. È necessario nascondere un poco il mio splendore. Pensi tu che, se occorresse, non saresti da Me sgridata severamente? Ma non occorre: tu soffri come lo voglio. Per provarti che soffri come lo voglio ho finto di lasciarti sola in questa dura sofferenza... Da te ricevo, mia amata, quanto posso ricevere da una mia creatura. E tu ricevi tutto dal tuo Gesù, dal tuo Creatore... - (diario, 15-6-1945).

«Il tuo cuore è un globo d'amore » (Momenti della Passione)

Mi pare di non sapere se sono nel mondo; se vivo ancora in esso. Quanto costa lottare! Quanto costa vincere!... Soffro perché Gesù soffre; soffro perché Lui è offeso. Voglio unire il mondo a Gesù; voglio legarlo a Lui, ma non ci riesco. Lavoro e non raccolgo nulla per Lui; soffro e non Lo consolo. ... Mio Dio, come posso amarti, senza vita? Mi è fuggito tutto; è rimasta solo la miseria. Ho perduto tutto: è rimasto il peccato soltanto; ne sono schiacciata. E anche il demonio mi schiaccia con il peso della sua malizia... Il maledetto ha inventato nuove forme per tormentare la mia anima... Costa molto soffrire, e in tale maniera; ma l'amore vince. Costa molto di più vedere Gesù offeso e sentire l'inferno delle anime (diario, 19-6-1945).

Sento che sono morta sotto il peso del mondo: mi ha ridotta a nulla; ed è questo nulla che si immerge continuamente nelle tenebre. Quanto più mi coprono, tanto più mi sprofondo in esse e più tenebre vedo. Quando cesserò di vederle? Quando cesseranno di terrorizzarmi? E sono tanto sola, senza nessuno! Disprezzo ed abbandono terribili! Non vedo, non sento conforto né dalla terra né dal cielo. Come posso, mio Dio, stare qui così? Mi preoccupa tanto la salvezza del mondo. Non reggo a vedere Gesù così ferito. Non ho nulla in cui Egli si possa consolare: è stata la massa delle cattiverie che mi ha distrutta. Voglio amare il mio Gesù e non ho cuore per amarlo; è scomparso da me; non so a chi appartiene; confido che appartenga a Gesù. Vorrei avere sangue per darlo al suo divino amore, goccia a goccia, e non l'ho; sento che sono scomparse le vene del mio corpo; non ho nulla; non posso fare nulla per Gesù e per le anime. Solo il demonio non cessa. Che grande tormento!... Udii Gesù: - Figliolina, coraggio! È la riparazione più fine e delicata che ti chiedo; è il fiore più puro. - E vedevo davanti a me uno specchio tanto grande e tanto limpido! Era meraviglioso il suo splendore. Rifletteva chiarore: ero circondata da fiori. Gesù continuò: - Ecco, figlia mia, lo specchio della tua anima! I fiori sono fiori di purezza. Confida, la tua anima non si è macchiata... Da' a Gesù, da' alle anime, mostra al mondo la riparazione massima, il maggiore eroismo nella sofferenza... -

Le parole di Gesù sono come mani amiche che mi sollevano, sfinita, dal fosso della strada. Ma appena sono in piedi, tutto si nasconde e fugge. Stanotte, non so a che ora, mi apparve Gesù inchiodato sulla croce. Questo Gesù e questa croce si trasformarono in me. Ho passata la giornata e sono già in un'altra notte, sento sempre lo stesso Gesù, la stessa croce dentro di me. Il mio cuore è quello di Gesù, il mio corpo è quello di Gesù. E’ Lui che soffre, vive ed ama. Tutto ciò è per me motivo di maggior sofferenza, ma tutto è per Lui. Soffro, ed è Suo il dolore. Io non vivo: chi vive è Lui. Mi trovavo nella solitudine dell'Orto; dal mio corpo sgorgava una pioggia di sangue che non cadeva su di me, ma usciva da me; inzuppava le vesti ed irrigava la terra. Che massa di sangue! (diario, 21-6-1945).

Gesù è sempre sulla Croce e dentro di me: in me che non, vivo né esisto. Il dolce Gesù, con le braccia e il cuore aperti! Vorrei dire quanto soffre ed ama. So sentire, ma non so dire: non mi bastano le parole; non sono capace. Soffro e muoio di dolore. Quanto non darei per far comprendere a tutti cosa è un'offesa al Cuore divino di Gesù e come Egli ci ama, nonostante tutto! Camminai così verso il Calvario, con questa sete di farmi conoscere dalle anime, di donarmi e di morire per loro. Non sono mai caduta tante volte come oggi: quante cadute! Che enorme sfinimento! Il mio corpo, senza sangue, gelava; il cuore non palpitava, le labbra non si muovevano... Le mie labbra moribonde avevano una sete ardente, ma il cuore era ancora più assetato. Vuol bere l'amarezza fino all'ultima goccia; vuol soffrire tutto perché ama tutti; vuol dare tutto per ricevere tutto. Dall'alto della croce sentivo nel mio corpo i maltrattamenti del mondo. Ero come lapidata da tutti e sentivo proprio le pietre a ferirmi. Dal Cuore di Gesù, in me crocifisso, vidi uscire alcuni raggi di fuoco: parevano raggi di sangue. Quei raggi si diffondevanosu tutti coloro di cui il mio corpo sentiva i maltrattamenti. Che tenerezza e compassione uscivano dal quel Cuore tanto amante! Dai miei occhi moribondi, già spenti, uscivano verso, il mondo gli sguardi più dolci, più teneri ed amanti: erano sguardi che penetravano tutto e tutti, vedevano tutta la malizia e l'ingratitudine. Fu in questo momento che venne Gesù e sostò in me un po' di tempo senza parlarmi. Prese nelle sue divine Mani il mio cuore e ne fece un grande globo che poco dopo collocò al posto del cuore, dicendomi: - Mia figlia, il tuo cuore è un globo di amore. Amami, amami per il mondo che non ama. Amami, amami per quelle anime che dovrebbero amarmi e - da cui speravo amore. Tu sei pazza di amore per Me e per le anime... Amale perché sono mie... Ti vorrei in cielo, ma ho tanto bisogno di te qui in terra. - Se mi vuoi là, o Gesù, unisci ai miei desideri i tuoi. Non Ti dico altro, perché ho promesso di non chiederti il cielo. - Cuore d'oro, fonte di amore, ho accettato il tuo sacrificio. Abbi coraggio: ti darò tra poco il cielo, anche se non lo chiederai... - (diario, 22-6-1945).

Edificio di purezza e amore. Scala di salvezza (Momenti della Passione)

Ho una croce tanto grande dentro di me: è posta in alto ed io le sono abbracciata. Non v'è forza umana che me ne separi: mi pare di essere impazzita per suo amore. Le mie braccia sembrano incollate ad essa. Quanto più la voglio, più cresce. La amo con un amore che non mi appartiene. Sarei beata se tale amore alla croce ed al dolore fosse mio.

Si è eretto in me un nuovo edificio: è tanto grande, tanto bello! Tanto ben disposto; tutto pieno di arcate. Non so cosa rappresenti. Cuore e anima sorridono, le mie braccia vogliono stringerlo. Ma nulla di questo mi appartiene, neppure la gioia nel vederlo crescere. lo sono soltanto miseria e non posseggo se non dolore. Bramo di lasciare il mondo, di partire per il cielo; soffro perché non voglio avere volontà. Voglio il giorno, voglio l'ora che il mio Gesù sceglierà. Ho una sete così grande di amore da non poterne più; ho tanta fame di anime: sarebbe saziata solo se le possedessi tutte... (diario, 26-6-1945).

« Mio buon padre, voglio e non posso. Bramo darle mie notizie, ma non ho forze; non è affatto dimenticanza. E’ vero che con le mie lettere temo di causarle maggiore sofferenza oed è cosa che non vorrei. Sia io sacrificata, sempre, ma che non sacrifichi altri cui devo molto. I mali del mio corpo si aggravano. Non so cosa Gesù vorrà da me. Sia fatta la sua divina Volontà. Non mi è difficile rispondere alle domande che mi fa.

Preferirei farlo a viva voce, ma poiché non è possibile, mi sforzo di rispondere meglio che posso. È vero che ho sentito molte volte Gesù a lavorare dentro di me, ritoccando con tutta delicatezza il mio corpo. Alcune volte ha operato da pittore. Con quale impegno e perfezione lavorava! Dipingeva se stesso in me: io ero proprio Lui. Gesù era lo stampo e del mio corpo faceva un altro stampo che univa in uno solo. È avvenuto lo stesso con lo Spirito Santo: il mio cuore e l'anima mia erano un'altra colomba.

Gesù mi alimenta di Sé e a Lui mi rende somigliante.. Non so precisamente l'epoca in cui cominciai a sentire questo. Forse nel periodo in cui non scrivevo? Non lo posso, giurare. Ancora adesso, qualche volta, sento questo, ma senza sollievo. Siccome il mio corpo non vive, non è in me che Gesù lavora: è quanto sento... » (lettera a d. Umberto, 26-6-1945). ... Il grande edificio con arcate è ancora in me: è bianco, più bianco della neve. Vi è una scala all'entrata di ogni ambiente e questa scala sono io. Sento di esserlo e sento che su di me salgono continuamente viandanti che vanno raccogliendosi in quell'edificio. Li sento salire; sento che vanno al porto di salvezza e non ne gioisco, non mi consolo. Voglio che salgano, mi sforzo perché non corrano pericolo, ma io, povera me, rimango sempre avvolta nelle tenebre... (diario, 28-6-1945). Durante la notte venne Gesù incontro alle mie sofferenze dell'Orto. Prima di sapere che era Lui lo avevo udito piangere per molto tempo: quei gemiti, quelle lacrime, mi causavano tanto dolore ed impressione: mi pareva di morire. Dopo, sentii che Gesù si avvicinava di più a me e veniva come uno che chiede rifugio. - Figlia mia, abbi pietà di Me: nascondimi nel tuo cuore; sono offeso, sono ferito, consolami... - Erano tanto grandi i desideri che avevo di nasconderlo, che volevo possedere tutti i cuori del mondo, fonderli tutti insieme e collocarvi Gesù più addentro possibile... Alla mattina venne Gesù adolescente a prelevarmi dalla prigione; mi prese per mano; fu il mio compagno, il mio Cireneo durante tutto il cammino del Calvario. Io avanzavo sfinita, coperta di sudore e di sangue, ma sapevo che Gesù mi accompagnava; quando cadevo, Egli mi stendeva le sue Mani santissime per rialzarmi...

Giunsi alla cima e lo stesso Gesù adolescente si unì a me e fu con me crocifisso. Oh, quanto Gesù ha sofferto sin da questa tanto tenera età! Agonizzai ed Egli nuovamente mi parlò: - Figlia mia, sono più consolato... Accetta come ricompensa il sangue del mio divin Cuore. - ... Gesù trasfuse in me il suo sangue divino. Poi mi disse: - Voglio mostrare per mezzo tuo le mie meraviglie, il mio potere e la mia sapienza, per dar lezione al mondo e più ancora a quelli che dovrebbero sapere e non sanno, ma voglio che tu senta la sofferenza di tutto ciò che è umano: ha così tutto lo splendore la mia divina causa. Semina, semina già da questa terra, semina sopra i cuori e le anime...

Immergiti contenta nelle tenebre... Quante più tenebre e orrori per te, tanta più luce e più amore per le anime... Ascolta, mia colomba amata, fiore puro e delicato; sai che significa questo nuovo edificio in te, tanto bianco e tanto bello? E’ la continuazione della redenzione: sei nuova corredentrice; stai a concludere ciò che lo ora non posso.

Che studino, che studino quanto lo ti rendo simile a Me. Con la mia Passione ho aperto alle anime le porte del cielo, e tu, con la tua, con il tuo martirio senza pari, continui ad aprirle a quelle anime per le quali erano chiuse a causa della loro degradazione. Tu sei edificio maestoso di purezza, di amore e conquista.. Sei la scala per cui le anime assetate di Me ed i peccatori salgono all'edificio di purezza e amore e da esso passano al cielo: sei conquistatrice delle anime. Soffri contenta: non va perduta la tua sofferenza. La mia Passione e Morte non salvò tutti, perché non vogliono salvarsi. La tua passione e morte darà la vita eterna a - quanti vogliono godere della mia Patria... - (diario, 29-6-1945).

« Chi vive con te, vive con Cristo » (Momenti della Passione)

... Non so ricevere bene la Comunione: non ho posto per ricevere Gesù. Non ho lingua per lodarlo, né cuore per amarlo. Ho perduto tutto: fra le tenebre appare soltanto la miseria; tenebre che hanno ingoiato e annientato tutto. Mi pare di non poter credere a quanto avviene in me. In me, dico io, in me che non sono io, in me che non esisto.

