« Sei nel tuo anno »
... Il giorno 6 fu qui per un bel po' il canonico
Sebastiano Cruz. Soltanto il cielo può ricompensarlo di quanto fece per
me. Mi comprese; gli apersi la mia anima; mi incoraggiò a salire il mio
calvario e a portare a termine la mia missione sulla terra.
Rimasi fortificata in questo duro penare e così
ricordai oggi con più calma e coraggio la data in cui, 13 anni or sono,
fu proibito al mio padre di venire qui. Egli venne infatti per l'ultima
volta il 7 gennaio 1942. Ricordai tutto, passo per passo, ma calma e
serena. Fu certamente Gesù a permettere che venisse il canonico
Sebastiano Cruz...
... Gesù mi ha parlato con forza e dolcezza: -
Coraggio, figlia mia! Credi, credi sempre... Io sono la pace, la
dolcezza, l'amore... Il mio divin Cuore è una fonte inesauribile
infinita di amore. È una fornace di fiamme divine... ... Di', figlia
mia, al tuo padre spirituale di avere coraggio: ha saputo soffrire da
santo religioso. Sono così le anime che lo scelgo e Mi sono fedeli. Mia
figlia, sei nel tuo anno, sei nel tuo anno. Confida, confida in Me... La
tua missione sulla terra terminerà presto. Confida, il Cielo è tuo. Là
continuerai. - ... (diario, 7-1-1955). La volontà è pronta per darsi
sempre più al Signore, per immolarsi sempre più e dargli anime; ma alla
povera natura tutto ripugna...
Mi pare di giungere alla disperazione: ho bisogno di
aria, non posso sopportare la luce. È tale la mia afflizione da sembrare
che tutto il mio essere si contorca. Allora chiamo Gesù, quel Gesù che
io sento di avere perduto insieme a Mammina, quel Gesù in cui mi pare di
non credere... Pure sentendo di non credere, invoco il Cielo perché mi
sostenga. Ripeto: « credo nella vita eterna! Gesù, Ti amo! Sono la Tua
vittima! Voglio solo che si faccia sempre in me la Tua volontà! ». O
vita senza vita! O vita senza fede! Quanto costa, mio Dio, passare i
miei giorni così...
Non sono della terra, non sono del cielo; non sono di
Dio, non sono di nessuno.
Fu questa la mia salita al Calvario, durante la quale
non tralasciai di dire: « Fa', o Gesù, che le mie tenebre diano luce e
che il mio chiudere gli occhi apra gli occhi alle anime che li hanno
chiusi per Te e per i Tuoi sentieri. Non v'è Calvario né Cielo, per me:
vi sia per tutte le anime, figlie del Tuo sangue; e che anch'io entri in
quel numero. Credo, credo così! »... (diario, 14-1-1955).
Piango e gemo sotto il peso di tante ed indicibili
sofferenze. La natura è debole e non resiste. La volontà è pronta; essa
sorride di tanto in tanto al Cielo, a Dio, nonostante questa lotta di
tante ore, questa vita inutile e senza fede... Come è tormentoso, mio
Dio, il vivere in questa oscura prigione che mi porta tanti ricordi. In
me tutto è inutile, però, sin dal mattino, offro tutto al Cielo. La mia
anima avrebbe da dire molto, ma non posso.
Quando stamane facevo questa offerta, mi sono
tormentata tanto che mi torcevo e distorcevo, come ramo verde che il
vento torce e distorce ma non distrugge...
Durante il giorno andavo ripetendo il mio « credo »
senza credere, fino a che è giunta l'ora di Gesù: - Figlia mia, sono
qui: credi e confida. Sono qui nel tuo cuore... Soccorri le anime:
lasciale venire assetate a questa fontanella, da Me arricchita, che non
si esaurisce.
L'oscurità della tua camera le invita a grandi cose.
Sei per loro una predicazione... Questa predicazione si estenderà al
mondo intero... - ... (diario, 28-1-1955).
« Offri la tua oscurità per chi dovrebbe essere e
dare luce »
Le mie tenebre, il mio carcere, le tenebre dell'anima
e del corpo sono il mio tormento, lo posso dire, di quasi tutti i
momenti del giorno e della notte...
O mio Dio, che duro penare! Ho gli occhi perfetti per
vedere e non sopporto la luce del giorno... Non sopporto la luce
artificiale della notte. Tutto è tenebre; che nostalgia del sole, del
giorno! Signore, cosa verrà ancora? Ho uno sgomento nell'anima; tutto è
paura: paura che mi sgridino, paura che mi dicano cose tristi, paura di
tutto e di tutti. L'anima è spaurita. Potesse fuggire e nascondersi
sotto il peso di tutta l'umanità!... È venuto Gesù: - Non « povera te »,
ma « povero mondo »! Non « povera te », ma « povere le anime che vivono
nell'errore e nel male »! Coraggio! Ripeti il tuo « credo » dicendo che
è per mio amore e per le anime... Coraggio, figlia mia. Offrimi le
tenebre in cui vivi, questa cecità che non è cecità, per riparare per
quelle anime che dovrebbero essere piene di luce, per essere luce e dare
luce, e sono nelle tenebre del peccato, nelle tenebre della morte...
(diario, 4-3-1955). ... Gesù, Mammina, fate che io non perda i 36 anni
di sofferenza e i quasi 30 di letto! Questa sofferenza inesprimibile ha
avuto di mira soltanto il Vostro amore e le anime: pura verità. A volte
voglio parlare di Gesù ed il cuore si blocca: non può muoversi verso di
Lui. E anche l'anima, in una separazione totale, lo imita.
