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CAPITOLO I
Gesù riprende, avverte, esorta

Gesù riprende, avverte, esorta

Ascoltate e vivrete». (Is. 55,3)

Pentitevi dunque e cambiate vita perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore». (At. 3,19-20)

 

«Che questo grido sia come una campana forzata...»

«convertitevi e credete al Vangelo» (Mc. 1,15)

«Le tenebre di oggi sono le tenebre del peccato.

Il mio grido di oggi è il grido di agonia nel vedere i miei figli fuggirmi.

Piango e grido perchè il peccato ha rag­giunto il suo massimo. Le onde nere dei vizi sono salite alla più grande altezza.»

 

§ 1° - Alexandrina impersona l'ùmanità peccatrice

 

Mi pareva di sentire il Signore schiacciarmi sotto i suoi santissimi piedi, mentre mi diceva:

«Svégliati!

Ti sei addormentata nel peccato. Rialzati, risuscita! Ascolta la voce che ti chiama:

esci da questo abisso di immondezze, di miserie, di crimini in cui tu stessa ti sei sepolta!»

In altri momenti ancora Alexandrina sente Gesiì che la scuote con esortazioni e anche con minacce.

«Disgraziata! Il tuo sonno è mortale: ti sveglieranno gli orrori dell'inferno.

Guai a te, se non ti converti!

Tu non mi temi, non senti i rimorsi perché il peccato ha reso insensibile la tua coscienza.

E' morta: te l'ha uccisa il peccato.

Tenti di persuaderti che non esiste l'eternità, sia beata, sia dannata.

Per la tua vita, ti conviene che non esista l'eternità.

Disgraziata! Bada come vivi! Pagami, dammi i conti!»

 

Alexandrina accoglie le legnanze di Gesù e fa da sua portavoce

 

«Figlia mia, chiedi, dì al mio cardinale, al mio caro Cerejeira (carcimale di Lisbona e Patriarca del Portogallo) scelto da me per tanto alto compito, che parli al suo popolo: chieda, chieda ai prelati che facciano altrettanto: si faccia molta orazione, molta penitenza per tanto tempo!

Vi sia grande vigilanza nella Chiesa, vi sia grande vigilanza nella Nazione: Salazar (capo del governo), Salazar, allerta! Vi è veleno da ogni parte.

Vi sia vigilanza nelle Nazioni: da ogni parte tentano di svilupparsi le fiamme (del male)...

E' tanto il veleno che si diffonde!...

Agguati pieni di falsità si tramano.

 

Io vorrei, figlia mia, che le mie lacrime cadessero sul mondo intero come in un'altra ora sulla città ingrata (Gerusalemme).

Grida, grida e chiedi che gridino in tuo nome

– perchè è in nome di Gesù - che si faccia orazione, molta orazione e continua penitenza.

Che questo grido sia come la campana forza­ta da mani umane a scampanare senza tregua...»

 

Gesù insiste contro il peccato della carne.

Singhiozzando continuò:

«Guarda il mio divino Cuore squarciato: è il peccato, è il piacere della carne; è il peccato, è il mondo.

 

Il mio divin Cuore chiede amore; i crimini del mondo, le iniquità, richiedono, esigono riparazione.

La esigono i peccati di lussuria, le iniquità degli sposi e delle anime pie consacrate a me; la esigono le vanità: a quale scopo tanto sperpero? Questo sperpero grida al Cielo. Ciò che si spreca in vanità estinguerebbe la fame a tutti gli affamati, vestirebbe tutti gli ignudi.

Dillo al mondo, figlia mia! Diffondi le mie lagnanze.

Satana si è incarnato nella vanità, nella lussuria, nella disonestà. Vi è Satana nella donna e nell'uomo di oggi che vivono senza pudore una vita provocante.

Avanti, avanti, o uomini del potere!

La impurità è una finestra aperta che dà entrata a tutti i peccati mortali.

Ah, tanta innocenza perduta, tanta vita rubata al Cielo prima della sua esistenza sulla terra!

Ah, quanta iniquità umana! Io sono ferito persino da un grande numero di anziani, di vecchi. Che orrore, che orrore! Tutto è fango.

 

La catena più forte e che lega più anime a Satana è la carne, è l'impurità.

