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AMORE A GESU’
Il suo amore a Gesù
è tanto forte che la fa soffrire per l’mpressione di non saper amare abbastanza.
Si rivolge alla
cara Mammina:
“Mammina, vieni con me
ai tabernacoli, vieni a coprire d’amore il mio Gesù. Offrigli tutto quanto
avverrà in me, tutto quanto sono solita offrirgli, tutto quanto si possa
immaginare, come atti d’amore per il nostro Signore sacramentato” (...)
“O Gesù, c’è qui
Mammina, ascoltala! E’ Lei che ti parlerà per me”. (...)
“O mio Gesù,
io voglio che ogni
dolore che sento, ogni palpito del mio cuore, ogni mio respiro, ogni secondo che
passerò
siano atti d’amore ai tuoi tabernacoli.
Voglio che ogni
movimento dei miei piedi, delle mie mani, delle mie labbra, della mia lingua,
ogni aprirsi e chiudersi dei miei occhi, ogni lacrima, ogni sorriso, ogni gioia,
ogni tristezza, ogni tribolazione, ogni svago, dispiacere, contrarietà
siano atti d’amore ai tuoi tabernacoli.
Voglio che ogni
lettera alfabetica delle preghiere che io reciti o oda recitare, ogni parola che
io pronunci o oda pronunciare, che io legga o oda leggere, che io scriva o veda
scrivere, che io canti o oda cantare
siano atti d’amore ai tuoi tabernacoli.
Voglio che ogni bacio
che ti do sulle tue sante immagini, su quelle della tua e mia cara Mammina, dei
tuoi santi e sante
siano atti d’amore ai tuoi tabernacoli.
Voglio che ogni goccia di pioggia che
cade dal cielo sulla terra, che tutta l’acqua che il mondo contiene, offerta a
gocce, che tutta l’ arena del mare e tutto quanto il mare contiene
siano atti d’amore ai tuoi tabernacoli.
Ti offro le foglie
degli alberi, tutti i frutti che possono avere, i fiori offerti petalo per
petalo, tutti i granelli di semente di cereali che possono esservi nel mondo e
tutto quanto contengono i giardini, i campi, i prati e i monti; offro tutto
come
atti d’amore ai tuoi tabernacoli.
Ti offro le penne
degli uccelli, il loro gorgheggio, i peli e le voci di tutti gli animali
come
atti d’amore ai tuoi tabernacoli.
Ti offfro il giorno e
la notte, il caldo e il freddo, il vento e la neve, la luna e il suo chiarore,
il sole e l’oscurità, le stelle del firmamento, il mio dormire, il mio sognare
come
atti d’amore ai tuoi tabernacoli.
Ti offro tutto quanto
il mondo rinserra, tutte le grandezze, le ricchezze e i tesori del mondo, tutto
quanto avviene in me, tutto quanto sono solita offrirti. tutto quanto si possa
immaginare
come
atti d’amore per i tuoi tabernacoli.
O Gesù, accetta il
cielo e la terra, il mare, tutto quanto vi è contenuto, come se questo <tutto>
fosse mio e io di tutto potessi disporre e tutto offrirti
come
atti d’amore per i tuoi tabernacoli”. A (p.21)
Non vi sono parole
di commento...
Nell’Autobiografia non
è segnata la data in questo pezzo, ma, osservando quanto precede e quanto segue,
si può datare attorno agli anni 30-33; certamente prima dell’incontro con il
padre Pinho, che diventerà suo direttore.
Seguono stralci da
L e da S, a partire dal 1941.
“O Gesù del
tabernacolo, o Gesù del paradiso, aiutami, soccorri la tua figliolina! Io voglio
amarti e non ho amore! Dammi l’amore che ti ha legato al tabernacolo, dammi
l’amore che ti ha portato a creare tutto per me, dammi l’amore della Mammina,
dammi l’amore di tutto il Cielo!
E’ con questo amore
che io voglio amarti”. L (22-10-41)
La pena di non
riuscire ad amare quanto vuole le suscita il desiderio struggente di chiedere a
Gesù, a tutto il Cielo amore che le dia capacità di amare .
Questo atteggiamento è
naturalmente condiviso da moltissime altre anime che amano veramente e non sono
mai soddisfatte. Citiamo per esempio la grande mistica messicana Conchita, la
quale pure si rivolge a Gesù stesso per avere quell’amore da dargli:
“Oggi vengo ( al
tabernacolo) con tutto l’ardore dell’anima mia a chiederti amore per amarti,
perché muoio per la pena di non amarti di più, molto di più”.(vd.” Davanti
all’altare”, Ed Ancilla)
Giorno di tutti i
santi. Subito di mattina presto, mentre mi preparavo a ricevere Gesù (nella
Comunione) li incaricai di amare per me Gesù, Mammina e tutta la Santissima
Trinità. (...)
Venne Gesù e ravvivò
in me il desiderio di un amore sempre più grande. (...)
“O mio Gesù, il mio
amore non ha altro fine se non quello di amarti. Voglio amarti, voglio amarti ma
non con lo scopo di apparire bene, né di riuscire gradita alle creature”. S
(1-11-44)
“Gesù, abbi pietà di
me! (...) Vorrei avere cuore per amarti, e non è mio.(è in crisi di dubbi).
Che fare, Gesù?
Consegnarmi a Te, alla tua infinita misericordia che tutto perdona e incaricare
tutto il Cielo di amarti per me”.
“O Cielo,o Cielo, ama,
ama in nome mio il tuo e mio Creatore!”
“ O Gesù, dammi il tuo
amore benedetto perché con esso io ami Te e la cara Mammina!” S (7-11-44)
E’ sempre ardente
questo desiderio: Otto anni dopo lo troviamo riaffermato. Ma la cara vittima è
salita nella scala del martirio, che deve crescere sempre più!
“Permettimi, Gesù, che
io ti dia tutto l’amore della Santissima Trinità e della cara Mammina! Solo così
io potrei dire: - Gesù, Tu sei amato. Io Ti amo in nome di tutto questo amore-”
“Io accetto, figlia
mia, accetto tutto come se fosse così: accetto tutto l’amore del Cielo che mi
vuoi offrire.
Ma voglio il tuo
dolore di più, sempre di più”. S (29-8-52)
Vorrebbe essere
tutta concentrata solo nell’amore al suo Gesù.
Trascorsi ore della
notte sveglia, in una unione continua con Gesù.