A qualunque costo, ripeto con le labbra « credo ». Ho
udito Gesù: - Coraggio, figlia mia. La tua camera, la tua vita, quanti
insegnamenti dànno al mondo! È scuola divina che insegna agli uomini, è
luce di Dio che li illumina nelle tenebre. Poveretti, perché non tutti
vogliono vedere!... - ... (diario, 11-2-1955).
« Cominci la Chiesa vita nuova! »
... Veglio quasi giorno e notte; in questa veglia
sono unita al Signore e sono separata dal Signore. Prego, ed è come se
non pregassi. Gli offro il mio oscuro carcere e sento di farlo invano.
Chi ha compassione di me? Io grido nel più profondo abisso delle
tenebre... questo grido non sale, resta immerso nel dolore infinito in
cui sono immersa anch'io. Vorrei dire tanto e non posso... Ho la
rassegnazione. Dio sia benedetto! La mia povera natura non ne può più,
ma la volontà, nell'intimo, non guarda alle lacrime, sorride alla
Volontà del Signore... « Per Tuo amore, Gesù, per le anime » è la mia
invocazione. Ma non vi è Gesù, non vi sono anime né eternità. Che lotta!
Non c'è nulla e vi è tutto. Chi mi soccorre, mio Dio? Oggi sentivo la
mia vita perdersi nello spazio come aria che passa. Non avevo nulla, né
per Dio né per la terra. Ripetevo forzatamente il mio « credo » in
questa vita di incertezza. È venuto Gesù. Non L'ho veduto né L'ho
sentito se non q ando mi ha dato la goccia del suo Sangue divino: -
Figlia mia, coraggio! Io sono il tuo Padre... Di', ripeti che Gesù è
triste... che la sua Passione e Morte sono sempre rinnovate, che si
vigili nella Chiesa, che cominci la Chiesa vita nuova perché il mondo
abbia nuova vita... (diario, 18-2-1955).
... Siccome non posso di più, detto soltanto le
parole di Gesù quando è venuto al mio incontro, mentre, disanimata,
ripetevo il mio « credo »... - Riposa e prendi coraggio! Credi, sono
Gesù, il Gesù che ti ha scelta per la più alta e sublime missione, anche
per la più ardua e dolorosa: missione soltanto di dolore e di spine, di
sofferenza inaudita...
Sono le anime la maggior ansia di Gesù... Sono mie,
le voglio per Me. Mi costarono il Sangue... La tua missione sulla terra
sta per terminare ma in cielo mostrerai agli uomini, a coloro che non
hanno voluto la mia luce, quanto sei stata potente sulla terra... Sempre
eroica nella tua sofferenza, non hai mai detto un « no ». Il tuo « sì »
a Gesù è sempre stato pronto. Anche Gesù in cielo sarà sempre pronto a
dirti: « Manda sulla terra tutte le benedizioni e grazie; concedi alle
anime quanto ti chiederanno in mio nome, in nome della Mia Madre
benedetta, in nome del tuo martirio ». (diario, 25-2-1955).
Non uccidete chi è già morta
« Chi c'è lì che viene ad uccidermi? » grida di tanto
in tanto la mia anima nel vedere che viene uno a togliere la vita a chi
non ce l'ha più. Mio Dio, parlo dell'anima, parlo della vita, parlo di
tutto col desiderio che nulla esista. Che tormento e morte! Io vorrei
dir tutto e tutto occultare; vorrei dire tutto, perché l'anima di cui
parlo, e mi pare di non avere, sente necessità infinita di mostrare il
suo tormento, ma le forze non mi consentono; ed anche di fronte a tanto
soffrire è tanta l'ignoranza da coprire ed oscurare l'umanità intera.
Voglio l'anima e non ho anima; voglio Dio e non ho Dio; sento l'eternità
e non esiste l'eternità. Che sgomento, che oscurità spaventosa! Ho
perduto ciò che mai è esistito. Perdonami, mio Dio; io credo nella Tua
esistenza. Tutto prova che esisti. Un nuovo tormento è entrato nel mio
nero carcere: odori insopportabili... quasi da impazzire. Ci sarebbe da
disperare senza il dito di Dio, senza la sensazione di un sostegno...
Gesù mi ha chiamata: - Figlia mia, vieni qui... Coraggio! Ripeti il tuo
« credo », confida in Me. Coraggio, mia figlia, coraggio: gli odori che
ti tormentano costituiscono la nuova riparazione che ti chiedo: la tua
camera imbevuta di odori ributtanti è la riparazione per certe anime
coperte di piaghe nauseanti: è il putridume dei loro vizi. Ripara per
esse, perché non li abbiano a soffrire eternamente. Tutte le tue membra
e i tuoi organi sono giorno e notte parafulmini della giustizia di
Dio... - (diario, 4-3-1955).
... Detto con il massimo sforzo queste parole,
soltanto per la santa obbedienza, anche se da un'altra parte sento una
necessità quasi infinita di imprimere sulla terra, a caratteri di
sangue, ciò che mi avviene nell'anima: anima senza anima. Sento di non
averla. Che tormento il non sapermi spiegare! Scomparve tutto ciò che
era dell'Orto e del Calvario; ora è solamente un dolore cruento: la vita
senza fede. In questi universi di tormentose sofferenze ripetevo: «
credo nella vita eterna! Credo nella Chiesa cattolica! Gesù, Ti amo!
Sono sempre la Tua vittima. Si faccia sempre in me la Tua volontà! ». Ma
fu un combattimento tremendo, una falsità costante. Venne Gesù: -
Avanti, coraggio, mia figlia!... Le tenebre sono luce; la morte è vita!