Solo la catena del più grande amore e della più grande purezza può spezzarla e strappare le anime dagli artigli di Satana.

Mai l'umanità vide, mai il Cielo contemplò tale incendio di vizi, malvagità e crimini! Mai si peccò così.

Tutta la riparazione è poca.

Non vi sono giusti sulla terra per estinguere tanta iniquità, tanta gravità di crimini.

Questa è una lagnanza piena di amore del mio divin Cuore al tuo.

E' necessario un freno, freno che leghi gli uomini pazzi per il peccato, pazzi per le passioni.

Si pongano freni alle passioni, ai divertimen­ti, ai balli, ai cinematografi, alle case di peccato!

Sia il freno dell'amore.

Se vi sarà purezza, se vi sarà amore, verrà dal Cielo la compassione.

Se non sarà così, l'umanità sarà salva con dolore, solo con dolore: fuoco e guerra, dolore e sangue.»

 

«E' prossima l'ora della pace (diario del 7-4-45).

Se il mondo, e più ancora il Portogallo, sapranno essere grati per la grazia che fu loro data, la pace sarà duratura. Io regnerò tra gli uomini: fra di loro ci sarà sempre la mia pace divina.

Se non mi saranno grati, se non faranno orazione e penitenza, se non si rialzeranno dai loro crimini, presto tutto il mondo sentirà cadergli addosso non il fuoco delle armi ma il fuoco della giustizia divina, non la distruzione fatta dagli uomini, ma la distruzione che proviene dal potere e dalla maestà di Dio.

 

E' Gesù l'implorante, è Gesù il mendicante.

Chiedo amore per amore. Voglio essere amato perchè il mio Eterno Padre perdoni. Egli è adirato, adirato contro la terra; la sua indignazione è giusta, è santa, è divina...

Da' retta, o mondo crudele!...

O uomini, è il Signore che vi chiama, è il Signore della terra e del Cielo, il Signore che ha creato tutto, il Signore a cui dovete rendere conto di tutta la vostra vita.

Non tardate, non indugiatevi a guardare nulla.

Presto, presto! L'ora è grave. Grida, grida, figlia mia:

batti, sveglia il mondo! Esso è impazzito nei vizi, si è addormentato nel fango melmoso. Grida presto: sta per essere tardi per la riconciliazione.»

 

(Gesù è in croce) Ad una pioggia di insulti mormorava:

«Non vi smuove il mio amore e il vedermi inchiodato sulla croce.

Vi smuova almeno il timore dell'inferno, castigo eterno che è preparato per voi.

Attenzione, attenzione, peccatori, attenzione!

Ascoltate la voce del Signore.

Ascoltate, ascoltate ciò che si ode da lontano, ma un lontano che incalza, un lontano che si avvicina, un lontano che è rapido nel venire.

Ascoltate: sono fragori prodotti dalla giustizia del Signore.

Si faccia orazione, si faccia penitenza: vi sia emenda di vita!

E' grande, molto grande, infinitamente grande la misericordia del Signore; è severa,infinitamente severa la sua giustizia.

Egli è misericordia infinita, è severità infinita.

Badate, badate, state attenti: Gesù perdona, il Signore vuole perdonare, il Signore vuole il vostro pentimento.

Gesù verrà a giudicarvi. Allerta, allerta! Il Signore vi avverte: non peccate, non peccate!

E' severa, molto severa la giustizia di Dio.

Io sono triste, molto triste, figlia mia, per il giorno della giustizia di mio Padre: il giorno dell'ira, il giorno dell'ira si avvicina, figlia mia! Guai al mondo, guai al Portogallo, se non saprà trarre profitto dalle grazie di Gesù!

Io sono triste, triste, molto triste, sposa mia. Tanti inviti, tanti avvertimenti! E la povera uma­nità non dà retta! Sono ore, sono giorni di lacri­me, di molte lacrime e non di allegria, di falsa allegria.»

 

Non può mancare l'intervento di Maria

«Vengo a chiederti, figlia mia, ciò che in mio nome venne a chiedere a Fatima mia Madre benedetta: penitenza, orazione, emenda di vita.

I peccatori corrono verso l'abisso della perdi­zione eterna.

Conducili tutti a me, per mezzo dell'interven­to di mia Madre benedetta...