Le sue prigioni
d’amore (i tabernacoli) sono le mie prigioni: sempre consumata dalle brame di
amarlo.
Tutto in silenzio, e
io con Lui.
“Tu non sei solo, mio
Amore! Io sono con Te, Ti amo, sono tutta tua”.
Con una lampada accesa
fisso il Cuore santissimo di Gesù e la cara Mammina (in due quadri appesi
accanto al letto).Chiedo Loro benedizioni, grazie e amore per me, per quelli che
mi sono cari, per il mondo intero. Li voglio amare tutti.
Mi viene meno il
coraggio: io non ho amore... (...) S (14-11-44)
I miei desideri sono
profondi, sono vivissimi. Io non vorrei trascorrere un solo istante della mia
vita senza ripetere sempre:
“Ti amo, mio Gesù, io
Ti amo! non vorrei per le mie labbra altro movimento, altra parola”. S
(16-4-44)
“Ascolta, Gesù,
ascolta, mio Amore! (...) Fa’ che i miei occhi non vedano altro se non Te, che
le mie orecchie non odano se non le cose del Cielo, che la mia lingua, le mie
labbra non si muovano se non per parlare di Te, delle tue cose, per lodarti, che
il mio cuore non abbia altri sentimenti se non quelli di amore e di dolore:
amore per amarti e dolore per consolarti (in quanto vittima che salva anime ) e
riparare. (...)” S (27-12-46)
Non potevo pregare,
non potevo parlare con Lui.
Fu così che Egli venne
oggi nella mia anima, senza temere né aver nausea di tanta miseria.
Dopo averlo ricevuto
(Eucaristico) rimasi a ripetere molte volte, solo spiritualmente perché non
potevo di più:
“Gesù, Gesù, mio
Amore, io sono tutta tua!”
E così trascorsi
alcuni momenti, ma addolorata per non potere, non sapere dire a Gesù cose più
belle. S (6-4-46)
La sempre più forte
intensità d’amore al suo Gesù la porta a desiderare ardentemente la morte, il
cielo, per unirsi finalmente al suo Amato.
Dopo esami medici che
l’hanno fatta soffrire tanto nel corpo e nell’anima, si rivolge a Mammina:
“Mammina, sono pronta
per più sacrificio e per più amore. Dì questo da parte mia a Gesù.
Fa’ che io soffra, fa’
che io ami: voglio morire d’amore” L (2-5-41)
O mio Gesù, io sono
miseria, ma è con questa miseria che Ti voglio amare, è proprio così che voglio
essere tua, interamente tua.
Lascia, Gesù, che
questa povera figliolina prenda i suoi voli. Lasciami, lasciami volare a Te! Il
cielo, il cielo, Gesù! Mi hai creata per esso. (...) Piuttosto una eternità
disgraziata che farti dispiacere nella più piccola cosa. Ti amo, Ti amo, mio
Gesù, nelle lotte, nei combattimenti (con il demonio) , sul calvario e sulla
croce”. S (20-10-44)
“O mio Dio, mio Dio,
se in mezzo a tutto questo ( in lotta col demonio) io Ti amassi!
Rimasi per un po’ di
tempo con gli occhi fissi nel Sacro Cuore di Gesù. Che sete di amarlo! S
(28-10-44)
“Inventa, Gesù, dei
mezzi con i quali io Ti ami! La scienza umana escogita tante invenzioni per il
mondo e per il tuo divino amore gli uomini non inventano nulla!
Gesù, voglio amarti,
insegnami! Voglio vivere sempre alla scuola dell’amore.
Qui non posso, qui non
so amarti. Solo in cielo, solo in cielo comprenderò tutto, solo là potrò amarti
con l’amore che desidero.
Quando arriverà il
cielo (per me)? Quando sarà il giorno della mia partenza? Quando sarà il giorno
in cui dalla morte passerò alla Vita?
O Gesù, non te lo
domando, non voglio mancare a ciò che promisi. Dammelo quando ti piacerà. Ma
dammi già ora amore, amore, amore che mi bruci e mi faccia morire
d’amore.(...)” S (9-11-44)
Poco più di un mese
dopo Gesù le promette che sarà accontentata: “In un’estasi d’amore sbocciata dal
dolore volerai al cielo” S (29-12-44).
E 4 anni dopo le
confermerà: “Non è il dolore a darti la morte: sarà l’amore a dartela: sarai
consumata da esso. Sarà l’amore che ti darà il cielo, la tua patria al termine
di questo esilio”. S (4-6-48)
La forte tensione
d’amore che fa ardere nella brama di unirsi all’Amato è vissuta da altre anime
tanto elevate .
Ricordiamo
innanzitutto S.Paolo , con la nota affermazione:
“Bramo essere
sciolto dal corpo per essere con Cristo”(Fil.1,23).
Inoltre, la Beata
Angela da Foligno che nella famosa estasi avuta nella Basilica superiore di San
Francesco ad Assisi nel 1292, grida “Amore non conosciuto, perché mi
lasci?”(...) E racconta: “Io gridavo di voler morire e provavo
gran dolore perché non morivo e rimanevo, e tutte le mie giunture
si disgiungevano (vd.
Bernardo Commodi, “Un tuffo nell’infinito”, p.81)
Poi Santa Teresa di
Gesù Bambino, che pure anelava a morire d’amore.*
Ci sono forti analogie nelle spiritualità di queste due anime eccelse.
Alexandrina considerava sua sorella spirituale santa Teresina, che le appare
durante la prima estasi della Passione (il 3-10-38) ed
altre volte.
E come non ricordare
qui San Giovanni della Croce con la sua famosa invocazione alla “Fiamma d’amor
viva”: “rompi, se vuoi, la tela al dolce incontro!” ?
Le anime che
hanno raggiunto la vetta si incontrano.
Gesù la conforta
assicurandole che sa amare, e con un amore che si diffonderà per la salvezza
delle anime.
Abbracciata al mio
crocifisso e alla cara Mammina
(crocifisso e
statuetta che teneva sul petto), non cessavo di chiedere loro amore (non per
essere amata, ma capacità di amare).
I dolori erano quasi
insopportabili, ma le brame di amore li superavano, e di molto.