In tutto appare miseria; in tutto vedo tenebre. Le grandezze di Gesù non sono mie. Almeno fossero miei il martirio e il dolore che sento, per darli a Gesù! Lo amassi per chi non Lo ama, quale fortuna sarebbe la mia! L'edificio è in piedi; io sono la scala, ma la vedo e la sento rovinarsi per la corruzione: mi causa persino nausea; che confusione!

Mi offro sovente a Gesù; Gli ripeto che sono la sua vittima; mi pare però di non potere essere accettata da Lui. Voglio soltanto ciò che Egli vuole e sento che nulla voglio, nulla accetto come Egli vuole. Ho perduto il gusto delle persone più care e intime; l'ho perduto per sempre; mi pare di non amarle, di non averle mai amate. La stessa cosa avviene nei riguardi di Gesù. Gli dico che voglio tralasciare di amarlo quando tralascerà di essere Gesù e che voglio amarlo incessantemente come incessantemente corrono le acque dei fiumi verso il mare. Povera me! Non so parlargli, non so darmi a Lui e alle anime. Anche così non mi stacco né mi staccherò dalla croce: è Lui che me l'ha donata; voglio possedere almeno una cosa sua... Il demonio si ostina, tenta di portarmi al peccato... Talvolta pare rivestirsi del mio corpo; tutto in me è malizia: braccia, piedi, cuore, intelligenza. Tutto il mio essere è uno specchio di iniquità... Nell'ultimo attacco di oggi, tra i più violenti che abbia avuto, sentivo che il pavimento si apriva e che appariva l'inferno per seppellirmi. Che orrore! Ed i maledetti, come cani, si sbranavano di rabbia gli uni con gli altri: tutti volevano peccare ed avevo l'impressione di volere peccare io pure; ma ripetevo sempre a Gesù che no: soffrire tutto ma non offenderlo... Venne Gesù: - Figlia mia, ti amo; sta' tranquilla; confida, non hai peccato; coraggio, l'inferno non si apre per te, ma, se non ci fosse la tua riparazione, dovrebbe aprirsi per molti... - Rimasi fiduciosa di non avere offeso Gesù, ma, o che vergogna la mia! Non potevo ricordarmi della Sua divina presenza: mi sentivo immersa nella terra come il più piccolo e vile insetto. Gesù mi accarezzò e aggiunse: - Dammi, o mia amata, la tua confusione e vergogna per quelli che non ne hanno... - (diario, 5-7-1945).

Non sono sulla terra né in cielo. Non so dove stanno questi mondi di tenebre in cui sono avvolta. Non so che vita è questa né a chi appartiene. Il cielo è chiuso per me. Mi trovo come se mi avessero buttata fuori dalle mura di questo mondo, chiudendo per me le porte. La mia vita è tenebre... - Gesù, dammi amore per amarti. Il mio cuore non Ti sente; i miei occhi non Ti vedono; i miei orecchi non Ti odono. Abbi pietà di me. Sono tua e voglio che siano tue tutte le anime. - Furono legate attorno al mio collo grosse corde; il mio corpo fu flagellato con palline di ferro, o cose simili. Cammino verso il Calvario attraverso strade strette e cupe. Il sangue scorre. I dolori alle ginocchia e alla testa sono insopportabili, quelli alle orecchie mi trapassano da un lato all'altro. Le mie labbra sembrano incollate: non possono aprirsi per pronunciare parola. Il cuore va assetato, vuole fare un volo fino alla cima del Calvario: desidera con ansietà dare al mondo una nuova vita: per questo corre, si butta pazzo e cieco nelle sofferenze.

Sulla cima del Calvario, mentre stavano inchiodandomi sulla croce, vidi il soldato che, con grande crudeltà, dava le martellate senza esitazioni: il suo sguardo era crudele e terrificante. Fu tale il dolore, che il mio cuore rimase soffocato e mi parve di perdere la vita: durante tutta l'agonia della croce non tornai a ricuperarla... Venne Gesù e mi disse: - Attraverso le tue tenebre scendo ai tuoi dolori; vengo incontro al tuo martirio, figlia mia. Anzi, non sono sceso, non ho attraversato, non sono venuto: ho visto tutto; tutto mi era presente, perché sono in te. Mi faccio sentire appena. Voglio convincerti che abito in te; che non ti abbandono neppure un istante. Coraggio, coraggio sempre! Le tue tenebre dànno luce; il tuo martirio, i tuoi dolori, la tua morte, dànno vite. E’ con il tuo dolore che le anime risuscitano; è con le tue tenebre che ricevono grazia e accolgono la mia vita divina. Ti ho tolta dal mondo per darti al mondo. Accetta il Cuore del tuo Gesù... Non è per ricevere Sangue, ma per ricevere vita. Non ricevi sangue perché non può riceverlo il tuo cuore ora tanto indebolito... Compio il miracolo di conservarti la vita... Mostro così di più il mio potere, conservandoti la vita in questo tuo stato. Prendi nelle tue mani il mio divin Cuore: hai la chiave per aprirlo e chiuderlo: è chiave di grazia, purezza, amore. Il Cuore è mio, la chiave sei tu. Aprilo e racchiudi in esso le anime che vorrai. Il cielo assiste gioioso a questa consegna del mio divin Cuore a te. Che grande meraviglia! Unisci questa grazia all'insieme di grazie che da Me hai ricevuto. - ... Rimasi confusa, non sapendo che dire a Gesù, nell'udire da Lui tante cose e nel vedermi depositaria di così enorme ricchezza. Vorrei custodire il mondo intero in questo scrigno divino che mi è stato consegnato... (diario, 6-7-1945).

Questa notte, a mezzanotte, tutto era tristezza e morte. Mi sentivo in un grande bosco, circondata da lupi e cani che ululavano e volevano assalirmi: erano demoni...

Lottai con violenza e per molto tempo... Terminò la lotta e Gesù non venne: rimasi tanto triste... Dopo la Comunione, Gesù, stringendomi a Sé, mi parlò: - Permetto la tua sofferenza e la tua riparazione... Sei vita per le anime, sei salvezza per loro... Sai perché ti ho addossata la riparazione di questa notte? Perché era urgente che tu riparassi in quell'ora. Fu in riparazione delle famiglie, dei focolari. Io voglio figli e uccidono i miei figli! Io sono più padre di loro. Guarda quanto soffro! E sono offeso allo stesso modo da un gran numero di non sposati; - e mi precisò la condizione (erano sacerdoti) con molta tristezza. Si reclinò verso di me con grandi sospiri. - Sono ferito, sono ferito, circondato da spine. O mia sposa cara, soffri con Me...

Balsamo delle mie piaghe, medicina delle anime... Nel tuo cuore sta il Mio, nella tua intelligenza sta la Mia, sulle tue labbra, nelle tue parole, stanno le Mie. Tutto il tuo essere è Cristo, hai la vita di Cristo. Chi vive con te, vive con Cristo; chi tratta di te, tratta di Gesù. Dónati al mondo, dónati alle anime. Madre mia benedetta, vieni a dare alla nostra figliolina conforto e vita che quasi non ne ha più. -

Venne Mammina... io rimasi fra Lei e Gesù... (diario, 7-71945).

... Non riesco a dimenticare quanto soffre Gesù per il mondo. Soffro con Lui. Quanto lo offendono le famiglie!... Se gli uomini vedessero le scene orribili e ripugnanti, la follia per il piacere che vi è dovunque e che ho veduto con gli occhi della mia anima, ne sentirebbero nausea e avrebbero vergogna di se stessi. - Se io posso riparare, mio Gesù, fa' che io soffra sempre... - Su questo punto il demonio mi tormenta molto... Oggi mi assalì con tutta la violenza... Lottai, ed in pericolo molto grave; Gesù ebbe compassione di me: solo Lui sa quanto mi costa questa riparazione. Tutto mi costava immensamente, ma questa delle famiglie mi costa ancora di più. Che tristezza!... (diario, 9-7-1945).

"Il tuo amore per le anime assomiglia al Mio" (Momeníi ella Passione)

O cielo, o Gesù, o Mammina, soccorretemi! Se non venite in mio aiuto, cado e non mi rialzo più... Mi sento ammanettata mani e piedi, il corpo legato con nere catene di ferro. Sembro un condannato dell'inferno. Le catene sono i peccati: è stato il demonio a mettermi queste manette, a legarmi... Con le mani incrociate sul petto, nella peggiore agonia, fisso il Cuore di Gesù e la cara Mammina; il mio grido è continuo: - Triste vita, la mia! O Gesù, o Mammina, non resisto, siate con me! - Dai miei occhi sgorgavano lacrime abbondanti; piangevo amaramente. Il mio cuore pareva venire meno, stava per morire. - Gesù, non ho cuore sufficiente per resistere all'amore né al dolore. Non permettere, o Gesù, che le mie lacrime siano di disperazione; voglio che siano solo di amore. Accettale tutte come atti di amore per i tuoi tabernacoli.- Chiedevo a Gesù che le mie lacrime non fossero di disperazione, ma non perché mi sentissi disperata; la mia anima era in pace, e ne lodo Dio. Era il timore di me stessa; erano le mie agonie; era la vista delle mie miserie che non potevano essere maggiori; non potevo sopportare il mio nulla, le mie cattiverie...

Che sarà di me, se le anime buone cessano di elevare al cielo preci in mio favore?...

Sento che Qualcuno dentro di me prende il mio cuore e, come fosse un calice, lo innalza più volte al cielo. La fonte del mio cuore non si esaurisce: è uno sforzo costante, son tutti

i mezzi usati per obbligare le anime a venire a bere ad essa. Ma, povere loro, che resistono, non vogliono bere, muoiono di sete!... (diario, 12-7-1945). Durante tutta la mattinata sperimentai in me un amore e una ingratitudine fortissima. L'amore era immenso, riempiva il cielo e la terra. L'ingratitudine era molto grande e molto grave, combatteva questo amore... Ricevetti l'ingratitudine senza cessare di amare. Con il corpo disfatto camminavo verso il mio calvario. Improvvisamente sentii come se sulle mie gote scorressero due rivoli di lacrime. Subito dopo questa sensazione mi è venuta incontro Mammina: il suo sguardo era angosciato. Uscirono da me altri sguardi e La fissarono: che sguardi di dolore e di amore! Senza aver tempo di poterla contemplare per la fretta con cui mi trascinavano, mi rimase il cuore legato a Lei mentre camminavo sempre. Ella pure camminava, guidata dallo sguardo che Le aveva ferito e attratto il Cuore e l'anima. Giunti sul Calvario, Ella assistette a tutta la scena e angosciata rimase in piedi presso la croce. Io ero in uno stato di grande sfinitezza... Il demonio prendeva l'occasione della mia estrema debolezza per convincermi che tutto era illusione e falsità... La venuta di Gesù lo fece fuggire. - Coraggio, figliolina!... Non Mi offendi, Mi ami, Mi consoli... - Gesù calmò la tempesta ed io rimasi sulla croce in agonia, in un dolore quasi insopportabile. Mi pareva che mi strappassero il cuore per gettarlo fuori perché fosse calpestato e distrutto dalle belve. Ma un altro cuore rimaneva in me, con una grande ferita sempre aperta a versare sangue. Mi pareva di liberare le braccia dalla croce per alzarle ad invocare soccorso dall'eterno Padre: che dolore e tremendo abbandono! E Mammina osservava tutto. Improvvisamente sentii come se la volta del cielo scendesse verso di me... ii Gesù dire: - Figlia mia, discese il Cielo a te per ricever la fragranza del tuo dolore e del tuo amore... - Mi sentii in esenza della Santissima Trinità, della cara Mammina e udii un coro di inni armoniosi. Mi sentii rapita: non ero della terra, vivevo una vita che non era terrena, ero come se non fossi mai stata sulla terra. Il coro si faceva sentire sempre meglio e compresi che cantavano: - Gloria, gloria, onore e amore, gloria, gloria, al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo. Gloria, gloria, onore e amore alla Madre di Dio, figlia e sposa della Trinità Augusta... - Un grande calore ardeva sempre in me. Gesù continuò: - ... Sto per darti a goccia a goccia il mio divino Sangue. Sono tuo Padre, sono tuo Sposo, e anche tuo Medico divino. Te lo devo dare a gocce affinché a gocce tu lo dia ad ogni anima: non puoi sopportarlo in abbondanza... Sai chi dentro di te, sposa amata, prende ed alza il calice al Cielo? Sono Io che lo offro molte volte all'Eterno Padre per placare la giustizia divina. E’ il calice della tua amarezza e del tuo dolore. La tua amara agonia, il tuo dolore assomigliano ai miei e al mio amore assomiglia il tuo per le anime. Sei il ritratto più somigliante a Cristo. La tua vita è vita di Cristo, il tuo cuore è il Cuore di Cristo. Poiché la tua vita è la mia e sei tutta trasformata in Me, unisco a Me le tue sofferenze, la tua crocifissione, il tuo duro martirio; e in questa unione faccio l'offerta all'Eterno Padre. Tu continuerai la tua vita di redenzione sulla terra... - (diario, 13-7-1945).

