Già quando viveva
ancora sulla Terra ha cominciato a manifestarsi la sua apoteosi.
Basta pensare alla
folla di visitatori degli ultimi anni.
Ma si è palesata ancor
più nella camera ardente, allestita nella stanza dalla cui finestra si era
lanciata per proteggere la sua purezza.
Era vestita con un
abito candido, adagiata nella cassa foderata pure di seta bianca.
Portava sul petto il
candido giglio regalatole dai Salesiani di Mogofores .
Appariva come immersa
in una nuvola di fiori bianchi:
“Un candido giglio tra gigli” (commentò un Religioso
contemplandola).
Infatti, quante volte
il suo caro Gesù l’aveva chiamata “mio puro, mio candido giglio”!
Riguardo alla folla di
visitatori, Deolinda raccontò a don Umberto:
“Appena morta, la casa fu invasa dalla gente. Ad alta notte ci
siamo coricate, ma quasi non abbiamo dormito perché per tutta la notte abbiamo
sentito, senza interruzione, queste parole: “Calma, adagio!”
Erano gli uomini offertisi a regolare l’entrata e l’uscita della
moltitudine”. (C G , p.695, nota)
Sempre a don Umberto,
Gioacchino Nogueira raccontò:
“Con i miei cugini ci siamo offerti di vigilare la casa tutta la
notte, mentre mia zia e e la cugina si sono ritirate. in camera.
Nel vedere che l’onda della gente aumentava sempre più, perché
giungevano anche da lontano, ci siamo preoccupati temendo che il pavimento non
resistesse.
Ad un certo momento siamo corsi a prendere dei tronchi per
puntellarlo”. (C G , p.695, nota)
Il giorno 14 continuò
il pellegrinaggio. Erano persone di ogni categoria sociale: medici, avvocati,
industriali, commercianti, artisti, oltre una massa di popolo.
Continuò senza
interruzione anche durante la notte, fino alle ore 10 del mattino del giorno 15,
ora della partenza del corteo funebre verso la chiesa parrocchiale.
Al funerale erano
presenti 40 sacerdoti.
Fu sepolta in una
tomba povera, col viso rivolto verso il tabernacolo, come aveva desiderato.
Nel suo Diario
Autografo, al giorno 6-3-50, si legge:
Non voglio grandezze nel mio sepolcro, ma parole di richiamo che
scuotano le anime e le invitino al vero pentimento, al vero amore a Gesù e alla
Mammina.
Ah, questa è l’unica grandezza, l’unica aspirazione del mio
cuore.
E’ stata accontentata
solo in un primo tempo perché poi ammiratori e devoti si misero insieme per fare
erigere una cappellina mortuaria, inaugurata il 13 ottobre 1957, solo due anni
dopo la morte.
Ma non si fermò
neppure lì perché nel 1978 la salma venne trasportata nella chiesa parrocchiale,
dove resterà!
Il 12 gennaio del 1996
venne proclamata Venerabile e il 25 aprile del 2004 , Beata.
Quattro giorni dopo il
decesso, il dott. Azevedo scrive a p.Pinho facendogli un breve resoconto.
Leggiamone alcuni tratti.
(...) Alexandrina è morta. Fu una grazia perché i dolori di
questi ultimi mesi erano terribili. (...) Non le so dire ciò che avvenne in
questi ultimi giorni, né quanto la Causa deve avere acquistato nel cuore di
certi farisei. (...)
La notte dello spirito scomparve nel penultimo giorno di
vita.(...)
Fu grande il sacrificio che il Signore volle da lei e da noi.
Ma, Te Deum laudamus, per avere portato in Cielo la cara Alexandnrina.
La camera di Alexandrina rimarrà come era (...)
I suoi ultimi momenti furono, per i ciechi e i maleintenzionati,
una prova schiacciante che era una grande santa.
E’ già iniziato sulla Terra il cammino verso la gloria: il
funerale fu grandioso.
(...) e sulla tomba non mancano mai visitatori.(...) (C G,
p.695)
Il giorno 16 ottobre
arriva a Terrasini, in Sicilia, per un ciclo di conferenze.
Il 17 mattina celebra
la S.Messa e, mentre in sacrestia sta piegando i paramenti, viene avvicinato da
una donna che, in atteggiamento umile e parlando sottovoce gli dice:
“Mentre lei stava celebrando è venuta la Madonna e mi ha
incaricata di dirle che Alexandrina è morta ed è già in Cielo. Io non so chi sia
questa Alexandrina, lo saprà lei. La Madonna ha aggiunto:
“Dì al padre di non rimanere triste, perchè Alexandrina gli è
vicina”.
A queste parole della Madonna ho visto sulle spalle di vostra
reverenza una colonba bianca. Infine, mentre lei era chino sull’altare per dare
la benedizione al popolo, la Madonna ha posato sul suo capo la sua mano con
qualcosa che non distinsi bene, e ha aggiunto: <Dormi, dormi, figlio, figlio
mio, che un grande lavoro ti aspetta>. Poi scomparve tutto”. (vd. don
Umberto, “ Anima di vittima e di Apostola, pp 5-7).
