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L’AMORE DELL’
ADDOLORATA
Anche nel massimo
del dolore rifulge l’amore della Madre.
Venti secoli fa
Giovedì ... (Alexandrina rivive i
patimenti della Passione partecipando anche ai dolori della Madre) Vedevo
davanti a me tutti i patimenti della Passione e sentivo in me la Madre folle di
dolore: Ella vedeva quanto Gesù avrebbe sofferto! Voleva evitare a Gesù quei
patimenti, e non poteva: c’erano da salvare gli altri suoi figli! L (31-8-41)
Sul Calvario la Madre soffriva con Gesù
e a tutti i suoi figli voleva dispensare amore e su tutti stendeva il suo manto
per custodirli.
Nessuno ama come Gesù e Maria, e nessuno
soffre come Loro! L (21-3-41)
Gesù, se potesse soffrire di più e più
volte morire, e la Madre, se avesse altri figli da consegnare alla morte, tutto
farebbero perché fossimo salvi!
Il dolore di quei due Cuori è dovuto al
fatto di vedere i loro figli che si perdono. L (21-2-41)
Sul Calvario erano Lui con Lei un solo
Cuore, una sola anima, un solo dolore, un solo amore. S (16-3-45)
Sulla cima del
Calvario la Mammina, sempre nella stessa croce a partecipare dello stesso
dolore, dello stesso martirio, folle d’amore nello stesso compito di salvezza. S
(10-9-48)
Dare la vita per far
vivere le anime. S (11-4-52)
Le spade del suo
santissimo Cuore colpivano il mio, me lo ferivano tutto. (...)
Compresi che non era
sofferenza di alcune ore, ma sarebbe durata fino a che il mondo sarà mondo.
(enquanto que o mundo for mundo).
S (10-9-48)
Quanto Gesù amava!
Quanto la Madre amava! Erano due manti di fuoco in un
solo manto a coprire e ad amare il mondo intero. Quale amore infinito! S
(14-10-49)
Quanti sentimenti,
quanto dolore, quanto amore! Amore che si estendeva a tutta l’umanità, amore che
costringeva a tanto dolorosa agonia, a versare tutto il sangue.
Ah, se io potessi
mostrare tanto chiaramente come chiaramente sentii ciò che soffrirono Gesù e
Maria!
O mio Dio, mio Dio,
che agonia indicibile! S (9-3-45)
E oggi!
Che tristezza per
quei due Cuori (di Gesù e di Maria) uniti in un solo dolore il vedere la perdita
di tante anime che non vogliono utilizzare per sé i mezzi offerti da Gesù!
Si perdono solo coloro
che lo vogliono: Egli diede la vita per tutti. E che valore infinito il sangue
del Signore! Il tesoro più ricco disprezzato e calpestato! Come non hanno da
soffrire Gesù e la cara Mammina? L (14-2-41)
La Madre esorta
Alexandrina a continuare nella sua missione di vittima.
“Figlia mia, figlia
mia, io sono tua madre, sono la Vergine Addolorata che soffre le angosce
dell’Orto e del Calvario: mi trovo nella stessa agonia che ebbi presso la croce
del mio divin Figlio: vedo ad ogni momento rinnovarsi la sua santa Passione,
come la vidi in un’altra ora sul Calvario.
Non negare a Gesù la
tua immolazione: consola il suo Cuore divino e il mio. Dà all’Eterno Padre la
riparazio-ne che i crimini esigono. Io sarò con te”. S (10-8-50)
Venne Mammina e, come
di consueto, mi prese tra le sue braccia, mi accarezzò. Ma le carezze non mi
diede-ro il conforto che erano solite darmi: erano carezze di grande tristezza,
di dolore.
Era molto triste e mi
disse:
“Soffro con il mio
divin figlio. Gli uomini sono tanto ingrati: Sono tante le bestemmie! Sono tante
le ingiurie contro di me e contro il mio divin figlio!
Consolaci tu, almeno
tu che tanto mi ami e tanto ami Gesù! Soffri per consolarci e chiedi alle anime
che ami che ci diano sollievo. Da' loro, come premio, l’amore di Gesù e di
Maria”. S (3-8-46)
“Figlia mia, quanto
sono triste nel vedere il mio Gesù tanto ferito e le anime che si perdono!
Consolalo con me: aiutami a salvarle!” S (3-4-48)
“Ti voglio, figlia
mia, tra le mie braccia come tenni il mio Gesù sul Calvario. Lui, lo tenni morto
per l’umanità; te, ti tengo per confortarti affinchè tu possa continuare ad
essere la grande vittima per la stessa umanità. Non negare a Gesù il tuo dolore:
sono tanti e tanto grandi i crimini! Il mondo si trova in pericolo imminente. Il
Cuore del tuo e mio Gesù, in unione col mio, non può soffrire di più.
Soffri, soffri per le
anime: non permettere che il sangue di Gesù vada perduto!" S (7-5-49)
Venne Mammina, mi
prese sul suo grembo, mi abbracciò, mi baciò, mi riscaldò coprendomi di carezze.
“Mia cara figlia, la
mia sofferenza, il mio dolore è uguale a quello di Gesù: le stesse cause
feriscono e fanno sanguinare i nostri Cuori. Soffri tutto quanto Egli ti
chiederà. Soffri sorridendo: io ti aiuterò! S (1-12-51)
Il mio cuore soffriva
molto perché sentiva quasi in continuità cadere gocce di sangue dal Cuore
immacola-to di Mammina e lacrime dai suoi occhi santissimi. Il sangue e le
lacrime furono motivo di grande dolore per il mio cuore, per vari giorni. (...)
