L'umanità non ascolta
“…invece di voltarmi la faccia mi voltarono le spalle . Questo è
il popolo che non ascolta la voce del Signore suo Dio, nè
accetta la correzione...” (Ger. 7, 24-28)
“…rattristato per la durezza dei loro cuori…” (Mc 3,5)
«Voglio anime! Le vedo fuggire. Il mio dolore è infinito...»
§ 1°- Aexandrina impersona l'umanità peccatrice
«Vieni al tuo Dio, al tuo Signore che ti ha creata per sé.»
Quale voce tanto triste e piena di tenerezza! Io, come se non lo
udissi, lo lasciavo abbandonato e correvo pazzamente verso i
piaceri del mondo.
Quale dolore, quale tristezza, quella di Gesù!
«Basta, basta, figlia mia! La tua iniquità è vergognosa, è
nauseante.
Dove corri con questa marcia tanto affrettata? Verso l'inferno.
Esso ti aspetta a porte aperte...
Cambia strada! E' questa che percorri nella corsa tempestosa
delle passioni che ti conduce là. Férmati, férmati! Non fare più
un passo sulla strada della perdizione: non è questa che ti ho
scelta.»
Il
Signore non poteva più sopportare la mia indifferenza e la mia
durezza.
Egli mi chiamava, ma io fuggivo, non volevo udirlo, non cambiavo
vita.
Di
più: volevo respingerlo lontano, molto lontano.
«Non sei più mia figlia! Mi hai disprezzato e hai preferito
Satana a me: a lui appartieni.
Ti
sei venduta per i piaceri e le passioni. Disgraziata vendita,
triste preferenza: disgraziato il figlio che vende suo padre
per accondiscendere alla carne, ai suoi appetiti!»
Sentivo che mani immonde mi stringevano la gola e il Signore mi
diceva:
«Satana è il tuo Signore! Hai espulso me perché ti possedesse
lui. Egli vuole installarti corpo e anima nella sua dimora che è
l'inferno: sei degna di esso. Le tue passioni sregolate te lo
hanno fatto meritare.
Convértiti! Ascolta la voce del tuo Dio: lasciami di nuovo
prendere possesso del tuo cuore affinché tu possa essere degna
della mia dimora celeste, affinché io ti possa installare là.»
Io
rimasi sempre nella disperazione, ma senza voler udire la voce
del Signore.
Egli, molto contristato, singhiozzava amaramente nel mio cuore.
«Vieni, séguimi! La mia via è difficile, ma non vi è altro che
ti prenda se non il mio amore e, di tanto in tanto, trovi
dolcezza. In quella della perdizione ti prendono la melma, il
fango, i tuoi appetiti, le passioni disordinate: è perché tu ti
dànni.
Rialzati, séguimi!»
L'afflizione che io sentivo non era per la paura del Signore che
mi sgridava, perché era uno sgridare con dolcezza: sgridava come
chi invita.
Mi
causava una tremenda afflizione il dolore che il mio Gesù
sentiva per la durezza del mio cuore: io non mi muovevo al
pentimento; volevo restare nelle tenebre, avvolta nella melma e
nel putridume.
«Non vedi che per te diedi tutto il mio sangue e la vita? Fu
morte in croce e in mezzo a sofferenze le più atroci...
Preferisci un vile piacere, soddisfare le tue passioni, alle
tenerezze del tuo Dio che ti ha creata, che ti ama tanto?
Preferisci l'inferno o il Cielo?
§ 2° - Gesù rivolge le sue lagnanze ad Aexandrina, come a sua
sposa e vittima riparatrice
«Io
chiamo le anime.
Mi
voltano le spalle, non vogliono udire la mia voce.
Le
lascio in balia delle passioni. »
Ma
tu implorami tanto, che ancora ne soccorrerai molte.
Vivi nei miei tabernacoli; invocami per i peccatori.
Il mio Cuore sta nei tabernacoli angosciato: io chiamo i
peccatori in tutti i modi: infelici! Sono sordi alla mia voce
divina, sono ciechi alla luce del loro Dio.
Io
piango perché i peccatori dormono nel peccato e grido notte e
giorno: svegliatevi, riaizatevi, uscite da lì!
Ma
non mi odono: è sonno mortale. Hanno continuato la loro vita di
crimini sull'onda sregolata delle passioni.
Le
anime tiepide non si sono infervorate.
Le
anime che mi amavano si sono arrestate nel loro amore.
Io
sono triste, sono triste, figlia mia: è grande, infinita la mia
tristezza, e così il mio dolore.
Ho
freddo, sono gelato: è caduto su di me il gelo dei cuori
tiepidi; sono cadute su di me le onde delle passioni e dei vizi.
Che
rivolta, che rivolta contro il Cielo: l'iniquità contro Dio, i
figli contro il Padre!
E'
necessario, è urgente porre termine alle tempeste dei vizi.
Povero mondo, povero mondo! Non ascolta la voce del suo Dio, non
accoglie la richiesta di Gesù.
Venite a me, amatemi! Non peccate più! Presto, presto! Questo
invito è di Gesù, presto, presto...
Ah,
per quanti questo invito arriva troppo tardi! Ho chiamato, ho
invitato, ho preavvisato in tempo. Quanti e quanti hanno già
ricevuto la giustizia di mio Padre! E perché? Perché non hanno
prestato attenzione alla voce divina, all'invito del Cielo.
Già
cadde la giustizia e più ancora cadrà. Già milioni di peccatori
sono stati castigati e altri milioni di peccatori stanno per
esserlo.