Lo Spirito Santo è con te e ti comunica la Sua vita, ti irradia della
Sua luce... - Infatti io ebbi luce nell'anima. La morte e le tenebre
erano scomparse e già credevo. Gesù continuò: - Mia figlia, ho ridotto
le mie parole, ma non diminuirà il mio Amore. Sono stato Io a prepararti
a questa riparazione senza pari... Coraggio! Sostieni il braccio
Coraggio! Padre mio. Poveri uomini, se si scaricasse su di loro la sua
giustizia! - Ho sentito che Gesù mi tenne ferma sotto la Mano e del suo
eterno Padre. - Tienimi fissa, o Gesù! Tienimi ben salda! Lo sai che sei
Tu a sostenerla e non io. Io sono morte; io non sono nulla! - Coraggio,
eroina! Avanti! Dal cielo arricchirai l'umanità. - (diario, 18-3-1955).
« Si scriva in fogli volanti ciò che tu dici »
... O mio Dio, vorrei dire ciò che avviene nella mia
anima: un vuoto così grande, infinito, che solo l'Infinito mi può
colmare con la sua vita, con il suo amore.
Quanto mi costa parlare dell'infinito, mentre le
tenebre distruggitrici e i sentimenti dell'anima non lasciano vedere
nulla e tentano di persuadermi che nulla esiste! Ma questo infinito
vuole l'Infinito e posso vivere soltanto nell'Infinito. Ahi, mio Gesù!
Ma io non ho vita; tutto è morte. Ho passato un giorno ed una notte
senza poter unirmi all'Infinito nel modo in cui desidera l'anima mia.
L'anima mia, ed io senza l'anima! L'eternità, ed io senza fede! Ma anche
senza fede, risolsi di dire al Signore: - Sono qui! Guardami! Sono qui;
sono un'incudine su cui l'Artista può lavorare e fare una copia di
Cristo. Lavora, lavora, Amore mio! - Gli altri giorni e notti, oh,
quanto parlo al Cielo, anche se non esiste! Quante cose io dico che mi
escono dall'anima e dal cuore, anche se non sento anima e cuore! Soffro,
ma mi piace passare le notti a vegliare...
In questa lotta dolorosa e per così dire costante, è
venuto fino a me Gesù: - L'Amore non è amato. Non v'è chi ami l'Amore.
Coraggio, mia figlia! Ama questo Cuore che vive in ansie infinite di
essere amato: amalo e fa' che sia amato... - O Gesù, solo con il Tuo
amore io posso amare e farti amare. Solo con il Tuo potere io posso
riparare e portare la mia croce. Guardami con compassione ed abbi pietà
dell'abisso del mio nulla. Ti do tutto e non ho nulla da darti. Ahi! la
mia vita senza di Te e senza fede! - Coraggio! Hai fede, hai amore e mi
dai tutto. Quanto è prodigiosa la tua vita! Io vorrei che qualcuno
facesse ciò che tu non puoi: si scriva in fogli volanti, in molti fogli
volanti, ciò che tu dici, ciò che osservano in te! Tu fai salire le
anime verso di Me. Tu vai avanti; sei salita tanto tanto! Sei giunta
all'Infinito, vivi nell'Infinito, parli dell'Infinito. Oh, vita di Dio
nelle anime! Oh prodigi di Dio nelle anime!... - (diario, 1-4-1955).
Rotolò la montagna e rimasi sotto il suo peso
... Ricorro al Cielo anche nella incertezza della sua
esistenza. Non amo Gesù per avere il cielo: amo e amerò sempre perché
Egli è degno di tutto il mio amore, anche se mi convincessi che non
andrò mai in cielo o che il cielo e Gesù non esistono...
Tutto il mio essere è dolore: nel corpo e nell'anima.
Ma questo dolore è da me tanto amato. Chi mi togliesse il dolore, mi
toglierebbe l'esistenza, mi priverebbe dell'offerta costante a Gesù e
alle anime... Nelle mie notti di veglia nelle quali posso pregare un po'
e stare più intimamente unita ai miei Amori, non sento consolazione ma
mi sento più confortata. Nei giorni e nelle notti in cui non sono né
vita né morte né cielo né inferno, oh, che tormento, mio Dio! Sia fatta
in me la Tua santa Volontà. La notte da ieri a oggi è stata tutta
brividi, bagni di sudore, febbre bruciante. Ho potuto a stento meditare
sul viaggio doloroso di Gesù. Oggi ho camminato su quel soffio falso che
non mi sostiene e mi lascia precipitare nell'abisso. Volevo aggrapparmi,
ma non avevo a che. Non ho potuto fare a meno di cadere. Ho gridato; il
mio grido è rimasto soffocato; non ebbi soccorso. Poi, sulla cima della
montagna, tremenda montagna, ho gridato di nuovo, ma la violenza del
dolore, a somiglianza dell'acqua che muove la ruota del mulino, ha fatto
rotolare la montagna, che rimase su di me. Grido inutile. Ho ripetuto il
mio « credo » e sotto un peso così schiacciante dicevo: « O Gesù, io
credo, credo sempre. Ti amerò, sarò Tua e vivrò per Te. Credo, Gesù,
credo! ». L'attesa è stata grande, ma finalmente è giunto Colui in cui
confidavo: - Mia figlia, nel mattino di Pasqua vedrai la luce, non
completamente. Io sarò la forza dei tuoi occhi; non alleggerirò le tue
sofferenze; rimarrai così sino alla morte. A chi ti domanderà se stai
meglio, risponderai con un sorriso. Gesù alleggerisce da una parte per
caricare dall'altra. Tu non hai 1'alleluja né nel corpo né nell'anima.