Staccata da tutto ciò che è della terra Unita a Gesù in una preghiera continua

... Mi pare di non vivere più la vita della terra, ma di vivere in una regione diversa, sconosciuta... - Gesù, quando giungerà il mio grande giorno? Quando Ti vedrò tale quale sei? - ... - O Gesù, staccami da tutto ciò che è della terra! Io non ho volere; voglio solo la Tua volontà e possederti interamente... - Soffro tanto per l'aggravamento dei miei mali fisici, che si uniscono all'aggravamento di quelli dell'anima... Domenica scorsa, sentendomi morire, ho esclamato: - Gesù, sono sola! - Ed Egli rispose: - Non lo sei, figlia mia! Sono nel profondo del tuo cuore. Che vuoi di più? Sono il tuo Sposo e ti amo tanto. Sono lo Sposo fedele che mai ti abbandona. Sono Io che ti privo di tutto: per questo senti l'abbandono delle persone care. Ti posseggo Io interamente. Ti ho staccata da tutto ciò che è della terra. Possiedi il mio Cuore con tutte le sue ricchezze. Hai tutto il mio amore che non ti verrà meno. Cammina fiduciosa e spera in Me. - Queste parole di Gesù non furono di consolazione, ma di sollievo al peso delle mie sofferenze. ... Negli ultimi giorni è ritornato il demonio a tormentarmi l'immaginazione, con la mia vita di illusione, come afferma lui, e a scuotermi il letto con forza. Mi sento frantumata dal peso di una giustizia che cade su me. Mi pare che il mio corpo ne sia distrutto e le mie vene strappate. Contemporaneamente provo grande soddisfazione nel dare a quella giustizia il mio sangue, che sembra piovere sino alla fine del mondo come riparazione. Quando ho saputo che durante la settimana non avrei avuto la Comunione, ho sofferto molto. - Anche Tu mi lasci? Come farò senza di Te? - Oggi, insperatamente, ho ricevuto la visita di Gesù Eucaristico, appena entrato nel mio cuore, mi parlò: - Eccomi, figlia mia! Mi dono a te sacramentato! Non puoi vivere senza questa vita divina, perché non hai se non questa. Sono esigenze del mio Cuore divino. Sono Io che permetto tutto questo...

Il mio grazie a chi concorre per la mia venuta qui, a sollievo della tua anima. Non hai altro appoggio se non Gesù. Chiedo che ti sostengano, che ti confortino... - (diario, 18-7-45). Non ho forza per pregare. Da piccola pregavo tanto e amavo la preghiera. Con il passar degli anni venne la malattia e aumentò l'amore alla preghiera. Se talvolta tralasciavo qualche formula rituale, ne rimanevo insoddisfatta. La malattia si aggravò. Per mancanza di forze, dovetti riassumerle. Ma aumentò la mia unione con Dio. Tuttavia, soffrivo quando dovevo tralasciarle. Che cosa è oggi la mia vita di preghiera? È quasi soltanto mentale, ma posso dire che è quasi ininterrotta. Dico a Gesù che mi abbandono tra le sue braccia; è in esse che voglio pregare, in esse che voglio soffrire e vivere anche durante i miei leggeri sonni. Quante volte la mia orazione continua, mentre chi mi visita parla! Se la conversazione non mi interessa, rimango unita a. Gesù anche se non Lo sento né Lo vedo per l'oscurità delle tenebre. Ma Gesù sa che sono con Lui e voglio soltanto ciò che Egli vuole... (diario, 19-7-1945).

... La grandezza, l'amore di Dio! (Momenti della Passione)

... Sento che ogni tanto il mio cuore tenta abbandonare il mio corpo, tenta di volare in alto, molto in alto. Assetato ed impazzito, sale come il fumo che scompare in alto: vuole

scomparire, immerso in una grandezza incomparabile. È una immensità, è un cielo illimitato ed egli vuole andarvi e restare per sempre in quella grandezza che lo attrae e per cui sospira. Vorrei esprimere i sentimenti della mia anima: è impossibile. La mia lingua non sa muoversi per descriverli: la grandezza di Dio, la potenza di Dio, la bontà di Dio e l'amore di Dio! Benedetto sia Gesù che mi fa conoscere tutto questo! Vorrei che tutto il mondo conoscesse questa grandezza: non vi sono lingue capaci di descriverla né cuori capaci di sentirla; è necessaria una possibilità sovrumana per sopportarla.

Se il mondo comprendesse che cosa è una offesa fatta a tale grandezza! E se ne commettono tante! Ho una luce, che non mi appartiene, che vede e comprende tutto con chiarezza; mi viene da piangere per non sapere esprimere queste realtà (diario, 19-7-1945).

Stamattina presto sentii che mi condussero fuori dalla prigione. La sfinitezza, il peso delle umiliazioni mi fecero cadere per terra, appena uscita... ... Era tale la brama e la premura di lasciare il mondo, per nascondermi in quella purezza e grandezza somma, che il cuore non si acquietava: non voleva macchiarsi nel fango di questo mondo; volava con sforzo, senza interrompere il volo per non cadere; si struggeva in nostalgie indicibili per il Cielo. Povero cuore! Soffriva tanto per non poter arrivare alla sua Patria!... - O mio Dio, muoio nelle tenebre! Potessi vederti! Potessi amarti!... Dammi forza e coraggio... - Insperatamente si fece sentire ai miei orecchi ed echeggiò nel mio cuore una voce: - Vieni, vieni, sposa del mio Figlio! Cammina, abbi coraggio! - E la mia anima vide stendersi verso di lei braccia per accoglierla; braccia che rialzavano il mio corpo da sì grande sfinimento e lo aiutavano a camminare. Questa voce e queste braccia venivano dall'alto, molto dall'alto. Fu un invito, fu un aiuto dal Cielo che mi attrasse ancora più in alto. Il cielo! Potessi rimanervi per sempre! Questa voce e queste braccia erano dell'Eterno Padre. Posso affermarlo, la mia anima Lo vide. Il demonio non vuole che io lo dica; lo faccio per obbedienza. Egli è al mio fianco, pieno di rabbia; mi accusa di essere falsa e bugiarda. Questa attenzione del Cielo non mi portò gioia alcuna, ma mi fortificò per salire il Calvario. L'agonia continuò... Sulla cima del Calvario, già crocifissa, sentivo con me Gesù crocifisso e vidi che Egli stese lo sguardo su tutto il mondo a contemplarlo e l'agonia aumentò. Che grande dolore al vedere tanta sofferenza inutile per molti!... Rimasi nell'amarezza per molto tempo. Venne Gesù: - ... Tu sei il canale attraverso il quale giunge al mondo tutto ciò che è divino. Se sapesse apprezzarlo, se corrispondesse alle grazie che gli do per mezzo tuo!... Figlia mia, sto per chiederti ancora una grande riparazione: tante lotte con il demonio e senza il mio conforto divino; verrò solamente quando sarai prossima a vacillare nelle tue tenebre ed amarezze. Accetti?... - - Tutto, tutto, mio Gesù: io sempre ferita e Tu sempre amato... -

- ...Nella maggior parte dei focolari scomparve il vero timor di Dio. Se non vi sono buoni genitori, non vi possono essere figli buoni. Che orrore le spiagge, i casinò, i cinema e le case del vizio! Non interviene chi dovrebbe, non se ne preoccupa chi potrebbe. Soccorrilo tu il mondo. Dammi la tua riparazione, addolcisci gioiosa il dolore del mio divin Cuore... Come premio della tua accettazione e come ricompensa dell'anniversario che oggi ricorre, anniversario in cui donasti a Me e al mondo la grande prova del tuo amore e del tuo eroismo nella sofferenza, Mi dono a te sacramentalmente. Non voglio lasciarti senza la mia Eucarestia, senza la vita di cui vivi. Mi do a te tramite il tuo angelo custode. - Un gran numero di angeli, cantando armoniosamente, discesero sopra il mio letto; la mia anima cessò di vedere Gesù in forma di uomo per contemplarlo in una Ostia bianca... L'angelo che mi porgeva l'Ostia pronunciò le parole: « Corpus Domini nostri Jesu Christi... »... (diario, 20-7-1945).

Mi sento casa aperta

... Pareti della mia camera, testimoni di tanto dolore, quanto avreste da dire se poteste parlare! Sia benedetto il Signore e benedetta la mia croce! Il mio cuore vola verso la grandezza del Cielo, fugge colmo di amarezze, molto oppresso dal dolore. Ma, nel vedere chiaramente tanta grandezza e tanto amore, dimentica tutto; tenta di non ricordare il dolore per perdersi in quell'oceano infinito di meraviglie del Signore. Con quale impegno si innalza per non macchiarsi nella polvere immonda della umanità! Voglio e non posso; non voglio la polvere ma me ne sento intaccata. Come sono sporca e bagnata dal fango immondo! Che vergogna io sento davanti a Gesù! E che spavento io sento per la giustizia divina! Mi pare che si squarcino le nubi, scoppino tuoni, e lampi enormi di fuoco vengano a distruggere un corpo. Gesù mi ha preavvisata ed è verità. Quante amarezze nell'anima: non so dirle; è impossibile. Talvolta mi pare di non poterne più.

Non so dire altro a Gesù se non questo: - Per Tuo amore e per le anime; sono la tua vittima. Fa' come vuoi. Fa' che io Ti ami quanto lo desidera il tuo Cuore divino. -

Gesù dentro di me continua ad offrire al cielo il calice dell'amarezza. Povero Gesù! Chi soffre è Lui. L'amarezza che offre appartiene soltanto a Lui, anche se sono io sempre amareggiata. È Lui che soffre, non io. Sento nella mia anima che continuano i cattivi giudizi e i falsi apprezzamenti a mio riguardo e a riguardo del mio primo direttore.

Sento che molti cuori sono induriti e ciechi alla luce della verità. Benedetta croce!

Ho detto « falsi apprezzamenti »; non sono falsi, perché, povera gente, non comprende di più. Non sa il dolore di un'anima abbandonata fra le lotte e le tenebre. Sofferenza amata! Sono così pochi quelli che ti conoscono e ti comprendono!

Da alcuni giorni sento che il mio corpo è una casa aperta a chi vuole entrare: mi costa tanto questa nuova sofferenza! Oggi, in momenti di amarezze quasi insopportabili, in cui il demonio voleva spingermi alla disperazione, insinuandomi che la mia vita è di inganni e false illusioni, forzandomi a non confidare in Gesù... io vedevo crollare tutto.

Avrei voluto dire a quelli che mi amano, anche se io non sento di essere da loro amata, di dimenticarsi di me, di abbandonarmi pure; così non sarei per loro di grande umiliazione, così non soffrirebbero tanto nel timore che la mia vita si riveli falsa.

Con gli occhi rivolti a Gesù e a Mammina, giuravo di non perdere la fiducia in Loro.

Il demonio, più rabbioso, venne come un ladro: ebbi la sensazione che mi portasse via il cuore... Fu allora che io sentii più al vivo di essere quella casa di cui ho parlato. In essa

entravano quanti volevano: era la casa del peccato ed il peccato stesso: disposta a tutto.

Mio Dio, che orrore! Quanti peccati, quanti crimini! Lottai molto e il demonio si mostrava contentissimo di fare di me tutto quel che voleva. Dissi a Gesù ripetutamente che ero la sua vittima e che non volevo peccare… La mia vita, Gesù mio! Cosa è mai la mia vita! Sia Gesù la mia forza per poter resistere a tutto. Sia Lui la guida nelle mie tenebre!... (diario, 23-7-1945).

... Gesù oggi mi ha chiesto due riparazioni dolorose, a breve intervallo l'una dall'altra. Ho lottato quasi un'ora con il demonio. Sudori e palpitazioni afflittive del cuore parevano quasi uccidermi... Mi sentivo quella casa dalla porta aperta per cui entrava chi voleva. Prima ho visto entrare molta gente pazza per il piacere, che tentava camuffarsi per non farsi conoscere. Poi ho riparato per la famiglia... Quanto si pecca e quanto si offende Gesù!... (diario, 26-7-1945).

... Gesù mi disse: - Fiore vezzoso del giardiniere divino, va' a conquistarmi anime. Porta la ricchezza ed i tesori immensi che ti affidai. Portami le anime, comprale a qualsiasi prezzo; lo scrigno di queste monete è il tuo cuore insieme al Mio. Va', di', figlia mia, che ascoltino la voce del pastore universale, di' che il mondo sarà salvo se cambierà completamente vita. Non si è mai peccato tanto come oggi. Non vi sono sulla terra giusti a sufficienza per cancellare tanta iniquità e gravità di peccati... Si faccia penitenza, penitenza... (diario, 27-7-1945).

Mi sfugge la vita, mi sento morire... Che cosa mi aspetta ancora? Che altro dovrò affrontare? Ahi, quanto la mia anima è triste, triste fino alla morte!