Erano gocce di sangue
dei due Cuori pieni d’amore uniti in un solo Cuore e lacrime sparse come se
fossero versate da un solo paio di occhi: erano quelle di Gesù e quelle della
Madre. S (8-12-50)
La Madre la
conforta mettendo in risalto il valore della sua missione, della sua opera dì
amore che continuerà dopo la sua dipartita.
“Lascia che ti copra
con il mio manto di tristezza, con il mio manto di dolore affinchè con questa
testimonian-za attraverso i tempi, tu possa essere invocata per tutti i dolori
dell’anima e del corpo, invocandoti dalla terra quando sarai in cielo: sarai
invocata quale martire dei dolori, per conforto e balsamo dei dolori umani. S
(8-4-49)
Le stesse lacrime:
venti secoli fa e oggi.
Gesù, non più morto in
me (finita la Passione) ma vivo al mio fianco mentre io continuavo a stare tra
le braccia della Madre, mi disse:
“Figlia mia, le
lacrime di mia Madre santissima sono simili a quelle che versò in un’altra ora
su di Me sul Calvario.
Oggi non piange nel
vedere suo figlio Gesù, morto tra le sue braccia, ma piange nel vedere tanti
figli, la maggior parte dei suoi figli, morti per il peccato, in tutta
l’umanità”. S (22-9-50)
Alexandrina deve
proclamare l’amore dei due Cuori.
Tu parlerai, parlerai
sempre (nelle estasi pubbliche) durante il poco tempo di vita che ti resta sulla
terra. Parlerai dei nostri Cuori con entusiasmo, con amore: dirai quanto ama il
Cuore divino di Gesù, dirai quanto ama il Cuore immacolato di Maria.
Il mondo, il mondo non
conosce questi amori in un solo amore. (...)
Invita, invita le
anime ad amare Gesù, ad amare Maria. Dì loro, ripeti loro che questo invito è
l’invito del Signore, è la chiamata del Padre, del Padre che vuole aiutare, del
Padre che vuole perdonare”. S (4-12-53)
E’ legge generale su
questa terra: quanto più si ama, tanto più si soffre. Per esprimere che l’amore
genera dolore, Gesù afferma:
“Il dolore è figlio dell’amore” S
(2-12-44).
E’
ovvio che esistono anche dolori non generati dall’amore.
Alexandrina vede il Cuore di Gesù tutto
sanguinante.
Vedo e sento: è tutto amore, è tutto
dolore! (...)
“Sento e comprendo quanto Gesù e Tu,
Mammina, amate, quanto soffrite. Mia cara Mammina, Gesù soffre tanto! Tu soffri
tanto!
In confronto a Voi io non soffro nulla,
e mi pare di non poter soffrire di più. Quanto io sono debole, Mammina! Ciò che
io soffro a nulla vale: Vi vedo sempre soffrire, sempre soffrire!”
“Soffri, soffri con eroicità; soffri,
soffri con gioia! Sai già che queste visioni sono per farti comprendere la
necessità di riparazione, la necessità della tua immolazione continua.
Làsciati crocifiggere, lasciati
crocifiggere!
Gesù e la tua cara Mammina non ti
vengono meno: ti amiamo con tutto l’amore. Siamo sempre al tuo fianco: neppure
per un solo istante ti manca il sostegno celeste.
Ripara, ripara, ripara per l’umanità
intera!
Non cessare, non cessare di dire agli
uomini quanto è triste Gesù, quanto è triste sua Madre santissima”. S (7-6-52)
La Madre la esorta
“Io sono qui, sto qui, vengo a chiederti
di dare tutto a Gesù.
Parla del nostro amore, soccorri il
mondo! Ah, i miei figli! (...) Il mondo, i peccatori dànno solo spine a me e a
Gesù”.
Cominciò a piangere reclinando su di me
il suo capo santissimo. Quando fissava il cielo, mi rapì il cuore, ma quando la
vidi piangere, rimasi nella massima angoscia. Con le mie labbra afferrai alcune
sue lacrime e con il suo manto le asciugai il volto.
“Non piangere, Mammina! Io ti amo e amo
Gesù. Soffro per Te e per Gesù”.
Ella stese su di me il manto e mi disse:
“Ecco il manto della mia purezza perché
tu sia sempre pura, il manto della mia grazia, il manto del mio amore perché tu
distribuisca grazia, purezza e amore”.S (28-5-54)
Tutto l’amore-dolore
della Madre è ben rappresentato nella seguente visione.
Domenica scorsa (8-9-40), compleanno
della cara Mammina (ecco perché un’estasi in domenica; forse l’unica) sentii
stampato nella mia anima il ritratto vivo della cara Mammina, che ancora non è
scomparso. (...)
Dall’alto del cielo contemplava la terra
con gli occhi fissi sulla povera umanità. Il suo Cuore santissimo era in un
dolore quasi mortale.
Con il capo chinato verso la terra, non
ne distoglieva il suo sguardo santissimo, sguardo pieno di tenerezza e di
compassione.
Ah, che dolore tanto pungente, che Cuore
tanto ango-sciato! Ah, quanto soffre la cara Mammina!
Oggi è già martedì e questa scena non
scompare: mi pare che si sia impressa in me per sempre. Meno di un’ora fa sentii
di nuovo la Mammina chinata verso la terra, senza che potesse distaccare gli
occhi dai quali uscivano due fonti di lacrime, lacrime di profondo dolore che
bagnavano la terra. L (10-9-40)
Resterà impressa
anche nel nostro cuore?...
FINE
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