Lascia a Me l'alleluja di sostenere la giustizia del Padre Mio e di
salvare le anime. Io cedo alla tua richiesta e accontento coloro che
vogliono luce per te... Ma sarà luce che non durerà: l'avrai soltanto
qualche ora al giorno, non sempre... . ... (diario, 8-4-1955)
Trent'anni di letto
... Gesù mi ha promesso più luce per il giorno di
Pasqua e non venne meno alla promessa: avvenne proprio come Egli aveva
detto: vi sono ore in cui non la sopporto ed è per me un tormento. Vi
sono ore in cui posso fissarla senza fatica. Dio sia lodato!
Non provai nessuna gioia nel vedere alla luce del
giorno i miei e coloro che mi si avvicinavano. Non vado in cerca di
consolazioni né di gioie. Voglio tutto per Gesù; e neppure con questa
ansia provo conforto. Tutto quanto avviene in me è come se avvenisse
fuori di me. Ho trascorso il mio 30° anniversario di letto: mi parve un
sogno, una illusione, una falsità. Del passato non ho visto nulla: mi
pare che nulla mi riguardi. Ricordando questi anni di martirio le
lacrime tentarono di scendere sulle mie guance, ma vi si oppose una
forza di volontà. Piangere perché, se questa è stata la Volontà di Dio?
Egli sa che non mento: questo vivere fu tutto per Lui, per amore di Lui,
per dargli anime... (diario, 15-4-1955).
Non ho mai disobbedito alla Chiesa
... Che odio contro di me! Mio Dio, che male ho fatto
al mondo, se non soffrire e pregare per esso, per tutta l'umanità? Che
amarezza e tormento! Dicono che disobbedisco alla Chiesa. Non le ho mai
disobbedito in nulla! Sia lodato il Signore! Dicono che il mio padre
spirituale non verrà più in Portogallo. Povera anima mia! Chi avrà
compassione di me? Non ne posso più. Conservo il resto nel mio cuore,
per dire le parole di Gesù. Nella mia lotta continua, senza fede, non
cesso di affermargli la mia fede; senza amore, di affermargli il mio
amore nella ripetizione del mio « credo ». Gesù mi chiamò: - Figlia mia,
coraggio! Sposa prediletta del mio Cuore, coraggio! Sono con te; tu che
Mi possiedi, chiama per Me tutti coloro che Mi hanno perduto affinché
vengano a Me tutti. Chiama per Me; grida con tutta la tua fede per
coloro che non hanno fede. Che vita riparatrice, la tua! - O Gesù, non
so soffrire. Mi pare che non posso più soffrire; che non vale nulla la
mia vita senza vita. - - Sì, che sai soffrire. Tutto dà frutto, confida!
Là in cielo vedrai. La tua povera natura geme, ma l'anima è forte. Non
hai più posto per altro dolore... - ... (diario, 27-5-1955).
Gesù raccoglieva le reti
... Venne Gesù incontro a questo mio « credo », tanto
doloroso. La sua Voce divina penetrò nell'abisso e mi rialzò. - Vieni al
mio Cuore di Sposo, al mio Cuore di Padre. Vieni. Rialzati, coraggio!
Vieni a questo cuore che ti ama pazzamente e che tu pazzamente ami.
Vieni a questo Cuore che ti chiede: « Fa' che lo sia amato, parla del
mio Amore; distribuisci il mio Amore ». Vieni innamorata, pescatrice
delle anime. Guarda nel mare, nell'universo, guarda i pescatori che
lanciano le reti per guadagnarsi il pane e per alimentare 1'umanità. Le
tue reti sono altre, o pescatrice di Gesù, guarda verso di Me. Tu hai
lanciato e reti del dolore e dell'amore in questo mare infinito di tanto
martirio. Io raccolgo le reti; le anime vengono a Me. - Vidi i due mari:
il mare dei pesci ed il mare delle anime; in questo vi era Gesù. Come
Egli raccoglieva le reti! Ma le sue, a differenza delle altre, si
moltiplicavano infinitamente. - ... Ripara, pescatrice! Soffri nel tuo
mare inaudito affinché si salvino le anime a milioni! (diario,
3-6-1955).
« È l'ultima, tremenda fase »
... Avessi almeno un filo di una tela di ragno cui
aggrapparmi! Ma non ho nulla, mio Dio! Mondi e mondi di inutilità; mondi
e mondi di tenebre e morte. Vado di caduta in caduta verso gli abissi
senza fine. Quanto soffre il mio corpo, o Gesù, quanto soffre la mia
anima! Oggi è stato un giorno di lacrime: il dodicesimo anniversario
della mia partenza per « La Foce ». Che duro ricordo! Non riuscivo a
dimenticare, passo per passo, tanti scoraggiamenti per ciò che andai a
fare colà. Mio Dio!
Fra tutto questo ripetevo il mio « credo » senza
credere; offrivo al Cielo, senza sentirne l'esistenza, tutte le
sofferenze. Gesù ritardò: non veniva. Pensavo che fosse triste per i
miei scoraggiamenti e la mia vita senza fede. Ho ripetuto « credo a
tutte le verità sino alla morte! ». ... Venne Gesù: - Figlia mia,...
coraggio! Ripeti il tuo « credo » senza fede; dimmi che Mi ami, senza
amare. Non sono i sentimenti di fede e le consolazioni che Mi consolano;
ma questa lotta costante nel più grande dolore.
È l'ultima, tremenda fase: il colmo della sofferenza
a scontrarsi con il colmo del peccato e della criminalità: il mondo
pecca. Coraggio! Tu sei luce e faro del mondo.
... Tu fosti alla « Foce » perché si convincessero
della verità, o fosti per amore Mio e per le anime? - Chi più di Te lo
sa? Che importava a me che si convincessero della verità?! Dodici anni:
che martirio, Gesù, ma fu per Te! - ... (diario, 10-6-1955).