Và, messaggera di Gesù e di Maria! Quando parlo io, parla Lei con me; quando parla Lei,

parlo io pure: i suoi desidéri sono i miei, i miei sono i suoi.

Chiama il mondo, chiamalo a me: invitalo ad amare il mio divin Cuore e quello di mia Madre benedetta.

Chiedi alle madri che La imitino nella sua missione di educatrice e di' ai giovani e alle giovani che La imitino nella sua modestia, purezza e candore. Consiglia ai padri la fedeltà e l'autorità caritativa di San Giuseppe.

Di' al mondo che non pecchi, che sia puro.»

 

INVITI ALL’EUCARESTIA

 

«Vieni a passare un po' della notte sveglia nei miei tabernacoli, nelle mie prigioni. Sono tue e mie.

Ciò che mi portò a queste prigioni fu l'amore; e per tanti... per che cosa?

Non credono alla mia esistenza, non credono che io abito là. Bestemmiano contro di me.

Altri credono, ma non mi amano, non vengo­no a farmi visita; vivono come se io non fossi là...

Ma là dentro, oh, quale ricchezza! E' la ricchezza del Cielo e della terra.

 

Chiama a me le anime... Parla della mia Eu­caristia: di' che lì sto come Uomo e come Dio. Di' che voglio che mi amino come amo io.

Parla loro dell'amore eucaristico e della ne­cessità di ricevermi.

Parla loro del Rosario, parla loro dell'amore di mia Madre benedetta.

L'Eucaristia e la devozione a mia Madre be­nedetta: queste devozioni, insieme alle tue sof­ferenze, sono i gioielli più preziosi per le anime.

Invita le anime ad amare il mio divin Cuore, ad amare l'Eucaristia e ad avvicinarsi ad Essa; ad amare il Cuore di mia Madre benedetta.

Chi farà questo con retta intenzione, con amore puro, non corre il rischio di perdersi: prometto loro la salvezza.

 

Voglio essere amato nella Santissiama Euca­ristia...

Se sarò amato, il mondo sarà santo e si con­vertirà molto a me. Infatti, se io sarò veramente amato, non potrò essere offeso. Là è la fonte di tutte le grazie.

Di', figliolina, di' al tuo padre spirituale che non vi sia sosta nel diffondere per il mondo ciò che io ho detto della mia Eucaristia: che non vi è altro rimedio, che è da lì che vengono i pun­telli saldi per sostenere la giustizia divina.

Presto, presto! Molte anime si prostrino da­vanti al tabernacolo! Presto, presto molti cuori consolino e riparino il Signore del tabernacolo!

Figlia mia, mia cara figlia, ah, quanti crimini, quanti sacrilegi commessi nel tabernacolo con­tro il Signore, contro il Re del tabernacolo!

Vengano anime, molte anime! Gesù le chie­de. Vengano a gruppi, per mezzo di Maria, a riparare il Signore del tabernacolo.

Figlia mia, mia sposa cara, vittima prediletta di questo Calvario (nome della frazione dove abita Alexandrina), nessuna prece mi può esse­re più gradita di quella che viene dalle labbra di mia Madre benedetta.

Vengano anime, vengano anime a Gesù, tra­mite Maria; vengano a riparare, tramite Maria e a ricevere grazie, tramite Maria!

 

INTERVENGA IL PAPA!

 

Per ottenere un maggior ascolto alla sua richiesta, Gesù si rivolge al Papa, sempre tramite Alexan­drina sua portavoce.

 

«Io vorrei prostrarmi davanti ad ogni uomo per chiedergli di non offendermi.

Io vorrei prostrarmi davanti a colui che rap­presenta il Padre dell'umanità e che ha su di essa tutto il potere e chiedergli di ordinare che si faccia orazione, penitenza, che si ripari il mio divin Cuore e quello di mia Madre benedetta, affinchè il mondo possa essere salvo.

Chiedi tu, sposa cara, chiedi tu in nome di Gesù.

L'odio, la vendetta, la superbia, l'ambizione perdurano nei cuori degli uomini. Si pensa a nuove lotte e ci si prepara.

Echeggi in tutta l'umanità la voce del suo Pastore, la voce del Santo Padre: che la sua voce si faccia udire da un polo all'altro.