Appena uscito dalla camera il mio santo medico, chiesi a Gesù che desse a lui e a quanti ama il Suo amore, le Sue benedizioni e grazie, come ricompensa dei sacrifici fatti per me e per tante parole incoraggianti e piene di fede. Da lui imparo a confidare in Gesù...

Venne di nuovo il demonio... Lottai... mi parve per qualche momento di essere in pericolo di peccare... Si calmò la tempesta; ma rimasi triste nel dubbio di avere peccato. Venne Gesù con molta dolcezza e, piano piano, come una mamma che non vuole svegliare il suo figlio. Con molta tenerezza mi disse: - Mia figlia, è grande la lotta; è grande la riparazione perché sono grandi la malizia e la iniquità del mondo. Te le faccio sentire nell'anima... Ma Io sono sempre con te e avrai sempre la luce dello Spirito Santo... Non hai peccato: la tua purezza non si è macchiata... Esigo ancora la riparazione per le famiglie e per un altro male che va dilagando nel mondo e che mi ferisce gravemente. Ecco perché ti senti spogliare e divenire corrotta: è l'immodestia, figlia mia, delle persone provocatrici le quali vanno quasi svestite a invitare al male; corrompono i loro corpi e, ciò che è peggio, anche le loro anime... (diario, 9-8-1945).

Un cuore mondiale di pietra (Momenti della Passione)

Durante la notte ho sofferto molto, ma in unione con Gesù. Anche Lui soffriva molto: prigione, scherni, schiaffi. In Lui, con Lui iniziai al mattino il viaggio al Calvario. Nelle mie mani sentivo le Sue; con i miei piedi Egli camminava, stava in tutto il mio corpo e soffriva. Ma in me e fuori di Lui vi era un cuore di pietra. Questo cuore era il mondo; vedeva tutte le sofferenze di Gesù: la flagellazione, la coronazione di spine, i capelli intrisi di sangue e tutta la tragedia lungo il cammino della montagna; nulla lo rattristava, nulla lo commoveva. Le corde che mi trascinavano con Gesù continuarono lungo il Calvario a lacerare il mio corpo come già i flagelli. Gesù fu con me inchiodato sulla croce ed in me piangeva nel vedere la durezza di quel cuore che era in me. Soffersi tanto nell'avere in me contemporaneamente Gesù e quel cuore indurito che non aveva compassione per nessuna sofferenza. Sentii che il peso schiacciante della giustizia del Padre cadeva su Gesù e non su quel cuore indurito. Gesù era colmo di vergogna, schiacciato; e quel cuore mondiale non dava segno di compassione... (diario, 10-8-1945).

Che il Cielo sia con me! Mi sento come fossi condannata all'inferno. L'anima mia sente quegli orribili supplizi; i suoi occhi vedono i demoni tormentatori; in tutto il corpo mi pare di sentire quel fuoco nero e distruttore; le mie orecchie odono le urla dei demoni e tutta quella disperazione infernale... - Mio Dio, condannata all'inferno! Spero che per la Tua bontà infinita non sia così. - Quando mi sento in quella disperazione eterna, mi schiaccia il peso della giustizia divina. Volere vedere Dio e non potere! È di gran lunga il più doloroso tormento dell'inferno. L'anima mia trema sgomenta per la paura. Quali indicibili sofferenze vi sono in me!... Il mio stato mi porta a pensare che sto per morire... (diario, 13-8-1945).

... Oggi ho cominciato a sentire come se nella mia anima si svolgessero danze mondane, eseguite con tanta malizia e che da esse si passava a peccati orribili...

Dopo un po' di tempo venne il demonio: inviti al peccato seguiti da scene e da parole turpi... Mi sono offerta vittima a Gesù e sono rimasta triste nelle mie tenebre, nel mio penare... (diario, 14-8-1945).

... Che sarebbe di me se per un solo momento perdessi la fede e la fiducia? « Perdere Dio, non vederlo mai! » E’ questo il grido che esce dalla mia anima di tanto in tanto, spontaneamente. ... Continuo a sentirmi condannata all'inferno. Ieri, giorno di Mammina [Assunzione], questa sofferenza fu molto dolorosa. Mi sentivo in quel carcere infernale e legata con catene di ferro... Senza potermi rassegnare alla perdita di Dio, sentivo tale disperazione, ma non ero io ad essere disperata, che mi obbligava a rivoltarmi contro Dio stesso, a maledire Lui, il mio angelo custode, genitori e compagni di peccato e le strade che mi condussero a peccare; maledicevo me stessa, tutto il cielo e tutta la terra. Che orrore continuo! Sapevo di essere degna soltanto dell'inferno, ma non mi adattavo a quel luogo e alla perdita di Dio. Coprivo il più possibile tutta questa sofferenza con il sorriso che contrastava con ciò che avveniva nell'anima mia; perciò il mio sorriso mi pareva falso, bugiardo, molto bugiardo. O triste giorno dell'assunzione di Mammina!...

Sola, nelle tenebre dell'anima, nell'oscurità della cameretta, nel sentirmi assalita dal demonio ed abbandonata completamente non potei trattenere le lacrime: piansi a lungo. Chiesi a Mammina di portare le mie lacrime a tutti i tabernacoli del mondo per consolare Gesù... Venne Gesù: - ...Non temere, figlia mia, non sei condannata! La tua sofferenza è per evitare che si condannino le anime... Coraggio, coraggio!... - (diario, 16-8-1945).

Calamita di amore per le anime (Momenti della Passione)

... Coperta di insulti e scherni presi la croce e camminai verso il Calvario. Soffrivo tutti i tormenti della Passione e il tormento dell'inferno. Il mio calvario si svolgeva attraverso l'inferno: tra il fuoco, le disperazioni e le maledizioni, senza rassegnazione per la perdita di Gesù e sotto il peso di tutta la giustizia divina. Arrivai alla cima: il mio corpo non era corpo: era uno scheletro macchiato di sangue, coperto di polvere e sputi. Così fui inchiodata sulla croce: croce di tenebre, morte di tenebre, feretro e sepoltura di tenebre.

... - Mio Gesù, come può esservi ancora nel sepolcro l'inferno e il peso della giustizia divina? Non abbandonarmi, o Gesù; vedi che senza di Te non resisto. -

In queste sofferenze la mia anima fu ferita da violente spine che, come bombe micidiali, rapidamente distrussero tutto. Scomparve lo scheletro del mio corpo insanguinato: rimase il dolore, rimasero un cuore che soffriva tutto e occhi che versavano molte lacrime. E’ impossibile dire la mia amarezza... Le lacrime scorrevano lungo le guance ed io le offrivo a Gesù mentre pensavo: saranno perfette le mie lacrime? Saranno lacrime dovute a colpa mia? Esaminavo la mia coscienza, la quale non mi dava segno di accusa. Mio Dio, forse che non so esaminarmi? Solo una cosa mi pesava: il tono da me usato in alcune parole che avrà forse umiliato qualcuno? Mio Gesù, Tu ben sai che non era quello il mio scopo. Una voce molto dolce mi susurrò: - Procedesti bene, così doveva esser fatto. - ... In questo prolungato martirio, anche senza veder nulla, sentii nell'animo una nuova trasformazione: una brezza soave cancellò ogni dolore. Subito dopo apparve Mammina con Gesù Bambino in braccio. L'anima mia, per un istante, vide solo tutta la sua bellezza... Molto sorridente, il Bimbo mi tendeva le braccia tentando staccarsi da quelle di Mammina. Quasi come volando saltò tra le mie e subito si nascose nel mio cuore; Mammina sparì. La sua Voce divina si fece udire dentro di me: - Mia figlia, per ogni tuo dolore, per ogni tua virtù ti è data una scala: per quelle dei dolori possono salire continuamente i peccatori, per quelle delle virtù, le anime assetate di Me. Ripara: vedi come salgono. - Le scale erano tante, tante; era molto grande il numero delle anime che vi salivano; alcune salivano tanto rapidamente: la mia anima sorrideva al vederle... Gesù continuò: - Sono scale sicure, non vi è tempesta che le faccia crollare, non vi è lama che le tagli, non v'è fuoco che le bruci... Sono scale calamitate che attraggono... Anche se qualche anima cade, non si stacca e ricomincia a salire... Sono colombe che ritornano alla loro colombaia... La calamita sei tu, tu sei la colombaia, sei il palazzo di amore: là, dall'alto, diffondi l'amore sulle anime... Coraggio! Vedi quanto valgono i tuoi dolori... - (diario, 17-8-1945).

Il più doloroso tormento è la perdita di Dio

Quando potrò tralasciare di obbedire circa l'obbligo di dettare i sentimenti della mia anima? Vorrei che essi morissero e scomparissero in me come io sento di essere morta e scomparsa. Tutto vive, tutto canta e benedice il Signore; gli uccelli e ogni creatura Lo lodano; eccetto io: da me non è lodato, non è amato. La mia vita non esiste; fu una vita perduta. Quante volte sgorgano dalla mia anima violenti impulsi e sfoghi quasi disperati: « Maledetta la mia vita! Meglio non fossi nata; maledetto il latte che mi ha nutrita, e maledetti coloro che mi hanno allevata ». Le fiamme dell'inferno si estendono su di me. Colà tutto è orribile ma il maggiore e più doloroso tormento è la perdita di Dio. Lo potessi almeno vedere! Nonostante il peso della sua divina giustizia, vorrei amarLo. Almeno Lo amassi qui: voglio dire che in mezzo a queste sofferenze che lacerano l'anima non perdessi la serenità e la pace. A volte mi pare di disperare. Ma il mio Gesù misericordioso mi soccorre e solleva il mio spirito;... io abbraccio la mia croce con maggiore amore e più fiducia. Il demonio mi dice che sono io che invento le mie lotte per aver da dettare. Mio Gesù, vorrei amarti, ma non vorrei avere da dettare... Ebbi con il demonio due attacchi violenti e di lunga durata... Il cuore mi batteva così forte da non poter più resistere, il sudore mi bagnava tutta... Stavo abbracciata al mio crocifisso, lo stringevo con tutta la forza possibile, dicendo: - O Gesù, o Mammina, amarvi sempre; riparare sì, peccare no, piuttosto l'inferno. - Le mie forze non resistevano più: né quelle dell'anima né quelle del corpo. Venne Gesù e pose termine alla lotta: - Maledetto, maledetto, sia tu maledetto ancora, maledetto nella eternità. Vieni, figlia mia, vieni, mia vittima... sono testimonio della tua riparazione: non Mi hai offeso... - (diario, 21-8-1945).

«Tu sei la fonte, Io sono l'acqua» (Momenti della Passione)

... Vedo avvicinarsi la morte e tutto il martirio che mi causerà; ma sono obbligata a camminare: l'amore è una forza irresistibile. Sento nell'anima la preparazione della grande cena: la cena dell'amore e sento che sono io il cibo di quel grande banchetto; sento che vado a darmi in alimento, che sono la vita delle anime. Sento, ma non sono io; so che non sono io: è Gesù, solo Gesù. Il mio cuore è sgomento e i miei occhi già piangono lacrime di sangue. L'amore copre e dimentica; ma gli orrori continuano. Giovedì, triste giovedì! Sei tu che mi porti la morte (diario, 23-8-1945).

... Vivevo simultaneamente due stati d'animo: sentivo i tormenti dell'inferno e quelli della Passione. Nelle sofferenze dell'inferno sentivo il fuoco negli occhi, nella lingua, nel cervello, nelle orecchie, tutto il mio essere era incandescente; maledicevo la croce avuta nella vita perché non ne avevo tratto profitto per salvarmi. Mentre soffrivo questo, percorrevo le strade del Calvario, tanto oppressa dal dolore che non potevo pronunciare parola. Le lacrime dei miei occhi erano di sangue. Schiacciata sotto il peso della croce, curva fin quasi a terra, cadevo sfinita.

Dopo l'incontro con Mammina incominciai a sentire nel mio due altri Cuori: quello di Gesù e dentro di esso quello di Mammina... Quei due Cuori soffrivano un'agonia di morte. Nessun grido né gemito era accettato dall'Eterno Padre; persino la consegna dello Spirito pareva non essere accettata. Il dolore di avere offeso Gesù mi accompagnò sino alla fine di questa agonia... Dopo questo prolungato martirio venne Gesù: - Figlia mia... il tuo cuore è una fonte inesauribile che Io feci zampillare: tu sei la fonte e Io sono l'acqua... Voglio che vi bevano le anime che per Me sospirano, affinché si incendino del mio amore; voglio che vi bevano i peccatori, affinché si purifichino... Sei sempre la mia sposa, la mia Alexandrina. Tu sei per il mondo e non sei del mondo... Nel mare tempestoso della vita, nella notte tremenda di perdizione eterna, sei tu il faro, sei tu la luce dell'umanità intera. Coraggio! In te ci sono Io. La tua notte, le tue tenebre e il tuo martirio aumenteranno, perché si avvicina il tuo cielo. Non vi sarà luce capace di illuminarti, né parole che ti possano confortare davvero. Giorno per giorno sentirai sempre meno in te il mio divino amore e ti parrà quasi falsità la mia presenza in te. Ma ci sono sempre: confida! Se tu ti senti privata di Me e quindi condannata all'inferno, è per soccorrere le anime... - (diario, 24-8-1945).