In questa angustia non
perdevo la mia unione con Dio. Andavo sempre mormorando:
“Mio Gesù, mi lancio
tra le tue divine braccia, ti afferro per non lasciarti più, né desistere di
chiederti amore. Anche se ogni volta che te lo chiedessi Tu mi respingessi e mi
picchiassi, io non ti lascerei né starei zitta, ma invece con più coraggio
ancora moltiplicherei il mio grido: - Gesù, Gesù, dammi amore, Gesù: sono la tua
vittima!-
(...) Egli mi disse
(dopo la Comunione):
“Figlia mia, dove sta
la croce, la vera croce, la croce reale, ivi sta l’amore. E dove sta l’amore,
sta Cristo.
Tu soffri, Tu mi
possiedi, mi ami; hai tutto l’amore di Gesù. Soffri e ami con dolore senza pari,
con amore senza pari.
Farò sì che il tuo
dolore sia di salvezza per il mondo e che questo amore con cui mi ami si
diffonda, si comunichi alle anime.
Il tuo dolore e il tuo
amore sono scale ai peccatori e ai giusti per salire al cielo.
Il tuo amore
incendierà le anime; il tuo dolore sarà tanto potente che, quando sarai in
cielo, sino alla fine del mondo continuerà ad essere sulla terra un mezzo
potente di salvezza per gli ingrati peccatori. Coraggio, figlia mia, cosa ti
aspetta in cielo!”
Tale promessa, invece
di inorgoglirla, fa scattare la sua umiltà.. Infatti risponde:
“O mio Gesù, come mi
sento umiliata, come mi sento piccolina! Si faccia tutto secondo la tua divina
volontà. Solo Tu sai quanto mi costa sentirti parlare così!”
“Sta tranquilla, sposa
cara, sta tranquilla. Ciò che dico non è per elogiarti, non parlo per te, parlo
per il mondo: è a lui che io voglio mostrare ciò che è la mia vita divina nelle
anime e ciò che è una vittima generosa e fedelissima. E’ al mondo che voglio
mostrare gli elogi di Dio dati ad una (sua) sposa, ad un’anima folle d’amore per
Lui.(...)” S (1-2-47)
“Figlia mia, il tuo
cuore è una sfera d’amore.
(...) Tu sei folle
d’amore per me, sei folle d’amore per le anime. E sai, mia colomba bella, perché
le ami? Le ami perchè sono mie e perché ami tutto ciò che è mio.
Ti vorrei in cielo,
mia innamorata, ma ho tanto bisogno di te qui” S (22-6-45)
“Figlia mia, tu sei di
Gesù, soffri per il mondo. Ami Gesù e lo ami per coloro che non lo amano”. S
(13-7-45)
“Se tu sapessi quanto
mi ami e quanto mi fai amato! (...) Tu ami, tu ami, mia innamorata! (...) Tu non
sei uguagliata né nel dolore né nell’amore. Tu salvi con il dolore, salvi con
l’amore: hai in te il potere di Gesù”. S (28-2-47)
“Figlia mia, traggo
dal tuo cuore amore per tutte (le anime). E’ amore che ama, amore che mi consola
e ripara per molti cuori ingrati che tanto crudelmente mi feriscono. (...) S
(11-1-46)
“Il tuo amore tanto
forte mi obbliga a riceverlo quasi come se provenisse da tutti i cuori” S
(17-5-46)
Dopo una trasfusione.
“Va’, figlia mia, porta la mia vita, porta il mio amore. Confida, confida che mi
ami: sei piena di Me. La tua morte è vita, la tua cecità è luce, il tuo vuoto è
il segno, è la prova più chiara che sei piena di Me, tutta piena, che vivi
soltanto di Me, che solo a Me appartieni, che ami Me solo.(...)” S (7-3-47)
“Tu mi ami quando
piangi e quando sorridi, mi ami nel dolore e nella gioia, mi ami nel silenzio e
parlando, mi ami in tutto. Giorno e notte salgono al Cielo ad ogni momento le
tue sofferenze, il tuo amore.(...)” S (21-3-47)
“Confida! Non
attenderti altra vita. E’ vita della più grande croce, delle più grandi tenebre.
Tutta la sofferenza che ti possa arrivare è per tenerti sempre salda nel
medesimo amore e non per aumentartelo di più, poiché più di così non puoi
amarmi.
Ti rendo salda, ti
rendo sicura sempre nel medesimo amore, fino a che tu possa amare alla chiara
luce del paradiso, alla luce consolante dell’eternità.
Il mio divino amore è
la forza per la tua croce, è la vita di cui vivi, è la vita della tua vita”. S
(29-10-45)
Gesù le assicura
che la sua vita non è vana ma produce buoni frutti.
Dopo una trasfusione
di sangue. “Hai in te il Cielo stesso, figlia cara: hai la dolcezza, la
bellezza, la grandezza e il potere di Dio, hai in te Dio stesso e tutta la
ricchezza divina. (per l’unione trasformante, vedere P. III, cap.2) Sei potente,
sai perché? Per soccorrere le anime e per aver forza per portare la croce. E dài
soccorso con il tuo dolore.
Confida che il tuo
dolore è per le anime più di quello che l’acqua è per i pesci, che il tuo dolore
è per le anime più di quello che il sole è per la terra.
Soffri, soffri lieta:
la tua croce è di salvezza.(...)” S (6-2-48)
“Tu sei mia sposa
diletta , amata dal mio divin Cuore. Non dubitare di Me: abbi coraggio, abbi
coraggio! (...)
Come è bella la tua
anima e quanto belle fai molte anime!” S (26-8-49)
Gesù le mostra molte
anime da lei salvate.
“Vieni, figlia mia,
dammi la tua mano”.
Aprendo un ovile, ma
questo ovile era Gesù, sempre conducendomi per mano, fece sì che io entrassi e
mi disse:
“Vieni a Me, abbi
coraggio! Io sono il tuo Gesù”.
Io, sempre sostenuta
dalle mani del Signore,(stavo) all’entrata dell’ovile, che mi sembrava essere
Lui. Cominciarono ad entrare, una dopo l’altra, delle pecore nutrite: tutte
avevano un posto e non cessavano mai di entrare.
“Vedi, figlia mia,
queste pecorelle? Sono le anime che le tue sofferenze hanno condotte a Me”.
Non so dire come
rimasi: ero fuori di me.
“Se è così, o Gesù,
come io credo, voglio rimanere sulla terra a soffrire fino alla fine del mondo".
“No, figlia mia, il
tuo cielo è prossimo.