« Credi in me! Credi che sono con te! »
... Ho ricevuto una lettera del mio padre spirituale.
Era grande la mia ansia di riceverla; ma fu maggiore l'indifferenza,
anzi la freddezza con cui l'ho ricevuta. Mi è stata consegnata nella
morte e nella morte l'ho conservata. Sono vittima. Sia fatta la Tua
volontà, se Ti piace che io viva così. « Gesù, credo nel Tuo amore.
Credo che non mi mancherai ». Gli parlavo così, ma Gesù era lontano,
molto lontano e da lontano mi parlò con dolcezza: - Sono Amore, sono
Amore, sono Amore e sono qui, vittima e sposa Mia. Sono Amore che non
senti, ma che ami. Sono la Sapienza che non comprendi, ma in cui credi.
Coraggio! La tua vita è divina: non può essere vissuta né sentita sulla
terra; sono meraviglie della Sapienza divina. È missione tanto nobile
quella che ti ho affidato. Solo in questo stato d'animo la disimpegni
con perfezione. Coraggio! È l'ultima e tremenda fase; è vicino il Cielo.
Vivi la vita d'amore senza sentire l'amore; vivi la vita di fede
ardente, senza sentirne gli effetti. Ma si convertono i peccatori, si
salvano le anime. Soccorrile! Credi in Me e credi che sono con te.
(diario, 17-6-1955).
... La ripetizione frequente del mio « credo » mi
pareva un cilindro che misturava costantemente la massa della terra e
del cielo. Ma come? Il Cielo esiste? Vi è una eternità? Credo, Gesù,
credo; questo mio « credo » sia eterno. Lottai. Durante questa lotta
indicibile venne Gesù parlando con forza ma con dolcezza: - Avanti,
eroina incomparabile! Avanti nelle tue tenebre perché daranno luce.
Avanti nella tua morte perché darà vita. Avanti nella tua inutilità,
perché tutto viene utilizzato per la resurrezione delle anime. Avanti
nel tuo amore, unico, disinteressato della tua gloria in cielo; avanti
nel tuo martirio che è giunto al culmine: pazza per mio amore, pazza per
amore delle anime... - ... (diario, 1-7-1955).
Prepara delicatamente Deolinda alla separazione
... Io grido e grido al Cielo.
Non so chi dice: « La mia anima è triste sino a
morirne, sino alla morte ». Chi potrà essere, se io sono già morta? In
me regna soltanto la morte.
Non posso quasi più pregare e la mia unione con i
miei Amori tanto cari sembra interrotta... Sulla terra ho perduto tutto.
Oh, che abbandono completo! Non ho l'appoggio di nessuna creatura. Per
me oggi è stato un giorno di lacrime, lacrime di gioia e di pace. Le ho
offerte a Gesù sacramentato come atti d'amore. Fra queste lacrime, con
angoscia mortale, ho fatto ciò che mi piacerebbe fare nel momento della
mia morte: ho consacrato ai Cuori divini di Gesù e di Maria la mia cara
sorella. Ho chiesto Loro di non prenderla prima di me: che lasciassero
per dopo questo angelo che mi hanno affidato. Ho chiesto che fossero
Loro i suoi consolatori dopo la mia morte, perché solo in Loro potrà
sperare e soltanto Loro la comprenderanno. Quanto ho sofferto durante
questa offerta, mentre parlavo ai miei cari Amori! « Credo fermamente,
credo eternamente »... Venne Gesù, mi rialzò dal mio abisso e mi disse:
- Ascolta: c'è festa in Cielo! Sei attesa. Non immagini la tua gloria.
Il Cielo è in festa per la riparazione che gli dài... Avanti, coraggio,
tu che soffri, tu che ripari! Avanti, coraggio, voi che lavorate per la
maggiore gloria di Cristo sulla terra! Egli trionfa sugli uomini. -
Mentre Gesù parlava io udivo lassù campane e suoni
celesti. Avevo luce nell'anima; la morte era scomparsa. Questo sollievo
durò poco tempo: fu appena un conforto. Gesù scomparve; la morte e le
tenebre ritornarono... (diario, 15-7-1955).
« Parla dell'Eucarestia Parla della mia Madre
benedetta »
... O Gesù, è necessario partire, ma per dove? Mi
avvolgono soltanto la morte e le tenebre. Non sono altro che un cadavere
sepolto nel più profondo abisso di tenebre.
Vorrei dire: « Cieli e terra parlate per me,
manifestate la mia sofferenza, parlate della mia morte, del mio dolore
». Mio Dio, non esistono né cieli né terra.
Fetori infernali che mi spremono lacrime mi
tormentano per ore ed ore. Se non fosse per un miracolo, giungerei alla
disperazione. Oggi, molte volte, piangendo e singhiozzando, ho ripetuto
« credo mio Dio e spero in Te! ». Sperare in che cosa? In ciò che non
esistette mai e non esiste? Credo nella vita eterna e spero e confido e
confido in Te, anche se il mio stato d'animo non è se non il sentimento
di falsità...
Quando il combattimento era più grave, serrato, venne
Gesù e mi rialzò con delicatezza, con amore. Passai dalla profondità
dell'abisso alla soavità e alla luce del suo divin Cuore. - Mia figlia,
alzati! Sono Io che ti offro la mano. Vieni, ascoltami. Hai nel tuo
cuore il Cielo: la Trinità Divina abita sempre in te... Quante anime
vivono la vita interiore, la vita della Trinità Santissima per mezzo
tuo! Dal tuo battesimo possiedi in te questo Cielo divino, anche se non
lo senti... Il tuo tormento terminerà presto: godrai del cielo e
continuerai colà la tua missione sublime. Il mondo è tuo: quanto ti
deve!...