Solo oggi posso parlare dei sentimenti della mia anima e con tanto sacrificio che mi pare mi vengano strappate le viscere. Arde l'inferno dentro e fuori di me. Ho perduto Dio, ho perduto il Cielo; mia abitazione è l'inferno e lo sarà eternamente. Che orrori! Sento che mi sono accecata ed uccisa da me stessa. Sono stata io, io sola, la causa della mia perdizione eterna... Le tenebre affogano la mia anima; acciecano gli occhi dell'anima e del corpo; si è oscurato il mondo intero. È notte nel tempo e sarà notte nell'eternità. Non v'è chi mi aiuta; ho perduto Gesù, ho perduto gli amici; ho perduto coloro che mi amavano tanto e che io tanto amavo. È scomparso tutto; non fu un taglio, fu un fuoco che tutto distrusse. O mio Dio, mio Dio, il mio abbandono! Sono sola in mezzo al mondo! Ho perso tutto per non possedere più nulla. Mio Dio, credo in Te. Permetti almeno che io confidi in Te... Quanto soffro viene da Te, è da Te permesso; così credo; ed è per Te che l'accetto. Per Te e per le anime... Sento grande necessità di castigare il mio corpo: tutta la penitenza è poca: è una esigenza di Gesù; dovrebbe essere fatta dal mondo intero, e tutto cade su di me: il mio corpo è lo strumento di questa penitenza.

... Soffersi molto con il demonio... Tre attacchi violenti vennero a tormentare il mio corpo... Potei finalmente invocare i nomi di Gesù e di Mammina: chiesi che mi aiutassero in così tremendo pericolo, affermando che non volevo peccare. Cessò la lotta... Venne il mio Gesù: Confida, che non ti abbandono, che sto in te. - ... Non posso più resistere alle nostalgie della alimentazione. Non posso più resistere ai desideri che mi sia ridato il mio padre spirituale. Non sopporto più le ansie di dare Gesù alle anime e le anime a Gesù. Ho sete e questa sete è di Gesù. Voglio saziarla e non posso: soltanto un mondo di amore lo può saziare, ed io non lo posseggo... (diario, 30-8-1945).

O inferno, inferno! (Momenti della Passione)

Cosa sono io? L'insetto più vile, lo straccio più immondo e inutile.

Mi sono perduta, mi sono perduta! La mia vita è inferno, il mio letto è inferno, la mia morte è inferno, la mia eternità è inferno. Mi sento bruciare in esso, tormentata in tutti i sensi dal demonio. Che antri spaventosi! Odori nauseanti tormentano perfino l'anima!

E la perdita di Dio! Non più vedere quella Perfezione che affascina cielo e terra! E perderla per sempre! Solamente la sua Potenza, solamente la sua Giustizia sono presenti anche nell'inferno e mi annientano. E la mia rivolta contro di esse è disperata. Non ho parole che mi soddisfino per poter maledire tutto... Sento, molto frequentemente, che un Cuore dentro al mio è ferito, pugnalato: so che è il Cuore del mio Gesù. Questo mi tormenta tanto! Come si può aver l'ospite più amato dentro di sé e avere il coraggio: di trattarlo in questo modo? Coprirlo di spine, farlo sanguinare?

Queste spine... dal Cuore di Gesù penetrano nel mio e lo trasformano in una massa di sangue. E così resta questo dolore unito in un solo cuore. Il Cielo scende e presso di me si apre un vulcano di fuoco: scende come bomba distruggitrice che incendia tutto. E’ la giustizia dell'Eterno Padre, che non può sopportare di vedere Suo Figlio così ferito.

Ho paura perché sono sola; mi hanno abbandonata: mi odiano i nemici e gli amici mi abbandonano... Il calice della mia amarezza, nella notte silenziosa dell'Orto è offerto all'Eterno Padre, mentre, incuranti, gli amati del mio cuore dormono. Io soffro, Gesù soffre... O passione, o dolore e amore di Gesù che non siete conosciuti!... (diario, 6-9-1945). Che paura di Gesù, che pena per Gesù, che nostalgia di Gesù! Paura perché sento avvicinarsi la morte e temo nel dovergli dare i conti; sento di offenderlo e pena di vederlo offeso; nostalgia di vederlo e goderlo eternamente... Soffro nel soffrire e soffro sorridendo... Continuai a vedere Gesù camminare con la croce sulle spalle; con quale compassione Lo contemplai!... Ad ogni momento Gesù cadeva, ma questa volta cadeva in me, perché il cammino del Calvario ero io stessa. Quando asciugarono il suo Volto Santissimo, lo lasciò impresso in modo tanto vivo; io sentivo che quel Volto, quel ritratto senza pari, doveva essere contemplato sino alla fine del mondo.

Avesse il mio cuore la generosità di quella donna che si avvicinò a Gesù! Fu grande la ricompensa che da Lui ricevette. Stavo sul Calvario, nell'agonia della croce e mi sentivo anche nell'inferno con demoni e fiamme su di me. Le fiamme salivano, ma non consumavano né distruggevano la croce su cui ero inchiodata; non facevano scomparire le sofferenze della Passione; anzi facevano splendere la Croce...

Continuai a restare in croce in un abbandono irresistibile... Vengo, figlia mia,... vengo con sete; lasciami bere al tuo cuore... bere al tuo cuore perché nel mondo non posso bere. Vado di cuore in cuore chiedendo di entrare, come in grembo a mia Madre andai di casa in casa per la città di Betlemme; quasi nessun cuore, come allora, mi vuole accettare. In te lo sazio la mia sete... - (diario, 7-9-1945).

Una lettera a Mammina

« Vengo ai tuoi piedi umiliata, confusa e pentita. E perché vengo? A salutarti, a felicitarmi con Te nella festa della tua Natività. Tu sei benedetta, Tu sei pura, sei bella, sei santissima! Benedetto sia Colui che Ti ha creata! Benedetta sia l'ora in cui sei venuta al mondo! Senza di Te non avrei Gesù! Mammina, vorrei avere una infinità di anime da offrirti, di cuori per amarti, di lingue per lodarti! E non ho nulla! Il mio corpo non possiede quell'anima, quel cuore, quella lingua degni di esserti offerti. Che povertà, che miseria! Mammina, accetta la mia offerta, non respingerla: come prova del mio amore Ti do la mia verginità, la mia purezza, il mio corpo, interamente.

Sono tua in tutto e per sempre. E per consolarti di più e meglio, per riparare le ingiurie fatte al tuo Cuore immacolato, Ti offro il Tuo e mio Gesù nella Comunione di oggi e le sofferenze di questo giorno, insieme ai fiori creati dal loro Autore. Mammina, non ho altro da darti, non so più cosa offrirti. Sono la tua figlia più povera e indegna.

Conservami per Gesù. Dammi il tuo amore.

Sarà questa l'ultima lettera che Ti scrivo? Fra un anno sarò già in cielo? Non pensavo di essere ancora sulla terra. Ma spero tra poco di venire a lodare Te e Gesù eternamente. Mammina, accetta l'amore, le felicitazioni di coloro che mi sono cari. Conservali tutti nel Tuo Cuore e in quello di Gesù. Difendi anche il mondo intero.

Baci e saluti dalla tua povera figlia e da coloro che sono cari al mio cuore... » (8-9-1945).

Nel giorno di Mammina mi sono sforzata assai per consolarla e provarle il mio amore, senza riuscirvi. Ho scritto di mio pugno quanto avevo nel cuore... Ho fatto collocare la lettera ai piedi della statuetta con un mazzo di fiori: mi sono mostrata gioiosa ed entusiasta, ma dentro di me tutto era morte; mi pareva di ingannare e mentire a me stessa. Nel raccomandarle nuovamente quanto Le dicevo nella lettera, sentivo come se non Le fosse gradito e lo respingesse. Da allora sono rimasta come se la mia vita vagasse tra cielo e terra: non sono del mondo, non sono del cielo... (diario, 11-9-1945).

«Ridurrò i Miei colloqui, ma resto in te come mai»
(Momenti della Passione)

... - Non temere il peso della croce: venga ciò che deve venire; ti ferisca ciò che ti deve ferire; vincerai con Me. La barchetta avanzerà sicura nel mare, anche se la tempesta la insidierà da ogni parte. La mia divina causa vince. - Sentivo come se io fossi una barchetta che andava tra le onde alte di impetuose tempeste. Non ne era scossa, non affondava, non temeva, perché in essa vi era Gesù. - Figlia mia, ridurrò i miei colloqui e la loro durata... Il mio amore e la mia divina Luce saranno in te come il sole che filtra fra le nubi e a mala pena riesce ad illuminare e a riscaldare. Tutto corre verso la fine: persino le meraviglie che opero in te e gli effetti sensibili del mio amore. Abbi coraggio! Più che non mai tu Mi ami e più che non mai Io sono in te. Ora mi dono a te nell'Eucarestia. Come prova che sei la mia vera crocifissa, ti prometto di non lasciarti alcun venerdì senza la Comunione: l'avrai per mezzo dei miei discepoli, o degli angeli oppure da Me stesso, come sto per fare ora. - Gesù prese nelle Sue santissime mani un'Ostia e disse: - Corpus Domini Jesu Christi... Sono la tua vita, il tuo alimento. Credi che sono Io? Chiedimi ciò che vuoi. - Credo, perché credo nella Tua parola... - Mi fece gustare una gran pace. - Gesù, Ti chiedo di essere santa, come Tu lo vuoi, se lo vuoi.. - (diario, 14-9-1945).

« ... Grazie per quanto ha fatto per me e per i miei. Soltanto Gesù la può ricompensare.

Perdoni il mio silenzio; le mie poche energie non mi consentono di più; se non fosse per la mia forza di volontà, non farei nulla. Le sofferenze del corpo e dell'anima sono talvolta insopportabili; quanto si soffre, padre mio! Il mondo non lo comprende. Io non vivo se non per soffrire, e, tante volte, mi pare di vivere solo per peccare...

Muoio nell'abbandono, nelle tenebre, senza amore per Gesù, e quasi sempre tormentata dal demonio che tanto fa perché io offenda Gesù. Preghi, padre mio, e faccia pregare per me Gesù e Mammina perché abbia la forza di resistere a tutto. Sono soltanto miseria, ma non voglio davvero peccare, né macchiare la mia anima.

Il giorno 11 mi sono unita alla festa dei novizi. Li ho racchiusi tutti nel Cuore divino di Gesù e per tutti ho chiesto amore. Non potendo scrivere a tutti, non scrivo a nessuno, ma possono star certi che Gesù è contento di loro, se non Lo offendono, se Lo amano e fanno la Sua divina volontà... » (lettera a d. Umberto, 15-9-1945).

Sono pazza di vergogna e di amore (Momenti della Passione)

Passai la notte triste, ma in unione con Gesù... Uscii dalla prigione... Sentivo in me Gesù che, pazzo di amore, camminava tra una moltitudine, preoccupato soltanto di dare a tutti il cielo: solo l'amore di un Dio poteva affrontare così grande martirio... Lo vidi cadere; vidi il Suo santissimo Volto contuso, ferito, con sguardo di compassione e profonda tristezza. Quali sguardi dolci che invitano e attirano le anime! Io non potevo resistere a quell'invito di Gesù; non sopportavo quel dolore, stavo per svenire. Lo vidi molto chiaramente: croce sulle spalle, un ginocchio a terra e l'altro alzato mentre faceva un grande sforzo per rialzarsi. Dietro di Lui camminava una donna; non ne ho veduto il volto, ma solo la folta capigliatura sciolta... Quando, giunta al Calvario, mi tolsero le vesti, brandelli di carne vi rimasero incollate. I dolori dei nervi, o non so di che, furono tali che si ripercossero nel cuore a tal punto che mi lasciarono senza respiro e quasi senza vita. La mia lingua ferita era tanto gonfia che mi pareva non poterla contenere nella bocca. Il mio volto non era volto: sentivo che non aveva forma umana... (diario, 21-9-1945).

Tornai a ricevere Gesù Eucaristico. Dove scese mai! Nella cecità del mio spirito, nelle tenebre orribili, nel mare immenso e spaventoso di corruzione... Questo mare, lo sento in me e, allo stesso tempo, separato da me: mi causa orrore e non mi appartiene. Non posso permettere che Gesù vi scenda e non so come fare. Egli si lascia trasportare e va a ferirsi in questo fango tanto avvelenato: è immondizia che ha spine le quali feriscono e lo fanno sanguinare. Vorrei impedire che Gesù si posi in esse e non riesco. Sono pazza di vergogna e pazza di amore: di vergogna nel sentirmi in quello stato, di amore che va in cerca di tutti i mezzi possibili per impedire che Gesù si posi su ciò che tanto Lo ferisce.