Ma la tua missione là
continuerà e le anime, queste pecorelle nutrite, continueranno a salvarsi come
se tu soffrissi. Stendimi le tue mani”.
Le stesi: Gesù collocò
un vaso in esse; questo vaso era pieno di una semente che non conoscevo. Al di
sopra del vaso sporgeva come una pigna. Da ogni squama della pigna usciva una
fiamma e tutte le fiamme riunite facevano una sola fiamma.
“Semina, figlia mia,
nella terra questa semente: è la mia semente. Arricchisci con questa le anime,
incendia nei cuori questo amore: è il mio amore. Soccorri, soccorri, soccorri il
mondo!” S (4-6-54)
Contempliamo ora come il binomio
amore-dolore sia
inscindibile.
“Gesù, mi dici che io
sono la gioia del mondo e tutto in me e attorno a me è tristezza, la più grande
tristezza, eccettuata l’anima che sorride sempre al dolore, alla croce, al tuo
amore”.
“E null’altro è
necessario, mio incanto. Questo sorriso dell’anima è tutto.
E tutto ciò che
avviene in te Io lo permetto per gloria mia e per il bene del mondo: è la mia
divina Passione che perdura sempre.(...)” S (19-4-46)
Gli uomini possono
fare tutto, possono darmi la sentenza secondo i loro giudizi (5 mesi prima, il
16-6-44, la Commissione esaminatrice aveva emesso il suo giudizio negativo!).Ciò
che non possono è impedirmi di amare Gesù, togliermi la mia unione con Lui, né
strapparmi dal mio cuore l’unione con quelle anime che Lui, solo Lui collocò in
questo cuore , tanto piccolo nell’amore ma tanto grande nei desideri di amarlo e
nelle ansie di appartenere soltanto a Lui.
Tutte queste
sofferenze, con il dolore immenso che mi causano e che solo Gesù conosce, solo
Gesù vede e comprende veramente, fanno nascere in me nuovi desideri, profonde
brame di vivere solo per Gesù, di appartenere solo a Lui e di amare solo Lui.
Il peso del dolore fa
esplodere nel mio cuore aneliti tanto vivi e pieni d’amore di camminare tra le
spine alla ricerca di Gesù e delle anime, come il tuono con il suo rimbombo
sconvolgente fa scatenare le acque nella profondità della terra.
(faz rebentar as aguas na profundidade da terra)
Soffro? Non importa!
Amo Gesù: questo mi basta. S (21-11-44).
I dolori, le
tribolazioni uniscono sempre più Alexandrina al suo Gesù, che le dirà:
“Tu hai aumentato in
te l’amore al mio Cuore divino a misura che in te è aumentato il dolore”.S
(3-10-47)
Circa due anni dopo la
santa martire detterà:
Costa tanto il
soffrire! Sento di non poterne più. Ma questo sentire di non potere è pace, è
dolcezza, è desiderio ansioso di immergermi sempre più nel dolore.
Il dolore, il mio
amato dolore! Posso dire con sicurissima verità che fu esso ad unirmi di più a
Gesù. Furono le lezioni della sofferenza che mi legarono di più a Lui.
Anche adesso, in mezzo
ai dolori più struggenti dell’anima e del corpo, è il dolore stesso che mi
obbliga ad amarlo e ad amare follemente il mio Gesù.
Il dolore accende nel
cuore e nell’anima il fuoco più ardente che produce una sete tanto struggente
che solo in Gesù può essere saziata. S (7-1-49)
“O mio Gesù, quando
arriverà quel giorno in cui potrò dirti: -Ah, Gesù mio, ora so che ti amo e che
mai più cesserò di amarti; mai più ti fuggirò: ora sei mio e io sono tua, solo
tua, Gesù-? ”
Io sono affamata;
muoio, muoio solo (dal desiderio) di perdermi in Te e di consumarmi solo nel tuo
divino amore”.
La mia croce, la mia
amata croce! Io so che soffro, so che sto su di essa ma non so comprendere il
mio doloroso martirio.
O anima mia,
abbracciati a Gesù, abbracciati alla croce e cammina sempre seguendo il tuo
Amato. Non temere la notte, non temere le spine. Oh, quanto è dolce stare sulla
croce, ferita per amore a Lui!
“Gesù, che il mio
gaudio sia la croce, la mia dolcezza il dolore: e tutto in Te per Te!” S
(30-1-48)
Sento brame
indicibili, brame di amare e di soffrire: voglio attaccarmi alla croce, voglio
abbracciarmi ad essa e all'Amore, all'Amore che è Gesù, alla croce che mi viene
da Lui.
Per Lui la voglio, per
Lui l’abbraccio: soffrire e amare, oppure morire. S (29-10-48)
Tale aspirazione è
comune ad altre anime-vittime tra le più elevate; per esempio a san padre Pio:
“Aut pati, aut mori” (O patire o morire) (vd. Epistolario, vol.1°, p.
627, dell edizione 1971)
Le mie consolazioni,
le mie gioie stanno solo in questo: amare Gesù, soffrire per Gesù.
E sono tante le spine
ingrate e crudeli che mi feriscono! S (17-6-49)
La mia tristezza era
mortale: uno scoramento senza l’uguale.
“Mio Gesù, se almeno io non peccassi! Se
io Ti amassi per me e per tutti! Se Ti salvassi tutte le anime! Se Ti dessi
tutta la consolazione!
Io non so parlarti,
mio Amore! Vedi ciò che mi passa nell’anima; nulla so dirti. Ho desideri di
dirti tutto. Per darti tutto, tutto soffrirei. Devo ringraziarti di tanto!
Mi piace molto dirti:
- Dolce Cuore di Gesù, sii il mio amore!-
Se mi permetterai
anche solo di poter dire a Te che sei il mio amore e a Mammina che è la mia
salvezza, sento che non mi basterebbe l’eternità per ringaziarti molto”. S
(21-12-44)
Mio Dio, ho perso la
luce, ho perso la vita.
Povero il mio cuore in
dolore e ansie! Dolore perché Gesù è offeso: ansie di amare Gesù, ansie di
vederlo amato, ansie di salvare anime .
Ora non ho il fuoco
solo nel petto e nel cuore: si è incendiato tutto il mio corpo.(...)
Questo fuoco, queste
fiamme non danno luce nelle mie tenebre, ma invece aumentano il mio martirio.