Parla della Eucarestia e della devozione alla Mia
Madre benedetta. Queste devozioni, con le tue sofferenze sono le perle
più preziose per le anime. - ... (diario, 22-7-1955).
... - Coraggio, mia figlia! Lancia le reti! Coraggio,
sposa prediletta di Gesù, ripeti il tuo « credo »! Lancia alle spiagge,
ai casinò, ai cinema e in tutte quelle città provocatrici e peccaminose,
lancia le tue reti insanguinate, le tue reti di tormenti indicibili ed
ineguagliabili. Lanciale ai sacerdoti che Mi offendono e Mi tradiscono:
sono altrettanti Giuda che Mi vendono... Quanto soffrono il Mio ed il
Cuore della Mia Madre santissima! Lancia le tue reti... Ripeti il tuo «
credo ». - ... Gesù, Tu lo sai che a Voi mi sono abbandonata
completamente. Tutto il mio essere è proprietà vostra; non
abbandonatemi: sono la Vostra vittima. - ... (diario, 29-7-1955).
Ho tentato di abbracciare cielo e terra
... Sempre lottando ho tentato oggi, in ispirito, di
abbracciare il cielo e la terra: il cielo, dimora di Dio; la terra,
apportatrice della mia croce. Che sforzo per questo abbraccio! Il cuore,
tra un abbraccio e l'altro, esplodeva come bomba. Il sangue scorreva;
era un abisso senza fine; erano abissi e abissi di tenebre e di morte.
Non avevo esistenza, non potevo camminare, non avevo
acqua per nuotare; ripetevo il mio « credo », ma sentivo come vi
impiegassi una eternità a ripeterlo.
Gesù venne al mio incontro; scese ai miei abissi. -
Rialzati, figlia mia! Non hai esistenza, né mare per nuotare, ma hai
Gesù da amare e anime da salvare... Coraggio, non sei sola: hai
l'assistenza del Cielo... Guarda all'azione dello Spirito Santo; guarda
come lavora, come ritocca e dilata il tuo cuore perché vi regni la
Trinità divina. -
Poi vidi come in un quadro le riparazioni che Gesù
esigeva. Mio Dio, mio Dio! La Chiesa, la Chiesa! O mio Dio, basta,
basta! Venne Gesù e questa volta mi fece sentire la Sua presenza. Unì il
mio al Suo Cuore per infondervi la goccia di Sangue... (diario,
5-8-1955).
O Chiesa, vigila il mondo impazzito
... Che mare immenso di dolore! Dolore che non è mio:
lo vivo e lo sento soltanto, senza vita che si possa dire vita e di cui
non posso disporre. Gesù mi ha tolto tutto. Che abbandono completo!
Tento di riferire le parole di Gesù dal momento che non posso dire
altro. Né Calvario, né Gesù, né Mammina, né nulla, ma il mio « credo » è
ripetuto incessantemente. Chiamavo Gesù e Mammina quasi con la certezza
che non esistevano. Egli venne e mi parlò così: - ... Alzati e cammina!
La tua vita è come se non la vivessi. Coraggio! Non comprendi nulla
perché sulla terra non si può comprendere ciò che è la vita del Cielo.
Coraggio! In questo mare immenso del tuo dolore, in questo lungo fiume
del tuo martirio vengono le anime verso di Me; i cervi bevono
costantemente quell'acqua che dà loro la vita. Le anime, le anime!
Soffri, ripara! Il mondo è impazzito, soccorrilo, è tuo! O Chiesa, o
Chiesa, o Chiesa, vigila con una vigilanza costante! Oh, quanto sono
offeso! - ... (diario, 12-8-1955).
Non posso dir nulla della mia anima. Per sopportare
il dolore, bisogna spremersi in amore. Mio Dio, sono Tua con questo
vivere inspiegabile. Tento di dire qualche parola sul mio incontro con
Gesù. Egli mi chiamò strappandomi dai miei profondi abissi: - Mia
figlia, per mondi di dolore sono necessari mondi di amore infinito.
Coraggio! Per i mondi di crimini, dico « mondi » perché si pecca da
formare mondi di crimini,... è necessario dare all'Eterno Padre una
riparazione che oltrepassi tanta e sconfinata malvagità. - Gesù parlava
ed io camminavo; ero obbligata a seguire la Sua voce. L'ho perduto. Si
oscurò tutto. - Gesù, credo, credo! Non voglio se non ripetere il mio «
credo ». - Mi sono perduta in un bosco nero, tormentoso. « Non so dove
sei, ma credo fermamente ». Vidi una nuova piccola luce di Gesù e udii:
- Mia figlia, vittima che vince tutto, vieni a cercarmi tu che non Mi
hai perduto, affinché vengano al mio incontro le anime nere e putride
che Mi hanno perduto. Da' a loro la vita, da' a loro la resurrezione con
il tuo martirio. Ricevi la goccia del mio Sangue divino, goccia che ti
fortifica e ti rinnova tante energie consumate... Coraggio! Oh, come
trionferà questa mia causa, dopo tanto odio e lotta serrata!... Oh, se
tutti gli uomini facessero la Mia divina volontà! Coraggio! Sempre nel
dolore, sempre nell'amore. I miei colloqui d'ora in avanti saranno come
un incontro di due amici per ricordare la loro amicizia. Per te sarà
quasi un tramonto. - lo udii e ascoltai tutto, sentendomi divenire tanto
piccola, tanto piccola da liquefarmi come cera. Gli presentai le mie
richieste e rimasi nella mia agonia... (diario, 26-5-1955).