Ma questa mia pazzia di amore si avvolge nella notte tenebrosa del mio spirito...

Il mio povero spirito, rifiutato dal cielo e dalla terra, vaga in una regione che non vide mai luce. Va come l'uccello che, senza tregua, batte le ali, giorno e notte, e non riesce a riposare: se sale, non trova via d'uscita; se scende e si immerge, non la trova ugualmente; non c'è cammino per cui io possa uscire dalle tenebre. Il cuore e l'anima tremano e piangono sgomenti. Che orrore, mio Dio, che disperazione in me! Ma sono disperazioni che mi permettono di restare calma e serena. È la Tua volontà divina, o Gesù, e io l'accetto. Quante volte sento bere avidamente nel mio cuore fino alla stanchezza! Chi beve lo fa con molta dolcezza, lo fa con tanto gusto ma non è mai sazio. Io pure non mi sazio; non vi è nulla che mi soddisfi e consoli. Per quanto soffra, nulla soffro e nulla ho da offrire per consolare Gesù. E le mie anime muoiono di fame; voglio salvarle; non posso vederle morire... (diario, 24-9-1945).

Anniversario della mia prima crocifissione

« .. Come è stata dura la nostra prova! Come si può resistere a tanto? Se è per la gloria di Dio e per il bene delle anime, sia benedetta! Gli uomini ci hanno separato, ma Gesù no. Creda, mio buon padre, fu grande e doloroso questo penare, ma la sento molto intimamente unita nel cuore e nell'anima. Quanto Gesù unisce gli uomini non possono separare. Nella nostra lontananza e nel nostro silenzio si sono raddoppiate le preghiere; e lei è sempre nel luogo ove Gesù l'ha collocata: il primo posto nel mio cuore. Gesù non è ingrato, e soltanto Lui sa quanto le devo, sa quanto lei mi ha insegnato ad amarlo. È un peccato che le cose di Gesù siano così mal comprese. Non ho parole per dire quanto ho sofferto e fatto soffrire, anche se involontariamente, coloro che mi attorniano. Per quanto volessi nascondere il mio dolore, non ho avuto forze per fare di più. Padre mio, sono stata quasi abbandonata, con le sole briciole che le anime sante mi vogliono dare. Ma queste stesse briciole me le hanno nuovamente tolte, lasciandomi sola, senza luce, senza conforto, senza niente. Povera me, se non ci fosse il mio medico! Quante ore per infondermi coraggio e fiducia! Ma, padre mio, ora non ne posso più. Gesù la porti qui in fretta per guidare l'anima mia a Lui e a Mammina, perché io possa andare a riposare nella mia Patria. Ho iniziato questa mia il giorno 24 per terminarla il 3 ottobre. Che triste data! Sette anni fa, la mia prima crocifissione! Se Gesù mi avesse mostrato subito tutto, sarei morta di paura. Quante sofferenze mi ha procurato la prima crocifissione! Che vita così mal compresa! Ma che amore e follia di Gesù per la mia anima! Sì, io voglio soffrire tutto per amore di Gesù e delle anime! Prego per coloro che mi hanno fatta soffrire: non voglio male a nessuno; voglio vedere tutti in cielo. Padre mio, questa lettera rimane qui ad attenderla. Non voglio disobbedire mai. Gesù è degno del nostro sacrificio... » (lettera a p. Pinho, 24-9-1945).

... Senza volerlo vidi la mia vita di grande sofferenza: mi si presentò tutto dalla data della mia prima crocifissione, avvenuta sette anni fa; ho rivissuto ogni ora, ogni momento. Ho risentito gli spaventi, gli sgomenti di quelle ore amare; ho provato l'afflizione che il mio direttore in questa occasione ha sofferto presso di me; ho sentito le lacrime che i miei, terrorizzati, hanno versato. Se Gesù mi avesse mostrato tutto, la morte avrebbe vinto; senza un miracolo sarei morta. E ho sofferto tutto questo in una grande cecità di spirito. Il demonio ne approfittò per i suoi fini... A notte alta, mentre era grande la mia agonia del corpo e dell'anima, venne Gesù; con un gesto della Sua mano santissima fece cessare la lotta infernale: - Vattene, non vinci; la vittoria è della mia vittima... Figlia mia, vengo ad assicurarti che non hai peccato; sono Io che voglio questa grande riparazione: la posso chiedere soltanto ad un cuore puro. Vengo a sollevarti dalla tua sfinitezza, ad alleggerire il peso della tua croce... Tu sei un tesoro per i peccatori. Guai a loro senza la tua dolorosa crocifissione! Dopo questa lotta, non potevo lasciarti in così grande prostrazione e non potevo lasciar trascorrere le ultime ore dell'anniversario del felice giorno in cui ti ho crocifissa per la prima volta [senza venire]; abbi fiducia!... La tua crocifissione è la più reale e la più assomigliante alla mia. Quanto ti amo e quanto amo le anime! Faccio tutto per loro. Ritorna alle tue tenebre, riprendi la tua croce, portala contenta per amore. - Le parole di Gesù sono state per me come una brezza che passa, una luce che sparisce. La mia croce!... (diario, 4-10-1945).

O santa obbedienza che tutto puoi!

« ... Non ho proprio forza né disposizione per nulla, proprio per nulla. Gesù e Mammina abbiano compassione di me. Non so dire la sofferenza della mia anima: è impossibile descriverla. Ho paura di lei e di tutti gli amici. Non so dove fuggire, né dove nascondermi. Che cosa sarà di me? Sono diventata cieca [spiritualmente]; la mia cecità è completa. Quanto costa vivere così! Appare soltanto la mia miseria, il mio nulla, e tanto chiaramente che mi causa dolore. Preghi per me, mio buon padre, e chieda a tutti di codesta santa casa che si faccia lo stesso. ... Ho fiducia in Gesù, ma il mio stato di salute molte volte mi fa cadere nella desolazione. Se è necessario, Deolinda può venire ad Oporto, ma gli orari dei treni sono scomodi, a meno che faccia la linea di Póvoa; non sa dove sia la vostra casa; ella dovrà avere la bontà di farcelo sapere. Mio Dio, tanti sacrifici e fatiche per causa mia! ... Ha bisogno di venire da me? Ho tanta paura! Sono sazia di domande! Se non fosse per amore di Gesù e potessi sfuggire a tutti, lo farei.

Vuole obbligarmi a scrivere sempre? Io non ne posso più! Porto questa croce trascinandola, ma non come chi la vuol portare a destinazione: è di malavoglia e per obbligo, che la trascino. O santa obbedienza che tutto puoi!... » (lettera a d. Umberto, 11-10-1945).

La Mammina dei dolori - O se i cuori comprendessero!
(Momenti della Passione)

Allo spuntare del giorno uscii dalla prigione... Il ricordo di quella prigione e dell'amore di Gesù mi spingeva a camminare... Mi venne presto incontro la « Mammina dei dolori ». Fu necessario che Gesù mi infondesse la sua forza perché io potessi guardarla, tanto era addolorata e potessi in più sopportare il dolore che Ella sentiva per me. Seguiva i miei passi di strada in strada, o, meglio, seguiva i passi di Gesù che era in me, carico della croce. Gli occhi dell'anima, gli occhi che possedevano gli sguardi di Gesù La vedevano venire dietro di me, piangente e con il cuore attraversato da molte frecce. Che dolore, il Suo! Dolore che nessuna creatura sarebbe capace di sopportare: non potere avvicinarsi a Gesù e rialzarlo nelle sue cadute! Avrebbe voluto baciarlo, pulirlo, lavargli le ferite con le sue lacrime. Tutto questo la mia anima vide ed il mio cuore sentì. È la scena più dolorosa che il mondo possa osservare... Sul Calvario fui sollecitata alla fretta con spintoni bruschi. Gli occhi non potevano aprirsi per il sangue, ma anche la vergogna mi obbligava a tenerli chiusi: essere spogliata in pubblico! Sentii subito che Mammina, con il suo manto, voleva coprire Gesù che era in me; siccome non le fu consentito, le frecce che le trafiggevano il cuore la ferirono maggiormente. Io ero fissata sulla croce e la croce sul Calvario. Sentivo in me due vite, o due nature: una che non resisteva a tanto dolore, l'altra che tutto vinceva... Quando Gesù venne mi disse: - Il Calvario e la croce sono la moneta del più alto valore per comperare le anime. Dammi anime!... Mi consolo, uccellino bianco e puro, nel vederti battere le ali in cerca di nuova vita. Tu voli, voli, uccellino celeste, senza stancarti, senza fermarti e non incontri o - ignori la vita che desideri: è la vita che vivi, vita che non comprendi e ti prepara la vera vita, la Patria celeste. Soltanto là comprenderai la vita che ora ti faccio vivere...

Quanto dolore ti aspetta nell'ultima fase della vita! Ma che morte di amore! Che grande gloria e potere sulle anime ti aspettano nella Patria celeste!... - (diario, 12-10-1945).

Non so soffrire, non so vivere questa vita che Gesù mi dà. Non riesco a capire come, vivendo giorno e notte unita il più possibile a Gesù, arrivi alla fine della giornata, arrivi alla fine della notte a mani vuote, in una morte totale di tutte le cose. Arrivo alla fine del giorno e della notte come se non vivessi e non mi ricordassi di Gesù: senza fare nulla per Lui, per il prossimo, per le anime. Che vita triste, sebbene mi mostri lieta! Mi pare di ingannare me stessa e gli altri. È cambiato lo scenario delle mie tenebre: sinora penetravo e camminavo in esse, ma sempre su terreno duro. Adesso invece sono mari infiniti di tenebre senza fondo ed io non so nuotare. Voglia o no, mi sprofondo in esse, ma devo avanzare sempre. Vado, immergendomi come un pesce che non può nuotare, come uccello che non vola e deve cadere al suolo. Cammino in questa orribile oscurità di spirito come bambina timida che non può né sa inoltrarsi... (diario, 16-10-1945). Lasciai cadere dalle spalle la mia croce e io pure caddi sfinita, incapace di rialzarmi. E non ho il coraggio di alzare gli occhi al cielo. Ma a che servirebbe se non vedo? Si è accecato il mio spirito e sento come se fossero accecati anche gli occhi del corpo. La mia cecità vede solo morte e miseria in tutta l'umanità. E tutta questa umanità la vedo rappresentata dentro di me: mi sgomenta il guardarla. Il mio cuore sente l'eco fragorosa di tuoni distruttori... e gli occhi dell'anima vedono il lampeggiare accecante tra nuvole nere... È giustizia, è giustizia divina! Gesù viene, afflitto, nel mio cuore; prende da esso un calice amaro, lo trasforma, lo unisce al Suo e lo offre all'Eterno Padre. Ma Egli non lo vuole accettare... Che amarezza, quella di Gesù! Povera me! Tutto questo mi porta alla costernazione. Gesù vuole soccorrere il mondo e non può... Mio Dio, che posso fare per questa povera umanità? Il mio corpo è come il lino nella cardatrice: è dilacerato. La mia cardatrice è formata da spine, ma dalla sofferenza che mi causa non nasce nulla di utile; eppure in me, posso dirlo, vi sono soltanto dolori, talvolta insopportabili.

Se Gesù non si affretta a porre termine ai miei giorni, io, da sola, non resisto a questo martirio; non riesco a superare tanta oscurità... Ed è attraverso tale oscurità che oggi devo giungere all'Orto. Già lo vedo, è per me; lo vedo perché è dolore e amarezza; la mia oscurità mi lascia vedere soltanto tutto ciò cheè dolore. Dietro di me vi è la città, città di crudeltà e di ingratitudini; davanti, l'Orto; di fianco, il Calvario su cui devo dare la mia vita. O Orto pieno di agonia, di tristezza! O grotta dove vado a pregare! O suolo su cui vado a prostrarmi! L'anima tutto vede, tutto sente... Oh, quali sofferenze nell'Orto! Il mondo non le conosce; non sa quanto vi ha sofferto Gesù. Ma io, Lo sento soffrire in me. È in me che la sua sacra Passione si rinnova... Vorrei poter riprodurre in un quadro le sofferenze di Gesù che sento nella mia anima e poterle stampare in tutti i cuori perché le sentissero e comprendessero e non peccassero più... (diario, 18-10-1945).

Spoglia di tutto... Gesù, non resisto! (Momenti della Passione)

... Gesù mi disse: - Riposa qui un poco, mia colomba, amata, per riprendere poi la tua sofferenza senza pari, per portare fino alla meta la tua croce. Riposa senza le mie consolazioni. Va' poi a chiedere al mondo orazioni e penitenza. - Ho riposato, vicino a Gesù, come chi stanco si rifà all'ombra di un albero. Non sentivo né gioia né dolore: era come colui che dorme. Dopo alcuni minuti mi sentii senza Gesù; mi riavvolse il dolore...