Ardo e non incendio (gli altri).
E’ questo fuoco che io
vorrei vedere nelle anime. E’ con queste fiamme che sento che vorrei portare
l’incendio in tutti i cuori. Che fuoco tanto logorante! (...)
Quando non ne posso
più alzo gli occhi al cielo e dico: “Mio Gesù, so, ho fiducia, ho fede che sei
in me e sai che voglio amare soltanto Te e che non voglio offenderti”.
Poi abbasso gli occhi,
immagino di vedere tutta l’umanità le dico:
“O mondo, voglio
salvarti. Per te, per consegnarti a Gesù voglio soffrire tutto.(...) S
(30-4-45)
Il mio letto di spine
è anche letto di fuoco.(...) “Che spine sono, che fuoco è questo, mio Gesù? Oh,
quale sofferenza!
E’ il tuo divino amore
che trionfa, è esso che mi obbliga ad avere le mie delizie nella croce: solo
soffrendo sto bene. Ma ho tanti sfinimenti!(...)”
Alle volte sono
indicibili le brame d’amore, le nostalgie del cielo. Vorrei aggrapparmi alla
Santissima Trinità, al Cuore divino di Gesù, a Gesù sacramentato e crocifisso e
alla cara Mammina e divorarli (devora-Los). Sento che se potessi
stringerli tutti tra le mie braccia avrei verso di Loro furie di amore più forti
di quelle delle belve furiose.
Penso, dico Loro,
ripeto Loro molte volte:
“Vorrei vedere tutto
il mondo ardere in amore, in fiamme tanto grandi da raggiungere il cielo”. (...)
Solo così io direi:
“Miei Amori, Voi siete amati!” (...) S (15-7-49)
Nel suo grande amore a
Gesù trova la forza di pregare il “Te Deum” in ringraziamento anche nel momento
più atroce: la partenza di padre Pinho esiliato in Brasile!
Avevo presso di me un
libro con il segno nella pagina del “Te Deum”, libro che giorni prima avevo
chiesto per pregare il “Te Deum” in ringraziamento, appena avessi saputo che il
mio Padre non era partito.
Non volli farlo
riporre (avuta la certezza della partenza) senza leggere il “Te Deum” in
ringraziamento al Signore per aver permesso che fosse eseguito l’ordine di
partenza. Mi pareva così di dare più consolazione a Gesù: benedirlo nel
dolore, come nella gioia.
S (22-2-46)
Mio Dio, mio Dio, cosa
è mai il dolore, quanto costa il dolore! Non ho forze per soffrire e sento che
non ne posso più.(...)
Mi sento tanto sola,
tanto sola! (è sempre vana l’attesa del ritorno del suo direttore padre Pinho e
don Umberto è stato rimandato in Italia; nessun altro sacerdote la sa
comprendere.
Non vi è protezione da
parte del Cielo, non vi è respiro umano sulla terra che sia in mio favore. Sono
tutta sola, mi sento tutta sola. (la ripetizione è nel testo).
In questa amarezza
fisso il Cuore divino del mio Gesù e gli dico:
“Gesù, solo Gesù! Ti
amo, mio Amore, quando mi conforti ed alleggerisci la mia croce. Ti amo allo
stesso modo quando mi ferisci così. Benvenuta sia la tua divina mano
caritatevole, benvenuti siano i tuoi doni, sia dolci, sia spinosi!” S (9-6-50)
Ma nel travaglio
spirituale ci sono sempre alternanze! Il tormento della inutilità di tutta la
sua vita, di tutto il suo patire fa continui assalti.
Quasi 5 anni dopo
detterà:
Tenebre, dolore,
morte... è sempre il mio vivere, il mio vivere senza vita, il mio vivere senza
utilità. (è questo uno dei più forti tormenti per un’anima vittima). (...)
E’ al Cielo che io
ricorro, anche nella incertezza della sua esistenza .(Siamo nel 55, nella fase
delle più acute tentazioni contro la fede)), Io non amo Gesù per andare in
cielo. Io lo amo e sempre lo amerò perché Egli è degno di tutto l’amore, anche
se mi convincessi che io non andrò mai in cielo, o che il cielo e Gesù non
esistono.
Tutto il mio essere è
dolore nel corpo e nell’anima, ma questo dolore è tanto amato da me. Chi mi
togliesse il dolore mi toglierebbe l’esistenza: mi toglierebbe l’offerta
continua a Gesù e alle anime. (...)
Quando vengono notti e
giorni nei quali io non sono né vita né morte, né cielo né inferno, mio Dio,
quale tormento!
Sia fatta in me la tua
santa volontà!” S (8-4-55).
L’amore a Gesù la
porta ad una totale, incondizionata conformità al suo Amato.
“Il mio povero cuore è
frantumato. Non cessano di schiacciarlo, di infierire sulla stessa piaga.(Il
distacco dal suo direttore) Non importa. Mi importa solo il tuo amore: esso mi
basta.(...)
A Te già mi sono data
come schiava e continuamente mi do. Chino il capo per ricevere da Te la
coltellata di tutto il dolore e di tutto il sacrificio.
E’ nell’intimo del mio
cuore che vado dicendo sempre: <Sia fatto, Gesù, sia fatto come vuoi Tu>.
(...) La mia anima è
come un uccellino smarrito che perde la vita lasciato all’abbandono.(...) S
(13-3-42)
Il venerdì successivo,
in attesa di rivivere la Passione, dice:
“Vuoi rendermi simile
a Te? Grazie, mio Gesù. Mi sottometto al peso della tua croce.
Sento che mi
strapperanno il cuore, sento che sto per morire schiacciata, ma voglio
balbettare sempre:
-Oh, come è dolce
morire per amore! Oh, come è dolce compiere la volontà del Signore!-” S
(20-3-42)
Gesù le ha detto e le
dirà ancora la sua volontà:
“Dà, figliolina, dà a
quelli che ti amano il fuoco divino, l’amore di Gesù. L’amore che ti fa ardere e
ti consuma, l’amore che è la tua vita e sarà la tua morte.
Estendi e diffondi
sulla terra l’amore che sarà la salvezza della povera umanità corrotta,
dell’umanità colpevole”. S (6-3-43)
La bufera non cessa.
Odo il sibilare dei venti furiosi e devastatori. Odo il fragore del tuono che
tutto fa tremare.
