Croce e sorriso

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INFANZIA E ADOLESCENZA

Alexandrina nasce nella povertà su di un giaciglio improvvisato nella cucina dei nonni materni. Ma cresce sana, esuberante. Eccola in gioiosa attività a sfaccendare per casa, a trasportare pezzi di legna sulla carriola, a giocare con l'acqua di un ruscello che scorre nei pressi, mentre lava strofinando bene, sciacquando a lungo alcuni indumenti e molto sovente il grembiulino che porta legato alla cintola.

Mi piaceva che il lavoro fosse ben fatto e volevo essere sempre pulita [...] lo sporco mi causava nausea!

È il più possibile all'aperto, a correre con le compagne, ad arrampicarsi sugli alberi, a camminare sui muretti di cinta godendo di saper stare in equilibrio.

Ero tanto vivace che dominavo le compagne anche più grandi. Mi chiamavano «Maria­maschietto».

Non solo vivace ma anche coraggiosa. Per andare a trovare la madrina non esita a guadare il torrente Este mentre scorre con una forte corrente ...

E non si spaventa per una cavalla che la urta facendola cadere supina.

... e poi mi raspava il petto sopra il cuore con le zampe come chi gioca; si raddrizzava, nitriva e tornava a fare la stessa cosa.

La sua vitalità non è soltanto fisica, ma anche spirituale fin dall'infanzia.

A quattro anni mi mettevo a contemplare il cielo e domandavo ai miei se avrei potuto raggiungerlo collocando uno sull'altro tutti gli alberi, tutte le case, tutti i fili dei rocchetti ecc. Siccome mi dicevano che neppure così sarei arrivata, rimanevo triste e nostalgica perché mi attirava lassù non so che cosa.

Solo un po' più avanti negli anni sente in tutto il creato la presenza del Creatore.

Verso i nove anni, quando mi alzavo presto per andare nei campi e mi trovavo sola, mi mettevo a contemplare la natura: lo spuntare dell'aurora, il cinguettio degli uccelli, il mor­morio delle acque entravano in me in una contemplazione tanto profonda che dimenti­cavo quasi che vivevo nel mondo. Arrivavo a rallentare i passi e restavo imbevuta in questo pensiero: la potenza di Dio!

Tornata al suo paesello dopo diciotto mesi trascorsi a Póvoa per frequentare la scuola', si inserisce subito nel suo ambiente, portandovi il contributo del suo spirito di preghiera. A dodici anni le danno l'incarico di catechista e la ammettono alla cantoria.

Lavoravo con piacere sia nell'una che nell'altra mansione, ma per il canto avevo una passione folle.

La sua "ricchezza" è sempre anche a servizio dei fratelli.

Sentivo grande gioia nel fare opere di carità. Piangevo di pena per non poter aiutare in tutto i bisognosi. La mia più grande soddisfazione era nel dare loro ciò che avevo da man­giare privandomi anche del mio alimento.

E non dà solo cibo e indumenti ma anche se stessa in opere talora gravose, come vestire i defunti.

Ho assistito alla morte di alcuni, pregando come sapevo. E alla fine aiutavo a vestire i defunti, cosa che mi costava immensamente. Lo facevo per carità: non avevo cuore di la­sciare sola la famiglia del morto.

Si vede già il germe di quell'amore che crescerà fino al più alto grado di eroismo.

Si intensifica la sua sensibilità artistica, evidenziata dagli scritti che raggiungono vette di alta poesia. L'intelligenza si sviluppa intuitiva, acuta, profonda e non priva di una certa vena di umorismo tanto cattivante.

Nelle riunioni di famiglia non so che cosa dicevo, ma suscitavo molta ilarità (...).

Mia madre diceva: "I ricchi hanno un giullare che li fa ridere; io non sono ricca ma ho qui anch'io chi sta a rallegrarci".

E, poiché vive una vita di preghiera, si sviluppa in lei anche la sapienza del cuore.

Davo sovente consigli a persone di una certa età, evitando che praticassero persino or­rendi crimini (aborti?). Su tutto mantenevo as­soluto segreto. Tenevano con me conversazioni che non erano proprie della mia età: le con­fortavo, dicevo loro ciò che mi pareva giusto. Si prodiga nel lavoro.

«A tredici anni lavorava già nei campi tanto quanto qualsiasi lavorante a giornata». Così scrive il direttore spirituale p. Mariano Pinho, nella Biografia No Calvario de Balasar.

E Alexandrina, nella sua Autobiografia:

Mia madre mi mise a servizio presso un vicino, ma nel contratto incluse alcune con­dizioni, come non farmi uscire dopo l'imbrunire ecc. Il padrone era un perfetto aguzzino [... ] . Mia madre mi tolse, vedendo non rispettato il contratto.