Fino al termine di questa giornata, sia nelle piccole che nelle evenienze più importanti... tutto fu tristezza profonda e un continuo navigare nella mia oscurità. Sia benedetto Gesù: sono la Sua vittima (diario, 19-10-1945).

... Sento forti tentazioni contro la fede. A volte mi pare di non credere alla vita di Gesù, alle sue cose, grandezze, meraviglie e prodigi. Mi pare che nulla sia vero... Mi pare di non essere nel mondo, di esserne scomparsa completamente; vi è rimasto solo il mio dolore, la mia oscurità, la mia miseria, con un senso di vergogna senza limiti.

Ho paura di vedere vicino a me coloro che mi sono cari; potessi nascondermi da tutti!

È notte, per me non è mai giorno; non potrò più avere nel mondo un momento di gioia.

Perdonami, o Gesù, i miei sfoghi. Sono felice di soffrire per tuo amore, senza sentirlo... (diario, 23-10-1945).

Fuori dal cielo, fuori dal mondo, sono vissuta in una regione sconosciuta; ma anche là, spoglia di tutto, vergognosa e confusa. La mia anima vorrebbe gridare, ma quelle grida che si sprigionano in me sono grida disperate: - Gesù, non resisto! Abbi pietà di me! Chi mi soccorre in così grande dolore? Ho paura e sete di Te! Ho vergogna, ma ansie ardenti di possederti eternamente. Non posso stare qui di più. O cielo, quando verrà il cielo?

Voglio venire, Gesù, voglio volare, ma temo di comparire a darti i miei conti. Vedo su di me un mondo di miserie di cui io debbo rispondere. Non posso camminare. Non so nuotare; affogo nelle mie tenebre... Sento i gemiti dell'inferno, mi sento coinvolta in essi, O Gesù, perderti per sempre! Però anche là vorrei vederti, abbracciarti, e non posso! Che disperazione! Sento che si avvicina la vera morte, che voglio chiamare vita. Spade di fuoco, spade di amore vengono a darmi il taglio definitivo. Sono spade che vengono da Gesù; questo amore viene da Lui; quell'ultimo momento sarà di amore... (diario, 25-10-1945).

Questa notte si unirono due orti; non me lo aspettavo. Mi pareva che quello permesso da Gesù potesse bastare, invece se ne aggiunse un altro da parte delle creature. Come posso resistere a tanta sofferenza? Ma non sono io che resisto; è Lui in me; e questo basta ad aumentare la mia croce: non posso sopportare che Gesù soffra; vorrei che vincesse in me, e non soffrisse... Fin da questa mattina presi la croce... il mio corpo si sentiva tanto sfinito come non avesse più una goccia di sangue... La forza per resistere, la vita che vivevo, erano forza e vita di Gesù... Sempre in croce, in tanto abbandono e oscurità, sentii e vidi con gli occhi dell'anima una nube dalla quale uscivano strumenti di supplizio... Tutto si scaricava sopra di me: era spaventoso!... Venne Gesù: - Figlia mia... Gli strumenti di supplizio che hai visto sono per il mondo se non si converte... -

- O mio Gesù, allora il mondo non si salverà? Non valgono a nulla le mie sofferenze? Che posso fare di più? - Sta' tranquilla, figliolina. Se il mondo non si può vincere con l'amore, si deve salvarlo col dolore e il terrore dei supplizi. Abbi coraggio!... Penitenza, penitenza! Preghiere, preghiere!... La madre che dà la vita ai suoi figlioli, la dà attraverso il dolore; tu, che io scelsi madre dell'umanità, è attraverso il dolore ineguagliabile che la salverai... ... Le spade di amore che hai sentito ferirti sono simbolo del tuo distacco dalla terra: sarà quell'amore che ti strapperà verso il cielo, anche se in quel momento la tua cecità non ti consentirà di vederlo né di sentirlo... - ... (diario, 26-10-1945).

« Più di così non puoi amarmi » (Momenti della Passione)

... Vorrei fuggire allo sguardo di tutta la gente, amici e nemici, se ne ho, ma più ancora degli amici... I miei sorrisi sono forzati, persino ingannatori: escono forzati dai dolori più atroci e dalle tenebre più profonde... Mammina cara, come resistere senza l'aiuto del cielo? Esso si è chiuso, si è nascosto in modo tale che gli sguardi ed i sorrisi Tuoi e di Gesù non giungono fin qui. È morto il cielo, è morto Gesù, è morta Mammina, morto tutto ciò che è vita, tutto ciò che è amore. Solo le iniquità mi ricoprono, solo la morte spaventosa esiste con il dolore, lasciatemi dire, col dolore insopportabile... Oggi, subito dopo la Comunione, cominciai ad aprire il mio cuore a Gesù, non con il fine di avere risposta, ma per sfogare il mio dolore... Dopo avergli detto che la mia vita mi pareva solo inganno e che io non volevo ingannare né me né altri, per provargli la mia fiducia in Lui, gli dissi: - Ti giuro, Ti giuro, mio Gesù, che confido in Te. - Egli mi rispose: - Confida, figlia mia: questo basta; nulla di più è necessario... Confida, non aspettare una vita diversa... Tutta la sofferenza che ti verrà è per tenerti sempre salda nello stesso amore, non per aumentarlo, perché più di così non puoi amarmi... - (diario, 29-10-1945).

... Confido nella bontà del mio Signore, nella misericordia di Gesù! Prima di rendere conto a Dio, nei miei ultimi momenti, vorrei poter dire al mondo: - Muoio per tuo amore, perché sei figlio di Gesù! Muoio per darti la vita... Cesserai di calunniarmi, di abbandonarmi, di perseguitarmi? Ti sei saziato di ferire il mio cuore? Anche così giuro che ti amo, giuro che vado da Gesù a intercedere per te, che ti voglio dove voglio essere io. Amo quelli che mi amano. Amo i giusti e i peccatori. Amo quelli che mi feriscono perché vedo in tutti Gesù e amo tutti per amore di Gesù. O mondo, addio. Non essere più ingrato; non peccare più! Vado a Gesù, ma continuo a vegliare su di te... (diario, 1-11-1945). ... Durante la notte vidi il grande ingrato che osò schiaffeggiare Gesù; vidi il rancore con cui Gli diede lo schiaffo... Era alto, magro, bruno, di cattivo aspetto. Gesù ricevette lo schiaffo con la maggior serenità e mansuetudine. Nel periodo in cui soffrivo la Passione fisica sentivo molte volte quello schiaffo sul mio volto, ma non avevo mai veduto chi glielo dava, con quel volto tanto arcigno... Durante il cammino lungo il Calvario sentii che Gesù girò il capo per fissare Qualcuno: era Mammina. In tutto il tragitto sentii come se Gesù avesse sempre il volto girato da un lato e gli occhi fissi in Lei e fosse a Lei legato anima e cuore. Quanto mi costò questo! Che dolore indicibile!

Già sulla croce, sentii che Gesù avrebbe voluto staccarne le braccia per mostrare al mondo il suo divin Cuore e dirgli: - Prima ancora che sia aperto dalla lancia, è aperto dall'amore per accoglierti. - Gesù dimenticava tutta l'ingratitudine, discolpandoci presso il Suo Eterno Padre... Che agonia! In tanto abbandono Gesù doveva render conto per tutta l'umanità... Sentivo che il peso della giustizia divina si scaricava sulla croce, su di me e su Gesù: schiacciava tutto... Dentro di me Gesù stava per spirare: solo di tanto in tanto sentivo la Sua respirazione. ... Gesù cominciò a parlarmi: - Vengo, figlia mia, a darti la vita: soltanto così potrai vivere. E perché tu viva lo opero prodigi: ti do gocce del mio Sangue; è con esso che vivi. Faccio questa trasformazione sacra, divina: trasformare Me in te, trasformare te in Me... Questo sangue è manna che preparo alle anime, manna che viene dal Cielo; distribuiscila al mondo. È sangue di purezza, sangue che rigenera: sangue di Cristo e della sua sposa e vergine. Studino, studino i dottori della Chiesa, studino i saggi; lo ripeto: studino i dottori e i cultori delle scienze divine, le meraviglie, i prodigi che opero nella tua anima... - ... Mentre Egli diceva « le meraviglie, i prodigi che opero in te », sorrideva e mi fece comprendere la grande ricchezza, il valore del suo Sangue divino... Appresi che era grande come Dio ciò che da Lui ricevevo. - Mio Gesù, come sono piccola, davanti alla Tua grandezza! Vorrei dirti tante cose ma non so parlarti. - Tu parli, figlia mia, con i tuoi desideri: il tuo silenzio Mi dice tutto. Di mano in mano saprai dirmi sempre di meno. Abbi coraggio! Tutto passa, tutto muta, solo Io no... (diario, 2-11-1945).

Mendicare dalle anime amore per Gesù

Ricevetti Gesù nella Comunione... Mi fece subito sentire la Sua unione e la Sua presenza reale nella mia anima... Dopo alcuni minuti disse: - Figlia mia... non può naufragare la barchetta della quale Gesù è timone e pilota. Coraggio, coraggio, sempre salda e fiduciosa!... - Gesù mi parlò di alcune anime della mia famiglia, mi comunicò che Lo offendono molto ma mi promise di salvarle. Mi chiese di sopportare per loro tre assalti del demonio; inoltre di riparare per le famiglie e per alcune persone della parrocchia e di fuori: uomini e donne di età già avanzata. Ripara, ripara per loro. - ... Vorrei lanciarmi tra le fiere per essere da loro divorata; vorrei strapparmi il cuore per farlo calpestare da tutte le creature; infine vorrei soffrire tutto pur di non vederti ferito e di salvare le anime. - Rallegrati della tua sofferenza, figlia mia, perché con essa si possono salvare. E ora di' al caro padre spirituale [p. Pinho] che gli uomini non vincono... Che non è soltanto lui ferito; lo sono Io pure per il modo con cui si comportano. Con la sua sofferenza innocente egli arreca grande vantaggio alle anime...... - ... (diario, 3-11-1945).

... Soffro per la presenza di anime che battono strade errate: quanto soffre Gesù! Anche se mi costa la loro presenza, voglio consolarle e legarle al Suo divin Cuore. Ma non so e non vedo come fare. Non ho chi mi insegni e mi dia luce: mi rubano tutto; resto sola. Ho il mio santo medico, ma sento come se non l'avessi: egli mi dice parole di conforto, e talvolta mi pare di non udirlo né vederlo. - Gesù, ricompensalo per quanto ha fatto per me ... - ... (diario, 6-11-1945).

Non posso parlare: mi mancano le forze. Confido e temo... Ho detto molte volte a Gesù: - Voglio darti il mio sangue fino all'ultima goccia, per Tuo amore e per soccorrere i peccatori, come Tu lo hai dato per me. - Non pensavo che Gesù prendesse le cose tanto alla lettera. Soltanto ieri mi ricordai della mia offerta, sentendomi senza sangue e senza vita... ... Io devo aver fiducia in Gesù che mi perdoni gli scoraggiamenti che talvolta forse Gli dispiacciono; infatti in alcuni momenti ho la sensazione di essere pentita delle mie offerte e del mio dono totale a Lui. Ma non è questo il vero sentimento della mia anima: io sono e voglio essere sempre di Gesù e delle anime...

Povera me, se non confido in Te, o Gesù! O Cielo, se a te non ricorro, chi potrà aiutarmi? Dalle creature non aspetto nulla; mi pare anzi di aborrirle, anche quelle che più amavo; ho l'impressione di disprezzarle e di esserne disprezzata. Sono sola... Ho perduto tutto perché non ho un cuore capace di amare, di soffrire. Non sono utile né per il cielo né per la terra... Ah! Se io sapessi mendicare amore e in tanta oscurità lo potessi, non farei altro che mendicare dalle anime amore per Gesù... (diario, 8-11-1945).