Permetti, o Gesù, che
io fissi per sempre il mio sguardo nei tuoi divini occhi per mai ritirarlo da
Te, per vedere tutto il martirio come venuto da Te, affinchè così io non voglia
altra cosa se non ciò che mi dài.
Voglio vivere di Te e
per Te e nulla temere: essere forte con Te.
Temere solamente il
peccato ed avere davanti a me solo la mia miseria.(...) S (13-5-43)
Si sente come bagnata
da fiumi di sangue.
“Che cosa è questo,
mio Gesù? Non lo so: è dolore per me; per il resto, basta che lo sappia Tu”.S
(16-10-44)
Sento che sono
chiaccherata e da tanti con disprezzo e persino con rancore.(...)
Mio Gesù, tutto per tuo amore! Che io
sia calpestata, estremamente disprezzata affinchè Tu sia glorificato, amato,
lodato.(...)
Con tanto amore
strinsi tutto al mio cuore, ma la mia povera natura non potè resistere a tanto
dolore. Le lacrime mi scivolarono lungo le gote, aumentando an-cor più il mio
dolore nel farmi venire in mente che il mio Gesù si rattristava per esse.
“Mio Dio, mio Gesù, le
mie lacrime non sono di disperazione: sono di amore, sono di rassegnazione. Io
mi conformo alla tua divina volontà.
Con questo dolore e
queste nostalgie (di alimentazione) posso pensare e sentire più al vivo ciò che
sono le tue nostalgie, le ansie d’amore, la tua fame di anime, il dolore che
esse ti causano col loro perdersi.
Voglio, Gesù, e amo
tutto quanto Tu vorrai inviarmi”. S (27-3-45)
“Gesù, staccami da
tutto ciò che è della terra! Io non ho volere: voglio solo la tua volontà e
possederti interamente.
Tutto ciò che faccio,
tutto ciò che penso è solo per Gesù e per la sua gloria; non è per il fine del
premio che mi spetta. Voglio essere solo ciò che nostro Signore vuole. Non
desidero neppure fare un altro passo avanti verso la perfezione, senza che il
Signore lo voglia. S (18-7-45)
“Lasciami divenire
folle d’amore per Te e fa’ che in tutto muoia la mia volontà, il mio volere, il
mio io, affinchè viva soltanto Tu, mio Gesù. S (16-8-46)
“Ahi, il cielo, mio
Gesù, che non arriva mai! Sia fatta la tua divina volontà. Io sono la tua
vittima, vittima perfino nei miei desiderii.
Fa’, Gesù, che io
muoia a me e a tutti. Che io viva soltanto per Te e per le anime”. S (18-4-47)
Io voglio... non so
che cosa voglio. Voglio tutto, e questo tutto si riassume in poche cose:
consolare e amare Gesù, fare solo la sua divina volontà e salvargli le anime.
Voglio le anime, voglio il mondo, tutto il mondo. Lo voglio per Gesù.
Non sono io che lo
desidero con ansia: è Lui. S (31-10-47)
Sento di non aver
nessuno, proprio nessuno (le hanno tolto anche il secondo direttore) a darmi
sollievo. Questo è ciò che l’anima sente. Ma so che sono io che non posso
sentire il piacere di questo sollievo, mentre ho persone che, con tutta l’anima
e tutto il cuore, desiderano darmi sollievo. E quante volte, ben lontane
dall’accorgersene, innalzano in me un calvario per una cosa da nulla,
lasciandomi ore e persino giorni in grande sofferenza!
Io vado soffrendo e
sfogandomi solo con Gesù. E’ la sua divina volontà che vuole così: io accetto di
buon animo.
Così, solo Lui vado
seguendo nella mia cecità, solo Lui vado cercando. E’ Gesù che io voglio, è Gesù
che io voglio. E’ solo Lui e le sue anime. Tutto ciò che cerco, tutto ciò che
bramo, tutto ciò che soffro, è solo per Gesù.
Voglio dargli le anime
perché sono sue; voglio soffrire perché Egli così vuole, voglio amarlo perché è
degno di amore. (...)
Come io nuoto in un
mare di tenebre e di ansietà!
Sono muta, non so
parlare (la martirizza l’obbligo di dettare il suo diario) e, per maggior
dolore, mi pare di non comprendere nulla.
O volontà del mio
Gesù, io ti voglio! O mia croce, io ti abbraccio perché tu sia (sejas) il
mio unico appoggio. S (6-2-48)
Io vorrei, se fosse
possibile, avere cieli, molti cieli, mondi, molti mondi pieni di amore per amare
il mio Gesù. Ah, se lo amassi! Ah, se io non lo avessi mai offeso! Ma oh, povera
me, che non ho nulla di questo. L’amore non lo conosco, non esiste in me; e
senza di esso, come posso amare Gesù?
Vorrei avere tutti gli
occhi del mondo per piangere lacrime di pentimento per aver tanto offeso il mio
Signore. Quale miseria, la mia! (...)
Io vorrei dolore e
vorrei amore che non potesse essere contenuto sulla terra né in cielo: l’amore
per amare Gesù, il dolore per fare riparazione.
Perdonami, Signore,
perdonami, Gesù! Mi sono dimenticata che non ho né volere né volontà: mi sono
dimen-ticata di volere solo ciò che vuoi Tu, ciò che alla tua infinita bontà e
misericordia piacerà inviarmi.
O Gesù, o Gesù, i miei
sfoghi sono per Te, solo per Te. Solo Tu sai comprendere, conoscere le grandi
tribolazioni, le angosce e le sofferenze del mio corpo e della mia anima: è
notte, Gesù, è notte tenebrosa e triste. Quale tenebra! (...) S (19-3-48)
Il mio cuore soffre
tanto tanto! Spuntano da tutte le parti mani crudeli per togliergli la vita. O
mio Dio, come è pugnalato! Il sangue delle ferite zampilla (le piaghe occulte
sono reali e la fanno soffrire come se fossero visibili) andando lontano come il
getto di una fontana.
Io devo mantenermi in
silenzio nascondendo nel mio petto tutte le sofferenze, soffocando nel cuore e
nell’anima tutte le angosce, tutti i sospiri.
E’ Gesù a volere che
io soffra: devo assoggettarmi, voglio assoggettarmi alla sua divina volontà.