Quel “grande lavoro”
era quello di preparazione per il Processo Informativo Diocesano che gravò
praticamente tutto sulle sue spalle. E, se Alexandrina è stata riconosciuta
Venerabile e poi Beata, lo dobbiamo proprio a questo suo lavoro, per il quale
non gli saremo mai abbastanza grati.
La sua missione di
salvare anime continua naturalmente dal Cielo, oltre a quella di ottenere altre
grazie.
Per incoraggiarla
durante il suo cammmino tanto dolorso, Gesù più volte le aveva prospettato la
sua gloria futura; gloria non solo nel senso di riconoscimento da parte degli
uomini, (“Tra poco sarai inclusa nel numero dei santi”)
( S, 13-6-52) ma, soprattutto, nel senso di visione
beatifica e di gioia nel continuare a beneficare i fratelli rimasti sulla Terra.
Ecco alcuni esempi.
“Sei potente, ti ho fatta potente. Ma tra poco sarai ancora più
potente in Cielo: farò che tu operi meraviglie per la gioia di molti e per la
confusione di altri. S (14-1-49)
“Dopo la tua morte, per mezzo tuo, sì, per mezzo tuo, molte,
molte grazie, molte, molte benedizioni, una pioggia di grazie e di benedizioni
cadrà, cadrà giorno e notte sulla Terra, sulla Terra colpevole, sui peccatori
che tanto hanno offeso il loro Dio e Creatore.” S (4-12-53)
Una preminenza hanno
le grazie per la salvezza delle anime.
“Io farò, figlia mia cara, che avvengano miracoli, che vi siano
queste guarigioni di anime non solo qui, ma anche quando, non potendo più
toccare il tuo corpo, toccheranno la tua tomba. Ti prometto, figlia mia, di
concederti queste guarigioni improvvise” (27-12-46)
(...) “Per la missione che ti ho affidata, per la più alta
missione, io farò sì che dopo la tua morte, non solo siano salvi quei peccatori
che ti invocheranno con fiducia e presso la tua tomba chiederanno grazie e la
conversione, ma farò sì che molti siano assistiti da te nel momento della morte,
del loro passaggio all’eternità.
Quanti saranno accompagnati da te alla Patria celeste! Quante
grazie saranno concesse a molti, quando tu già riposerai nel cimitero!”
(23-4-48)
“Coraggio! E’ molto prossima la tua Patria.
E da là, quante grazie, quante benedizioni, quanti miracoli il
mondo riceverà da te! Soffri, soffri!” S (9-7-54)
“Va, figlia mia, alla tua sofferenza ineguagliabile.(...)
Dopo la tua morte, la tua sepoltura, la tua tomba parlerà
nell’intimo a migliaia e migliaia di peccatori: le anime verranno presso di te e
continueranno, come ora, ad essere da te arricchite”.S (13-5-55)
Il suo potere di
mediatrice durerà sempre lungo i secoli!
“Le virtù della tua vita qui sulla Terra brilleranno come stelle
in Cielo, diffonderanno il loro splendore sul mondo intero, sul mondo che è tuo
(glielo ha affidato da salvare). Tu vieni in Cielo, ma la tua benedizione, la
rugiada feconda del tuo amore cadrà sempre sulla Terra sino a quando essa
esisterà”. S (9-3-45)
“Come premio per la tua sofferenza sulla Terra, ti do tutte le
mie benedizioni, grazie, tutto il mio amore con i mezzi di salvezza affinchè
tutta la Terra, per merito tuo, sia beneficata sino alla fine dei secoli. S
(19-11-54)
Alexandrina è una
mediatrice potente, perchè ha da Gesù la promessa di ottenere tutto quanto
chiede!
“Sposa mia, in Cielo ti negherò tante cose quante tu sulla Terra
hai negate a me. Mai hai detto un “no” a Gesù, sei stata sempre eroica nella
sofferenza.
Il tuo “s” a Gesù è sempre stato pronto. Anche Gesù sarà pronto
in Cielo per dirti:
“Manda (manda) sulla Terra tutte le benedizioni e le
grazie, mia sposa amata, concedi (concede) alle anime tutto quanto ti
chiederanno in mio nome, in nome di mia Madre benedetta e nel nome del tuo
martirio”.(25-2-55)
Notiamo quei due
comandi: manda, concede. Gesù non dice “manderò”, “concederò”, perché
vuol far scendere le grazie attraverso Alexandrina che le chiede, valorizzando
così l’opera di mediatrice di questa eroica anima-vittima.
Rivolgiamoci dunque a
Lei, con fiducia!
“O Alexandrina mia
cara, aiutami ad imitarti, nei limiti del possibile!
Ottienimi una sempre
più forte capacità di amare fino a saper illuminare con il sorriso ogni mia
attività quotidiana, anche se penosa!”
L’amore mi porti al sorriso.
fine
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