« Gesù, perdona al mondo perché è tuo! »
Detto soltanto le parole di Gesù; se le cose
continueranno così, neppure questo potrò fare. Sono arroventata come
fossi in olio sul fuoco. O sofferenza che non sarà mai espressa! In una
angustia lancinante ho ripetuto i miei atti di fede. « Credo, Gesù,
credo che la Tua nascita, il Tuo Orto, il Tuo Calvario furono per me.
Credo! ». I miei abissi erano così neri e profondi che solo un Dio
poteva penetrarvi. È ciò che fece Gesù. Scese alla mia profondità, mi
portò alla superficie e illuminò il mio povero essere con alcuni raggi
della sua Luce. - Vieni, mia figlia, luce e faro del mondo: sei luce che
brilla, faro che tutto illumina. Per te, le tenebre; per le anime, la
luce. Vieni, luce di cui lo sono luce, faro di cui lo sono faro! Non
posso lo farti brillare con il mio splendore? Non posso fare sì che tu
sia faro come lo sono Io? Chi, se non Dio, può fare le grandi cose? Ti
feci grande con le mie grandezze, ti preparai con ciò che è divino, con
ciò che è celeste... Soffri, immolati... Soffri il dolore del mio divin
Cuore. - Gesù, sarò coraggiosa e non Ti dirò di no, soltanto con l'aiuto
della tua Grazia. Mi sento sola, al colmo del dolore! Sono la Tua
vittima. - Lascia, mia figlia, che lo gridi attraverso le tue labbra: «
O Chiesa, accogli la Voce del Signore! Vigilanza, vigilanza! O Chiesa,
mia cara Chiesa, veglia, veglia, non dormire, non afflosciarti! ». Mai
il mondo ha peccato tanto; mai fu urgente tanta riparazione. Anime
vittime, crescete nella immolazione per il vostro Sposo! Ricevi la
goccia del mio divin Sangue; ricevi questa vita che è la tua unica vita.
Coraggio, avanti! Non mi hai detto tante volte che volevi consumarti e
sparire nel mio Amore? Coraggio! Ho preso alla lettera quanto Mi hai
detto. -
- O Gesù, custodisci la mia anima; soltanto Tu lo
puoi fare. Accogli le mie richieste; e il mondo, il mondo! Gesù,
perdonagli perché è tuo! - (diario, 2-9-1955).
Gli ultimi due giorni 12 ottobre
Alle due di notte Alexandrina disse a Deolinda che
l'assisteva: Voglio raccontarti una cosa che non dissi mai per non farti
soffrire. Avvenne così: ai primi di febbraio, di buon mattino udii una
voce: - Fa' un atto di rinuncia alla venuta del tuo primo direttore. -
Non te lo dettai per non fartelo sapere. Appena sia giorno farai tre
telefonate.
Alla signorina Irene Gomes per chiederle il piacere
di accompagnare a casa la mamma con tutta la sua biancheria. Che ritorni
definitivamente perché io morirò. (Mamma Maria era in cura al mare).
A d. Alberto Gomes (il confessore) per un dovere di
gratitudine da parte mia e, se me lo consente, di ripetere pubblicamente
l'atto di rinuncia alla venuta di p. Pinho. Intanto avviserai il cugino
Gioacchino che vada a chiamare il dottor Azevedo.
Alla signora Anna Pimenta (amica e benefattrice che
aveva manifestato il desiderio di assistere alla morte di Alexandrina).
Durante la mattinata disse parecchie volte:
- Io vorrei il Cielo. Non provo nessuna pena di
lasciare la terra.
Sono scomparse le tenebre dell'anima... Sono
scomparse le sofferenze dell'anima. È sole. È vita. È tutto. È Dio! -
Deolinda ad un certo punto le domandò: - Vuoi qualche
cosa? -
- Il Cielo; perché sulla terra non ci si può più
stare. Vorrei il Sacramento degli infermi, mentre sono lucida. Un giorno
qui sarà tutto bello.
O Gesù, sia fatta la Tua volontà e non la mia. -
Verso le 15 dello stesso giorno, alla presenza del suo confessore, d.
Alberto Gomes, del dott. Azevedo, di tutti i familiari e di alcuni tra i
più intimi, fece l'atto di accettazione della morte con queste parole:
«Mio Dio, come Ti ho consacrato sempre la mia vita,
Ti offro ora la sua fine, accettando rassegnata la morte e tutte le
circostanze che possono darti la maggiore gloria».
Prima di ricevere l'Unzione degli infermi volle
chiedere individualmente perdono alla mamma, alla sorella, al
confessore, al parroco, al medico, alle cugine, alle persone amiche e
alla domestica Ausilia.
Alle persone che le avevano fatto del bene disse:
- Ringrazio coloro che ci hanno fatto del bene;
pregherò per loro in cielo. -
Poi domandò:
- Avrò l'anima preparata a ricevere l'unzione
degl'infermi? - Le fu amministrato il Sacramento dal parroco.
A intervalli, disse queste frasi:
Gesù, non posso più stare sulla terra. O Gesù, la
vita costa.
Il Cielo costa.
Ho sofferto tutto per le anime.
Mi sono spremuta in questo letto fino a dare il mio
sangue per le anime.
Perdòno tutti, perdòno... Furono tormenti per mio
bene. O Gesù, perdona al mondo intero...
Sono tanto contenta di andare in cielo (sorridendo e
guardando in alto).
Al medico che la salutava prima di lasciarla, alla
sera, disse: - Che chiarore, che luce! È tutto luce (sorridendo). Le
tenebre non ci sono più. -
13 ottobre
Alle ore 6 Alexandrina sorrise con un sorriso
angelico: - Mio Dio, mio Dio, io Ti amo; sono tutta Tua.
Non mi piacerebbe morire di notte. Morrò quest'oggi?