La volontà del mio
Signore io la amo di più di tutte le creature e di tutto quanto il mondo
contiene. S (22-10-48)
Fisso gli occhi nel
Crocifisso, nel Cuore divino di Gesù e con lo spirito in cielo dico:
“Sto qui, Gesù, per
fare la tua divina volontà: falla Tu in me e per me! Gioca con questo inutile
strumento, maneggialo come ti piace. (ricordiamo la “pallina” di Santa Teresina
di Lisieux).
L’anima piange e il
cuore sanguina. Il mio calvario arriva dalla terra al cielo.
Ma voglio, voglio il
dolore, le umiliazioni, i disprezzi e tutto il resto, mio Gesù, tutto il resto,
tutte le spine che mi configgono, tutto quanto mi porta all’agonia e alla morte.
Voglio perché lo vuoi Tu, voglio perchè amo le anime che sono tue. Voglio perchè
ti amo, (pur) senza sentire il tuo amore.
Credo, credo, spero e
confido!” S (5-9-52)
“O mio Gesù, in questo
calvario hai trovato l’anima più povera, più piena di miserie, ma piena pure
della volontà di compiere la tua santissima volontà con tutta la perfezione,
piena, pienissima di brame di amarti e di darti tutte le anime.
Io sono povera.
Arricchiscimi, Gesù. Fa’ di me ciò che ti piace.” S (19-9-52)
“Sono sazia, Gesù,
sono sazia di vivere sulla terra. Non sono sazia, mio Amore, questo mai, della
tua divina volontà. Voglio ciò che vuoi Tu, accetto ciò che mi dài.
Mi costa molto vivere
senza alimentarmi: che nostalgie, che nostalgie!
Mi costa molto molto
il cattivo giudizio degli uomini, ma apro le mie braccia: accetto la tua divina
volontà, costi quello che costi, mio Gesù. Abbraccio tutto e mi stringo a Te,
con la mia croce stretta al mio petto, al mio cuore”. S (27-3-53)
“O Gesù, io credo
nella tua parola, io confido nel tuo amore! (nella forte crisi di fede degli
ultimi tempi deve ripetere il suo <credo!>) Fa’di me ciò che vuoi, purchè io
compia la tua divina volontà. Sono pronta per tutto il martirio, senza
aspirazione al premio. Il mio unico anelito è di amarti e di darti anime, sempre
anime”. S (25-2-55)
“Ascolta, figlia mia,
la voce addolorata di Gesù! Il mondo attuale studia tanto per soddisfare i suoi
vizi, per venire a conoscere passioni, come qualsiasi altra arte, altro studio.
Quale orrore, figlia mia! Il crimine ha raggiunto il suo massimo, così come la
tua sofferenza.
E dopo di questo, che
mi rispondi? Non vuoi riparare, consolarmi, darmi le anime e aumentare la
gloria, aumentare molto la gloria per il cielo?”
“Gesù, la mia risposta
è questa: io sono la tua vittima. Ti amo, voglio solo consolarti e darti le
anime. Non ho altro fine in vista: voglio la tua gloria e non la mia”.
“Figlia mia, figlia
mia, la tua follìa d’amore a Gesù e alle anime è tanto alta, è salita tanto, è
tanto sublime. I prodigi operati dalla vita divina in te, nella tua anima sono
tanto grandi, tanto misteriosi che la tua vita passa incompresa da quasi tutti
gli uomini: non ne compren nulla. Sono così pochi coloro che si addentrano in
tutto questo. Ma oh, quanta luce hanno, come sono fortunati e felici!” S
(22-4-55)
La sua eroica
conformità al volere divino porta un grande frutto: finita la sua missione sulla
terra, diventerà in cielo potente nell’intercedere a favore della povera
umanità. Sentiamo cosa le afferma Gesù.
“Coraggio, figlia mia!
La tua missione sulla terra sta per terminare presto. Confida! E’ Gesù che te lo
afferma. Ma in cielo tu mostrerai agli uomini, a coloro che non hanno voluto la
mia luce, quanto sei stata potente sulla terra.
Confida, sposa mia! In
cielo ti negherò tante cose quante sulla terra tu hai negate a me: hai mai detto
un <no> a Gesù; sei stata sempre eroica nella tua sofferenza. Il tuo <sì> a
Gesù è stato sempre pronto. Anche Gesù sarà pronto in cielo per dirti: - manda
sulla terra tutte le benedizioni e grazie, mia sposa amata, concedi alle anime
tutto quanto ti chiederanno in mio nome, nel nome di mia Madre benedetta, nel
nome del tuo martirio-”. S (25-2-55)
Qui si può notare
un’altra analogia tra Alexandrina e la santa Teresina di Lisieux: ella pure non
ha negato nulla a Gesù, quindi nutre la fiducia che Gesù non le negherà nulla:
“Bisognerà che in Cielo il buon Dio faccia tutte le mie volontà, poichè sulla
terra non ho mai fatto la mia volontà.”(Opere complete- Quaderno giallo, 13
luglio, n 2 ,p.1017)
La conformità è in
consonanza con la sua missione di vittima, per la quale è stata creata. Tale
missione ha cominciato a svelarsi quando è venuta meno la speranza di guarigione
dalla paralisi provocata dal salto dal-la finestra; col passare degli anni si è
fatta sempre più forte ed insistente l’urgenza di compierla.
Innumerevoli sono i
diari nei quali affiora. Qui ne troviamo accenni nel cap.1 di questa Parte,
relativi agli anni 44 e 45.
Nei pezzi che
seguono si vede quale vetta di eroismo la santa martire ha raggiunto negli
ultimi anni.
“Mio Gesù, il mio
corpo è tuo: crocifiggimi liberamente”. (ricordiamo che soffrì moltissimo per le
piaghe mistiche, occulte ma dolorosissime). S (2-2-51)
Gesù, un mese dopo, le
riafferma il ruolo salvifico della sofferenza patita con amore.
“Le virtù sono armi
che allontanano il male, che combattono tutti i crimini e tutte le iniquità e
attraggono a Me le anime.
Prendi conforto per
poter soffrire.
Le anime si guariscono
con le virtù, il dolore e l’amore: escono dalla morte del peccato, rinascono
alla grazia, a Dio”. S (3-3-51)
“Io vedo, Gesù, la mia
anima vede ciò che ha già visto molte volte: il cielo si apre, le nubi si
disfano, il fuoco cade sulla terra, tutto si incendia, tutto rimane distrutto.
Perdono, Gesù,
perdono, mio Amore, perdono!
