Alexandrina è stata scelta come
corredentrice. Tutta si consuma
per la salvezza delle anime. Ecco che offre tutti i suoi patimenti a questo
scopo.
Ma non basta: le
anime, per salvarsi, devono convertirsi, devono avviarsi alla sequela di Gesù;
devono conoscere Gesù, accoglierlo . Alexandrina, allora, pur essendo rinchiusa
entro le 4 mura della sua cameretta di paralizzata, deve accostare le anime,
comunicare loro Gesù . Gesù vuole trasmettersi alle anime tramite Alexandrina, e
per questo la prepara.
Il 13 giugno 47,
giorno del S. Cuore, nell’estasi successiva a quella della Passione, Gesù le dice:
“Voglio che tutto ciò
che è mio traspaia da te”.
Voglio che i tuoi
sguardi abbiano la purezza dei miei; voglio che le tue labbra abbiano il
sorriso, la dolcezza delle mie; voglio che il tuo cuore abbia la tenerezza, la
carità e l’amore del mio. Insomma, voglio che in tutto tu mi imiti, ti voglio
somigliante a me. Voglio che tutto il tuo corpo sia il Corpo di Gesù, un altro
Cristo. Sei la nuova redentrice.( redentora). (...)”. S (13-6-47)
“Voglio che tu faccia
il sacrificio di ricevere tutti quanti verranno.
Ti tengo qui per
questo”.S (11-7-47)
“Voglio che tu faccia
ciò che farei io oggi se andassi in giro per il mondo. Imitami! Attira a me la
moltitudine delle anime alle quali io permetto di venire a te. Disimpegna la tua
missione”.S (15-10-50)
E come la disimpegna bene! Suscita
pentimenti, conversioni. Gesù le dirà:
“Abbi la certezza che
le anime non vanno via da te come sono venute”. S(7-5-54)
L’umile pastorella, la
“povera Alexandrina”, come sempre si firma, che tanto desidera la solitudine
della sua cameretta in raccoglimento intimo con Gesù, con i suoi “tre Amori” ( la
SS.Trinità) deve assoggettarsi a subire una marea di popolo (10), essere
subissata da invocazioni, preghiere, deve asciugare le lacrime di tanti fratelli!
E anche accogliere
espressioni di gratitudine che, invece di esaltarla, la fanno soffrire.
Io ero umiliatissima
nel vedermi circondata da tanta gente. Per le parole di Gesù rimasi più forte e
gli ripetei l’offerta di tutta l’umiliazione. S (22-9-50)
Gesù insiste per
questa forma della missione di contatto con le anime ed Alexandrina ha la
sensazione di attirarne veramente molte. Si esprime con l’immagine del
“pescatore di uomini” usata da Gesù nei riguardi di Pietro.
Non so che cosa sento
nel cuore. Mi pare che in sé abbia Qualcuno che, a somiglianza dei pescatori,
getta reti, e ancora reti per prendere questo mondo immenso di anime. Quante più
reti escono dal cuore, tante più ne ha da lanciare.
E quali ansie
infinitamente grandi di ritirarle a sé tutte, tutte colme!
Che compito, che
fatica incessante! (...) S (18-1-52)
Ma la sua natura umana
è tanto stanca! Alle volte si lascia sfuggire un piccolo sfogo.
(...) Mi vorrei sola
nel raccoglimento, nel silenzio. La presenza delle persone talvolta mi causa una
tale ribellione da portarmi quasi ad impazientirmi.
Mio Dio, mio Dio! La
mia croce, il mio martirio! S (24-2-52)
Gesù interviene con
incoraggiamenti.
“(...) Figlia mia,
figlia mia, calamita che attira, tu non percorri il mondo, ma la tua vita percorre il
mondo. Tu predichi con la tua sofferenza, con il tuo esempio.
Sei la missionaria
diletta dell’Altissimo: è nel tuo letto di dolore che sei missionaria come tanto
desideravi”. ( vd. C. 1 ) (...)
Coraggio, figlia mia,
coraggio! (...) Ti ho resa in tutto simile a me.
Parla alle anime che
si accostano a te! E’ la missione nobile, nobilissima per la quale ti ho scelta.
Nessuna di quelle anime torna via da te come è venuta, anche la più criminale ed
indurita.
E’ attraverso te che
io mi do, è attraverso te che io mi comunico ai cuori.
Vieni, figlia mia,
vieni a ricevere la goccia del mio divino sangue , vita e alimento divini. Tu
vivi la vita di Gesù. Vivi con il sangue e la carne di Gesù.
O meraviglia! O
meraviglia estasiante! S (21-11-52)
Alexandrina ha il
timore che tutta questa “vita pubblica” la distolga dal raccoglimento intimo coi
suoi “tre Amori”.
Gesù la rassicura.
“Figlia mia, mia cara
figlia, scrigno delle mie ricchezze! Tu sei tesoro, tu sei scrigno di tutto ciò
che è mio: distribuisci il mio amore, distribuisci le mie grazie. Fa’, fa’ che
esse si spargano sull’umanità intera.
Lascia, lascia che le
anime si accostino a te per essere ricevute. Fa’, fa’ che le mie grazie volino per
tutto il mondo.
Non preoccuparti circa
il silenzio. Parla, parla alle anime. Oh, se tu sapessi il bene che per mezzo tuo
viene dato a loro! Ti ho creata, ti ho creata per questo, solo per questo.
Il tuo anelito al
silenzio è già silenzio. Confida, confida: io non permetto che tu perda l’unione
con me. Parlando, facendo la mia divina volontà, vivi più unita a me che se tu
stessi tutta sola nel più profondo raccoglimento. Ho operato ed opero nella tua anima
le maggiori meraviglie”.
“Sia, Gesù, come
volete. Sia fatto, mio Amore, come Voi dite. Io sono la vostra vittima .Oh, se
sempre stessi immersa in questo abisso di amore! Non temerei il dolore, non temerei
la croce. Che abisso diverso da quello in cui vivo!”
“Coraggio, coraggio,
mia colomba bella! E’ la ricompensa per la tua sofferenza, è la forza perché tu
possa soffrire di più, di più, molto di più.
Vieni a ricevere la
goccia del mio divino sangue. Si unirono da sé i nostri cuori. Così ho ordinato.
Sono i due in uno solo. (...)” S (17-4-53)
Terminiamo il capitolo
mettendo in evidenza come Alexandrina sa trarre, da ogni avvenimento, motivo per
far sgorgare sempre amore dal suo cuore.
Nel ricevere migliaia
di baci dalle persone che mi si accostano, ho deciso di offrirli a Gesù come se
fossero dati a Lui, pregandolo di accettarli come atti d’amore ai tabernacoli,
ad onore e gloria della SS.Trinità e della cara Mammina, e di versare tutto a
favore dei visitatori. S (4-12-53)
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