Sarei contenta. -
Chiese a Deolinda di porgerle il crocifisso e la
statuetta di Mammina per baciarli.
Deolinda domandò: - A chi sorridi? - Al Cielo, al
Cielo. -
Alle ore 8 ricevette la Comunione.
Nella mattinata fu visitata da varie persone. Ad un
gruppetto disse:
- Addio, arrivederci in cielo! Non peccate! Il mondo
non vale niente! Questo dice tutto. Fate la Comunione molte volte!
Recitate il Rosario tutti i giorni. -
Alle ore 11 disse al dott. Azevedo: - Fra poco! -
Egli le chiese se quel « fra poco » era come quelli di Gesù; poi
continuò: - Certamente, domani alle 15, Gesù le vorrà parlare ancora. -
Ella abbozzò soltanto un sorriso.
Alle 11,25: - Sono felice perché vado in cielo. - Il
medico aggiunse: - In cielo preghi per noi. - Ella accennò di sì col
capo.
Alle 11,35 chiese di recitarle le preghiere
dell'agonia.
Alle 19: - Vado in cielo. -
Alle 19,30 ella esclama: - Vado in cielo. - Deolinda
soggiunse: - Ma non adesso. - Alexandrina rispose: - Adesso, adesso. -
Alle 20,29 spirò.
Si conservò perfettamente lucida sino all'ultimo
istante. Passarono a salutare Alexandrina nella sua camera ardente oltre
5.000 persone: le baciavano il volto, le mani, i piedi; toccavano la
salma con vari oggetti religiosi.
Un sacerdote religioso, nel contemplarla nella cassa
tra i fiori, commentò: - È un bianco giglio tra i gigli. -
Al suo funerale erano presenti 40 sacerdoti e
migliaia di persone.
Le ultime disposizioni di Alexandrina
Il mio funerale
È mio desiderio che il mio funerale sia povero.
Voglio che la mia cassa non sia né elegante né scadente per non
richiamare l'attenzione di nessuno. Voglio essere vestita di bianco, da
Figlia di Maria, ma molto modesta. So di avere un vestito molto bello,
più bello di quello che desidererei: me lo hanno donato; siccome non ho
volontà mia, ed essendo cosa più perfetta, accetto quanto hanno voluto
darmi.
Se non è proibito dalla santa Chiesa, voglio attorno
alla mia cassa molti fiori. Non li merito, ma è perché li amo molto. Per
merito mio, non avrei né porterei nulla.
Nel tragitto del funerale vorrei il massimo
raccoglimento; mi causa dispiacere assistere e vedere come si svolgono i
cortei funebri.
Non voglio l'autopsia: fu sufficiente concedere agli
esami medici il mio corpo da viva.
Il mio sepolcro
Il mio sepolcro: voglio essere sotterrata, se è
possibile, con il volto verso il tabernacolo della nostra Chiesa: come
in vita ho desiderato essere vicina a Gesù Sacramentato, e voltarmi
verso il tabernacolo il più possibile, dopo la mia morte voglio
continuare a vegliare il mio tabernacolo e mantenermi voltata verso di
esso. So che con gli occhi del corpo non vedrò il mio Gesù, ma desidero
rimanere così per meglio mostrare l'amore che ho per la divina
Eucarestia.
Voglio che il mio sepolcro sia attorniato da piante
chiamate « martirios » [passiflora] per mostrare che le ho amate in vita
e le amerò dopo morte.
Intrecciate ai martirios voglio rose rampicanti, ma
che abbiano molte spine.
Amo e amerò durante la vita i martirii che Gesù mi dà
e le spine che mi feriscono; li amerò dopo morte e li voglio vicino a me
per dire che è con le spine e con tutti i martirii che ci rendiamo
simili a Gesù, che consoliamo il Suo divin Cuore e salviamo le anime,
figlie di tutto il suo Sangue.
Che prova maggiore di amore possiamo dare al Signore,
se non quella di sopportare con gioia tutto ciò che è dolore, disprezzo
e umiliazione?
Quale maggiore consolazione possiamo dare al suo
divin Cuore, che dargli anime, molte anime, per le quali Egli ha
sofferto e dato la vita?
Sul mio sepolcro voglio una croce e accanto una
statuetta della cara Mammina. Possibilmente mi piacerebbe che una corona
di spine avvolgesse la croce, come segno che la portai durante la vita e
l'amai sino alla morte.
La Mammina è per provare che fu Lei ad aiutarmi a
salire il cammino doloroso del mio calvario, accompagnandomi e
sostenendomi sino all'ultimo istante della vita.
Spero che così sia: Ella è Mamma e come tale non mi
abbandonerà nell'ultimo istante.
Amo Gesù, amo Mammina, amo la sofferenza e soltanto
in cielo comprenderò il valore di tutto il mio dolore.
Epitaffio per la mia tomba
«
Peccatori, se le ceneri del mio corpo possono essere utili per salvarvi,
avvicinatevi, passatevi sopra, calpestatele fino a che spariscano, ma
non peccate più. Non offendete più il nostro Gesù!
Peccatori,
vorrei dirvi tante cose! Per scriverle tutte non basterebbe questo
grande cimitero.
Convertitevi! Non offendete Gesù! Non vogliate perderlo per tutta l'eternità!
Egli è tanto buono!
Basta con
il peccato! Amate Gesù, amatelo!
Nel
diario di Alexandrina, in data 6-3-1950, d. Umberto ha trovato scritte
le seguenti frasi che volle scolpite sul sepolcro. « Non voglio
grandezze sulla mia tomba, ma parole di richiamo che scuotano le anime e
le invitino al vero pentimento, al vero amore per Gesù e per Mammina. È
questa l'unica grandezza, l'unica aspirazione del mio cuore ».
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