Gesù parlerà attraverso la sue labbra; la luce del divino Spirito Santo lo illuminerà.1

Chi ode il Papa, ode Cristo; chi dà retta al Papa, dà retta a Cristo. Chi dà retta ed ubbidi­sce, salva la sua anima.

Egli, che è il padre sulla terra, chieda in nome del Padre celeste.

Io voglio una riconciliazione salda e sincera. Voglio un mondo nuovo di purezza e di amore.

Penitenza, al posto dei piaceri. Orazione invece delle vanità e dei passatem­pi illeciti.

Unione con me, amore puro, amore ardente per il mio divin Cuore.

Che il Papa si appelli ai sacerdoti, soprattutto degli Ordini religiosi, affinchè moltiplichino la purezza, il fervore e l'amore nel santo Sacrificio della Messa.

Quante cose vi sono da correggere e perfe­zionare!

Le case Religiose, frati, suore, non vivono la vita dei loro fondatori.

 

Che il Papa parli ai vescovi in forma riservata affinchè questi parlino ai loro sacerdoti.

Sono così pochi quelli che sono la luce del mondo e il sale della terra! I sacerdoti secolari che compiono il loro dovere sono come petali che il vento ha trasportato sparpagliandoli uno qui e un altro molto più in là...

La mia Passione e Morte è sempre rinnovata. Come il sangue scorre!

Vigilanza, vigilanza nella Chiesa! Cominci la Chiesa una vita nuova, affinchè vi sia nel mon­do una vita nuova.

Chiedo a gran voce vigilanza: da parte del Papa, dei cardinali, dei vescovi...

Io sono ferito e la giustizia di mio Padre vuol punire.

O mondo, cosa ti aspetta, se non vivi un'altra vita!

 

Se io potessi morire, morirei ad ogni momen­to per causa dei peccatori. Il mondo, il mondo sfida la giustizia del mio Eterno Padre.

Il mondo, il mondo non conosce il pericolo che lo attende. Esso è come circondato da bombe: quando se ne incendia una, tutte esplo­dono nello stesso tempo.

Grida ben forte; figlia mia, grida con l'anima e col cuore affinchè il tuo grido arrivi a sua Santità, al caro figlio del mio Cuore, perchè egli si faccia udire da tutta l'umanità.

Si faccia udire con più forza di quella che chiamava all'arca di Noè, con un suono più squillante della tromba che annuncerà il giudizio finale:

"Andate, figli miei, andate tutti a Gesù! E' Lui che vi chiama, è Lui che vi avverte del rigore della giustizia di suo Padre... Si approssima l'ora del castigo del Signore. Andate a Lui che vi chiama e vi vuole!"

E' la voce di Cristo attraverso il suo rappre­sentante sulla terra.

 

Si preghi, si faccia penitenza e riparazione.

Si unisca tutto ai dolori di Maria Santissima, affinchè dalle sue mani sia presentato a suo Figlio e da questi al suo Eterno Padre.

 

Nell'ultimo Diario, del 2-9-55 (morira il 13-10-55), si legge ancora un appello alla Chiesa.

«Lascia, figlia mia, che Gesù gridi attraverso le tue labbra: o Chiesa, o Chiesa, accogli la voce del Signore!

Vigilanza, vigilanza! O Chiesa, mia diletta Chiesa, vigila, vigila, non dormire, non afflo­sciarti!

Mai il mondo peccò tanto; mai fu urgente tanta riparazione.»

Per finire questo paragrafo riportiamo il seguente desiderio di Gesù.

«Voglio che il Santo Padre faccia un Atto di riparazione e lo passi ai vescovi e questi ai pro­pri parroci perchè sia letto al 1° di gennaio di ogni anno davanti ai miei tabernacoli; non davanti ad uno solo, ma a tutti quelli del mondo intero, con una fervorosa comunione di fedeli, soprattutto di bambini innocenti per ripararmi delle offese che ricevo durante l'anno per la maledetta impurità.


1Nel Diario del 20-3-53 si legge: (... che tutta l'umanità dia retta alla voce del Santo Padre, alla voce di colui che sarà innalzato agli onori degli altari, che sarà annoverato nel numereo dei miei santi.» (si tratta di Pio XII)

    

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