Io
voglio un mondo di grazia, di purezza e di amore. Il mondo non
dà retta alle mie richieste.
Voglio anime, voglio anime!
Le
vedo fuggire. Il mio dolore è infinito...
Quanto è bello, quanto è bello il Cielo, figlia mia!
Parlane alle anime: di' loro quanto devono soffrire, quanto
devono evitare il peccato ed amare il mio divin Cuore per
meritarlo. E' bello il Cielo, figlia mia, oh, come è bello!..
Con
quale dolore, con quale pena io dico che il Cielo è bello,
perché i miei figli, i miei cari figli non vogliono goderlo! La
mia tristezza è grande, il mio dolore è infinitamente grande: i
miei figli, i miei cari figli non vogliono il Cielo, non
vogliono godere di me!
Le
passioni, le passioni sregolate li portano al rifiuto di un
Cielo bello, di un Cielo trionfante, di una eternità di gaudio.
Parla alle anime, mia colomba bella, istruiscile nelle cose del
Signore; metti nei loro cuori l'orrore per il peccato, quanto
più ti è possibile. Parla loro, parla loro del mio amore. Di'
loro che le voglio per me...
(da un’estasi cantata)
«Vieni, figlio mio,
prendi la tua croce. Vieni, figlio mio, segui i miei passi.
Vieni a chiedere perdono al tuo Gesù, al tuo Gesù, al tuo Gesù!»
«Chiamo, invito, ma il mio invito non è accettato.
Chiamo, voglio perdonare, ma i peccatori, il mondo intero, non
accetta il mio perdono!»
Finiamo con 4 frammenti di dialogo tra Gesù ed Alexandrina.
«O
figlia mia, se il mondo si affrettasse, se i peccatori si
convertissero, se vi fosse un rinnovamento di vita, quante
anime riceverebbero il perdono, quanti castighi sarebbero
risparmiati a questa povera umanità!
Ma
no, non c'è da sperare. Che incendio di vizi, che mare
agitatissimo di passioni!
E
non odono affatto la voce del loro Dio, non prestano affatto
attenzione a Colui che chiama, che chiama ed avverte con amore
di padre.»
«O
Gesù, continuate ad avvertire sempre! Guardate solo alla vostra
misericordia infinita!
Io
ho molta pena per Voi; non Vi posso vedere soffrire; ma le
anime, le anime, ah, se si perdono eternamente! Le amo tanto
perché in loro vedo solo Voi.»
Improvvisamente si illuminò il luogo dove mi trovavo.
Davanti a me apparvero Gesù e la Mamma tenendosi per mano.
Staccarono le mani ed entrambi, con gli occhi fissi al Cielo, mi
additarono con la mano destra i loro Cuori che avevano
visibili al centro del petto - scena che mai più dimenticherò -
Tanto il Cuore di Gesù quanto quello della Mamma erano cerchiati
di molte spine dalle quali cadevano molte molte gocce di sangue.
La
mia ansia di raccogliere nel mio petto tutte quelle gocce di
sangue era infinita.
O
Gesù, Mamma, non voglio che cada al suolo neppure una di queste
gocce di valore infinito!»
Gesù parlò: «Figlia mia, ti abbiamo additato i nostri Cuori
sofferenti, così sofferenti per farti comprendere la crudeltà
degli uomini, la gravità dei loro crimini.
Fissiamo il Cielo per mostrarti
che stiamo anche noi chiedendo all'Eterno Padre
l'allontanamento della sua giustizia e ancora una volta la
misericordia ed il perdono per l'umanità.»
(siamo nell'agosto del 54)
Non
può più essere trattenuta la giustizia del Signore. Affréttati,
figlia mia, a diffondere il messaggio di afflizione di Gesù.
Che
l'umanità si prostri con fervore davanti all'immagine della
Regina del Cielo, della Regina del mondo, chiedendole che sia
ancora una volta la Regina della pace, la Signora della
vittoria.»
«O
Gesù, io sono confusa. Farò quello che mi ordinate, ma temo che
non mi crederanno.»
«Anche a me molti non hanno creduto e molti mi hanno denigrato,
pur sapendomi risuscitato e vittorioso.»
Mi
apparve Gesù insieme alla Mamma, in grandezza naturale. I loro
vestiti e il manto viola scuro, i loro volti tristissimi e i
loro aspetti pure tristissimi mi causarono la più profonda, la
più grande agonia...
«Figlia mia, stiamo contemplando il mondo; guardiamo il
Portogallo, guardiamo le Nazioni:
che
corruzione, che iniquità, che veleno criminoso!
Ho
tanto chiesto, ho tanto invitato, attraverso le tue labbra, a
venire al mio divin Cuore in una completa emenda di vita! Ho
chiesto io, ha chiesto mia Madre benedetta: non siamo stati
ascoltati!»
Prostrata davanti a Gesù e alla Mamma, chiesi loro: «Aspettate,
Gesù, aspettate, Mamma! Alzate le vostre mani divine verso
l'Eterno Padre, sostenete per altro tempo la sua giustizia!
Lasciate che il Portogallo, l'umanità facciano penitenza!...
Gesù, Mamma, perdonate, perdonate... Dimenticate le nostre
ingratitudini. Perdonate ancora una volta!»
«Chiedi, figlia mia! Chiedi, figlia nostra! Chiedi, chiedi,
chiedi!» dicevano Gesù e la Mamma nello stesso tempo, mentre mi
accarezzavano. |