« Avrai i doni dello Spirito Santo » (Momenti della Passione)

... Il mio cuore camminava in un intrico di spine; in mezzo ad esse dovevo dare la vita con una grande prova d'amore. Il cuore non era mio: era di Gesù; a me nulla apparteneva, se non un fragile involucro. In tutto il percorso del Calvario il mio corpo ricevette colpi innumerabili. Appena giunta alla cima si riprodusse in me il vero e doloroso Calvario. Cuori afflittissimi circondavano la croce. Ma quello di Mammina era ben diverso dagli altri: neppure tutti i dolori, uniti insieme, si potevano paragonare al suo. Fra nubi oscure di morte irruppe Gesù, apparve rifulgendo con splendore massimo; vinse tutto, su tutto trionfò. Ma io non Lo accompagnai in quella vittoria, in quel trionfo, in quella luce; rimasi sempre nel mio dolore amaro. Egli andò, immerso nel gaudio della luce trionfale, ma continuò a rimanere in me: unito a me e trasformato in me, soffriva. Vorrei saper parlare di questa separazione circa il gaudio ed allo stesso tempo della unione dolorosa nel mio corpo, ma non sono capace. Posso dire soltanto che l'agonia continuò: il sangue scorreva dalle mie piaghe e le tenebre restavano ad accecare tutto il mio spirito. Continuava il mio grido senza che il Padre acconsentisse a confortarmi. Gridavo più forte per essere udita, ma ciò aumentava soltanto la mia agonia. Stavo per morire. Venne Gesù: - La mia pace è con te, figlia mia... Vegliai sempre su di te e continuo a vegliare sino alla fine. Fatti coraggio! Mancava ancora che tu assomigliassi a me in questo: anch'Io ebbi timore della sofferenza e della morte. Fu lo sgomento che nell'Orto mi fece sudar sangue. Sei la vittima che più assomiglia a Cristo. La perdita del tuo sangue è una crocifissione continua: è un nuovo mezzo di riscatto... Basterebbe questo, non sarebbe necessario altro perché gli uomini comprendessero la mia potenza divina nella tua anima. E’ la più grande delle mie meraviglie... Figlia mia, i giorni, le ore che stanno trascorrendo sono di grande pericolo per l'umanità. Chiedi preghiere, penitenza e riparazione. In fretta! È ancora tempo... - - ... Perdonala, Gesù e immola sempre me. - Vieni, innamorata delle anime... Avrai i doni dello Spirito Santo: la Sua Luce divina per vedere e comprendere tutto negli altri, la Sua forza per tutto sopportare e vincere. Coraggio!... Ti do una trasfusione di sangue: altre tre gocce, ma più piccole: così andrò diminuendo sino alla fine... Un miracolo per tenerti in vita... - ... (diario, 9-11-1945).

L'aumento delle mie sofferenze fisiche aggravò quelle morali... L'Orto di ieri, il Calvario di oggi... In questa agonia mi venne incontro Gesù: - Mia figlia, quando sarà conosciuta la tua vita di sofferenze senza uguali, che dirà il mondo, che diranno molte anime che nulla conoscono e nulla comprendono di Me?... Che non ti amavo con amore di Padre, con amore di Sposo; che non ti amavo come affermo. Che enorme inganno! Dovrebbero dire: « Oh, come Gesù amò quest'anima e come amò noi pure! Quanto Egli fece mai per salvarci! ». Sì, figlia amata, quanto faccio è per soccorrere i peccatori...

... Non puoi parlare, ma tutto continua fino a che durerà questo tuo soffio di vita sulla terra. La voglio debole così, ma continuano a parlare alle anime i tuoi sguardi, i tuoi sorrisi, la tua dolce serenità e rassegnazione nelle sofferenze, il tuo amore alla croce. Esse parlano e dicono tutto: invitano le anime a venire a Me.

Voglio che il tuo medico faccia una relazione di ciò che accade in te, per provare che non cessò la mia vita divina nella tua anima... - Quattordici giorni or sono ricevetti la visita di un sacerdote sconosciuto e che abita lontano. Ignoravo la sua vita. Ho subito sentito che in fondo era buono e con buone qualità; nonostante questo, ho sofferto molto. Nei primi istanti del colloquio ho avuto una luce che mi ha fatto vedere tutto... tutto, mio Dio! Gliel'ho fatto capire. Ed egli, pieno di buona volontà, voleva sapere che cosa esigeva da lui Gesù. Oggi stesso Gesù me ne ha parlato. Mi ha promesso di perdonarlo e di salvarlo; mi ha indicato il cammino che egli dovrebbe seguire. Come è buono Gesù... (diario, 16-11-1945).

«Dalla tua voce indebolita esce un fascino che attrae»
(Momenti della Passione)

Devo desistere: mi mancano le forze, non posso parlare per dettare i sentimenti della mia anima. Ed ora che non lo posso fare, mi viene da piangere... Mi tormenta perfino il pensare che il mio corpo debba essere toccato, posato sul letto, o sfiorato anche da un lieve d'aria. Vorrei poter rimanere sospesa nell'aria ove nulla mi toccasse. Che orrore tremendo! Ho il corpo e l'anima feriti! Provo nausea e paura del mio letto. Quante volte, istintivamente, avrei voglia di chiamarlo maledetto e scomunicato! Vorrei abbandonarlo. Non posso starvi sopra. Ho paura, tanta paura! O mio Gesù, chi può resistere a tutto questo? Solo Tu, solo Tu. Sapessi dire ciò che sento! Ebbi un nuovo assalto del demonio: violento, ma di breve durata. Non avrei resistito se Gesù non fosse venuto... (diario, 29-11-1945).

- ... Coraggio, sta' salda nel tuo Gesù...

Confida in Me: non temere di vacillare. Dai tuoi occhi, dai tuoi sorrisi, dalla tua voce indebolita esce un fascino che attrae, esce abbondanza di amore, escono balsami soavissimi per le piaghe dei peccatori... - (diario, 1-12-1945).

... Come sono tremende le sofferenze della mia anima e del mio corpo!... Parlo del corpo e dell'anima, ma mi pare di non avere né l'uno né l'altra. Al posto del corpo sono rimasti i dolori fisici e al posto dell'anima i dolori morali... Povera me! Non so dire ciò che avviene... ... E il mio letto? Non posso starvi su. Ho paura, voglio abbandonarlo e sparire. Sento nascere il desiderio di dire a Gesù che non voglio soffrire. Che tentazione del demonio contro la fede! Il Cielo non esiste, non v'è Dio, non vi sono anime da salvare, non vale la pena soffrire così. Non so esprimere le mie amarezze...

L'Orto, ieri, fu tanto duro al mio cuore... Ed il Calvario di oggi?! Io ero come una palla che rotolava dalla cima alla base e dalla base alla cima, in mezzo alle sofferenze: ero come palla da gioco per gli aguzzini. Scendevo quando ero trascinata dal furore; salivo quando la violenza mi faceva salire e soprattutto l'amore: sì, esso mi obbligava a camminare. Sul Calvario sentivo Gesù in diversi modi. Prima, a braccia aperte, e ne udivo lo scricchiolio delle ossa slogate; poi con il capo inclinato sul mio cuore, ad agonizzare e a gridare, quasi senza vita; infine L'ho sentito appena spirato: il silenzio della sua morte si confaceva con la morte e l'oscurità del mio spirito.

Venne Gesù: il sole si affacciò tra le nubi, l'anima ebbe vita: - Figlia mia, i chiodi che ti fissano alla croce sono chiodi di amore: è ciò che vi è di più forte; sono chiodi inflessibili. Fatti animo, coraggio! Il peso della giustizia divina ti schiaccia? Non temere: è perché non venga schiacciato il mondo; nulla vedi a causa delle tenebre ed oscurità del tuo spirito? Rallegrati: è perché le anime escano dalla oscurità del peccato e non ne soffrano poi eternamente. In cielo vedrai, figlia cara del mio Cuore divino, quanto le tue sofferenze furono utili alle anime. Tra poco, in cielo, vedrai la vita meravigliosa, ricca e divina, cresciuta in te... La tua vita fu sempre del cielo e non del mondo. Per te ho vigilato, in te ho seminato, in te ho raccolto i frutti più deliziosi per Me e per le anime. O vita tutta di amore!... - (diario, 7-12-1945).

Aumenta il peso della Croce
«Ti prometto molte conversioni sul tuo tumulo»

... Il giorno 10, verso le nove e mezza del mattino, ebbi la visita di una persona amica; questa mi diede la triste notizia che forse il mio padre spirituale [p. Pinho] sarebbe mandato all'estero. Tale notizia fu come un pugnale nel cuore. Rimasi calma, serena e fiduciosa e dissi: - Non mi convinco; non è possibile: il Signore non viene meno alle promesse. I momenti di questa tranquillità furono pochi perché una tempesta fortissima si scatenò subito nel mio spirito. Il demonio mi presentò alla fantasia ogni cosa immaginabile. Vedevo la mia vita ingannatrice e colma di illusioni... Versai molte lacrime: furono lacrime di rassegnazione. Mi offersi a Gesù come vittima. A volte con le labbra, altre volte con lo spirito, recitai il « Magnificat » per ringraziare di tanta sofferenza... Nella Comunione del giorno 11 volevo domandare a Gesù se era vero o no che il mio padre sarebbe partito; ma non osai. - Gesù, voglio fare ciò che è più perfetto. Fa' che la mia fiducia in Te cresca, cresca il più possibile. - Alla fine delle 24 ore di questo martirio dissi: - Gesù, 24 ore di agonia senza luce: dammi chi mi consoli! -

... Quante volte mi pareva di vacillare e di disperare! Alla fine delle 48 ore dissi: - Gesù, Tu sai che questa mia preoccupazione, tutto questo martirio è per Te e per le anime, non è per me. Che io soffra tutto, ma che non soffra la tua divina causa, non soffrano le anime... - È venuto il mio medico con alcune persone amiche. Attendevo conforto; non l'ho avuto: Gesù non lo ha permesso. Anzi mi ha tormentata anche il ricordo che le mie lacrime e qualche parola non li abbia edificati, o anche, forse, scandalizzati... Io non dubitavo di Gesù, ma di me, soltanto di me: temevo di essere ingannata... Appena ritorneranno da me, chiederò loro perdono per il cattivo esempio dato. Faccio questo sacrificio di dettare i miei sentimenti per provare che non sono stata io, ma il mio dolore a parlare quando ho detto che non avrei più dettato... - Perdonami, Gesù; Tu lo sai che a me importa rivedere sulla terra il mio padre spirituale non per me, ma per Te, per le tue promesse, per le anime. Ma confido e spero in Te. - In questo triste penare passai attraverso l'Orto, salii al Calvario con il cuore oppresso, molto spremuto da mani umane. Io ero il chicco di grano macinato, trasformato in farina, ma quella farina era continuamente macinata fino a sparire. Io ero il grappolo d'uva spremuto nel torchio, che dopo aver dato tutto il succo, doveva passare in altri torchi i quali lo spremevano talmente da annientarlo... (diario, 14-12-1945). Se mi trovassi alla fine della vita vorrei che la mia prima parola fosse: « Sia fatta la Tua volontà! ». Poi, come striscia di sangue che si estende per il mondo intero, vorrei ripetere con tutta la forza possibile: « Amate, amate, amate Gesù! ». ... Sono solita chiedere a Gesù e a Mammina che ogni momento sia per me come l'ultimo della mia vita. Oggi ebbi una consolazione che non mi ha dato gioia e sento che Gesù rimane molto soddisfatto nel vedere la mia disposizione interiore, cioè che non mi rattristano affatto le cose di questo mondo che mi riguardano... (diario, 19-12-1945). Ore di sollievo, momenti più lieti per meglio portare la pesante croce e sopportarne l'aumento di peso. Ho avuto vicino chi comprende bene la mia anima: ho potuto aprirmi e sfogarmi. Non fu godimento, ma mi sono sentita un'altra: ero più forte; mi pareva di avere un cuore nuovo con più vita. Non sapevo come ringraziare il Signore. Ho recitato il « Magnificat »; mi sono sforzata di lodarLo. Dopo poche ore cambiò tutto: ritornai ad essere me stessa, ritornai alle mie tenebre, ai miei orrori, al mio soffrire. Gesù Eucaristico è venuto a fortificarmi. Dopo il ringraziamento un nuovo pugnale veniva a conficcarsi nella ferita già aperta: una lettera, di una persona che non conosco, in cui mi si chiedevano preghiere per il mio padre spirituale e mi si annunciava la sua partenza per il Brasile. È impossibile esprimere il mio dolore; ma non ho pianto: agonizzavo. Una forza venuta da non so dove mi obbligava a sorridere. Con gli occhi fissi in Gesù e in Mammina dicevo loro: - Accetto, accetto, ma soccorretemi e vegliate sudi me. - Con il passare delle ore la tempesta si è sollevata fortissima. L'anima si è mantenuta in grande pace e serenità, ma le lacrime scivolavano sul mio volto. Le ho offerte a Gesù come atto di amore... (diario, 21-12-1945).

... Notte di Natale!... Ho fatto compagnia a Gesù nel presepio, senza vita, senza avere nulla per fargli compagnia. Nelle mie tenebre, mi sono affidata alle sue braccia e al suo Cuoricino. Al mattino, nel riceverlo sacramentato, Gli ho aperto il mio cuore; Gli ho fatto la consegna del mio padre spirituale... Se fossi solo io ad essere umiliata, non mi affliggerei tanto. In questa offerta il cuore era straziato dal più vivo dolore. - Sta' calma, tranquillizzati, figlia mia. Io ho accettato la tua offerta e con essa hai consolato il mio divino Cuore... Ti prometto, dopo la tua morte, molte conversioni sul tuo tumulo. Verranno a visitarti e partiranno cambiati. Là, dal cielo, veglierai su di loro; coprirai di benedizioni le loro anime... Sei madre di tutti i peccatori... - (diario, 28-12-1945).

      

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