Trasforma questo fuoco
in fuoco d’amore, questa giustizia in misericordia.
Perdono, Gesù,
perdono. Salva, salva le anime!
Io sono la tua
vittima, sono la tua vittima!
Non badare, Signore,
né alle mie lacrime né alla mia fragilità. Guarda al mio cuore pronto ad
accettare tutto ciò che sia dolore, tutto ciò che sia martirio.
Mi conforta, Gesù, mi
conforta, mio Amore, il sapere che Tu vedi il mio cuore e sai tutte le mie
brame.
Mi curvo, Gesù, mi
curvo a (baciare) le tua mano benefattrice.
Benedico il tuo santo
nome, benedico il tuo santo nome, benedico il tuo santo nome (è così la
ripetizione nel testo) e stringo al mio cuore la tua croce, tutto quanto mi dài”.
S (19-10-51)
La mia povera natura è
stanca, geme giorno e notte sotto il peso della croce. Tutto quanto è soffrire
mi causa un vero orrore.
Ma l’anima ha una sete
ardentissima, una sete infinita di darsi e di dare tutte le anime a Gesù. Ella
comprende, perché Gesù glielo fa comprendere, che è il dolore, è la croce il
grande mezzo di salvezza. (vd. il diario di circa un anno fa, del 3-3-51).Io
non ne posso più, sento che non ne posso più; ma, fiduciosa nella forza, nella
grazia del mio Signore, voglio tutto e tutto accetto per suo amore.(...) S
(28-3-52)
Ho in me uno zelo
molto grande, un fuoco molto ardente per la gloria del Signore. Vorrei vedere
tutti i cuori in una sola fiamma, l’umanità intera in una sola lingua di fuoco,
in un solo amore a Gesù.
Ah, se io potessi
distruggere il peccato una volta per sempre!..
Che pena provo nel
vedere Gesù offeso!...Quale dolore sovrumano, quale dolore infinito! (...)
“Gesù, mio dolce
Amore, io sono la tua vittima: sono pronta, sempre pronta per soffrire. Sono
pronta, sempre pronta per riceverti nel mio cuore e per abbracciare nel mio
povero cuore, con tutto l’amore, la croce che mi dài.
Dimentica, Gesù, le
infedeltà delle anime, tutti i dinieghi che ti sono fatti. Ricordati, mio
tenerissimo Gesù, che hai ancora sulla terra molti e molti cuori che vogiono
amare solo Te, che vogliono vivere solo in Te e per Te.
Ricordati, Gesù,
ricordati di questa povera figliolina che, nonostante sia poverissima, vuole
arricchirsi in Te, vuole soffrire tutto per Te.
Gesù, Gesù, io amo,
amo tanto, tanto le anime! Le amo perché sono tue; le amo e vedo in loro il mio
Signore, il mio Padre, il mio Creatore.
Gesù, Gesù, mi costa
tanto soffrire. Sai bene che molte volte sento di non poterne più. Ma sono tali
la brame del mio cuore, sono tanto forti, tanto forti che mi ob-bligano a dirti:
- Se vuoi che io
soffra fino alla fine del mondo, sono pronta, mio Gesù, sono pronta.
Ciò che io voglio è
evitare la perdita delle anime; ciò che io voglio, ciò che io voglio, Gesù mio,
è consolarti, allietarti giorno e notte, giorno e notte senza perdere un solo
istante”. S (5-12-52)
Il seguente breve
dialogo si svolge durante una delle estasi pubbliche del 53.
Mette in risalto
anche l’umiltà della martire che si sen-te inferiore ad altre, per quanto Gesù
le dica che è lei la più grande vittima.
“(...) Io parlo
mediante le labbra della mia vittima. E’ dall’intimo del suo cuore, del mio
tabernacolo in terra (inabitazione) , del mio tabernacolo permanente che
io chiedo, che io supplico: -vi sia emendazione di vita, si faccia orazione, si
faccia penitenza!-
Venite a me, venite a
me, figliolini del mio sangue divino. Figliolini, figliolini: parola tenera!
Figliolini, figliolini, parola d’amore uscita dal Cuore di Dio attraverso le
labbra della grande vittima di questo Calvario, della più grande vittima che
Gesù ha scelto sulla terra perché fosse immolata in questo secolo dei più grandi
vizi, dei più grandi crimini, nella più grande inondazione di iniquità. Sono
triste, tristissimo”.
(segue il dialogo con
Alexandrina) “Sono triste e piango, figlia mia, diletta figlia mia, colomba
bianca che volteggi sopra i miei tabernacoli, fiore profumato che li adorni con
la varietà delle tue virtù”.
“O mio Gesù, voglio
allietarti, voglio consolarti. Non voglio che Tu pianga. Ti do il mio povero
cuore con il mio freddo amore, ti do tutto il mio corpo per l’immolazione
completa. Sia tutto questo, che non è nulla, per asciugare le tue lacrime; per
consolarti, Gesù, consolarti insieme a tutte le anime vittime che ti amano più
di quanto ti amo io e sanno soffrire meglio di quanto soffro io.
Consolati con i miei
desideri che ho di amare e di evitare ogni peccato; consolati con i miei aneliti
struggenti di riparare tutte le offese fatte al tuo divin Cuore, commesse contro
la Maestà divina.
Non piangere, non
piangere, Gesù! Io sono la tua vittima. Io soffrirei di buona volontà sino alla
fine dei secoli, affinchè io ti salvi anime e Tu non abbia da soffrire nemmeno
per un solo istante”.
“O innamorata folle di
Gesù, faccio tutto questo perchè sia ben chiarito e compreso il tuo amore
eroico, il tuo amore folle a Gesù e alle anime.
Tu sei luce, tu sei
faro per tutta l’umanità. Tu sei la portavoce di Gesù, tu sei la copia più
fedele di Cristo crocifisso.
Non piango più: sei
stata tu, sposa diletta, ad asciugare le mie lacrime.
Soffri, soffri con
fortezza e con gioia. (...)” S (20-2-53)
La conformità
arriva a tanto alto livello da raggiungere la perfetta partecipazione col suo
Amato, come vedremo nella Parte III.
La sua ascesa continua: considera
“benvenuti”i anche i doni* spinosi.
Alexandrina chiama “dono” ogni evento che sente voluto o
permesso da Gesù, perché ha meritato la grazia di capire che Gesù ama
sempre, comunque.
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