5 IN DIGIUNO TOTALE L'anno 1942 segna l'inizio di quel digiuno totale che durerà fino alla morte. Per questi ultimi tredici anni Alexandrina vivrà nutrendosi dell'Eucaristia. Nella lettera del 22 agosto 1942 a p. Pinho scrive: Io continuo senza alimentarmi [...]. Non posso descrivere le nostalgie che ho di alimentazione: bramo di mettere tutto in bocca [...J. Ma, sia lodato Gesù, la mia intelligenza è vivissima. Offro tutto il martirio per amore a Gesù (... ) e per dare luce a coloro che mi hanno tolto la luce e il conforto. ALL'OSPEDALE PER QUARANTA GIORNI Questo digiuno straordinario viene considerato da molti una mistificazione. Il medico curante e grande amico, Azevedo, promuove un controllo. I medici che la esaminano pretendono che questo sia rigoroso e fatto in ospedale. Il 10 giugno 1943 inizia il suo internamento nell'ospedale "La Foce" di Oporto, che durerà quaranta giorni, non trenta come concordato: il 40 biblico! Alla partenza, tutto il paesino è attorno all'ambulanza. Vedevo le lacrime negli occhi di quasi tutti e udivo i singhiozzi di mia madre e di altri parenti [...]. Il cuore pulsava con tanta violenza che pareva staccarmi le costole: "Accetta, o mio Gesù, tutti i palpiti del mio cuore per amore a Te e per la salvezza delle anime! ". Arrivati alle ultime case di Balasar, alcuni fanciulli dai margini della strada lanciano fiori sull'ambulanza. Tanto è amata dai semplici! Alla vista del mare: Un gran silenzio si impadronì del mio cuore e, nel vedere il moto continuo delle onde che arrivavano alla spiaggia, chiesi a Gesù che anche il mio amore fosse così: senza interruzione e duraturo. Il giorno seguente è venerdì, ed Alexandrina ha l'estasi di Passione, registrata dal medico Azevedo. In seguito, sta molto male e di notte ha una crisi con vomiti che si prolunga fino al sabato. Udii il medico (Gomes de Araújo, il capo) che presso il letto sussurrava all'infermiera: "E spacciata, è spacciata! ". Allora aprii gli occhi e gli dissi: "Signor dottore, anche a casa avevo di queste crisi". "Signorina, non pensi di essere venuta qui per digiunare! ". Mi sentii molto ferita! Era una pioggia continua di umiliazioni e di sacrifici. Se io sapessi soffrire bene, quanto avrei da offrire a Gesù! Avevo ai piedi del letto una foto della piccola Giacinta (la veggente di Fatima) che mi avevano mandata. La guardavo con amore (...). "Cara Giacinta, tu, pur così piccola, hai provato quanto costa questo. Aiutami, là dal Cielo dove sei! ". Solo l'aiuto del Cielo, solo le preghiere delle anime buone potevano essere la mia forza per tanto doloroso calvario. Cantavo lodi a Gesù e alla Mamma fingendo di godere la più grande gioia, ma dentro di me! Alle volte le vigilatrici la tentano offrendole un po' della loro refezione. Rifiutavo con un sorriso, fingendo di non comprendere la loro malizia. Ma il tormento più grande è quello degli interrogatori del dottor Araújo. Un giorno, seduto alla mia destra, cercò tutti i mezzi per convincermi che quanto avviene in me è mia illusione. Dopo un lungo discorso, in cui egli descrive una sua esperienza circa un faticoso lavoro fatto con tanta speranza e non riuscito, conclude: "Tutto è caduto a terra!". Io, che da molto tempo avevo capito dove voleva arrivare, sorrisi e dissi: "Non cade, signor dottore! Mi guida un direttore molto santo e molto saggio e che ha studiato il mio caso per alcuni anni. E, se è opera di Dio, non vi è nulla che la butti a terra". Egli, un poco imbarazzato, mi disse: "Ah, no!" fingendo che non fosse questo che voleva dire. Udita la risposta, se ne andò in fretta; ed era ora! Finalmente arriva il sospirato momento di lasciare il carcere! In quel pomeriggio del 20 luglio vennero a salutarmi le suore e le vigilatrici; tutte mi offrirono doni (profumo, fiori). Né il profumo né i fiori né la folla che attorniava l'ambulanza lungo il viaggio furono per me motivo della più piccola vanità. Chi sarebbe capace di soffrire tanto per una grandezza e una vanità del mondo? (...). Ma quanto è bello sopportare tutto per amore a Gesù! Gesù conclude: "Tutto quanto è di Gesù non cade: sta saldo in mezzo a tutte le tempeste, splende, trionfa. Regna Gesù con la sua innamorata (...)". "O mio Gesù, molte grazie! Trionfa Tu per la tua gloria e per la salvezza delle anime. Io voglio esser piccola agli occhi del mondo, ma grande nell'amore, nel potere di salvarti le anime; in quel potere che è tuo, in quell'amore che solo a Te appartiene". |